Ritrovarsi, d'un tratto, cuckold e bisex
di
samas2
genere
bisex
L’evento mondano a cui avevano partecipato era giunto al termine e Sandra ed io stavamo tornando in auto attraversando una città vuota e silenziosa.
Eravamo sposati da quasi trent’anni felicemente. I nostri due figli vivevano in altre città e il fatto di poter disporre di tutta la casa ad uso esclusivo nostro mi aveva fatto pensare che la nostra vita sessuale ne avrebbe tratto un notevole impulso, ma così non era stato. Amavo e mi piaceva immensamente mia moglie che aveva, a quarantasette anni, solo cambiato le peculiarità della sua avvenenza: se le gambe si erano mantenute tornite, le caviglie sottili, i seni erano esplosi nella dimensioni - una quarta taglia almeno.
Adoravo tutto del suo corpo e persino la chimica dei suoi odori di femmina era perfetta per me.
Ma qualcosa si era rotto fra noi. Era insorta - più da parte sua, invero - una scontatezza, una fastidiosa abitudine che non giovava al nostro eros.
- Non vedevo l’ora di togliermi queste scarpe - si sfilò le calzature con un’espressione di sollievo.
- Avrei preferito togliertele io poi, a casa, e deliziarmi dei tuoi piedini e poi via su, su…
Inspirò, gonfiò le guance e sbuffò insofferente.
Rimasi bloccato e dopo un attimo di silenzio, esclamai:
- Edgardo ti è stato appiccicato come una mosca al miele. L’avevo udito replicare alle tue lodi per la bellezza della location in cui si svolgeva l’evento con: - In realtà (lei) è magni-fica (aveva diviso la parola in due sillabe, accentuando la seconda) -, fissando il tuo décolleté e lasciando poco spazio al dubbio dell’interpretazione. Non mi sei sembrata di certo infastidita.
Devo confessare che, contrariamente a quello che avessi potuto pensare, mi ero eccitato per l’abbordaggio sessuale di Edgardo. Costui era un tombeur de femmes, famoso per essere privo di qualsivoglia scrupolo e rotto a tutte le esperienze.
La incalzai:
- Mi sembravi lusingata ancora di più quando lui, fingendo di confondersi, ha bevuto dal tuo bicchiere che avevi nel frattempo posato, e su cui avevi appoggiato le tue labbra - c’era ancora la tua saliva. Ti sei concessa una risatina da civetta che sapeva d’invito.
- Accidenti, se mi tenevi d’occhio!
Cominciò tra noi allora un fitto dialogo che continuò anche dopo il nostro arrivo a casa da cui emersero episodi, che al tempo non avevo considerato, ma che alla luce di quanto appena accaduto interpretavo ora come una voglia repressa di mia moglie di evasione. Gli argomenti scivolarono su di una china piuttosto scabrosa.
- Ti ricordi delle nostre fantasie trasgressive che erano il detonatore dei nostri giochi erotici, ormai dimenticate? Ebbene in me non si sono affievolite e anzi avrei una voglia pazza di sperimentare qualcosa di nuovo senza inibizioni preconcette e non piegati a regole perbenistiche. Si è vero Edgardo mi ha corteggiato spudoratamente e tutto ciò mi ha gratificato. Certo non hai potuto sentire quello che mi diceva ma l’ho trovato estremamente eccitante, specialmente quando si riferiva a uno sconcio gioco a tre in cui tu avresti interpretato il ruolo di cuckold.
- Ti devo confessare che, pur non udendo i vostri dialoghi, li potevo immaginare dall’espressione dei vostri volti e soprattutto dal tuo, visibilmente lussurioso, da troia - se mi permetti. Il tuo breve assentarti e, al ritorno prendendolo in disparte fargli annusare e succhiare le tue dita, mi ha fatto pensare che ti fossi recata in bagno per intriderle dei succhi che ti sgorgavano dalla tua figa fradicia, o sbaglio?
- Si é vero, non posso negarlo. Riconosco che hai letto bene la situazione. Sapessi cosa lui ha commentato a commento di quel gioco…..
- Posso immaginarlo. Ebbene, la cosa intriga anche me e non mi opporrei a una eventuale proposta.
- Fantastico! Perché, a questo punto, non invitiamo Edgardo subito? Da mie informazioni so che è molto dotato, abile e spregiudicato.Voglio farmi scopare da lui, qui davanti a te e non voglio aspettare, ti prego -.
Mi stupì la sua spudorata franchezza. I suoi occhi ardevano, non l’aveva mai vista così elettrizzata e vogliosa.
Come era lecito pensare Edgardo non si fece pregare e nel volgere di pochi minuti - abitava infatti non lontano da noi -, varcò la soglia di casa. Bevemmo prima del suo arrivo qualcosa di forte per aiutarci a superare il residuo imbarazzo che ancora provavamo e a disinibirci adeguatamente. Quando Edgardo ebbe conferma della nostra completa disponibilità ai suoi - che erano anche i nostri - sconci desideri, prese a condurre l’erotico gioco con decisione.
- Adesso spogliati sensualmente e lascia affiorare il tuo essere troia.
Mia moglie obbedì liberando le forme conturbanti e facendole splendere nel loro fulgore.
Guardavo estasiato la scena, rapito, esaltato dal vedere Sandra nella mani di un altro che disponeva totalmente di lei, per di più di fronte a me. Per la prima volta concedevo l’opulenta bellezza di mia moglie a un altro uomo. In particolare mi colpirono i loro volti: lui esprimeva, ancor più di una sicurezza, una tracotanza da dominatore, lei un misto di pudicizia e malizia e mi guardava implorante perché confermassi la mia complicità.
- Che splendida porcella che sei! Vediamo se sei anche brava.
Edgardo pose Sandra in ginocchio davanti a sé e, denudatosi, le offrì il suo inguine dove un bel cazzo aveva già raggiunto una certa consistenza e di cui la bocca di mia moglie cominciò a prendersi cura, lo insalivò, lo fece indurire leccandolo dai pelosi testicoli al glande mentre le sue bellissime poppe si muovevano oscillando. Lui, compiaciuto, tenendole il capo, guidava i movimenti di penetrazione in bocca del suo membro e rivolgendosi a me:
- Max hai fatto bene a condividere tua moglie. Oltre ad essere una notevole figa è brava, e una troia simile non può concedersi esclusivamente a un solo uomo ma esprimere a pieno il suo talento -.
Lei da parte sua continuava diligentemente a lavorare al suo sontuoso pompino.
Poi rivolgendosi a Sandra: - basta così, adesso voglio assaggiarti io - e le ordinò seccamente di stendersi sul letto.
Ero affascinato da quello spettacolo di Edgardo che mugolava soddisfatto intento a leccare e succhiare la figa di mia moglie, mentre lei dal canto suo gemeva lascivamente.
Osservai, da cornuto compiacente, Edgardo che le apriva le cosce e iniziava a penetrarla, con crescente vigore e consumata perizia; mi eccitavo sempre più travolto non solo da ciò che vedevo, ma anche dai gemiti, dagli ansiti, dagli strilli che mia moglie lanciava molto gratificata.
Sentivo la passione gonfiarsi fra le mie gambe, compreso e rapito dallo spettacolo, in diretta, dell’adulterio.
- Max è stupendo, il cazzo di Edgardo mi fa morire, è fantastico! Ti stai divertendo anche tu, vero? - da grandissima puttana mi chiamava in causa per un’ulteriore conferma della mia accondiscendenza, utile per accrescere il suo godimento.
Lui le tormentava, impastava le tette mentre la scopava e traeva ulteriore piacere ad apostrofarla con frasi volgari:
- Che voglia di uccello che hai! Sei una porca incredibile, una lurida, insaziabile puttana.
Vedere mia moglie trattata da troia mi fece letteralmente impazzire e mi afferrai l’uccello, ormai duro come un sasso, deciso a masturbarmi. Edgardo mi strappò dalla mia ammirata passività.
- Forza vieni anche tu, partecipa. In fondo la troia è anche tua.
Mentre Sandra, posizionata a pecorina veniva scopata io, steso sotto di lei con le sue procaci tette che mi ballonzolavano sulla pelle, le leccavo il clitoride che tenevo scappucciato, incrementando esponenzialmente il suo piacere. Potevo inoltre godere di una vista mirabile: il cazzo di Edgardo che penetrava avanti e indietro la figa gonfia di piacere di Sandra che stillava miele sul mio viso.
- Edgardo, Max siete meravigliosi! Oddio come godo, vengoooo!
Accadde che, nel suo moto pendolare di avanzate e ritirate, il cazzo di Edgardo, bagnato e odoroso della figa di mia moglie, ormai sazio dell’osceno piacere, fuoriuscendo, mi sbattè sul volto. Fu un attimo e istintivamente lo presi in bocca. Era la prima esperienza omo che affrontai curioso ed eccitato.
Mi piacque nella sua consistenza che aveva mantenuto, lo baciai, lo leccai come un gelato e lo succhiai. Era bello sentirlo tosto, caldo nella mia bocca, ancora saporito di mia moglie, percorrere con la lingua il solco del glande, agevolarlo nella sua penetrazione e dosare l’azione per non farlo esplodere troppo presto. Mia moglie ed Edgardo mi incitavano entusiasti. Lui sghignazzando:
- Sei bravo quasi come tua moglie.
Godevo nel sentirmi travolto da un groviglio di sentimenti e accolsi la sborrata, all’acme della esaltazione erotica del suo membro, leccandola e ingoiandola, intimamente pervaso da intense sensuali emozioni: provavo piacere nell’umiliazione di essere così dominato davanti a Sandra.
Conclusa così la nostra avventura, dopo aver bevuto il bicchiere della staffa Edgardo si congedò:
- Ci rivedremo presto e potrete aprirvi a nuove esperienze dopo questo eccitante preludio. Vedrete che giochi ci aspettano.
Rimasti soli ci guardammo soddisfatti, ma pure imbarazzati per quanto accaduto.
- Cosa ne dici Max?
- Credo che considerando tutto ne sia valsa la pena e che aprirci a queste pratiche porterà beneficio alla nostra sfera sessuale.
Le si imporporò il volto mentre sussurrava:
- Non vedo l’ora di riprovarci.
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