La moglie del vicino
di
gfranco
genere
tradimenti
Aveva una bella e sensuale moglie, ne era consapevole. Spesso per paura che la donna le facesse qualche torto, la teneva controllata. Lei era biricchina e sapeva di essere corteggiata. Spesso riceveva complimenti e più di qualche maschio si avvicinava a lei, che tuttavia consapevole del caratteraccio del marito evitava problematiche e liti a casa. Al confine abitava un ragazzo di almeno una decina di anni meno di lei, lo spiava quando tagliava l'erba a dorso nudo. Era un ragazzo piacevole ed educato, con il cui si intratteneva ogni tanto in qualche discorso e si dimostrava non solo bellino, ma molto educato....diverso dal proprio marito, personaggio arrogante e spesso cafone, anche a letto. Lei ormai si concedeva per abitudine, ma recitava un ruolo che non sentiva più suo, faceva finta di provare piacere, tanto dopo tre minuti era tutto finito.
Lui la vide al supermercato e la invitò a bere un caffè all'interno del bar del centro commerciale. Lei, la Carla gli disse che lo avrebbe invitato a casa per ricambiare, ma con discrezione, visto l'esagerato comportamento del marito nei confronti degli uomini che avevano anche la sola occasione di parlarle e nulla più.
Dopo qualche giorno, mentre lui a torso nudo ritagliava l'erba, lo invitò in casa.
Il ragazzo entrò, lo accompagnò al bagno per lavarsi dai sudori e fu lei ad aiutarlo con l'asciugamano. La baciò, lei corrispose e si lasciò spogliare. Che bella donna, un corpo sensuale, dei seni magnifici. La prese in braccio, la portò in cucina, sopra il tavolo e mentre la donna ormai non capiva più nulla dall'eccitazione, lui decise di penetrarla subito, senza preservativi od altro. Per fortuna la donna usava la pillola e quindi se le fosse venuto dentro non sarebbe rimasta incinta.
La Carla sembrava sconvolta da tanto interesse e quel pisello la stava torturando mentalmente. Il ragazzo era pieno di vigore e quei colpi forti dentro la vagina sembravano non smettere mai. Un orgasmo dietro l'altro, delle sensazioni nuove che non provava da anni e che la facevano volare. Dopo diversi minuti il ragazzo le venne dentro, lei sentiva muoversi all'interno tutto quello sperma che le aveva riempito la vagina e il cuore. Poi non contenta fece per la prima volta una cosa mai fatta, ingoiò quasi tutto il pisello e gli fece un pompino, con dolcezza e delicatezza. Eccitata e divertita lo fece di nuovo venire ed ingoiò tutto lo sperma. Una cosa bellissima, diversa completamente dalle banali sensazioni che provava con il marito, ora finalmente cornuto. Quel ragazzo le piaceva non solo fisicamente, ma anche mentalmente, si era sentita amata.
Per altri giorni si videro di nascosto, con la paura di essere beccati, ma la prudenza li aiutava e facevano l'amore senza ritegno. Si sentiva la vagina riempita da tutto quell'ardore e lui aveva a disposizione una donna bella ed innamorata. La Carla si sentiva finalmente donna e realizzata. Poi le venne in mente qualcosa di diverso per eliminare il marito e realizzare la propria libertà. Raccolse delle ammaniti e dei chiodini "matti", un tipo di fungo che assomiglia al vero chiodino, ma è tossico, non mortale. Al marito fece del risotto all'ammanita, fungo mortale e lei mangiò il riso ai chiodini tossici, ben guardandosi di non sbagliare piatto. Furono ricoverati, lei subì una lavanda gastrica e lui dopo due giorni morì avvelenato, con il fegato spappolato. I giornali dissero che probabilmente si era salvata per avere mangiato meno ammanita, solo pochissima e stiamo parlando di pochi grammi. Poveretta,nella sua sfortuna si era assorbita una lavanda gastrica.
Dopo pochi mesi si era già consolata con il ragazzo. Povera vedova , era rimasta senza l'adorato marito e ora per straviarsi, per superare la solitudine si faceva montare da quel ragazzo bellino e dotato e tutto per essersi sbagliata nel cucinare i funghi. Ma il grosso fungo del ragazzo se lo mangiava tutta la sua vorace vagina. Ormai era libera e se le veniva un capriccio, se lo poteva togliere. Spesso in tram incontrava un giovane di colore seduto davanti a lei, magari prima o dopo un pensierino se lo poteva togliere, in fin dei conti era una povera vedova rimasta sola ed aveva bisogno di sostegno morale e fisico. Di certo di sostegno fisico quel nero gliele poteva dare.
Lui la vide al supermercato e la invitò a bere un caffè all'interno del bar del centro commerciale. Lei, la Carla gli disse che lo avrebbe invitato a casa per ricambiare, ma con discrezione, visto l'esagerato comportamento del marito nei confronti degli uomini che avevano anche la sola occasione di parlarle e nulla più.
Dopo qualche giorno, mentre lui a torso nudo ritagliava l'erba, lo invitò in casa.
Il ragazzo entrò, lo accompagnò al bagno per lavarsi dai sudori e fu lei ad aiutarlo con l'asciugamano. La baciò, lei corrispose e si lasciò spogliare. Che bella donna, un corpo sensuale, dei seni magnifici. La prese in braccio, la portò in cucina, sopra il tavolo e mentre la donna ormai non capiva più nulla dall'eccitazione, lui decise di penetrarla subito, senza preservativi od altro. Per fortuna la donna usava la pillola e quindi se le fosse venuto dentro non sarebbe rimasta incinta.
La Carla sembrava sconvolta da tanto interesse e quel pisello la stava torturando mentalmente. Il ragazzo era pieno di vigore e quei colpi forti dentro la vagina sembravano non smettere mai. Un orgasmo dietro l'altro, delle sensazioni nuove che non provava da anni e che la facevano volare. Dopo diversi minuti il ragazzo le venne dentro, lei sentiva muoversi all'interno tutto quello sperma che le aveva riempito la vagina e il cuore. Poi non contenta fece per la prima volta una cosa mai fatta, ingoiò quasi tutto il pisello e gli fece un pompino, con dolcezza e delicatezza. Eccitata e divertita lo fece di nuovo venire ed ingoiò tutto lo sperma. Una cosa bellissima, diversa completamente dalle banali sensazioni che provava con il marito, ora finalmente cornuto. Quel ragazzo le piaceva non solo fisicamente, ma anche mentalmente, si era sentita amata.
Per altri giorni si videro di nascosto, con la paura di essere beccati, ma la prudenza li aiutava e facevano l'amore senza ritegno. Si sentiva la vagina riempita da tutto quell'ardore e lui aveva a disposizione una donna bella ed innamorata. La Carla si sentiva finalmente donna e realizzata. Poi le venne in mente qualcosa di diverso per eliminare il marito e realizzare la propria libertà. Raccolse delle ammaniti e dei chiodini "matti", un tipo di fungo che assomiglia al vero chiodino, ma è tossico, non mortale. Al marito fece del risotto all'ammanita, fungo mortale e lei mangiò il riso ai chiodini tossici, ben guardandosi di non sbagliare piatto. Furono ricoverati, lei subì una lavanda gastrica e lui dopo due giorni morì avvelenato, con il fegato spappolato. I giornali dissero che probabilmente si era salvata per avere mangiato meno ammanita, solo pochissima e stiamo parlando di pochi grammi. Poveretta,nella sua sfortuna si era assorbita una lavanda gastrica.
Dopo pochi mesi si era già consolata con il ragazzo. Povera vedova , era rimasta senza l'adorato marito e ora per straviarsi, per superare la solitudine si faceva montare da quel ragazzo bellino e dotato e tutto per essersi sbagliata nel cucinare i funghi. Ma il grosso fungo del ragazzo se lo mangiava tutta la sua vorace vagina. Ormai era libera e se le veniva un capriccio, se lo poteva togliere. Spesso in tram incontrava un giovane di colore seduto davanti a lei, magari prima o dopo un pensierino se lo poteva togliere, in fin dei conti era una povera vedova rimasta sola ed aveva bisogno di sostegno morale e fisico. Di certo di sostegno fisico quel nero gliele poteva dare.
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