AM e giulia

di
genere
dominazione

Queste sono le prime tre puntate di un racconto che proseguirò in futuro. Fantasia? Realtà? Io e la mia schiava giulia siamo persone reali ma a una distanza troppo grande in questa Italia bella ma stretta e lunga, e non ci siamo mai incontrati di persona. Questi racconti sono un "cosa sarebbe successo se..."

BENDATA

E' tutto nero, sono bendata e legata e in questo momento il mondo è fatto tutto di suoni, odori, rumori e sensazioni e mi piace questa sensazione di impotenza, di essere nelle Sue mani, di non sapere come sta per usarle e usare me; adoro la sensazione di lieve paura – anche se so quanto il mio Padrone sia attento – e di ignoto che prende alla bocca dello stomaco, che mi fa contrarre le dita dei piedi nudi quando lo sento camminare intorno a me, e che alla fine sfoga nel mio fiore di carne sotto forma di lubrificazione ed eccitazione.

Sono a quattro zampe, in ginocchio per terra, lo stomaco su un pouf in pelle nera, le ginocchia tenute allargate da un manico di scopa al quale il mio Padrone ha fissato degli anelli metallici ai quali ha fatto passare delle corde che poi mi imprigionano le ginocchia, impedendomi di unire le gambe per preservare il pudore e nascondere la mia femminilità vogliosa e il mio sfintere che si contrae ritmicamente in attesa del suo turno, mentre i polsi sono legati alla scrivania, in basso vicino a terra e le mie mammelle penzolano davanti al cubo imbottito che sostiene in parte il mio peso.

Nel mio mondo per il momento nero sento i Suoi passi girarmi intorno, capisco che sta ammirando la Sua opera di legatura che mi lascia esposta e svergognata, aperta in ognuno dei miei orifizi che io voglio che siano Suoi.

Poi le Sue dita, finalmente! Stringono il mio capezzolo, forte, facendomi mugolare di piacere e sofferenza: attendevo questo momento, lo bramavo e me lo sto godendo.

Nel mentre sento arrivare l'altra mano sul mio corpo, se la prima tortura, la seconda accarezza, lieve su una natica, poi sulla schiena, e infine tornando indietro nel solco tra i glutei, che di solito nasconde lo sfintere mentre adesso lo rivela, sia per la posizione sia perché io stessa mi sforzo di renderlo accessibile.

La mano sui miei seni diventa gentile adesso, li sfiora e li stimola facendomi impazzire di desiderio. Non riesco a capire se preferisco questo o il capezzolo torto e torturato di prima, ma il mio Padrone sa cosa vuole, e io voglio che lo abbia. Sento le sue mani allontanarsi, ma poi un secco schiaffo su un gluteo, giusto per ricordarmi che l'allontanamento è solo temporaneo. Sento il lampo di bruciore e poi il calore che si diffonde dalla natica alla coscia, al sesso, poi un altro dal lato opposto, che mi brucia e manda in estasi e fa si che l'odore del mio sesso voglioso si spanda sottile per la stanza, aumentando il mio desiderio in una spirale crescente.

Nel mio mondo privo di vista i passi del Padrone si allontanano e sento il cassetto dove tiene i giochi aprirsi e immagino le Sue mani frugare; non so cosa stia scegliendo, cerco di capirlo dai rumori ma è impossibile. I passi tornano indietro e sento il suono di ciò che ha scelto per me che viene posato sul tavolo: cinque suoni diversi.

Il primo è secco, qualcosa di solido e abbastanza pesante ma non riesco a capire cosa, poi un tonfo leggermente più morbido e anche questo non riesco a decifrarlo anche se forse potrebbe essere una bottiglia di plastica o una grossa candela, seguito da un doppio piccolo suono secco – questo sono due pezzi probabilmente uniti, e ancora un rumore che stavolta individuo bene, è la catenella di metallo con i morsetti per i capezzoli (grazie Padrone penso quando capisco cosa hai scelto) e per finire una sorta di morbido “splat” che potrebbe essere la paletta di cuoio che usa per arrossare e arroventare il mio deretano.

Sto impazzendo di desiderio, voglio che mi usi per il Suo piacere, voglio che usi quello che ha scelto per me. Di colpo sento qualcosa toccare le mie labbra, le apro, lo accolgo: è il Suo pene, non posso muovermi ma cerco di stimolarlo con la lingua mentre succhio e sento il Suo sapore meraviglioso, ma è questione di pochi secondi prima che lo sfili, lasciandomi ancora desiderosa; ha deciso che non è ancora il momento, ma credo che abbia voluto dirmi che dopo potrò dedicargli la mia bocca e lingua fino suggere il Suo nettare e deglutirlo per il Suo piacere. Aspetterò, anche questo mi da il senso di Appartenenza, di essere Sua.

Mi gira intorno, è dietro di me e mentre mi sforzo di mostrargli al meglio quello che posso offrire sento una sorta di pernacchia: è gel lubrificante che viene spremuto dalla bottiglia di plastica, confermando uno degli oggetti che ha preso, e dato che la mia vagina sta colando e di certo non avrebbe bisogno di lubrificazione aggiuntiva capisco che il Padrone vuole il mio ano, e sono felice di poter offrire a Lui qualcosa che gli piace: usi pure quel canale come preferisce, sarà bellissimo sapere che Lo sto soddisfacendo.

Qualcosa di freddo preme sul bocciolo, non posso muovermi molto per facilitare la cosa ma mi sforzo con ogni fibra di rilassarlo per rendere agevole e gradevole per il Padrone l'operazione di penetrazione. Lo sfintere viene sollecitato, sento la pressione salire e scendere, mentre l'anello di carne si allarga un po' di più a ogni movimento fino a quando un grosso corpo estraneo scivola dentro, venendo afferrato saldamente dai miei muscoli: ne sento il peso consistente, la temperatura per adesso fredda e la forma che mi occupa l'ampolla rettale che poi si stringe per uscire dallo sfintere e allargarsi di nuovo in una base che mi preme sul forellino adesso tenuto aperto da uno stelo, e riconosco l'oggetto visualizzandolo con gli occhi della mente; è il plug metallico più grande dei tre che abbiamo, con sulla base il cristallo azzurro sfaccettato e che il mio sedere ha ospitato in tante occasioni, anche in pubblico per il piacere del Padrone. Mi tornano alla mente le volte in cui abbiamo passeggiato mano nella mano con me priva di intimo sotto il vestito e con quel giocattolo dentro il mio corpo, e le volte in cui Lui mi ha ordinato di alzare la gonna per fargli scattare una foto del mio corpo con il metallico invasore infisso dentro sullo sfondo di un luogo inusuale, un supermercato, una passeggiata sul mare o altri posti dove mi ha portato per il Suo divertimento. Non controllavo neanche se c'era qualcuno o meno, la fiducia che ho in Lui fa si che dia per scontato che Lui lo abbia fatto per me, e al suo comando mostravo in pubblico il plug o la vagina fradicia.

La mente vola nel mondo nero causato dalla benda e aumenta il mio piacere e desiderio, restano tre oggetti scelti dal Padrone e sento nuovamente il rumore di catenelle: i morsetti stanno per stritolare e stimolare i miei capezzoli, e al solo pensiero sento liquidi colare dalla mia vagina lungo le cosce, l'odore di sesso diventa forte e pungente e ne sono felice, lo adoro e so che anche a Lui piace il profumo della mia vagina eccitata.

Eccolo, è accanto a me, non posso vederLo con gli occhi oscurati dalla maschera di velluto nero, ma la mente Lo immagina; le dita della Sua mano mi pizzicano il centro dell'aureola facendo crescere e indurire il capezzolo, e sento il primo morsetto mordere a fondo il destro, fa male, fa godere, eccita, brucia, duole, stimola, mi fa crescere la voglia di farmi fare altro, di farmi fare TUTTO. Penso “ti prego Padrone, metti anche l'altro, ti prego, per favore, fallo!” ma non pronuncio parola, da brava schiava non chiedo, non pretendo e soprattutto il Padrone deve soddisfare la Sua voglia e il Suo piacere, non il mio. Lo voglio io, è questo senso di appartenenza che bramo. La Sua mano schiaffeggia il seno sinistro che pende davanti al pouf, non forte ma abbastanza da far sentire dolore, una, due, tre volte: la forza è sempre uguale, ma la sensazione cresce e mi fa sentire sempre più vogliosa, voglio che continui, voglio sentire che sono una Sua proprietà.

Arriva il secondo morsetto, il lampo di dolore e piacere, sto ormai colando e sono certa che tra le mie ginocchia si stia formando una pozza di succhi vaginali. Mi lecco le labbra, pensando a quanto saranno dolci e quanto vorrei poterli sentire sulla mia lingua, ma non dico una parola. Restano due oggetti scelti da Lui per usarmi questa sera, e non vedo l'ora di capire cosa siano. Qualcosa preme tra le labbra della mia micetta, non è un oggetto grande, lei si apre e lo accoglie mentre io mi chiedo cosa sia: viene spinto dentro a fondo e capisco che è seguito dal dito del Padrone: ho capito, finalmente, si tratta dell'ovulo vibrante di plastica rosa con il telecomando attaccato ad un filo per comandarne l'azione. “Oh, Padrone, ti prego, accendilo, accendilo, mettilo al massimo, fammi godere” vorrei dire ma ancora le mie labbra restano sigillate e emettono solo gemiti e mugolii, so che lui adora sentire questi versi di piacere e dolore provenire da me, e a me piace che a lui piaccia. Un “clik” ben udibile segna l'inizio di un piacere quasi incontenibile, quasi doloroso, la vibrazione è abbastanza bassa ma se il Padrone vuole prolungare l'attesa del mio piacere, allora anche io voglio farlo. La visione è obliterata dalla maschera che impone uno sfondo nero ai miei pensieri ma vedo comunque lampi di colore per le scariche di piacere che si comunicano da profondamente dentro il mio ventre dove Lui ha spinto l'ovulo fino alle gambe, che ora tremano, fino ai piedi che si contraggono, e in su, fino ai capezzoli che il dolore stimola e il piacere rende sensibili. Vorrei esplodere in un orgasmo potente e vorrei invece che questa attesa durasse per sempre. La mia mente ha ormai ceduto, sono solo un animale da monta, tremo dalla testa ai piedi, gemo, apro la bocca e un filo di saliva mi cola sul mento per finire a terra. La vorrei sui seni, ma la gravità non lo consente, facendola cadere inutilizzata.

Sono ormai in estasi, preda del piacere e del senso di sottomissione che amo, del Suo potere che esercita sempre con discrezione, prudenza ma con fermezza. Un pugno di acciaio in un guanto di velluto. Manca solo l'ultimo oggetto, e quando il Padrone è sazio di contemplare la Sua proprietà che gode e trema, comincia ad usarlo, senza preavviso. Un secco schiaffo sulle natiche proveniente da quella paletta che avevo immaginato, seguito da altri, ancora e ancora, intervallati da tocchi leggeri delle Sue dita che controllano il calore e l'arrossamento del sedere che gli appartiene, e che causano ondate di piacere che salgono lungo la spina dorsale fino alla testa, fino a quando all'ennesimo colpo (non li ho contati, Lui non me lo ha ordinato) esplodo in un orgasmo fulminante che è accentuato dal Suo mettere al massimo il vibratore che ho ormai conficcato fino al collo dell'utero. La potenza delle ondate di piacere è estrema, l'assenza di stimoli visuali in qualche modo me la amplifica e io schizzo il mio piacere sul pavimento, ancora, ancora, ancora, fino a sentirmi esausta e svuotata. Il vibratore si spegne, me ne accorgo appena, e sento le dita gentili del Padrone toccarmi il sesso e il plug, causando ritorni di fiamma orgasmica e mentre ancora oscillo in bilico tra il piacere e il planare di nuovo nel mondo sento di nuovo il Suo glande introdursi tra le mie labbra. E' duro, scivoloso della sua eccitazione e il Suo sapore mi manda di nuovo la testa in corto circuito, causandomi un nuovo orgasmo spontaneo. Lecco e succhio senza poter usare le mani ne muovermi quanto dovrei, ma la mia lingua si impegna al massimo e dopo qualche minuto riceve la sua ricompensa e il Padrone riversa nella mia cavità orale schizzi caldi, profumati e saporiti che mi riempiono più volte la bocca e che io più volte inghiotto golosamente, cercando di non lasciarne uscire neanche una sola goccia. Gli pulisco il pene, ancora turgido, e lo sento alla fine scivolare via dalle mie labbra anche se avrei voluto succhiarlo per sempre.

La sua mano raggiunge il plug e lo toglie, con una azione calibrata per essere appena più energica di quella che avrei fatto delicatamente da sola, e subito dopo sento sotto il mio naso l'odore di sesso anale che c'è sul giocattolo. So cosa vuole il padrone, e lo faccio subito, aprendo la bocca e prendendo il grosso pezzo di metallo liscio tra le labbra, succhiandolo come ho fatto poco prima con il suo sesso, pulendolo e godendomi il sapore del mio stesso corpo preda del piacere.

Lui parla per la prima volta “Tienilo in bocca, adesso io mi riposo qualche minuto”. Sento la poltrona scricchiolare, e poi il peso dei Suoi piedi nudi sulla schiena. E' bellissimo, rimarremo così per un po', fino a quando Lui vorrà.



DOCCIA

Ti porto nella doccia e nel farlo ti guardo camminare nuda per casa: sei bella con il collare con la targhetta con il mio nome sopra, una mia proprietà come un cane, ma come farei con un animale ti amo e ti proteggo. Guardo il tuo plug oscillare davanti a me ipnotico, ti volti e mi sorridi, so cosa provi per me e io so cosa provo per te, ci completiamo. Siamo entrambi sudati e sui nostri corpi ci sono fluidi di entrambi dopo la sessione in cui ti ho bendata e ho usato tutti i tuoi orifizi per soddisfarmi.

Ti tolgo il collare di pelle - non voglio rovinarlo – e lo appendo fuori della grande doccia che ho voluto apposta per stare comodi in due e dopo apro l'acqua: un getto non forte, non voglio che il rumore e la potenza degli spruzzi ci distragga da quello che faremo che tu ancora ignori. Mi assicuro che sia tiepida al punto giusto toccandola con le dita che poi asciugo nei tuoi capelli.

Ti faccio entrare con me e ti faccio inginocchiare con gli occhi chiusi con l'acqua che ti colpisce la schiena e ammiro le tue mammelle: non sono più quelle di una ragazzina, ma sono ancora sode e amo quei capezzoli che con me sono sempre eretti per la tua perenne eccitazione. Di nuovo come faccio spesso tocco con il pene le tue labbra, e tu le apri e lo accogli, ma ancora te lo tolgo e tu resti per qualche secondo con la bocca aperta, aspettando che te lo ridia, ma ho altre idee in questo momento: quello che senti arrivare è un getto caldo, un po' acre. Ti colpisce in faccia e nella bocca aperta, e tu sobbalzi – non te lo aspettavi – e istintivamente giri la testa, ma solo per un attimo perché sai bene quale è il tuo ruolo, torni a bocca ancora più aperta davanti a me e bevi quello che la cavità orale raccoglie, ma io ti irroro anche le mammelle e i capelli, godo a vedere i rivoli dorati che ruscellano sulle tue forme.

Prima che il getto si esaurisca del tutto torno dentro la tua bocca riempiendola con il mio corpo, e gli ultimi getti li scarico direttamente dentro, fidando nella tua dedizione e concentrazione. Deglutisci tutto senza tossire ne strozzarti, e dopo plachi la mia erezione con una fellatio che mi porta di nuovo all'apice, e bevi anche ciò che ne consegue, ripulendomi bene e mostrando la bocca aperta con la lingua fuori per darmi la prova del tuo successo.

Adesso possiamo lavarci, ci aspetta una cena al ristorante.



GLI OSPITI (Mauro e Lisa)

Le nostre avventure ci hanno portato su quel sito di scambisti e coppie in cerca di sesso, l'idea ci piaceva e volevamo provare a coinvolgere qualcuno nelle nostre serate Padrone/schiava e abbiamo letto insieme numerosi annunci prima di postare il nostro. Quando facciamo queste cose mi fai uscire dal Ruolo e ti consulti con me come compagna, amica e complice - so che se tu mi avessi visto dubbiosa non saresti andato avanti ma volevamo entrambi e quindi eccoci qui, alla serata dove arriveranno i nostri ospiti per la prima volta.

Prima che tu riprendessi in mano il mio guinzaglio e ti occupassi in prima persona di tutto ho visto le loro foto e mi sono piaciuti. Una coppia un po' più giovane di noi, Mauro e Lisa, sono sulla quarantina, lui sembra un po' meno in forma della moglie, che è semplicemente uno schianto. Mora, magra, non alta, un bel punto vita con sotto quello che sembrerebbe un gran bel culo, seno piccolo. Non li ho visti nudi ma solo in intimo, non posso dire di più, ma tu hai scambiato numerose mail con loro, hai fatto anche foto di me con quella lingerie nera di pizzo elegante e provocante senza essere volgare, la hai scelta tu dal mio cassetto e ne sono stata più che soddisfatta.

Lui vorrebbe avviarsi sulla strada della dominazione e lei della sottomissione ma non sanno neanche da dove cominciare, e dato che lui non disdegna neanche il ruolo di cuckold hanno pensato di trovare una coppia che li addestrasse: stasera vengono a conoscerci per la prima volta, e io non so niente degli accordi che avete preso.

Abbiamo preparato una cena leggera, in quello sei tu che fai e io mi limito ad aiutarti perché sei un cuoco molto migliore di me – in realtà cucini da far invidia a molti ristoranti ma non vogliamo che il punto centrale della serata sia il cibo – ovviamente - quindi niente di pesante ne di fisicamente impegnativo, un semplice antipasto seguito da un primo di pesce e da una mousse di caffè.

Vado in camera e vedo che hai preparato sul letto quello che devo mettermi, e la cosa mi imbarazza moltissimo: oltre al collare con la targhetta con il Tuo nome – che era ovvio che mi avresti fatto mettere - non mi aspettavo di trovare quella imbragatura di cinghie di pelle nera che evidenzia invece di coprire, ma la indosso. I miei seni spuntano tra l'incrocio superiore, e la cinghia in basso passa attraverso le labbra della mia vagina perché è troppo sottile per coprirla. Forse a sedici anni mi avrebbe nascosto il sesso agli occhi del mondo, ma oggi a 58 serve solo a stimolarlo e attirarci sopra l'attenzione. Un paio di calze autoreggenti nere velate e delle scarpe con il tacco completano quello che devo indossare sulle gambe, mentre al posto dei gioielli hai scelto un plug con la base a forma di cuore e un cristallo rosso che raccoglie la luce e metterà in risalto il mio ano invece di coprirlo. La striscia di cuoio dovrò farla passare di fianco, ne sono certa, di sicuro non vorrai che nasconda il giocattolo che spunterà dal mio sedere. Per finire un paio di polsiere di cuoio con degli anelli cromati. Mi vuoi umiliata fino dal primo secondo che mi vedranno, annullata, esposta. Vorrei sparire, ma sono eccitata da morire, sai bene che adoro questa sensazione anche se me ne vergogno fino a tremare, sento nella pancia un milione di miliardi di farfalle impazzite e la testa leggerissima mi gira come se avessi bevuto una intera bottiglia di vino.

Mi preparo con cura, controllo la mia depilazione – si, perfetta – due gocce di profumo, proprio due, e poi tutto quello che mi hai Comandato di mettere senza bisogno neanche di parlare viene indossato. Mi guardo allo specchio, sono totalmente indecente, neanche le prostitute osano andare in giro così, e nel vedere la mia immagine riflessa il mio sesso diventa un lago di umori al pensiero che due perfetti sconosciuti verranno a casa e mi troveranno così. E' la sensazione di appartenenza, della tua volontà che mi avvolge, ed è esattamente quello che mi piace.

La mia mente corre e vola, cosa succederà stasera? Lei è davvero carina, io non sono lesbica ma se Comanderai di fare sesso con lei sarà sicuramente bello, non so se lascerai a lui l'onore di fare sesso con me, ma se sarà il tuo Ordine lo farò.

Suonano alla porta, guardo dallo spioncino: sono loro. Mi Ordini di aprire, così come sono, molto più indecente che nuda. Lo faccio e Mauro e Lisa entrano, lui sgrana gli occhi vedendomi, forse non si aspettava di essere istantaneamente nel vivo della cosa, il suo sguardo passa su di me facendomi provare vergogna e piacere fino a fulminarmi il cervello mentre chiudo la porta alle spalle dei due.

Le foto avevano reso bene l'idea, lui è un quarantenne normale, nulla di rilevante, qualche chilo di troppo, qualche capello che comincia a diradarsi, in generale comunque piacevole con quegli occhi azzurri, ma lei per una quarantenne è uno schianto. Una bella faccia, occhi nerissimi, capelli scuri lunghi fino al collo, pelle abbronzata, un bel fisico magro con il culetto ancora bellissimo evidenziato dal tubino nero che la fascia, belle gambe dritte inguainate in calze a rete, piedi piccoli coperti da scarpe col tacco.

Dopo i saluti parli: “Voglio sapere dalle donne se entrambe ricordano la loro safe password”. Entrambe diciamo di si, ma solo io ci aggiungo “Padrone” dietro - Sono nuda davanti a sconosciuti, eccitata come una cagna in calore, con il sesso bagnato e ormai sono nel ruolo. “La potrete usare in qualsiasi momento” prosegui guardando tutti e tre noi, “e la serata si interromperà immediatamente. Ogni coppia andrà per la propria strada e di quello che è successo qui non ne parleremo mai più”. Il tuo solito stile, patti chiari da subito: loro annuiscono entrambi dicendo “va bene” in coro, io non ho bisogno di dire niente, sai che sei il mio Padrone e io so che sono la tua schiava.

“Abbiamo stabilito le regole nei nostri contatti precedenti e le avete accettate, quindi” guardi lei negli occhi con quello sguardo intenso che adoro quando riservi a me “spogliati” - l'ultima parola era chiaramente un Comando, è quel tono che senza cattiveria e senza minaccia rende però chiaro che DEVI farlo. Lei si vergogna, si vede lontano cento chilometri, ha le guance arrossate come il fuoco e lo sguardo basso, le sue mani tremano e alza gli occhi solo per vedere il marito: lui fa un cenno di assenso, e il movimento delle spalle che si abbassano mi fa capire che le pesa, e penso “se devi usare la password usala ora, altrimenti accetta il fatto che anche tu sei troia quanto me” ma non dico niente, mi limito a guardarla con un sorriso di incoraggiamento. Lei guarda tutti e tre noi torcendosi le mani, capisco che sta lottando con l'immagine mentale di se che ha proiettato al mondo per quarant'anni, poi lentamente si toglie il vestito rimanendo completamente nuda dato che non indossava intimo. Non ha il collare ne le polsiere ed ovviamente non ha l'intreccio di cuoio nero che rende il mio corpo ancora più indecente, ma le calze e le scarpe sono simili alle mie, e quando si volta per appoggiare l'abito sulla sedia accanto alla porta vedo che ha un plug anche lei e quando si rialza e con lo sguardo basso attende di capire cosa succede noto che è depilata completamente: dal lieve arrossamento sul monte di venere capisco che lo abbia fatto apposta per la serata, e conoscendo il Padrone do per certo che sia una delle Sue condizioni per l'incontro.

Li fai accomodare in salotto, come se fosse la cosa più naturale del mondo che le donne fossero nude davanti a voi, e cominciamo a parlare tra noi. Io parlo solo quando interrogata, ovviamente, ma periodicamente mi chiedi se voglio sapere qualcosa, e posso fare le domande che ho in mente, che insieme alle tue e alle loro delineano una situazione chiara. Arrivati agli “anta” vogliono di più dal sesso. Hanno un figlio di venti anni che studia in un'altra città e soli a casa si sono trovati improvvisamente di nuovo liberi come da adolescenti (stanno insieme da quando avevano 16 anni, è bellissimo sapere che hanno condiviso tutta la loro vita da adulti!). Mi autorizzi a parlare liberamente con Lisa fino a dopo cena, quindi posso trattarla da amica in visita e lo faccio, cercando di mettere una donna nuda e piena di vergogna a suo agio quanto possibile. Le faccio i miei complimenti per il suo fisico, e non sono fatti tanto per dire, la trovo davvero molto eccitante. Non l'ho mai fatto con una donna ma a questo punto spero che la serata comprenda anche qualcosa da fare con lei, veramente mi piacerebbe. Lei tiene i gomiti attaccati ai fianchi e le gambe accavallate così strettamente da stritolarsi la vagina, e cerco di spostare il discorso su qualcosa che le faccia ammettere che se è li e non sta usando la password è perché le piace: “Lisa, avevi già usato il plug o è la prima volta oggi?” lei è ancora imporporata di vergogna, ma risponde che lo usa periodicamente e che non è la prima volta che lo usa in pubblico, ma che è assolutamente la prima volta che è nuda davanti ad estranei. Le chiedo se hanno mai praticato esibizionismo ma mi dice di no, era addirittura la prima volta che usciva senza slip, ne sotto le gonne ne sotto i pantaloni. La sensazione sotto l'abitino nero con cui è venuta la faceva essere combattuta tra eccitazione e vergogna, e le spiego che è proprio quello che amo. Lentamente si costruisce qualcosa tra noi, non è ancora un ponte, è solo qualcosa di tenue come un filo di fumo, ma è un passo nella giusta direzione.

La serata va avanti, è stranissimo stare a tavola nuda con due persone che non conosco e vedere un'altra donna che sta subendo la stessa sorte. Si sta sciogliendo leggermente, ha ancora le guance rosse, ma pare leggermente meno impacciata. Le sue braccia si muovono meno rigide e i suoi capezzoli sono ora turgidi come i miei che sono eccitati quanto la mia fica. Chissà se anche lei la sotto è un lago come sono io ora?

Arrivati al caffè parliamo di quello per cui sono qui: lui vuole imparare da qualcuno pratico e entrambi sono attratti dal BDSM e dal D/s. A Mauro non dispiace vedere Lisa svergognata e alle prese con un altro uomo, anzi, la cosa lo eccita moltissimo a quanto dice: non capisco ancora se sia una tendenza cuckold o se sia semplicemente che sta svergognando la schiava come il Padrone sta facendo a me.

Mi guardi e tiri fuori quattro mollette da bucato - noto che hai scelto il tipo più morbido possibile, la molla ha una forza ridotta e hanno un cuscinetto di gomma sulla pinzetta, sono per i capi delicati … o per i capezzoli di una donna che non ha mai fatto certi giochi – e ne dai due a me e due a lei, io non li metto perché non me lo hai ordinato e lei non li mette perché non sa cosa deve fare, ma la tua voce sorprende un po' entrambe: “Mettetevele ai capezzoli, intendo mettetele a vicenda. Lisa, prima tu mettine uno a Giulia, poi lei lo metterà a te, e poi ripetete per il secondo” - la donna nuda davanti a me pare imbambolata, le faccio un sorriso e per incoraggiarla dico solo “dai, fallo”.

Sento le sue dita toccarmi, tremano e sono leggere come un petalo di rosa mentre con la sinistra solleva la mia mammella destra e con attenzione mette la piccola pinzetta di plastica bianca con gli inserti verdi attorno al mio capezzolo, e piano piano rilascia la pressione, strappandomi un gemito. “Scusa!” dice preoccupata, e fa per toglierla, ma le fermo la mano e le dico che non era il dolore ma il piacere a strapparmi quel piccolo mugolio, mentendo solo a metà: adoro quella sensazione di calore che da dolore diventa in un attimo piacere. Ora tocca a me, allungo la mano sul suo piccolo seno, sarà una seconda ma è sodo e dalla forma perfetta e con i capezzoli eretti e duri al punto che sicuramente non sarà difficile lasciare che la molletta morda il punto giusto. Accarezzo per qualche secondo quel seno bellissimo anche se piccolo sentendo la sua vergogna nei tremiti che percorrono la sua pelle, e poi con cura, come lei ha fatto con me, metto la molletta al capezzolo. Si morde il labbro inferiore, lasciandosi sfuggire un piccolo “Ahhh!” che sicuramente era inizialmente afflizione, ma il suo labbro inferiore pur restando pizzicato tra i bei denti bianchi si rilassa subito, diventando espressione di godimento. Mettiamo le mollette anche all'altro seno l'un l'altra, e io sento il piacere aumentare e vedo anche Lisa che ha lo sguardo un po' annebbiato dal piacere.

Sento Mauro intervenire “Ma non si fanno male così?” e il Padrone rispondere “Si tratta di un dolore che diventa subito piacere, stimola in modo forte la zona erogena che è il capezzolo, e intendo MOLTO forte. Ti è mai capitato di pizzicarglieli o morderli quando fate l'amore?” e al cenno affermativo del nostro ospite prosegue “è normale, e qui stiamo solo spingendo lievemente oltre la cosa, ma tocca la vagina di tua moglie e sentila”.

Perplesso Mauro lo fa e nel farlo la moglie sobbalza rovesciando la testa indietro. Ha gradito le dita di lui, e molto. Lui le guarda, strofina il pollice sui polpastrelli di indice e medio che sono andati ad indagare nella recondita fessura del corpo di lei trovandola lubrificata “è vero, è fradicia!” - E' di nuovo il mio Padrone a prendere la parola “Abituati a trattarla come le si confà ai ruoli. Avresti dovuto dire che la tua schiava è fradicia, o che la tua troietta lo è. E' nel ruolo in questo momento, anche se per adesso è mia e non tua, e nel ruolo devi accentuare sempre le umiliazioni e la sensazione di annullamento che fanno parte del suo e del tuo piacere. Non è maleducazione ne maschilismo, è quello che lei ama anche se deve ancora ammetterlo, e lo vuoi anche tu. E' il piacere di entrambi, e devi fare il possibile per massimizzarlo. Ora fatti leccare le dita dalla mia schiava per pulirle.”

Lui strabuzza gli occhi, vedo che la patta dei suoi pantaloni sta esplodendo e mi auguro che non venga nelle mutande facendo una figura barbina mentre mi infila le dita in bocca e io raccolgo i succhi dolci della vagina di Lisa, buonissimi. E' la prima volta che sento il nettare di un'altra donna e sfioro l'orgasmo, mi si muovono i fianchi come per strofinarsi contro la correggia di cuoio che mi sega la figa a metà, ma ovviamente quella si muove con me e non ottengo niente.

La Tua voce si fa sentire di nuovo “chiedo a Lisa per l'ultima volta se vuole usare la password adesso. Dopo non lo chiederò più e se vorrà usarla dovrà farlo di sua volontà. Lisa, vuoi proseguire? Ti sto per usare come schiava, è la tua prima volta e avrò la mano leggera, ma si tratta comunque di pratiche BDSM che possono implicare oltre al piacere un po' di dolore, umiliazione e cose che da sola non faresti. Stai per venire usata per il mio piacere in modi estremi da chiunque in questa stanza io abbia voglia di darti, da me, da Mauro o da Giulia e verrai iniziata alla sottomissione. Vuoi interrompere?” - il silenzio di Lisa si protrasse per quattro o cinque secondi, poi con un filo di voce disse semplicemente “no”. Le strappi la molletta dal capezzolo sinistro con uno scatto, so che malgrado la molla delicata e il breve periodo passato compresso il risultato doveva essere stato un lampo di dolore, e mentre si porta le mani al seno. Tu la fermi con la tua grande mano, “Devi dire “No Padrone e Si Padrone. Capito?” io guardo Mauro, è ipnotizzato con una mano sul pacco. Lisa annuisce e con un filo di voce dice “Si Padrone”, mentre tu rimetti la molletta al suo posto.

“Lisa, questa scelta la fai perché lui te la chiede o peggio sotto minaccia o ricatto, o hai davvero la pulsione verso la sottomissione e questo è anche un tuo piacere?” chiedi. Lei risponde di nuovo, e stavolta risponde subito. “Padrone, ho avuto questa pulsione fino da prima di sposarci, ma non ho mai avuto il coraggio di fare il primo passo. Per Mauro è lo stesso, abbiamo scoperto che avevamo questa cosa in comune fino da subito dopo sposati, ma non abbiamo mai concretizzato. Entrambi eravamo troppo impauriti dal fatto che l'altro non approvasse.” Nuda, in piedi davanti a te con un plug nello sfintere e delle mollette che le torturano ed eccitano i capezzoli aggiunge “Grazie di averci dato questa opportunità Padrone”.


Autore: alphamaster@mail.com
scritto il
2023-08-24
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