Sottomesso del capo (Cap.4) Il processo. Seconda parte.
di
Sebaservizio
genere
dominazione
Esco dall’uffico, fortunatamente la sosta al supermercato è veloce. Entro, prendo due cose ed esco. Arrivi a casa e entrato dal cancelletto posteriore come previsto da una delle regole che mi vedono abitare li questo periodo, vedo una fontanella con la canna dell’acqua attaccata e mi dico che stasera la doccia la faccio li e il bagno lo pulisco e lo lascio lindo per gli ospiti. Avviso il Padrone di questo e la sua risposta è chiaramente scontata: “ Ottima idea frocetto. Mi piace questo tuo spirito di iniziativa che riduce le mie preoccupazioni di diverti gestire. Comunque sappi che nei prossimi giorni sarai punito severamente. Il perché te lo dirò a tempo debito. A dopo.”
Sentirmi dire le cose in anticipo ma non nel dettaglio è una crudeltà che si può permettere. Sa benissimo che da questo momento fino a quando mi darà delucidazioni starò in ansia e il pensiero mi tormenterà. Lo sa e ci gioca un sacco con questa mia debolezza.
Il bagno è pulito, la cena semi pronta manca solo la cottura ultima della pasta e l’arrosto è nel forno che cuoce piano piano. Fortunatamente la cucina della signora è fornitissima di ogni pentola e utensile possibile, fatica per cucinare pari a zero. Guardo fuori dalla finestra dove c’è la fontanella, controllo bene e la zona effettivamente è fuori occhi indiscreti. La casa più vicina la si vede in lontananza e piccolissima, intorno solo campi, mi faccio coraggio, esco nudo e mi lavo con la canna dell’acqua. Ovviamente è gelida. Mi raffreddo tutto in ogni dove nonostante sia piena estate. La gabbia al pisello diventa freddissima e mi da un fastidio alla cappella che diventa iper sensibile. Finito mi sposto verso il raggio di sole che arriva da dietro la casa per riscaldarmi un po'. Sono quasi le diciotto e trenta. Quindici minuti e arriva sicuramente il capo. Infatti come un orologio svizzero alle diciotto e quarantacinque si spalanca la porta ed entra il Padrone. Sono già li dietro la porta in ginocchio con la mia gabbia al cazzo bella in mostra. Mi abbasso, gli bacio le scarpe e glie le sfilo. Gli tolgo i calzini e gli porgo le ciabatte. Faccio un rapido resoconto e mentre sale le scale verso la camera mi da gli ordini per i prossimo tre quarti d’ora: “Io vado a farmi un bagno rilassante che non avrai preparato, ricordami di farti pagare questa mancanza, e nel mentre chiamo la signora. Non mi disturbare almeno fino le diciannove e venti. Solo avvisami cosi per quando arrivano gli ospiti sono pronto. Tutto chiaro?” – “Si, Signore. Vado a segnare sul quaderno rosso il punto della punizione per la mancata preparazione del bagno rilassante e finisco di preparare le ultime cose.” – “Peccato che ti sei preso un punto con la cosa delle scarpe, dei calzini e delle ciabatte e ne hai persi due per il bagno non pronto. Purtroppo non posso pretendere che ci arrivi subito. Dopo tutto sei in addestramento e un po' di botte propedeutiche non ti faranno certamente male”. E mentre lo dice sparisce su per le scale.
Tutto è pronto, mi dirigo al piano di sopra e arrivato sulla soglia della camera avverto il Padrone: “E’ ora di prepararsi, a breve i tuoi ospiti saranno qui. Se non hai bisogno di qualcosa scendo e mi metto la divisa cosi posso accogliere quando arrivano”. – “Grazie frocetto. Ora esco dalla vasca e mi preparo. Vai pure.”
Alle diciannove e trenta puntuali suona il citofono. “Prego signori ben venuti.” E apro il cancello. Guarda dallo spioncino e appena si avvicinano apro la porta: “ Buona sera e ben venuti, prego entrate. Sono frocetto e questa sera sono a vostra totale disposizione come desidera il mio Padrone.”
Dalla scale appare il capo che saluta goliardicamente i cinque amici che fanno già commenti su di me: “ cazzo ma lo hai istruito bene, una presentazione impeccabile. Si è presentato come frocetto e che è a totale disposizione. Sei sempre il numero uno in ste cose e il solito inculato, pure a lavoro e dipendente tuo l’hai trovato.” – “Lo so che sono il numero uno e non un pezzente come voi. Frocetto iniziamo con gli apertivi e poi porta il primo.” E si accomodano in salotto sul divano.
Sentirmi dire le cose in anticipo ma non nel dettaglio è una crudeltà che si può permettere. Sa benissimo che da questo momento fino a quando mi darà delucidazioni starò in ansia e il pensiero mi tormenterà. Lo sa e ci gioca un sacco con questa mia debolezza.
Il bagno è pulito, la cena semi pronta manca solo la cottura ultima della pasta e l’arrosto è nel forno che cuoce piano piano. Fortunatamente la cucina della signora è fornitissima di ogni pentola e utensile possibile, fatica per cucinare pari a zero. Guardo fuori dalla finestra dove c’è la fontanella, controllo bene e la zona effettivamente è fuori occhi indiscreti. La casa più vicina la si vede in lontananza e piccolissima, intorno solo campi, mi faccio coraggio, esco nudo e mi lavo con la canna dell’acqua. Ovviamente è gelida. Mi raffreddo tutto in ogni dove nonostante sia piena estate. La gabbia al pisello diventa freddissima e mi da un fastidio alla cappella che diventa iper sensibile. Finito mi sposto verso il raggio di sole che arriva da dietro la casa per riscaldarmi un po'. Sono quasi le diciotto e trenta. Quindici minuti e arriva sicuramente il capo. Infatti come un orologio svizzero alle diciotto e quarantacinque si spalanca la porta ed entra il Padrone. Sono già li dietro la porta in ginocchio con la mia gabbia al cazzo bella in mostra. Mi abbasso, gli bacio le scarpe e glie le sfilo. Gli tolgo i calzini e gli porgo le ciabatte. Faccio un rapido resoconto e mentre sale le scale verso la camera mi da gli ordini per i prossimo tre quarti d’ora: “Io vado a farmi un bagno rilassante che non avrai preparato, ricordami di farti pagare questa mancanza, e nel mentre chiamo la signora. Non mi disturbare almeno fino le diciannove e venti. Solo avvisami cosi per quando arrivano gli ospiti sono pronto. Tutto chiaro?” – “Si, Signore. Vado a segnare sul quaderno rosso il punto della punizione per la mancata preparazione del bagno rilassante e finisco di preparare le ultime cose.” – “Peccato che ti sei preso un punto con la cosa delle scarpe, dei calzini e delle ciabatte e ne hai persi due per il bagno non pronto. Purtroppo non posso pretendere che ci arrivi subito. Dopo tutto sei in addestramento e un po' di botte propedeutiche non ti faranno certamente male”. E mentre lo dice sparisce su per le scale.
Tutto è pronto, mi dirigo al piano di sopra e arrivato sulla soglia della camera avverto il Padrone: “E’ ora di prepararsi, a breve i tuoi ospiti saranno qui. Se non hai bisogno di qualcosa scendo e mi metto la divisa cosi posso accogliere quando arrivano”. – “Grazie frocetto. Ora esco dalla vasca e mi preparo. Vai pure.”
Alle diciannove e trenta puntuali suona il citofono. “Prego signori ben venuti.” E apro il cancello. Guarda dallo spioncino e appena si avvicinano apro la porta: “ Buona sera e ben venuti, prego entrate. Sono frocetto e questa sera sono a vostra totale disposizione come desidera il mio Padrone.”
Dalla scale appare il capo che saluta goliardicamente i cinque amici che fanno già commenti su di me: “ cazzo ma lo hai istruito bene, una presentazione impeccabile. Si è presentato come frocetto e che è a totale disposizione. Sei sempre il numero uno in ste cose e il solito inculato, pure a lavoro e dipendente tuo l’hai trovato.” – “Lo so che sono il numero uno e non un pezzente come voi. Frocetto iniziamo con gli apertivi e poi porta il primo.” E si accomodano in salotto sul divano.
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