Due sorelle molto complici 6/7
di
Alpha Master
genere
incesti
6
INIZIA LA GIOSTRA
Organizzammo il testo da mandare al Padrone, questa volta su Telegram - e stavolta detti il mio contributo in maniera più consapevolmente volontaria – raccontando tutto nella forma più precisa possibile, compreso il fatto che la sorellina aveva assaggiato i miei slip con la punta della lingua. C'era qualche breve video e non molte foto, io ero troppo in subbuglio per ricordarmi di fare tutte quelle che avrei dovuto e stavolta anche la Rosy era stata più distratta.
Una volta inviato il tutto, fatto un bidet e smaltita la tempesta ormonale potevo di nuovo ragionare, e il fatto che mia sorella avesse leccato e annusato i miei slip mi rimbalzava in testa come una pallina in un flipper, non ero in grado di dire che sensazione mi dava ma di certo mi aveva colpito e volevo parlarne.
“Rosy, cosa ti è saltato in testa di assaggiare i miei slip? Sei impazzita?” fu il modo più diplomatico che riuscii a mettere assieme per affrontare la cosa, ma pareva che mia sorella non desse molto peso al fatto, e mi rispose con quella che stava diventando la sua firma, ovvero una alzata di spalle - “Sei mia sorella, non c'è niente di male, e poi entrambe abbiamo assaggiato e gradito i nostri succhi. Ero curiosa di sentire se sono uguali per tutte le femmine, e no, non lo sono, il tuo sapore è sottilmente diverso, buonissimo ma non identico” - la risposta mi lasciò confusa e con più domande che risposte - “a parte che la cosa è un po' incestuosa, ma diventa anche un po' lesbo, non credi?” - indovinate come rispose? Di nuovo fece le spallucce e disse “Fatti due domande, ci siamo eccitate da matti a guardaci l'un l'altra farci ditalini, infilarci roba nei sederi e godere, mi è piaciuto da matti quando mi hai massaggiato i seni e se non ho interpretato male l'espressione ti sei goduta un bel po' il fatto di toccare le mie tette con la scusa del massaggio, ci ha mandato fuori di testa l'odore di sesso di entrambe che ci masturbavamo, forse effettivamente siamo entrambe attratte anche dalle femmine, o almeno, e qui parlo per me, dalla sorella. Si, sono attratta da te, ti ho sempre trovata bellissima da quando ho memoria, ho sempre invidiato i tuoi ragazzi quando ne hai avuti. Non ho mai avuto questi pensieri per altre ragazze, è vero, ma per te si. Magari se mi capitasse potrei anche provare con una ragazza, ma di certo proverei con te”
Ero interdetta, volevo replicare ma ero rimasta senza argomenti mio malgrado. Anche io trovo ancora oggi mia sorella bellissima e molto eccitante, e anche io mi ero chiesta cosa provavano i ragazzi con cui aveva le sue avventurette. A quel punto sarei stata ipocrita se avessi negato, e fu lei a riprendere la parola in modo più dolce e con un sorriso, vedendomi in crisi e priva di una risposta: “Aspettiamo cosa ci dirà AM. Non prendiamo iniziative tra noi, e in caso vedremo, OK?”, e a me non rimase altro che annuire, con lo stomaco in subbuglio e con le farfalle di nuovo in pancia.
Sul nuovo contatto la risposta arrivò molto più velocemente - proprio come AM aveva promesso – e cominciava con una premessa che non mi aspettavo.
“Buongiorno schiavette, ero indeciso se dirvi questa cosa o meno, per non causarvi preoccupazioni che per il mio contatto sono inutili ma - una volta entrate nel mio 'harem' - diventa mio compito preoccuparmi per voi e devo avvisarvi che per contattarmi per qualche ragione avete usato la mail ufficiale di bianca” notai che per la prima volta non aveva messo la maiuscola al mio nome più velocemente di quanto realizzai che era vero, avevo sempre usato la mail del primo contatto senza pensare, e lo avevo approcciato con quella convintissima che non ci sarebbe stata risposta perché la mail nel racconto fosse una invenzione - e questo significava che ero praticamente nelle sue mani, anche forse la sensazione che predominava era per quella minuscola che mi sminuiva e mi faceva sentire umiliata - ma proseguimmo a leggere: “Non dovete preoccuparvi di me, io non ho intenzione di causarvi alcun problema, ne oggi ne domani ne mai, ma se doveste mai contattare qualcun' altro per motivi simili a quelli per cui lo avete fatto con me, NON USATE LA MAIL UFFICIALE. Con un piccolo giro sui social ho potuto trovare le vostre pagine, e quindi - se volete - potete scattare foto e girare video senza preoccuparvi di nascondere il viso, dato che vi ho già visto in faccia sui vostri profili.” ero letteralmente agghiacciata, cosa stava per succedere? “Ribadisco, non ho intenzione di ricattarvi ne sputtanarvi, l'ho detto solo perché quello che avete fatto è un grave errore che non dovete ripetere, e siete state fortunate a farlo con me che non sono un malintenzionato.”
Non sapevo come prenderla, ma ormai era fatta e interrompere ora non aveva senso. “Veniamo alle foto e all'esecuzione del compito” proseguiva “il servizio fotografico è discreto ma scarso in quantità e mi aspetto di più anche come qualità, ma essendo stato fatto la prima volta era scontato che l'agitazione vi avrebbe tenuto distratte. Per stavolta non vi punirò. Avete entrambe notato quanto sia potente la stimolazione del capezzolo quando effettuata con forza, vi abituerete al lampo di dolore all'apertura della molletta e diventerà parte del piacere di farlo.” guardai mia sorella e dissi preoccupata “dovremo continuare a torturarci i capezzoli?” e la piccola bastarda rispose che a lei era piaciuto, la aveva stimolata a godere di più e non era un caso se aveva squirtato per la prima volta, argomento che non potei contestare dato che anche io non lo avevo mai fatto prima.
Finiva dicendo che ci avrebbe ricontattato per nuovi ordini per il suo piacere, quindi non restava che attendere. Affrontai il discorso privacy con Rosy, e lei pareva meno preoccupata di me: “se avesse voluto sfruttare questo errore lo avrebbe già fatto, credo che alla fine forse possiamo davvero avere fiducia in lui” - E basta, dal suo punto di vista aveva esaurito il discorso e non c'era altro da dire ne da fare. Probabilmente aveva ragione, e non rimaneva che andare avanti a leggere cosa ci aveva scritto.
“Ordine per domani, dato che per oggi avete eseguito tutto sommato bene il compito: Prenderete degli slip puliti - di cotone, non di pizzo - e ve li pianterete con le dita dentro le fichette fino a riempirvi bene e lasciare fuori solo un piccolo lembo: se avete da uscire vestitevi e fatelo con le topine riempite dal cotone, altrimenti comunque camminate in giro e fate quello che dovete fare cercando di rendere invisibile il fatto che avete le fighette piene da scoppiare. Abituatevi all'idea di essere in pubblico in condizioni segretamente indecenti e da troiette, perché ve lo farò fare ogni volta che ne avrò voglia, con questo ed altri mezzi per tenervi stimolate ovunque, anche davanti agli altri. Se non riuscite a infilare dentro il cotone da sole vi aiuterà l'altra, se non volete avere le dita di vostra sorella dentro fate del vostro meglio per riuscirci senza aiuto”
Temevo già che la sorellina “non ci sarebbe riuscita”, e avrei dovuto dargli una mano, o meglio qualche dito, e la cosa mi metteva veramente in subbuglio, ma tenni per me la considerazione. Rosy si limitò a rispondere con “OK” a cui AM replicò con un “Non mi piace OK, risponderete con Si Padrone. Mi raccomando la maiuscola.
Non restò che adeguarsi, e mettere un “Si Padrone” a questo commento di AM.
“Terrete le mutandine dentro per due ore, per cominciare. Quando le toglierete assaggiatele, saranno intrise di succhi. Voglio che entrambe lecchiate entrambi gli slip, per confrontare i sapori. Se volete le lodi invece di dare una veloce leccatina succhiate la stoffa per estrarre più succo”
La sorellina rispose di nuovo con un “Si Padrone” sorridendo verso di me e mi disse “Sai, mi piace questa cosa, la fantasia che non abbiamo mai messo nella masturbazione e nel sesso mi stimola parecchio, guarda, sono fradicia” e si toccò con due dita la patata, mostrandomele poi completamente piene di succhi. Il grosso probema è che anche io ero fradicia e mi odiavo per questo. Mi piaceva venire umiliata, e lui lo faceva alla grande.
Tirammo fuori i post it con il marchio e scegliemmo gli slip - stavolta cercai di pescare quelli perfetti: cotone liscio, dimensioni ridotte per infastidire il meno possibile e colore rosa cipria, così il lembo che sarebbe rimasto fuori si sarebbe mimetizzato al meglio - e anche la sorellina prese un paio simili tra le sue: non restava che procedere e metterle dove AM aveva ordinato; Rosy per evitare di rimanere nuovamente con poche foto mi mise in mano il suo telefono dicendomi “prima vado io, fammi un video mentre le infilo dentro”, io lo feci, ipnotizzata dalle immagini che vedevo dal vivo e sullo schermo delle dita di mia sorella che a gambe larghe infilavano dentro la stoffa, accompagnandola dentro con le dita. Appallottolava un po' di stoffa contro la vagina, poi la spingeva all'interno, mugolando di piacere, e quando era dentro ripeteva la cosa, ancora e ancora fino a quando solo un piccolo angolo di cotone sporgeva dalle grandi labbra. “E' strano ma fenomenale, non è la stessa sensazione che da un corpo rigido come un pene, è diverso ma comunque è una penetrazione che si fa sentire e ti fa sentire pienissima e stimola molto piacere. Provo a camminare su e giù per la stanza, fammi un altro video” - di nuovo girai le scene erotiche di mia sorella nuda che camminava su e giù, ormai senza preoccuparmi di mascherare il volto, e alla fine venne vicina e alzò una gamba per mostrare la piccola parte di stoffa che fuoriusciva dal suo corpo.
“Tocca a te, dammi il telefono” - imbambolata e imbarazzata lo feci, lei partì con un campo più largo, inquadrandomi completamente spogliata e con una gamba sulla sedia da una certa distanza, e poi si avvicinò a fare il dettaglio delle mie dita che copiando i suoi movimenti infilavano la stoffa all'interno, e purtroppo non potevo far a meno di provare un piacere perverso da tutta la situazione: la vergogna di mandare un simile video a uno sconosciuto, quella di avere mia sorella che mi vedeva infilarmi roba nella vagina, quella di sapere che in quelle condizioni ci avrei trascorso due ore e se ci fosse stata la necessità sarei anche dovuta uscirci e – forse la cosa peggiore – quella di provare un tremendo piacere nel farlo. Sentivo tremare i muscoli delle gambe dal piacere, sentivo contrarsi il mio sfintere, reagendo ai movimenti delle dita e all'accumularsi degli slip all'interno del mio corpo. Mi pareva che mi scoppiasse la figa per l'eccitazione e la pressione della stoffa.
Quando ebbi finito di metterle anche io cercai di camminare, ci riuscivo ma camminando si sentivano di più. Mi pareva di camminare a gambe spalancate, ma era una sensazione che non era confermata dalle immagini che poi riguardai nel telefono di Rosy, in realtà nessuno avrebbe capito che stavo godendo come una scrofa percependo quel grosso ingombro dentro al mio corpo.
Non restava che attendere le due ore.
7
BIANCA COMINICIA AD ACCETTARSI
Eravamo li che infradiciavamo la stoffa infilata nei nostri corpi facendo finta di niente quando arrivò la mail che diceva che era arrivato il nostro pacchetto al punto di ritiro automatico di Amazon: lo avevamo scelto piuttosto lontano da casa, bisognava andare in auto e Rosy non aveva ancora preso la patente, quindi sicuramente toccava a me uscire ma la vera questione era decidere se andare subito così con quel corpo estraneo a dilatarmi la vagina o se far finta di niente e andare una volta tolto alla scadenza del tempo.
Ovviamente mia sorella voleva che andassi subito, come da Ordini ricevuti, ma non me la sentivo di affrontare il mondo così; trovammo un compromesso andando entrambe, io sarei rimasta in auto e lei sarebbe scesa a prendere il pacchettino dallo sportellino, facendo lei quei quattro passi che separavano il parcheggio dal muro di stipetti, e io la avrei ripresa con il telefono a partire da dentro l'auto, dove avrebbe mostrato il post-it con il marchio, per poi posarlo e uscire dallo sportello con me che riprendevo tutto, e prima di uscire avremmo fatto un video per mostrare che eravamo entrambe con la biancheria appallottolata dentro la vulva.
Non riesco ancora a capire come diavolo ci sia venuto in mente, ma abbiano deciso di uscire in gonna, entrambe concordi che sarebbe stato bello stare senza slip e con la figa pienissima in pubblico con il rischio che un movimento sbagliato ci facesse vedere nude, eppure lo abbiamo fatto e io non ho detto una parola per dare una diversa opinione: credo che da eccitata e stimolata da quegli slip che mi ingombravano non ragionassi tanto lucidamente, oppure – altrettanto possibile – sono molto più troia di quanto io voglia ammettere. Scrivemmo su Telegram il programma della mattinata e vidi dalle spunte blu che era stato letto subito.
Come direbbero gli anglofoni “long story short” ci facemmo il video dove tiravamo su le gonne, lo inviammo in tempo reale e poi andammo. Guidare con la testa leggerissima e sempre sul filo di un orgasmo stimolato per un terzo dalla parte fisica e per due terzi da quella mentale arrivammo dove c'erano questi stipetti, e presi il telefono per fare il video come concordato. La sorellina sorrise facendo vedere con una mano il cartellino e facendo la V con l'altra, e poi in un lampo tirò su la gonna di quel tanto che bastava per mostrare il monte di venere ben depilato, a rischio di farsi sputtanare, ma con la faccetta di una che stava godendo un mondo si sistemò la gonna, e posato il foglietto giallo uscì dall'auto, e la ripresi per tutto il percorso fino allo stipetto, apertura, chiusura e ritorno, e quando stava per arrivare fece di nuovo la V con le dita e salutò: stavolta avevamo fatto un servizio video a dir poco perfetto, pretendevo le lodi di AM! Inviai anche il secondo video subito, vedendo la risposta del Padrone al primo video, “Ottimo, molto bene, proseguite con il piano”
Rosy aveva il fiato corto e le guance rosse, e disse “parti, svelta, muoviti che devo godere!” e non appena partiti si mise una mano tra le gambe e cominciò a toccarsi, protetta solo dal fatto che la linea dei finestrini era alta a sufficienza per coprirla agli sguardi delle altre auto e in città non circolano i camion - che la avrebbero potuta sgamare data la maggiore altezza. La vedevo trattenere gemiti ed espressioni, rimanendo con un mezzo sorriso impassibile, ma vedevo i suoi muscoli contrarsi sui polpacci, era chiaro che stava avendo un orgasmo in macchina! Ma la parte che mi infastidiva di più era che provavo invidia invece che fastidio, avrei voluto godere a mia volta, ma vuoi per l'imbarazzo, vuoi per il fatto che stavo guidando ed avevo le mani occupate, non potevo.
Rosy si tese, per poi rilassarsi: era venuta e se la era goduta in pubblico, e voltandosi mi sorrise: “hai le mani occupate, vuoi che...” ma non la lasciai finire. “NO!” le urlai con la testa che ronzava e nella pancia uno sciame di calabroni ottenendo come risposta le mani alzate come ad arrendersi e la sua voce che diceva “OK, OK! Tranquilla!”
Tranquilla un accidente, volevo godere anche io, e non mi avrebbe fatto schifo una mano, o almeno un paio di dita, ma non volevo scendere quell'ultimo gradino, e questa voglia repressa mi portò a fare una corsa a casa a una velocità leggermente superiore a quella che avrei tenuto in condizioni normali e suonare nervosamente il claxson due volte a quelli in coda davanti al semaforo appena scattava il verde, cosa che di certo era lontana dal mio comportamento normale.
La sorellina intanto messaggiava su telegram con AM, raccontando quello che succedeva in tempo reale, del suo orgasmo e del mio mancato orgasmo con nervosismo. “AM dice che non sarebbe stato prudente farti venire guidando” disse, e mi sentii meglio subito, per una volta lui stava dalla mia parte, era una sensazione piacevole, ma restava la parte che mi mandava in crisi profonda, ovvero al rientro leccare entrambe le mutandine: dissi a Rosy di scrivere ad AM che non sapevo se ce la avrei fatta, e lei mi guardò malissimo – ma lo fece comunque – e la risposta di AM fu che dovevo farlo masturbandomi, cominciare annusandole entrambe, e dopo averlo fatto leccare le mie e solo alla fine assaggiare i succhi di mia sorella; dissi di scrivere che avrei provato così ma non garantivo, e la risposta fu che l'umiliazione è parte del piacere di entrambi, suo e mio.
Bene o male alla fine arrivammo a casa, posteggiai l'auto e con il corpo e la mente stimolati e preda del piacere camminammo fino al portone, e l'idea di essere nuda e sul filo dell'orgasmo davanti ai passanti era umiliante e si, era vero purtroppo: l'umiliazione della cosa, la sensazione peccaminosa di violare tutte le regole, l'idea dello sporchissimo segreto nascosto nella mia vagina erano parte del piacere, dovevo ammetterlo – quegli slip quando ero a casa stimolavano, si, ma assolutamente non così tanto!
Una volta dentro ci spogliammo in fretta, rimanendo nude (le due ore erano trascorse) e la sorellina posando il pacco anonimo sul tavolo mi disse “ora mi levo gli slip, e te li do per annusarli mentre hai i tuoi dentro, prima di godere togli i tuoi e annusali, io ti faccio il video, poi vedi di completare il compito per bene, che non voglio perdere questo gioco che mi fa sentire viva come non mi sono mai sentita!”
Mentre io mi strofinavo il bottoncino la sorellina si tolse gli slip stando a gambe larghe sopra il telefono appoggiato a terra che le riprendeva la micia da sotto, guardarla era una tortura di piacere per me; nel farlo si strofinava anche lei il suo centro del piacere e vedevo che godeva moltissimo, resisteva solo perché era già venuta in macchina sfogando parte della sua libido e perché voleva venire una volta avuto in mano il mio slip intriso di me. Misi anche io il telefono a terra, avviai la ripresa e ricominciai a darmi piacere.
Lei mi passò lo slip, e cominciai ad annusarlo con una certa prudenza: maledizione, l'odore di sesso mi faceva uscire di testa, sempre dandomi piacere con le dita di una mano tolsi il mio che uscendo grattava e stimolava ancora di più – fu dura non venire fulmineamente, ma volevo conservarmi l'orgasmo per dopo - e mi trovai con entrambi nella mano sinistra: li annusavo alternativamente, erano fenomenali, due odori simili eppure diversi.
Allungai la lingua per cominciare sul mio, conoscevo il mio sapore e non mi preoccupava - anzi, sapevo bene che mi piaceva moltissimo – e sentii l'orgasmo montare, si accumulava potente nel mio ventre, lo sentivo nei polpacci che si contraevano e nella nebbia della voglia di sesso volevo di più: feci l'impensabile, mi misi in bocca quelli di Rosy.
Era paradisiaco, esplosi in un orgasmo con squirt fulminante, non riuscivo a smettere di succhiare e godere, e preda delle convulsioni mi trovai alla fine ansante in ginocchio in terra, e alzando lo sguardo incrinato dal piacere vidi che Rosy aveva smesso di masturbarsi e raccolto il telefono mi riprendeva, non aveva perso un istante della mia “performance”. “Ora tocca a me” disse, e porgendomi il telefono prese entrambi gli slip e cominciò a fare quello che avevo appena fatto io: succhiava, estraendo succhi alternativamente dai due slip mentre ero ipnotizzata dalle scene che vedevo sullo schermo.
Raggiunse l'apice schizzando anche lei, unendo i suoi liquidi ai miei sul pavimento, e anche lei si trovò in ginocchio e quando si riprese allungò la lingua e raccolse direttamente i nostri squirt dalle piastrelle, mentre io non avevo parole. Una volta goduto ero tornata leggermente più lucida e vederla lesbicare con i miei succhi mi pareva contemporaneamente inaccettabile e terribilmente bello.
Una volta che anche lei riprese fiato mandammo tutto, e dato che c'erano diversi video da vedere la risposta ci mise un po' ad arrivare, ed erano le lodi che avevo cercato. Avevamo fatto veramente un film porno, e il Padrone ce ne dava atto, e diceva che avrebbe trovato un premio da concederci. Perché la parole di lode mi causavano di nuovo eccitazione, voglia di masturbarmi ancora? Non lo sapevo, ma lo feci e lo fece anche Rosy.
AUTORE: alphamaster@mail.com
INIZIA LA GIOSTRA
Organizzammo il testo da mandare al Padrone, questa volta su Telegram - e stavolta detti il mio contributo in maniera più consapevolmente volontaria – raccontando tutto nella forma più precisa possibile, compreso il fatto che la sorellina aveva assaggiato i miei slip con la punta della lingua. C'era qualche breve video e non molte foto, io ero troppo in subbuglio per ricordarmi di fare tutte quelle che avrei dovuto e stavolta anche la Rosy era stata più distratta.
Una volta inviato il tutto, fatto un bidet e smaltita la tempesta ormonale potevo di nuovo ragionare, e il fatto che mia sorella avesse leccato e annusato i miei slip mi rimbalzava in testa come una pallina in un flipper, non ero in grado di dire che sensazione mi dava ma di certo mi aveva colpito e volevo parlarne.
“Rosy, cosa ti è saltato in testa di assaggiare i miei slip? Sei impazzita?” fu il modo più diplomatico che riuscii a mettere assieme per affrontare la cosa, ma pareva che mia sorella non desse molto peso al fatto, e mi rispose con quella che stava diventando la sua firma, ovvero una alzata di spalle - “Sei mia sorella, non c'è niente di male, e poi entrambe abbiamo assaggiato e gradito i nostri succhi. Ero curiosa di sentire se sono uguali per tutte le femmine, e no, non lo sono, il tuo sapore è sottilmente diverso, buonissimo ma non identico” - la risposta mi lasciò confusa e con più domande che risposte - “a parte che la cosa è un po' incestuosa, ma diventa anche un po' lesbo, non credi?” - indovinate come rispose? Di nuovo fece le spallucce e disse “Fatti due domande, ci siamo eccitate da matti a guardaci l'un l'altra farci ditalini, infilarci roba nei sederi e godere, mi è piaciuto da matti quando mi hai massaggiato i seni e se non ho interpretato male l'espressione ti sei goduta un bel po' il fatto di toccare le mie tette con la scusa del massaggio, ci ha mandato fuori di testa l'odore di sesso di entrambe che ci masturbavamo, forse effettivamente siamo entrambe attratte anche dalle femmine, o almeno, e qui parlo per me, dalla sorella. Si, sono attratta da te, ti ho sempre trovata bellissima da quando ho memoria, ho sempre invidiato i tuoi ragazzi quando ne hai avuti. Non ho mai avuto questi pensieri per altre ragazze, è vero, ma per te si. Magari se mi capitasse potrei anche provare con una ragazza, ma di certo proverei con te”
Ero interdetta, volevo replicare ma ero rimasta senza argomenti mio malgrado. Anche io trovo ancora oggi mia sorella bellissima e molto eccitante, e anche io mi ero chiesta cosa provavano i ragazzi con cui aveva le sue avventurette. A quel punto sarei stata ipocrita se avessi negato, e fu lei a riprendere la parola in modo più dolce e con un sorriso, vedendomi in crisi e priva di una risposta: “Aspettiamo cosa ci dirà AM. Non prendiamo iniziative tra noi, e in caso vedremo, OK?”, e a me non rimase altro che annuire, con lo stomaco in subbuglio e con le farfalle di nuovo in pancia.
Sul nuovo contatto la risposta arrivò molto più velocemente - proprio come AM aveva promesso – e cominciava con una premessa che non mi aspettavo.
“Buongiorno schiavette, ero indeciso se dirvi questa cosa o meno, per non causarvi preoccupazioni che per il mio contatto sono inutili ma - una volta entrate nel mio 'harem' - diventa mio compito preoccuparmi per voi e devo avvisarvi che per contattarmi per qualche ragione avete usato la mail ufficiale di bianca” notai che per la prima volta non aveva messo la maiuscola al mio nome più velocemente di quanto realizzai che era vero, avevo sempre usato la mail del primo contatto senza pensare, e lo avevo approcciato con quella convintissima che non ci sarebbe stata risposta perché la mail nel racconto fosse una invenzione - e questo significava che ero praticamente nelle sue mani, anche forse la sensazione che predominava era per quella minuscola che mi sminuiva e mi faceva sentire umiliata - ma proseguimmo a leggere: “Non dovete preoccuparvi di me, io non ho intenzione di causarvi alcun problema, ne oggi ne domani ne mai, ma se doveste mai contattare qualcun' altro per motivi simili a quelli per cui lo avete fatto con me, NON USATE LA MAIL UFFICIALE. Con un piccolo giro sui social ho potuto trovare le vostre pagine, e quindi - se volete - potete scattare foto e girare video senza preoccuparvi di nascondere il viso, dato che vi ho già visto in faccia sui vostri profili.” ero letteralmente agghiacciata, cosa stava per succedere? “Ribadisco, non ho intenzione di ricattarvi ne sputtanarvi, l'ho detto solo perché quello che avete fatto è un grave errore che non dovete ripetere, e siete state fortunate a farlo con me che non sono un malintenzionato.”
Non sapevo come prenderla, ma ormai era fatta e interrompere ora non aveva senso. “Veniamo alle foto e all'esecuzione del compito” proseguiva “il servizio fotografico è discreto ma scarso in quantità e mi aspetto di più anche come qualità, ma essendo stato fatto la prima volta era scontato che l'agitazione vi avrebbe tenuto distratte. Per stavolta non vi punirò. Avete entrambe notato quanto sia potente la stimolazione del capezzolo quando effettuata con forza, vi abituerete al lampo di dolore all'apertura della molletta e diventerà parte del piacere di farlo.” guardai mia sorella e dissi preoccupata “dovremo continuare a torturarci i capezzoli?” e la piccola bastarda rispose che a lei era piaciuto, la aveva stimolata a godere di più e non era un caso se aveva squirtato per la prima volta, argomento che non potei contestare dato che anche io non lo avevo mai fatto prima.
Finiva dicendo che ci avrebbe ricontattato per nuovi ordini per il suo piacere, quindi non restava che attendere. Affrontai il discorso privacy con Rosy, e lei pareva meno preoccupata di me: “se avesse voluto sfruttare questo errore lo avrebbe già fatto, credo che alla fine forse possiamo davvero avere fiducia in lui” - E basta, dal suo punto di vista aveva esaurito il discorso e non c'era altro da dire ne da fare. Probabilmente aveva ragione, e non rimaneva che andare avanti a leggere cosa ci aveva scritto.
“Ordine per domani, dato che per oggi avete eseguito tutto sommato bene il compito: Prenderete degli slip puliti - di cotone, non di pizzo - e ve li pianterete con le dita dentro le fichette fino a riempirvi bene e lasciare fuori solo un piccolo lembo: se avete da uscire vestitevi e fatelo con le topine riempite dal cotone, altrimenti comunque camminate in giro e fate quello che dovete fare cercando di rendere invisibile il fatto che avete le fighette piene da scoppiare. Abituatevi all'idea di essere in pubblico in condizioni segretamente indecenti e da troiette, perché ve lo farò fare ogni volta che ne avrò voglia, con questo ed altri mezzi per tenervi stimolate ovunque, anche davanti agli altri. Se non riuscite a infilare dentro il cotone da sole vi aiuterà l'altra, se non volete avere le dita di vostra sorella dentro fate del vostro meglio per riuscirci senza aiuto”
Temevo già che la sorellina “non ci sarebbe riuscita”, e avrei dovuto dargli una mano, o meglio qualche dito, e la cosa mi metteva veramente in subbuglio, ma tenni per me la considerazione. Rosy si limitò a rispondere con “OK” a cui AM replicò con un “Non mi piace OK, risponderete con Si Padrone. Mi raccomando la maiuscola.
Non restò che adeguarsi, e mettere un “Si Padrone” a questo commento di AM.
“Terrete le mutandine dentro per due ore, per cominciare. Quando le toglierete assaggiatele, saranno intrise di succhi. Voglio che entrambe lecchiate entrambi gli slip, per confrontare i sapori. Se volete le lodi invece di dare una veloce leccatina succhiate la stoffa per estrarre più succo”
La sorellina rispose di nuovo con un “Si Padrone” sorridendo verso di me e mi disse “Sai, mi piace questa cosa, la fantasia che non abbiamo mai messo nella masturbazione e nel sesso mi stimola parecchio, guarda, sono fradicia” e si toccò con due dita la patata, mostrandomele poi completamente piene di succhi. Il grosso probema è che anche io ero fradicia e mi odiavo per questo. Mi piaceva venire umiliata, e lui lo faceva alla grande.
Tirammo fuori i post it con il marchio e scegliemmo gli slip - stavolta cercai di pescare quelli perfetti: cotone liscio, dimensioni ridotte per infastidire il meno possibile e colore rosa cipria, così il lembo che sarebbe rimasto fuori si sarebbe mimetizzato al meglio - e anche la sorellina prese un paio simili tra le sue: non restava che procedere e metterle dove AM aveva ordinato; Rosy per evitare di rimanere nuovamente con poche foto mi mise in mano il suo telefono dicendomi “prima vado io, fammi un video mentre le infilo dentro”, io lo feci, ipnotizzata dalle immagini che vedevo dal vivo e sullo schermo delle dita di mia sorella che a gambe larghe infilavano dentro la stoffa, accompagnandola dentro con le dita. Appallottolava un po' di stoffa contro la vagina, poi la spingeva all'interno, mugolando di piacere, e quando era dentro ripeteva la cosa, ancora e ancora fino a quando solo un piccolo angolo di cotone sporgeva dalle grandi labbra. “E' strano ma fenomenale, non è la stessa sensazione che da un corpo rigido come un pene, è diverso ma comunque è una penetrazione che si fa sentire e ti fa sentire pienissima e stimola molto piacere. Provo a camminare su e giù per la stanza, fammi un altro video” - di nuovo girai le scene erotiche di mia sorella nuda che camminava su e giù, ormai senza preoccuparmi di mascherare il volto, e alla fine venne vicina e alzò una gamba per mostrare la piccola parte di stoffa che fuoriusciva dal suo corpo.
“Tocca a te, dammi il telefono” - imbambolata e imbarazzata lo feci, lei partì con un campo più largo, inquadrandomi completamente spogliata e con una gamba sulla sedia da una certa distanza, e poi si avvicinò a fare il dettaglio delle mie dita che copiando i suoi movimenti infilavano la stoffa all'interno, e purtroppo non potevo far a meno di provare un piacere perverso da tutta la situazione: la vergogna di mandare un simile video a uno sconosciuto, quella di avere mia sorella che mi vedeva infilarmi roba nella vagina, quella di sapere che in quelle condizioni ci avrei trascorso due ore e se ci fosse stata la necessità sarei anche dovuta uscirci e – forse la cosa peggiore – quella di provare un tremendo piacere nel farlo. Sentivo tremare i muscoli delle gambe dal piacere, sentivo contrarsi il mio sfintere, reagendo ai movimenti delle dita e all'accumularsi degli slip all'interno del mio corpo. Mi pareva che mi scoppiasse la figa per l'eccitazione e la pressione della stoffa.
Quando ebbi finito di metterle anche io cercai di camminare, ci riuscivo ma camminando si sentivano di più. Mi pareva di camminare a gambe spalancate, ma era una sensazione che non era confermata dalle immagini che poi riguardai nel telefono di Rosy, in realtà nessuno avrebbe capito che stavo godendo come una scrofa percependo quel grosso ingombro dentro al mio corpo.
Non restava che attendere le due ore.
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BIANCA COMINICIA AD ACCETTARSI
Eravamo li che infradiciavamo la stoffa infilata nei nostri corpi facendo finta di niente quando arrivò la mail che diceva che era arrivato il nostro pacchetto al punto di ritiro automatico di Amazon: lo avevamo scelto piuttosto lontano da casa, bisognava andare in auto e Rosy non aveva ancora preso la patente, quindi sicuramente toccava a me uscire ma la vera questione era decidere se andare subito così con quel corpo estraneo a dilatarmi la vagina o se far finta di niente e andare una volta tolto alla scadenza del tempo.
Ovviamente mia sorella voleva che andassi subito, come da Ordini ricevuti, ma non me la sentivo di affrontare il mondo così; trovammo un compromesso andando entrambe, io sarei rimasta in auto e lei sarebbe scesa a prendere il pacchettino dallo sportellino, facendo lei quei quattro passi che separavano il parcheggio dal muro di stipetti, e io la avrei ripresa con il telefono a partire da dentro l'auto, dove avrebbe mostrato il post-it con il marchio, per poi posarlo e uscire dallo sportello con me che riprendevo tutto, e prima di uscire avremmo fatto un video per mostrare che eravamo entrambe con la biancheria appallottolata dentro la vulva.
Non riesco ancora a capire come diavolo ci sia venuto in mente, ma abbiano deciso di uscire in gonna, entrambe concordi che sarebbe stato bello stare senza slip e con la figa pienissima in pubblico con il rischio che un movimento sbagliato ci facesse vedere nude, eppure lo abbiamo fatto e io non ho detto una parola per dare una diversa opinione: credo che da eccitata e stimolata da quegli slip che mi ingombravano non ragionassi tanto lucidamente, oppure – altrettanto possibile – sono molto più troia di quanto io voglia ammettere. Scrivemmo su Telegram il programma della mattinata e vidi dalle spunte blu che era stato letto subito.
Come direbbero gli anglofoni “long story short” ci facemmo il video dove tiravamo su le gonne, lo inviammo in tempo reale e poi andammo. Guidare con la testa leggerissima e sempre sul filo di un orgasmo stimolato per un terzo dalla parte fisica e per due terzi da quella mentale arrivammo dove c'erano questi stipetti, e presi il telefono per fare il video come concordato. La sorellina sorrise facendo vedere con una mano il cartellino e facendo la V con l'altra, e poi in un lampo tirò su la gonna di quel tanto che bastava per mostrare il monte di venere ben depilato, a rischio di farsi sputtanare, ma con la faccetta di una che stava godendo un mondo si sistemò la gonna, e posato il foglietto giallo uscì dall'auto, e la ripresi per tutto il percorso fino allo stipetto, apertura, chiusura e ritorno, e quando stava per arrivare fece di nuovo la V con le dita e salutò: stavolta avevamo fatto un servizio video a dir poco perfetto, pretendevo le lodi di AM! Inviai anche il secondo video subito, vedendo la risposta del Padrone al primo video, “Ottimo, molto bene, proseguite con il piano”
Rosy aveva il fiato corto e le guance rosse, e disse “parti, svelta, muoviti che devo godere!” e non appena partiti si mise una mano tra le gambe e cominciò a toccarsi, protetta solo dal fatto che la linea dei finestrini era alta a sufficienza per coprirla agli sguardi delle altre auto e in città non circolano i camion - che la avrebbero potuta sgamare data la maggiore altezza. La vedevo trattenere gemiti ed espressioni, rimanendo con un mezzo sorriso impassibile, ma vedevo i suoi muscoli contrarsi sui polpacci, era chiaro che stava avendo un orgasmo in macchina! Ma la parte che mi infastidiva di più era che provavo invidia invece che fastidio, avrei voluto godere a mia volta, ma vuoi per l'imbarazzo, vuoi per il fatto che stavo guidando ed avevo le mani occupate, non potevo.
Rosy si tese, per poi rilassarsi: era venuta e se la era goduta in pubblico, e voltandosi mi sorrise: “hai le mani occupate, vuoi che...” ma non la lasciai finire. “NO!” le urlai con la testa che ronzava e nella pancia uno sciame di calabroni ottenendo come risposta le mani alzate come ad arrendersi e la sua voce che diceva “OK, OK! Tranquilla!”
Tranquilla un accidente, volevo godere anche io, e non mi avrebbe fatto schifo una mano, o almeno un paio di dita, ma non volevo scendere quell'ultimo gradino, e questa voglia repressa mi portò a fare una corsa a casa a una velocità leggermente superiore a quella che avrei tenuto in condizioni normali e suonare nervosamente il claxson due volte a quelli in coda davanti al semaforo appena scattava il verde, cosa che di certo era lontana dal mio comportamento normale.
La sorellina intanto messaggiava su telegram con AM, raccontando quello che succedeva in tempo reale, del suo orgasmo e del mio mancato orgasmo con nervosismo. “AM dice che non sarebbe stato prudente farti venire guidando” disse, e mi sentii meglio subito, per una volta lui stava dalla mia parte, era una sensazione piacevole, ma restava la parte che mi mandava in crisi profonda, ovvero al rientro leccare entrambe le mutandine: dissi a Rosy di scrivere ad AM che non sapevo se ce la avrei fatta, e lei mi guardò malissimo – ma lo fece comunque – e la risposta di AM fu che dovevo farlo masturbandomi, cominciare annusandole entrambe, e dopo averlo fatto leccare le mie e solo alla fine assaggiare i succhi di mia sorella; dissi di scrivere che avrei provato così ma non garantivo, e la risposta fu che l'umiliazione è parte del piacere di entrambi, suo e mio.
Bene o male alla fine arrivammo a casa, posteggiai l'auto e con il corpo e la mente stimolati e preda del piacere camminammo fino al portone, e l'idea di essere nuda e sul filo dell'orgasmo davanti ai passanti era umiliante e si, era vero purtroppo: l'umiliazione della cosa, la sensazione peccaminosa di violare tutte le regole, l'idea dello sporchissimo segreto nascosto nella mia vagina erano parte del piacere, dovevo ammetterlo – quegli slip quando ero a casa stimolavano, si, ma assolutamente non così tanto!
Una volta dentro ci spogliammo in fretta, rimanendo nude (le due ore erano trascorse) e la sorellina posando il pacco anonimo sul tavolo mi disse “ora mi levo gli slip, e te li do per annusarli mentre hai i tuoi dentro, prima di godere togli i tuoi e annusali, io ti faccio il video, poi vedi di completare il compito per bene, che non voglio perdere questo gioco che mi fa sentire viva come non mi sono mai sentita!”
Mentre io mi strofinavo il bottoncino la sorellina si tolse gli slip stando a gambe larghe sopra il telefono appoggiato a terra che le riprendeva la micia da sotto, guardarla era una tortura di piacere per me; nel farlo si strofinava anche lei il suo centro del piacere e vedevo che godeva moltissimo, resisteva solo perché era già venuta in macchina sfogando parte della sua libido e perché voleva venire una volta avuto in mano il mio slip intriso di me. Misi anche io il telefono a terra, avviai la ripresa e ricominciai a darmi piacere.
Lei mi passò lo slip, e cominciai ad annusarlo con una certa prudenza: maledizione, l'odore di sesso mi faceva uscire di testa, sempre dandomi piacere con le dita di una mano tolsi il mio che uscendo grattava e stimolava ancora di più – fu dura non venire fulmineamente, ma volevo conservarmi l'orgasmo per dopo - e mi trovai con entrambi nella mano sinistra: li annusavo alternativamente, erano fenomenali, due odori simili eppure diversi.
Allungai la lingua per cominciare sul mio, conoscevo il mio sapore e non mi preoccupava - anzi, sapevo bene che mi piaceva moltissimo – e sentii l'orgasmo montare, si accumulava potente nel mio ventre, lo sentivo nei polpacci che si contraevano e nella nebbia della voglia di sesso volevo di più: feci l'impensabile, mi misi in bocca quelli di Rosy.
Era paradisiaco, esplosi in un orgasmo con squirt fulminante, non riuscivo a smettere di succhiare e godere, e preda delle convulsioni mi trovai alla fine ansante in ginocchio in terra, e alzando lo sguardo incrinato dal piacere vidi che Rosy aveva smesso di masturbarsi e raccolto il telefono mi riprendeva, non aveva perso un istante della mia “performance”. “Ora tocca a me” disse, e porgendomi il telefono prese entrambi gli slip e cominciò a fare quello che avevo appena fatto io: succhiava, estraendo succhi alternativamente dai due slip mentre ero ipnotizzata dalle scene che vedevo sullo schermo.
Raggiunse l'apice schizzando anche lei, unendo i suoi liquidi ai miei sul pavimento, e anche lei si trovò in ginocchio e quando si riprese allungò la lingua e raccolse direttamente i nostri squirt dalle piastrelle, mentre io non avevo parole. Una volta goduto ero tornata leggermente più lucida e vederla lesbicare con i miei succhi mi pareva contemporaneamente inaccettabile e terribilmente bello.
Una volta che anche lei riprese fiato mandammo tutto, e dato che c'erano diversi video da vedere la risposta ci mise un po' ad arrivare, ed erano le lodi che avevo cercato. Avevamo fatto veramente un film porno, e il Padrone ce ne dava atto, e diceva che avrebbe trovato un premio da concederci. Perché la parole di lode mi causavano di nuovo eccitazione, voglia di masturbarmi ancora? Non lo sapevo, ma lo feci e lo fece anche Rosy.
AUTORE: alphamaster@mail.com
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