Compañero de piso
di
Flying Kitty
genere
etero
Un sogno sta scivolando via, un sogno che non riesco a ricordare, ma devo essermi divertita perché le mie mutandine sono bagnate.
I miei capezzoli sono duri quasi al punto di farmi male, tesi contro la canottiera aderente, tesi anche per la brezza proveniente dal ventilatore a soffitto.
Il mio respiro è pesante, rumoroso nel buio, e mi eccita ancora di più.
Sono sotto le lenzuola, ho un cuscino tra le ginocchia, come sempre quando dormo da sola. Stringo le cosce e inizio a strusciarmi contro, sono ancora più bagnata di quanto pensassi. I miei slip di cotone sono zuppi e il calore della mia eccitazione è travolgente.
Tutto il resto cessa di esistere.
Il cuscino è troppo morbido, non esercita una pressione sufficiente, cosa mi è successo stamattina? Mi stuzzico i capezzoli attraverso il tessuto della maglietta. Il mio respiro affannoso accompagna le mie mani a giocare con i miei seni, come se controllate da un partner voglioso, è un gioco tortuoso con me stessa.
Le mie dita pizzicano i capezzoli, ma hanno bisogno di essere stuzzicati da qualcosa di più forte, di più veloce.
Con un sussulto, pizzico le parti più sensibili e mi slancio in avanti, un gemito basso mi sfugge dalle labbra.
Non sono mai stata così eccitata, mai. Mi sento come se fossi pronta a uscire dalla mia pelle, mi sento come una gatta in calore.
Ogni tocco, ogni sensazione è travolgente e mi sento persa in un mare di desiderio e di bisogno.
Il mio respiro è irregolare mentre stringo e gioco con il mio seno, il tessuto che scivola tra le mie mani e il mio corpo, creando un'ondata di piacere.
Il cuscino non basta..
Mi metto la mano tra le gambe e l'improvviso cambio di pressione suscita un altro gemito osceno. Non sembro nemmeno me stessa.
In una parte lontana della mia mente ricordo che condivido il muro con la stanza del mio coinquilino, probabilmente Fabio non si è ancora alzato e dorme profondamente.
Ma comunque l’idea di essere ascoltata dal mio coinquilino non è una preoccupazione sufficiente per farmi smettere.
Dividiamo l’appartamento in tre, e Fabio è un buon coinquilino sotto tutti gli aspetti, sta facendo la specializzazione in Medicina.
È divertente uscire con lui, è ordinato in casa, non fa mai troppe domande su quello che faccio. Poi vivere con lui è mille volte più facile che condividere l’appartamento con altre ragazze, anche se la sua ragazza non è troppo contenta di questa situazione..
La mano tra le mie cosce scivola lungo la linea delle mie mutandine, la mia figa è gonfia di bisogno, pulsa a tempo con il mio cuore, calda, scivolosa e sensibile. Un rapido colpo fa contrarre tutto il mio corpo. Sto cercando di prendermi il mio tempo, di far durare questa sensazione più a lungo possibile, ma sto perdendo il controllo.
Strofino i polpastrelli contro il clitoride, con movimenti circolari che mi mandano in delirio, le mie gambe si contraggono e sto cercando di trattenermi, ma non ci riesco. Questo va oltre la coscienza adesso. Un orgasmo mi attraversa tutto il corpo, sollevandomi dal letto per un momento mentre mi contorco e ansimo in cerca d'aria.
Mi rendo conto che sto emettendo un lamento acuto, qualcosa che non avevo mai fatto prima. Oh Dios. Prima che i brividi cessino, al primo segue un secondo orgasmo. Stringo i denti, cercando di calmare l'urlo che vuole scappare.
Non è ancora abbastanza.
Sono giá venuta due volte e mi sento ancora più eccitata di quando mi sono svegliata. Non so cosa mi sta succedendo, ma sono troppo confusa e stordita per preoccuparmene, non sono ancora sazia..
Al che mi viene un'idea. Mi affretto a raggiungere il comodino, dove ho un vibratore avvolto nella sua busta satinata. Ha una ventosa all'estremità, ma non l'ho mai provato. Oggi è il giorno giusto.
Vado in bagno, ma lascio le luci spente. La nostra piccola finestra si affaccia sul cortile illuminato e nella fioca luce riesco a malapena a distinguere il mio riflesso nello specchio sopra il lavandino. I miei capelli sono selvaggi e la mia canottiera è girata da un lato, facendo spuntare un capezzolo rosa e impertinente.
Valuto le mie opzioni e decido di attaccare il dildo alla parete interna della vasca. Ci vogliono alcuni secondi per ottenere una buona tenuta.
Ho ancora una mano nelle mutandine, non voglio perdere il momentum.
Una volta fissato il membro di silicone al muro, mi spoglio rapidamente e apro l'acqua.
Entro, mi metto in ginocchio, una mano mi aiuta a sostenere il mio peso, l'altra tiene il soffione snodato della doccia che orienta il getto d'acqua calda tra le gambe. Oh, perché non l'ho fatto prima? Mi prendo un momento per godermi lo spruzzo, prima di appoggiarmi al dildo.
La penetrazione e la stimolazione esterna suscitano in me qualcosa che mi vergognerei di condividere con un'altra persona. È primordiale. Non ho mai sperimentato questo lato di me stessa.
Mi sento affamata, disperata.
Spingo il culo contro il muro, premendo il vibratore più in profondità possibile nella mia vagina.
Cerco di trovare un ritmo, ma i miei movimenti diventano sempre più frenetici. Sto cavalcando questa cosa con forza, sbattendomi indietro e tremando mentre il giocattolo mi penetra a fondo.
Sento bussare alla porta, non avevo sentito subito il primo colpo alla porta. Sono così presa, troppo distratta.
“Kitty? Sei lì? Ho sentito un rumore strano. Tutto ok?”
La mano che mi sostiene scivola e faccio cadere il soffione della doccia prima di riuscire a malapena a riprendermi.
"Io- sì, mierda, aspetta", urlo.
Cerco freneticamente di raddrizzarmi e, nel farlo, sbatto il gomito contro il lato della vasca. L'eco è forte e mi rendo conto di non aver acceso la ventola, e qualsiasi rumore è accentuato.
Fabio avrebbe potuto sentire tutto. Dios, mi ha sentito mentre mi deliziavo contro il muro?
“Che cos 'era questo rumore?”
“Niente, sto bene! Dammi un secondo.”
Mi metto alzo, rimetto il soffione della doccia sul muro e cerco di riprendere fiato. Chiudo l'acqua e il silenzio mi sembra pesante.
“Uh, sicuro tutto bene?”
Mi trovo ad un bivio, soppeso le mie prossime parole per una frazione di secondo prima di decidere che fare. Non so chi sono oggi: qualcuna che non sono mai stata prima.
Ma che sogno ho fatto??
“Veramente, potresti... potresti aiutarmi con qualcosa?”
"Sicuro." Sembra che sia ancora mezzo addormentato.
“Puoi venire qui?”
Esita. Lo so, è una richiesta strana. Siamo coinquilini ormai da mesi, all'inizio ero preoccupata di vivere con lui da solo, ma l'imbarazzo era passato quasi da un giorno all'altro. Andavamo d’accordo ma tuttavia non eravamo il tipo di amici che di solito si invitano a vicenda in bagno.
Lui apre la porta. "Che cosa succede?"
Sbircio attraverso la piccola fessura della tendina della doccia. C’è poca luce, il vapore lo oscura ancora di piu’, ma posso vedere i suoi occhi fissati sul pavimento. Mi schiarisco la gola, faccio un respiro profondo e scosto la tenda della doccia. Il rumore attira il suo sguardo che salta dal vibratore sul muro al mio copro nudo e bagnato. La luce del corridoio dietro di lui mi mette sotto un riflettore quasi perfetto, o almeno così spero.
Lui si blocca, completamente immobile, fatta eccezione per l'evidente e immediata eccitazione. Il rigonfiamento nei suoi boxer mi fa ansimare di nuovo. Non posso distogliere lo sguardo.
Restiamo lì, ci osserviamo, mentre l'aria fresca del corridoio filtra nel bagno.
"Scusa, scusa", mormora e fa per chiudere la porta.
"No per favore. Ho bisogno...” Barcollo un po'.
"Kitty!" Si precipita dentro e mi tiene una mano ferma sul braccio. Molto casto.
“Stai per svenire?”
La combinazione del calo di temperatura, degli orgasmi multipli e del mio bisogno ancora insoddisfatto mi ha fatto venire le vertigini, ma sono completamente concentrata.
Ho bisogno di sdraiarmi ma ho bisogno anche di lui.
Mi sporgo in avanti, premendo il mio generoso seno contro di lui. I suoi peli sul petto solleticano i miei capezzoli già pulsanti, sovrastimolati dal freddo.
Posso sentire quanto lo ha duro, posso sentirlo tremare mentre aspetta la mia prossima mossa.
“Ho bisogno di te", dico semplicemente. "Ho bisogno di te adesso.”
I suoi occhi incontrano i miei. Le sue pupille si dilatano e si passa la lingua sulle labbra secche. Voglio quella lingua nella mia bocca e in... altri posti.
Faccio un piccolo passo indietro, lui mi chiede. "Stai chiedendo quello che penso tu stia chiedendo?"
"Cosa pensi che ti stia chiedendo?", rispondo, quasi facendo le fusa.
“Niente giochi, Kitty", dice bruscamente. "Ho bisogno di sapere esattamente cosa intendi." Lo scruto da cima a fondo. E’ chiaramente interessato, si tiene chiaramente sotto controllo, ma vedo lo sforzo che fa per tenere le mani lungo i fianchi. "Dillo.”
“Ho bisogno di te dentro di me. Ho bisogno di sentire ogni centimetro di te. Ho bisogno che tu mi scopi così forte da farmi miagolare senza ritegno e ne ho bisogno adesso".
Apparentemente sono stata abbastanza chiara. Si precipita in avanti e mi avvolge tra le braccia, mi bacia, ma il suo bacio è sorprendentemente gentile. Le sue labbra sfiorarono le mie e si sposta dalla mia bocca per sussurrarmi all'orecchio.
“Hai idea di quanto tempo sto aspettando? Da quanto tempo ti desidero? Da quanto voglio accarezzare il tuo corpo? Sono quasi geloso quando porti qualcuno a casa, e vediamo la TV insieme, anche se sto là abbracciato ad Elisa”
Fa scivolare le mani lungo la mia schiena e mi guida dolcemente fuori dalla vasca. Mi prende la mano e mi trascina lungo il corridoio verso la sua camera da letto. Le sue lenzuola sono ancora stropicciate e calde. Odorano di lui.
Mi lascia prendere l'iniziativa, gli tolgo i boxer, facendo scorrere le mani sui morbidi peli e facendo scattare il suo membro come una molla appena libero.
Il sole sta cominciando a sorgere, diffondendo un chiarore nella stanza, abbastanza per poter vedere, ma lasciando spazio al mistero.
Mi prendo il tempo necessario per esplorare il suo corpo. Non è tonico o depilato, non è il tipico partner che cerco per una botta e via, un fatto che trovo profondamente confortante. E’ deliziosamente, sorprendentemente umano. Con il dito sfioro una cicatrice sotto un ginocchio.
"Incidente in bicicletta", mormora.
Bacio la cicatrice e faccio scorrere la lingua lungo l'interno della sua coscia, imparo la forma delle sue palle prima di prendere in bocca l'asta. Lui rabbrividisce e intreccia le sue mani tra i miei capelli che fanno quasi da sipario coprendo lo spettacolo della mia lingua che danza attorno al suo glande. Poi mi allontana dolcemente.
“Troppo", ansima. "Voglio che duri.”
Abbandono il suo membro e mi arrampico sul suo corpo, ho il suo viso davanti, lo bacio, la sua erezione pulsa contro la mia figa umida, si appoggia giusto all’entrata ma lui mi abbraccia, poi prende il seno nella coppa della mano pizzicando il capezzolo. Facendomi gemere. Il suo respiro è caldo nel mio orecchio.
“Sei stupenda.”
Mi sdraio su di lui. Sto diventando di nuovo impaziente, la mia figa non può più aspettare, pulsa di desiderio, vuole essere penetrata.
Metto la mia mano tra le gambe cercando di afferrare il suo pene, ma lui mi ferma, prende la mia mano e la appoggia sulle mie labbra, mi fa iniziare un massaggio, mi guida in questa masturbazione, la sua mano sulla mia. Non cerca di fermarmi o di allontanare la mia mano. Invece, inizia a masturbarmi insieme a me, cercando di capire dove voglio essere toccata, poi allontana la mia mano ed imita le mie azioni.
Fa scivolare dentro un dito.
"Ancora", ansimo. Ne inserisce un altro.
"Ancora", insisto. Ne aggiunge un terzo e come in una specie di magia che non sarei mai riuscita a fare da sola o con un vibratore, centra magistralmente il punto giusto e ho un attimo di disorientamento prima di rendermi conto di essere venuta.
"Non fermarti", imploro. Mi tiene stretta. Ogni tocco mi manda brividi attraverso il corpo e lui risponde con un piccolo gemito, godendo del mio piacere.
Il mondo sembra scomparire per un momento..
"Ancora", dico di nuovo, ostinatamente.
“Più cosa?" Mi ride all'orecchio. "Hai bisogno di una pausa?”
“No! Ho ancora bisogno di te.”
Raddrizzo la schiena, messa a cavalcioni senza troppa grazia sui suoi fianchi, un po’ un disastro, appiccicosa, scivolosa e ancora leggermente umida sia per la doccia che per il sudore, ma poco importa, Fabio è tutto mio per godermelo.
"Sto bene anch'io," sussurra, e comincio a strofinare la mia eccitazione sul suo cazzo eretto, duro, poi lo faccio scivolare, lentamente, lentamente finché non mi riempie completamente. Sembra che abbia smesso di respirare finché non comincio a pompare su e giù, dentro e fuori, come sotto la doccia, inizio lento e poi rapidamente mi perdo in lui, nella pienezza del suo vigore dentro di me..
Si allunga in avanti, mi abbraccia, il suo petto contro il mio, quasi a soffocarmi le tette, le mani sul sedere, mentre usa le dita per stimolarmi anche l’altro orifizio, godo, godo in una maniera impensata, sto dando tutto quello che posso.
Lui appoggia di nuovo la schiena sul letto, i suoi occhi sono spalancati, mi osserva, guarda le mie tette rimbalzare mentre lo cavalco sempre più velocemente.
Un altro orgasmo sta per arrivare, così tanti oggi, mi colpisce, mi affonda, quasi da perdere ogni senso del tempo e dello spazio.
Lo sento sussultare sotto di me, emettendo un gemito basso e profondo e un paio di parole scelte.
"Oh cazzo", lo sento sussurrare, più a se stesso che a me.
Mi sporgo in avanti, con lui ancora dentro di me e lui che si contrae di nuovo. "Che cosa?"
Lo vedo chiudere gli occhi e mi sento invadere la vagina del suo caldo e abbondante sperma.
Apre gli occhi, inclina la testa di lato con un sorriso assonnato. "E' stato anche meglio di quanto immaginassi."
I miei capezzoli sono duri quasi al punto di farmi male, tesi contro la canottiera aderente, tesi anche per la brezza proveniente dal ventilatore a soffitto.
Il mio respiro è pesante, rumoroso nel buio, e mi eccita ancora di più.
Sono sotto le lenzuola, ho un cuscino tra le ginocchia, come sempre quando dormo da sola. Stringo le cosce e inizio a strusciarmi contro, sono ancora più bagnata di quanto pensassi. I miei slip di cotone sono zuppi e il calore della mia eccitazione è travolgente.
Tutto il resto cessa di esistere.
Il cuscino è troppo morbido, non esercita una pressione sufficiente, cosa mi è successo stamattina? Mi stuzzico i capezzoli attraverso il tessuto della maglietta. Il mio respiro affannoso accompagna le mie mani a giocare con i miei seni, come se controllate da un partner voglioso, è un gioco tortuoso con me stessa.
Le mie dita pizzicano i capezzoli, ma hanno bisogno di essere stuzzicati da qualcosa di più forte, di più veloce.
Con un sussulto, pizzico le parti più sensibili e mi slancio in avanti, un gemito basso mi sfugge dalle labbra.
Non sono mai stata così eccitata, mai. Mi sento come se fossi pronta a uscire dalla mia pelle, mi sento come una gatta in calore.
Ogni tocco, ogni sensazione è travolgente e mi sento persa in un mare di desiderio e di bisogno.
Il mio respiro è irregolare mentre stringo e gioco con il mio seno, il tessuto che scivola tra le mie mani e il mio corpo, creando un'ondata di piacere.
Il cuscino non basta..
Mi metto la mano tra le gambe e l'improvviso cambio di pressione suscita un altro gemito osceno. Non sembro nemmeno me stessa.
In una parte lontana della mia mente ricordo che condivido il muro con la stanza del mio coinquilino, probabilmente Fabio non si è ancora alzato e dorme profondamente.
Ma comunque l’idea di essere ascoltata dal mio coinquilino non è una preoccupazione sufficiente per farmi smettere.
Dividiamo l’appartamento in tre, e Fabio è un buon coinquilino sotto tutti gli aspetti, sta facendo la specializzazione in Medicina.
È divertente uscire con lui, è ordinato in casa, non fa mai troppe domande su quello che faccio. Poi vivere con lui è mille volte più facile che condividere l’appartamento con altre ragazze, anche se la sua ragazza non è troppo contenta di questa situazione..
La mano tra le mie cosce scivola lungo la linea delle mie mutandine, la mia figa è gonfia di bisogno, pulsa a tempo con il mio cuore, calda, scivolosa e sensibile. Un rapido colpo fa contrarre tutto il mio corpo. Sto cercando di prendermi il mio tempo, di far durare questa sensazione più a lungo possibile, ma sto perdendo il controllo.
Strofino i polpastrelli contro il clitoride, con movimenti circolari che mi mandano in delirio, le mie gambe si contraggono e sto cercando di trattenermi, ma non ci riesco. Questo va oltre la coscienza adesso. Un orgasmo mi attraversa tutto il corpo, sollevandomi dal letto per un momento mentre mi contorco e ansimo in cerca d'aria.
Mi rendo conto che sto emettendo un lamento acuto, qualcosa che non avevo mai fatto prima. Oh Dios. Prima che i brividi cessino, al primo segue un secondo orgasmo. Stringo i denti, cercando di calmare l'urlo che vuole scappare.
Non è ancora abbastanza.
Sono giá venuta due volte e mi sento ancora più eccitata di quando mi sono svegliata. Non so cosa mi sta succedendo, ma sono troppo confusa e stordita per preoccuparmene, non sono ancora sazia..
Al che mi viene un'idea. Mi affretto a raggiungere il comodino, dove ho un vibratore avvolto nella sua busta satinata. Ha una ventosa all'estremità, ma non l'ho mai provato. Oggi è il giorno giusto.
Vado in bagno, ma lascio le luci spente. La nostra piccola finestra si affaccia sul cortile illuminato e nella fioca luce riesco a malapena a distinguere il mio riflesso nello specchio sopra il lavandino. I miei capelli sono selvaggi e la mia canottiera è girata da un lato, facendo spuntare un capezzolo rosa e impertinente.
Valuto le mie opzioni e decido di attaccare il dildo alla parete interna della vasca. Ci vogliono alcuni secondi per ottenere una buona tenuta.
Ho ancora una mano nelle mutandine, non voglio perdere il momentum.
Una volta fissato il membro di silicone al muro, mi spoglio rapidamente e apro l'acqua.
Entro, mi metto in ginocchio, una mano mi aiuta a sostenere il mio peso, l'altra tiene il soffione snodato della doccia che orienta il getto d'acqua calda tra le gambe. Oh, perché non l'ho fatto prima? Mi prendo un momento per godermi lo spruzzo, prima di appoggiarmi al dildo.
La penetrazione e la stimolazione esterna suscitano in me qualcosa che mi vergognerei di condividere con un'altra persona. È primordiale. Non ho mai sperimentato questo lato di me stessa.
Mi sento affamata, disperata.
Spingo il culo contro il muro, premendo il vibratore più in profondità possibile nella mia vagina.
Cerco di trovare un ritmo, ma i miei movimenti diventano sempre più frenetici. Sto cavalcando questa cosa con forza, sbattendomi indietro e tremando mentre il giocattolo mi penetra a fondo.
Sento bussare alla porta, non avevo sentito subito il primo colpo alla porta. Sono così presa, troppo distratta.
“Kitty? Sei lì? Ho sentito un rumore strano. Tutto ok?”
La mano che mi sostiene scivola e faccio cadere il soffione della doccia prima di riuscire a malapena a riprendermi.
"Io- sì, mierda, aspetta", urlo.
Cerco freneticamente di raddrizzarmi e, nel farlo, sbatto il gomito contro il lato della vasca. L'eco è forte e mi rendo conto di non aver acceso la ventola, e qualsiasi rumore è accentuato.
Fabio avrebbe potuto sentire tutto. Dios, mi ha sentito mentre mi deliziavo contro il muro?
“Che cos 'era questo rumore?”
“Niente, sto bene! Dammi un secondo.”
Mi metto alzo, rimetto il soffione della doccia sul muro e cerco di riprendere fiato. Chiudo l'acqua e il silenzio mi sembra pesante.
“Uh, sicuro tutto bene?”
Mi trovo ad un bivio, soppeso le mie prossime parole per una frazione di secondo prima di decidere che fare. Non so chi sono oggi: qualcuna che non sono mai stata prima.
Ma che sogno ho fatto??
“Veramente, potresti... potresti aiutarmi con qualcosa?”
"Sicuro." Sembra che sia ancora mezzo addormentato.
“Puoi venire qui?”
Esita. Lo so, è una richiesta strana. Siamo coinquilini ormai da mesi, all'inizio ero preoccupata di vivere con lui da solo, ma l'imbarazzo era passato quasi da un giorno all'altro. Andavamo d’accordo ma tuttavia non eravamo il tipo di amici che di solito si invitano a vicenda in bagno.
Lui apre la porta. "Che cosa succede?"
Sbircio attraverso la piccola fessura della tendina della doccia. C’è poca luce, il vapore lo oscura ancora di piu’, ma posso vedere i suoi occhi fissati sul pavimento. Mi schiarisco la gola, faccio un respiro profondo e scosto la tenda della doccia. Il rumore attira il suo sguardo che salta dal vibratore sul muro al mio copro nudo e bagnato. La luce del corridoio dietro di lui mi mette sotto un riflettore quasi perfetto, o almeno così spero.
Lui si blocca, completamente immobile, fatta eccezione per l'evidente e immediata eccitazione. Il rigonfiamento nei suoi boxer mi fa ansimare di nuovo. Non posso distogliere lo sguardo.
Restiamo lì, ci osserviamo, mentre l'aria fresca del corridoio filtra nel bagno.
"Scusa, scusa", mormora e fa per chiudere la porta.
"No per favore. Ho bisogno...” Barcollo un po'.
"Kitty!" Si precipita dentro e mi tiene una mano ferma sul braccio. Molto casto.
“Stai per svenire?”
La combinazione del calo di temperatura, degli orgasmi multipli e del mio bisogno ancora insoddisfatto mi ha fatto venire le vertigini, ma sono completamente concentrata.
Ho bisogno di sdraiarmi ma ho bisogno anche di lui.
Mi sporgo in avanti, premendo il mio generoso seno contro di lui. I suoi peli sul petto solleticano i miei capezzoli già pulsanti, sovrastimolati dal freddo.
Posso sentire quanto lo ha duro, posso sentirlo tremare mentre aspetta la mia prossima mossa.
“Ho bisogno di te", dico semplicemente. "Ho bisogno di te adesso.”
I suoi occhi incontrano i miei. Le sue pupille si dilatano e si passa la lingua sulle labbra secche. Voglio quella lingua nella mia bocca e in... altri posti.
Faccio un piccolo passo indietro, lui mi chiede. "Stai chiedendo quello che penso tu stia chiedendo?"
"Cosa pensi che ti stia chiedendo?", rispondo, quasi facendo le fusa.
“Niente giochi, Kitty", dice bruscamente. "Ho bisogno di sapere esattamente cosa intendi." Lo scruto da cima a fondo. E’ chiaramente interessato, si tiene chiaramente sotto controllo, ma vedo lo sforzo che fa per tenere le mani lungo i fianchi. "Dillo.”
“Ho bisogno di te dentro di me. Ho bisogno di sentire ogni centimetro di te. Ho bisogno che tu mi scopi così forte da farmi miagolare senza ritegno e ne ho bisogno adesso".
Apparentemente sono stata abbastanza chiara. Si precipita in avanti e mi avvolge tra le braccia, mi bacia, ma il suo bacio è sorprendentemente gentile. Le sue labbra sfiorarono le mie e si sposta dalla mia bocca per sussurrarmi all'orecchio.
“Hai idea di quanto tempo sto aspettando? Da quanto tempo ti desidero? Da quanto voglio accarezzare il tuo corpo? Sono quasi geloso quando porti qualcuno a casa, e vediamo la TV insieme, anche se sto là abbracciato ad Elisa”
Fa scivolare le mani lungo la mia schiena e mi guida dolcemente fuori dalla vasca. Mi prende la mano e mi trascina lungo il corridoio verso la sua camera da letto. Le sue lenzuola sono ancora stropicciate e calde. Odorano di lui.
Mi lascia prendere l'iniziativa, gli tolgo i boxer, facendo scorrere le mani sui morbidi peli e facendo scattare il suo membro come una molla appena libero.
Il sole sta cominciando a sorgere, diffondendo un chiarore nella stanza, abbastanza per poter vedere, ma lasciando spazio al mistero.
Mi prendo il tempo necessario per esplorare il suo corpo. Non è tonico o depilato, non è il tipico partner che cerco per una botta e via, un fatto che trovo profondamente confortante. E’ deliziosamente, sorprendentemente umano. Con il dito sfioro una cicatrice sotto un ginocchio.
"Incidente in bicicletta", mormora.
Bacio la cicatrice e faccio scorrere la lingua lungo l'interno della sua coscia, imparo la forma delle sue palle prima di prendere in bocca l'asta. Lui rabbrividisce e intreccia le sue mani tra i miei capelli che fanno quasi da sipario coprendo lo spettacolo della mia lingua che danza attorno al suo glande. Poi mi allontana dolcemente.
“Troppo", ansima. "Voglio che duri.”
Abbandono il suo membro e mi arrampico sul suo corpo, ho il suo viso davanti, lo bacio, la sua erezione pulsa contro la mia figa umida, si appoggia giusto all’entrata ma lui mi abbraccia, poi prende il seno nella coppa della mano pizzicando il capezzolo. Facendomi gemere. Il suo respiro è caldo nel mio orecchio.
“Sei stupenda.”
Mi sdraio su di lui. Sto diventando di nuovo impaziente, la mia figa non può più aspettare, pulsa di desiderio, vuole essere penetrata.
Metto la mia mano tra le gambe cercando di afferrare il suo pene, ma lui mi ferma, prende la mia mano e la appoggia sulle mie labbra, mi fa iniziare un massaggio, mi guida in questa masturbazione, la sua mano sulla mia. Non cerca di fermarmi o di allontanare la mia mano. Invece, inizia a masturbarmi insieme a me, cercando di capire dove voglio essere toccata, poi allontana la mia mano ed imita le mie azioni.
Fa scivolare dentro un dito.
"Ancora", ansimo. Ne inserisce un altro.
"Ancora", insisto. Ne aggiunge un terzo e come in una specie di magia che non sarei mai riuscita a fare da sola o con un vibratore, centra magistralmente il punto giusto e ho un attimo di disorientamento prima di rendermi conto di essere venuta.
"Non fermarti", imploro. Mi tiene stretta. Ogni tocco mi manda brividi attraverso il corpo e lui risponde con un piccolo gemito, godendo del mio piacere.
Il mondo sembra scomparire per un momento..
"Ancora", dico di nuovo, ostinatamente.
“Più cosa?" Mi ride all'orecchio. "Hai bisogno di una pausa?”
“No! Ho ancora bisogno di te.”
Raddrizzo la schiena, messa a cavalcioni senza troppa grazia sui suoi fianchi, un po’ un disastro, appiccicosa, scivolosa e ancora leggermente umida sia per la doccia che per il sudore, ma poco importa, Fabio è tutto mio per godermelo.
"Sto bene anch'io," sussurra, e comincio a strofinare la mia eccitazione sul suo cazzo eretto, duro, poi lo faccio scivolare, lentamente, lentamente finché non mi riempie completamente. Sembra che abbia smesso di respirare finché non comincio a pompare su e giù, dentro e fuori, come sotto la doccia, inizio lento e poi rapidamente mi perdo in lui, nella pienezza del suo vigore dentro di me..
Si allunga in avanti, mi abbraccia, il suo petto contro il mio, quasi a soffocarmi le tette, le mani sul sedere, mentre usa le dita per stimolarmi anche l’altro orifizio, godo, godo in una maniera impensata, sto dando tutto quello che posso.
Lui appoggia di nuovo la schiena sul letto, i suoi occhi sono spalancati, mi osserva, guarda le mie tette rimbalzare mentre lo cavalco sempre più velocemente.
Un altro orgasmo sta per arrivare, così tanti oggi, mi colpisce, mi affonda, quasi da perdere ogni senso del tempo e dello spazio.
Lo sento sussultare sotto di me, emettendo un gemito basso e profondo e un paio di parole scelte.
"Oh cazzo", lo sento sussurrare, più a se stesso che a me.
Mi sporgo in avanti, con lui ancora dentro di me e lui che si contrae di nuovo. "Che cosa?"
Lo vedo chiudere gli occhi e mi sento invadere la vagina del suo caldo e abbondante sperma.
Apre gli occhi, inclina la testa di lato con un sorriso assonnato. "E' stato anche meglio di quanto immaginassi."
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