Classe di pittura

di
genere
trio

Era un venerdì sera tardi, come tanti. La scuola d'arte, un centro vittoriano restaurato, era frequentata durante il giorno soprattutto da pensionati per perfezionare le loro tecniche pittoriche. Il venerdì sera, tuttavia, era diverso.
La compagine era più giovane: diplomati delle scuole d'arte che durante il giorno svolgevano lavori diversi, dai graphic designer agli operatori del settore alimentare, o semplicemente amanti della pittura, a cui piaceva iniziare il fine settimana in modo più artistico, nell'ampio attico con grandi lucernai e con il sottile profumo di trementina e olio.
Le sessioni del venerdì sera tendevano a durare più del tempo previsto, si socializzava, qualcuno portava da bere, soprattutto vino, qualcuno metteva un po’ di musica alternativa in streaming.
Certe notti, quando la luce era giusta, si poteva notare che le labbra di quasi tutti erano colorate di viola per il Merlot appena bevuto. E allora il posto assumeva un'atmosfera parigina anni '20 - o almeno questo era quello che tutti immaginavano.
I bei vecchi tempi bohémien che non avremmo mai più potuto vivere.
La modella della serata era Claudia, una ragazza nuova e diversa dalle modelle che di solito venivano a queste sessioni serali. La maggior parte dei modelli artistici infatti non sono classicamente belli: in realtà, non è interessante ricreare un corpo perfetto.
Il vero potenziale può essere trovato nella rotondità di una coscia, nella traccia di una scapola sporgente, nella curva di una pancia.
Claudia, invece? Era un piacere per gli occhi. Alta e aggraziata con la postura della ballerina che ci aveva rivelato di essere stata una volta.
Viso a forma di cuore, capelli biondo sporco lunghi fino alla vita, che erano volati ovunque in una nuvola statica quando lei si era sciolta la coda di cavallo che li teneva legati.
E una volta lasciata cadere la vestaglia, tutti siamo rimasti a bocca aperta, abbiamo dimenticato i nostri pennelli, le nostre tele, i cavalletti, folgorati dalla sua bellezza
Pelle liscia con un accenno di abbronzatura di giugno e un seno sodo e rotondo.
Aveva anche un talento naturale nel posare, un'abilità molto specifica, senza tentare nulla di troppo complicato riusciva a inventare qualcosa che appariva da ogni angolazione.
Claudia giaceva su un fianco, con la testa appoggiata al braccio teso e la mano che pendeva dal bordo della piattaforma dove era sdraiata. L'altro braccio era abbandonato contro la curva a S del corpo e scorreva deliziosamente lungo le curve della vita e dei fianchi. Dato che ci dava le spalle, non potevamo vedere il suo seno perfetto, ma anche vederla da dietro era altrettanto interessante. Il sedere di Claudia era sorprendentemente muscoloso, dovevano essere stati tutti quei plié, e teneva una gamba piegata sotto di sé, a mostrarci la pianta rosa pallido del piede.
"Cosi’ va bene?" disse alzando la testa e allungando il collo per guardarci tutti, per dare a tutti la possibilita’ di dipingerla bene
Quella notte stava accadendo qualcosa di decisamente irreale. Anche con pause di cinque minuti ogni mezz'ora il tempo volava. Non avevamo bisogno di alcolici: il vino rosso restava nel suo angolo, nelle bottiglie stappate. Nessuno riusciva a distogliere lo sguardo dalla semplice posa di Claudia.
Quasi come se fossimo posseduti. Anche la musica anni '90 era quasi una colonna sonora seducente e dolce, ulteriore prova dell'incantesimo che Claudia aveva lanciato su tutti noi.
Alle ventidue, come sempre, la classe di pittura ebbe termine e riprese la solita routine del venerdi sera: la maggior parte dei frequentatori se ne andò.
Quella sera però ne rimasero tre: Kitty, con i suoi fluenti capelli castani, Roy, un giovane dalla pelle d’ebano e con la sua leggera barba che in qualche modo sporcava sempre un poco con il colore e questa creatura magica dal culo perfetto che aveva ispirato anche i più inesperti del gruppo a realizzare figure mozzafiato.
"Ehi, Claudia?" la voce di Roy echeggiò nello spazio vuoto.
"Hai altri impegni stasera?"
"Ti pagheremo un extra se rimani un altro po’ per finire i nostri quadri."
Si guardò alle spalle, quasi sorpresa. "Che cosa? Ah si." Fece un mezzo sorriso. "Va benissimo , non ho nessun impegno stasera."
"Sei a tuo agio?" chiese Roy.
“Vuoi cambiare posa per l'ultimo ritratto? Possiamo fare uno schizzo da qui in poi.”
"Ok." Sistemando i cuscini di broccato che erano vecchi quanto l'edificio stesso sotto di lei, Claudia si spostò sulla schiena e sollevò le braccia sopra la testa, allungando entrambe le gambe e incrociando una caviglia sopra l'altra.
“Troppo complicata come posa?” chiese.
" Stupenda Claudia ," sussurrò Kitty, afferrando il suo blocco da disegno e facendo ridere la modella, una risatina sensuale che fece sì che Roy si aggiustasse di nascosto i pantaloni all’altezza dell’inguine.
"Ci sono spifferi qui", borbottò, alzandosi così in fretta che quasi fece cadere la tela che si stava asciugando. "Lascia che ti prenda una stufa."
"Oh no, sto bene" disse Claudia, anche se i suoi capezzoli raccontavano un’altra storia.
Kitty cercò di concentrarsi nel catturare le ombre create dal corpo di Claudia, graffiando quasi la tela con il carboncino che usava per disegnare.
Mentre si spostava a destra e sinistra intorno alla tela, si sentiva un rassicurante scricchiolio delle assi del pavimento che davano un effetto sonoro aggiuntivo alla scena.
A Kitty di solito non piacevano le donne bianche magre. Ma qualcosa era diverso stasera, qualcosa era diverso riguardo a Claudia. C’era un aria altamente erotica, la sua posa, il suo sguardo, i chiaro-scuro sul suo corpo armonioso, la sua voce vellutata.
Kitty era totalmente assorbita da lei.
Roy, d'altro canto, sospettava che avrebbe dovuto usare il bagno molto presto – non per fare pipì ma per masturbarsi, cosa che non faceva dal primo anno alla St. Aloysius Academy.
Non era solo a causa di Claudia, ma anche di Kitty, per la quale nutriva una “cotta” da quando l’aveva vista arrivare un venerdì sera di tre mesi prima. Ora lei si era appena tolta la maglietta rimanendo con un top che poco lasciava all’immaginazione.
Poi aveva notato che Claudia lo stava guardando con insistenza. Normalmente le modelle sceglievano un punto focale e non fissavano il contatto visivo con gli artisti, per ovvie ragioni. Ma stasera...
"State ottenendo ciò di cui avete bisogno?"
Roy e Kitty alzarono la testa.
"Ehm..."
"Uhhhh..."
Poi si guardarono con frenesia. Seguì un silenzio imbarazzante.
"Mi sposto un secondo" Claudia rotolò sulla pancia, incrociando le caviglie in aria. Nessuno sapeva se fosse consapevole dell'effetto che aveva avuto su Roy e Kitty.
Il movimento del suo seno, le pieghe dell’inguine che facevano intravedere il suo fiore.
Kitty sorrise, imbarazzata ma incapace di trattenersi oltre.
"Posso essere onesta con te?" Doveva distogliere lo sguardo da Claudia che finì poi sulla patta di Roy. "Non voglio metterti a disagio, ma veramente, in quella posa sei veramente eccitante ." Si coprì la bocca: perché doveva dirlo come una pervertita?
Claudia si limitò a sorridere e ad alzare una spalla elegante. "Chi di noi non ama essere eccitante a volte?"
"Sì, anch'io", disse Roy, le sillabe che si susseguivano l'una sull'altra. Quando entrambe le donne lo guardarono, lui chiarì: "Voglio dire, sei davvero sexy e spero che tu lo sappia."
Le sue sopracciglia si sollevarono. "Grazie." Alzandosi con un movimento fluido, si avvicinò a loro, senza preoccuparsi di indossare qualcosa. "Posso vedere?"
Kitty guardò le sue Doc Martens.
"Oh merda" disse Claudia. “Accappatoio. Giusto."
“No no no, va bene!” Roy e Kitty urlarono all'unisono e Claudia rise di nuovo. "Se per te va bene, ovviamente," disse Kitty mentre Roy si schiariva la gola. "Non ci importa."
“Se devo essere onesta” disse Claudia, con una mano sul suo adorabile fianco, i capelli che le scendevano a metà schiena, “vi ho tenuto d'occhio per tutto questo tempo. Entrambi. Probabilmente non è un protocollo adeguato, ma...» Lei alzò le spalle.
Iniziò tutto in modo confuso: ripensandoci né Roy né Kitty riuscivano a ricordare chi aveva baciato o toccato per primo. Ci fu un consenso reciproco, prima sotto forma di sussurri, poi di urla soffocate e di gemiti. Questo era quello che ricordavano, e poi arrivarono le note di "Six Underground" degli Sneakers Pimps e quelle voci dolci e allettanti sull'essere aperti a cadere in disgrazia divennero realtà.
Quindi fu il momento della vernice.
Roy era, a torso nudo, mostrava i suoi addominali leggermente scolpiti, da leccare, frutto soprattutto di tutte le scatole che sollevava nel magazzino dove lavorava, e Kitty era ridotta al reggiseno e alle mutandine, le curve in mostra in tutto il loro splendore.
Claudia era distesa sulla piattaforma su cui aveva posato tutta la sera. Il suo kimono di raso rosa era steso sotto di lei, facendo risaltare le sfumature della sua pelle. Tirò Kitty a se in modo che le loro bocche potessero incontrarsi, le loro lingue giocare profonde e frenetiche, mentre le dita agili di Claudia si infilarono nelle sue mutandine, trovando subito il clitoride gonfio e voglioso di Kitty. Cominciò a scoparla con la mano.
"Ehi, mi lasciate cosi?!" disse Roy.
Poi aprì la cerniera dei pantaloncini e abbassò i boxer facendo svettare il suo membro eretto. Si avvicino a Kitty che lo impugno’ e prese ad accarezzarlo su e giù, sempre più forte, il glande violaceo sgusciava senza sforzo dal prepuzio e Claudia, dopo aver portato Kitty a un orgasmo intenso, scese dalla piattaforma, si inginocchiò davanti a Roy e accolse nella sua bella bocca carnosa il cazzo, dando il via a un’appassionato pompino mentre Kitty lo stava ancora masturbando
"Oh, che bella immagine" mormorò Kitty e, senza pensarci due volte, lascio’ il cazzo di Roy interamente a una Claudia molto disponibile, afferrò la tela bianca più vicina e iniziò a catturare freneticamente lo spettacolo che le si presentava.
Kitty poteva sentire l'odore del suo desiderio, i succhi del recente orgasmo, mentre iniziava a dipingere, posseduta dalla propria lussuria e dalla bellezza collettiva che aveva di fronte, mescolando i colori sulla sua tavolozza, spremendo ogni tubetto di pittura a olio proprio come se li stesse facendo venire, come in un bukkake multicolore, con le sue dita che si sporcavano con i colori stessi.
Ora dipingeva le labbra di Claudia avvolte attorno al cazzo di Roy, le sue dita intrecciate tra i suoi capelli, il suo culo in aria mentre lo succhiava.
Kitty sapeva che sarebbe stato il suo miglior lavoro.
"Che ne pensate? Vi piace?" chiese, completamente nuda, rivolta ai due amanti che aveva davanti. Claudia staccò la bocca dall'asta di Roy e annuì, lui colse l’occasione della piccola pausa, e corse via, con un'erezione sussultante, per prendere un preservativo dal portafoglio.
"Ti dispiace se ti do il cambio?" chiese Kitty a Claudia.
Fu ricompensata con un bacio morbido e profondo che sapeva di menta e di maschio.
"Vai avanti, io continuo la tua opera" sospirò Claudia quando staccarono le labbra e tese la mano per prendere i tubetti di vernice che Kitty stava tenendo in equilibrio tra le dita.
Kitty apri con i denti il pacchetto del preservativo, lo srotolo’ sul cazzo di Roy fino in fondo, poi appoggiò le mani sulla piattaforma dando la schiena a Roy, pronta per farsi scopare a fondo.
"Tutto bene, Roy?" chiese Claudia.
"Così bene che non lo immagini nemmeno," grugnì "Pronta?"
Mentre partiva "How Do U Want It" di Tupac, Roy iniziò a scopare Kitty al ritmo delle note, spingendo lentamente e profondamente mentre lei miagolava in modo adorabile.
"Posso giocare anche io?" chiese Claudia. Entrambi annuirono.
La situazione era cambiata.
Inginocchiandosi e catturando la bocca di Kitty con la propria, Claudia spremette i colori nel palmo della mano e iniziò a strofinarli sulla pelle di Kitty in un arcobaleno disordinato. Passò quindi a Roy, strusciando le tette contro la sua schiena mentre lo decorava con nuove strisce di vernice e faceva correre le mani sulle sue cosce e sul suo culo scolpito..
"Siete uno spettacolo," disse con voce soffocata quando Kitty incontrò gli occhi di Claudia.
Seduta di fronte a lei, la modella si sdraiò e spinse i fianchi in modo che la sua figa fosse vicino al viso di Kitty, che non ebbe bisogno di ulteriori inviti ed iniziò a farla godere con la lingua.
Mentre veniva travolta dalla passione dell'altra donna, Claudia toccò il proprio corpo con la vernice rimasta sulle mani, tracciando delle linee quasi tribali, a disegnare la foga di quella notte selvaggia.
La lingua di Kitty era una magia vellutata sul clitoride di Claudia, che presto avvertì l’orgasmo che si avvicinava sempre di più e sentì Roy gridare "Oh cazzo, oh Dio, sto per venire, sto venendo" mentre affondava la sua virilita’ nel corpo di Kitty facendola ansimare rumorosamente.
Quando Claudia sentì quella lussuriosa melodia, mentre la lingua di Kitty roteava impazzita intorno al suo clitoride, emise la più primordiale delle urla. Nello stesso momento Roy scaricò il suo piacere affondando le dita nei fianchi di Kitty che diede suono al suo orgasmo intenso lasciando tutti e tre senza fiato.
L'opera d'arte era finita, la loro creazione artistica era un'emanazione del piacere che li legava, un'opera d'arte effimera che testimoniava la bellezza dell'intimità condivisa tra tre anime libere.
scritto il
2023-11-10
3 . 1 K
visite
3
voti
valutazione
6.3
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Compañero de piso
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.