Il mio vizietto - 6 (continua)
di
LanA
genere
fisting
Risposta che non si fece aspettare a lungo, dopo che mio marito concordò i dettagli della trasferta.
Se fossi stata presa, il set delle riprese del casting e del video si trovava a Praga.
Accettai invogliata da mio marito come sempre.
Non dico che sono la sua schiava, ma sottomessa ai suoi voleri e naturalmente schiava delle mie voglie lo sono davvero e non so mai dire di no.
Il giorno stabilito per la trasferta, volle che mio marito fosse bloccato in ambito lavorativo senza via di fuga, e di conseguenza dovetti affrontare il viaggio e partire sola.
Mi accompagnò all’aeroporto e mi imbarcai verso la destinazione da dove il caso aveva iniziato il tutto .
Il viaggio risultò tranquillo, l’aereo non era affollato e di conseguenza rimasi sola nella mia fila di sedili.
Ero tesa sotto un certo punto di vista, eccitata sotto un altro, e con mille pensieri che mi balenavano nella testa.
Starò facendo una cosa sbagliata, mi chiedevo, me ne pentirò poi, e se non potessi tirarmi indietro , sono sola cosa farei’.
Poi mi tornò alla mente la serata della gang bang, dove accompagnata lo ero, ma il primo a fregarmi fu proprio quel Giuda di mio marito.
Con il tempo questi pensieri passarono.
Di fronte a me c’erano due ragazzine sui vent’anni, forse meno, che sembravano molto in sintonia, se non qualche cosa di più.
Si tenevano le mani e stavano molto appiccicate, e questo mi fece tornare alla mente come iniziò la mia storia da verginella a puttanella.
Nel periodo delle superiori, giocavo in una squadra di softball femminile, e avevo due compagne a cui ero legatissima.
Come succede facendo sport, ci si spogliava tutte insieme, la doccia nude e poi in campo quando si vinceva ci si baciava sull’onda dell’euforia del momento.
Tutto normale, potremmo dire, fino a quando le mie amichette mi trascinarono nella stanza di una delle due e ci ritrovammo nude a baciarci, fino a che persi la mia verginità con un vibratore che avevano trovato nel comodino della madre.
Il tempo non ci permise di prolungare questa storia, una di loro si trasferì con la famiglia e io al termine della scuola andai a Genova all’università, mettendo così la parola fine sul mio periodo lesbico.
Nel periodo che rimasi a frequentare l’università, iniziai ad uscire con alcuni ragazzi, per lo più compagni di studio, nessuna storia importante fino a che non conobbi Giulio, un uomo sposato sui 35 che mi fece perdere la testa.
Qui iniziò la mia storia con il sesso, quello più convenzionale, ma che piano piano apriva nuovi orizzonti, e non solo quelli.
Già perché mi fece conoscere le vie del sesso in tutte le sue componenti, e se sono oggi fatta così lo devo ai suoi insegnamenti, alle scoperte che mi hanno aperto la mente ad essere una donna di ampie vedute.
Fino ad allora non avevo avuto grandi rapporti, i miei coetanei che frequentavo per lo più erano della serie una botta e via, e molte volte il divertimento se lo prendevano solo loro lasciandomi a bocca asciutta.
Con Giulio questo non poteva accadere, era maestro nei preliminari, mi sapeva eccitare e far godere ancora prima di avermelo fatto vedere.
Fu lui il primo a varcare la soglia della mia porta posteriore, a farmi scoprire che anche quel lato del mio corpo mi dava un piacere infinito.
Fu sempre lui a farmi aprire alle prime esperienze di gruppo, cose a tre o quattro, ma che al tempo mi sembravano già passi da gigante.
Le prime volte erano situazioni non di scambio, ma più di sesso alla presenza di altre persone, poi mi chiese di avere un rapporto a tre con un’altra donna, che con il tempo scoprii essere un’altra sua amante.
Fu la causa della fine della nostra storia.
Per arrivare ad avere il primo rapporto a tre, con due uomini, e la mia prima doppia penetrazione che avvenne un sera dopo aver cenato con degli amici e colleghi di Giulio.
Al termine della serata, andammo all’appartamento dove io vivevo, e con Giulio dividevo appena possibile fosse per lui svincolarsi dalla moglie, insieme ad un suo amico che era l’unico non accompagnato alla cena.
Ci trovammo a bere sul divano parlando, e non so come mi trovai avvinghiata ai due.
Giulio mi stava scopando, e l’altro me lo stavo succhiando, quando Giulio lo fece sedere sul divano e mi fece montare su di lui.
Quando poi sentii il cazzo di Giulio da dietro iniziare a spingere per entrare nel mio buchetto rimasi sorpresa, non avevo mai fatto una cosa simile.
Prenderne due contemporaneamente, fino ad allora no.
Cercava di entrare, ma faceva fatica, non essendo dilatato, e quando il suo amico capì che non concludevano, si sfilò da dentro di me in modo che Giulio potesse impalarmi nel didietro, per poi rientrare.
Poi cominciarono a muoversi simultaneamente, fino a portarmi all’estasi, per poi esplodere ambedue dentro di me.
Se fossi stata presa, il set delle riprese del casting e del video si trovava a Praga.
Accettai invogliata da mio marito come sempre.
Non dico che sono la sua schiava, ma sottomessa ai suoi voleri e naturalmente schiava delle mie voglie lo sono davvero e non so mai dire di no.
Il giorno stabilito per la trasferta, volle che mio marito fosse bloccato in ambito lavorativo senza via di fuga, e di conseguenza dovetti affrontare il viaggio e partire sola.
Mi accompagnò all’aeroporto e mi imbarcai verso la destinazione da dove il caso aveva iniziato il tutto .
Il viaggio risultò tranquillo, l’aereo non era affollato e di conseguenza rimasi sola nella mia fila di sedili.
Ero tesa sotto un certo punto di vista, eccitata sotto un altro, e con mille pensieri che mi balenavano nella testa.
Starò facendo una cosa sbagliata, mi chiedevo, me ne pentirò poi, e se non potessi tirarmi indietro , sono sola cosa farei’.
Poi mi tornò alla mente la serata della gang bang, dove accompagnata lo ero, ma il primo a fregarmi fu proprio quel Giuda di mio marito.
Con il tempo questi pensieri passarono.
Di fronte a me c’erano due ragazzine sui vent’anni, forse meno, che sembravano molto in sintonia, se non qualche cosa di più.
Si tenevano le mani e stavano molto appiccicate, e questo mi fece tornare alla mente come iniziò la mia storia da verginella a puttanella.
Nel periodo delle superiori, giocavo in una squadra di softball femminile, e avevo due compagne a cui ero legatissima.
Come succede facendo sport, ci si spogliava tutte insieme, la doccia nude e poi in campo quando si vinceva ci si baciava sull’onda dell’euforia del momento.
Tutto normale, potremmo dire, fino a quando le mie amichette mi trascinarono nella stanza di una delle due e ci ritrovammo nude a baciarci, fino a che persi la mia verginità con un vibratore che avevano trovato nel comodino della madre.
Il tempo non ci permise di prolungare questa storia, una di loro si trasferì con la famiglia e io al termine della scuola andai a Genova all’università, mettendo così la parola fine sul mio periodo lesbico.
Nel periodo che rimasi a frequentare l’università, iniziai ad uscire con alcuni ragazzi, per lo più compagni di studio, nessuna storia importante fino a che non conobbi Giulio, un uomo sposato sui 35 che mi fece perdere la testa.
Qui iniziò la mia storia con il sesso, quello più convenzionale, ma che piano piano apriva nuovi orizzonti, e non solo quelli.
Già perché mi fece conoscere le vie del sesso in tutte le sue componenti, e se sono oggi fatta così lo devo ai suoi insegnamenti, alle scoperte che mi hanno aperto la mente ad essere una donna di ampie vedute.
Fino ad allora non avevo avuto grandi rapporti, i miei coetanei che frequentavo per lo più erano della serie una botta e via, e molte volte il divertimento se lo prendevano solo loro lasciandomi a bocca asciutta.
Con Giulio questo non poteva accadere, era maestro nei preliminari, mi sapeva eccitare e far godere ancora prima di avermelo fatto vedere.
Fu lui il primo a varcare la soglia della mia porta posteriore, a farmi scoprire che anche quel lato del mio corpo mi dava un piacere infinito.
Fu sempre lui a farmi aprire alle prime esperienze di gruppo, cose a tre o quattro, ma che al tempo mi sembravano già passi da gigante.
Le prime volte erano situazioni non di scambio, ma più di sesso alla presenza di altre persone, poi mi chiese di avere un rapporto a tre con un’altra donna, che con il tempo scoprii essere un’altra sua amante.
Fu la causa della fine della nostra storia.
Per arrivare ad avere il primo rapporto a tre, con due uomini, e la mia prima doppia penetrazione che avvenne un sera dopo aver cenato con degli amici e colleghi di Giulio.
Al termine della serata, andammo all’appartamento dove io vivevo, e con Giulio dividevo appena possibile fosse per lui svincolarsi dalla moglie, insieme ad un suo amico che era l’unico non accompagnato alla cena.
Ci trovammo a bere sul divano parlando, e non so come mi trovai avvinghiata ai due.
Giulio mi stava scopando, e l’altro me lo stavo succhiando, quando Giulio lo fece sedere sul divano e mi fece montare su di lui.
Quando poi sentii il cazzo di Giulio da dietro iniziare a spingere per entrare nel mio buchetto rimasi sorpresa, non avevo mai fatto una cosa simile.
Prenderne due contemporaneamente, fino ad allora no.
Cercava di entrare, ma faceva fatica, non essendo dilatato, e quando il suo amico capì che non concludevano, si sfilò da dentro di me in modo che Giulio potesse impalarmi nel didietro, per poi rientrare.
Poi cominciarono a muoversi simultaneamente, fino a portarmi all’estasi, per poi esplodere ambedue dentro di me.
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