Quel incontro a Roma

di
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tradimenti

Lui lo avevo conosciuto ad una festa in una tipica serata estiva, calda, umida, in una grande villa ai Castelli Romani, con un bellissimo giardino all’italiana piena di luci soffuse, basse siepi di bosso simmetriche, aiuole piene di fiori, una grande fontana al centro, e vista sulle luci di Roma in lontananza.
Era stato un invito all’ultimo minuto, tramite la mia collega ed amica Francesca, che mi mandó un messaggio appena atterrata "C'è il cugino di Paolo che fa una festa in un posto fichissimo, ci dobbiamo andare! ti vengo a prendere, ti porto a casa, ti cambi e andiamo! Tanto giá sei bella truccata”


Era un compleanno per i 40 anni, quindi le persone invitate erano quasi tutte di quel’etá, amici, parenti, genitori con bambini, qualche teenager, insomma, a parte la villa fichissima, non era proprio il tipo di festa che mi aspettavo, poi sinceramente non so neanche io cosa mi aspettavo, ma drinks e cibo erano buoni.

Mentre camminavo tra gli ospiti, sorseggiando un bicchiere di prosecco, il mio sguardo si incroció con i suoi, lui stava in piedi vicino alla terrazza da dove in lontananza si poteva vedere la città, con tutte le sue luci ed il suo caos.
C'era qualcosa di magnetico in lui, una presenza che sembrava dominare il giardino senza sforzo.
"Buonasera," disse lui, con una voce calda e profonda.
"Buonasera," risposi con un sorriso, alzando leggermente il bicchiere in segno di saluto.
"Non ti ho mai vista a queste feste. Non sei parente di Fabrizio?"
"No, sono venuta con un'amica,"
"E tu? Sei un habitué?"
L'uomo sorrise, rivelando denti perfetti. "Diciamo che conosco bene il padrone di casa. Mi chiamo Gabriele."
"Kitty," , stringendo la mano che lui mi aveva offerto.
Sentì una scossa di elettricità al contatto, una sensazione inaspettata e intrigante.
"Kitty," ripeté lui, come assaporando il nome.
"Sei una studentessa, o lavori già?"
"Lavoro giá, sono una assistente di volo"
“Assistente di volo, interessante”
"E tu?"
"Mi occupo di investimenti immobiliari," disse Gabriele, senza troppa enfasi.
"Ma la mia vera passione è l'arte. Colleziono opere d'arte e odio venire a queste feste”
La conversazione fluttuò con naturalezza, passando a parlare della Spagna, dell'arte, dai viaggi alla musica. Ero affascinata dai suoi racconti, forse perché ero abbastanza naive, non abituata a flirtare con uomini con il doppio della mia età e più parlavamo, più sentivo una connessione crescere tra noi.
La musica in sottofondo cambiò, passando a una melodia lenta e avvolgente. Gabriele mi offrì la mano. "Vuoi ballare?"
Accettai, nella mia mente facevo i paragoni con gli approcci più diretti che si hanno in discoteca, e questa era una piacevolissima novità, ballammo un pó in disparte, quasi nascosti.

Anche se c’erano più di 20 anni di differenza tra di noi, lo trovavo molto affascinante, non bellissimo, ma aveva quel nonsoché che mi aveva attirata, il suo modo sicuro di fare, mi disse quasi subito di essere sposato, senza girarci troppo intorno, che la famiglia era ancora al mare e che sarebbero tornati con l’inizio della scuola.
Forse avrei dovuto lasciar stare, un drink ed un ballo e ciao, avrei potuto cercare divertimento altrove senza complicazioni, ma il suo modo seducente mi stava conquistando.
Tra me e me pensai che per una botta e via non sarebbe stato poi un dramma, non sarebbe stato il primo one-night-stand ne l’ultimo che mi concedevo.
Infatti dopo la festa, accettai il suo invito di accompagnarmi a casa, un bacio appena entrata in auto, una sosta lungo un parcheggio sul lago d’Albano, accanto ad altre auto con vetri appannati, l’eccitazione di una nuova conquista, l’eccitazione di farlo in un luogo pubblico, magari vista da qualcuno.
Così dopo aver riempito un paio di preservativi mi riaccompagnó a casa soddisfatta per la bella serata.
Al one-night-stand che avevo preventivato peró seguirono altri incontri furtivi, ero diventata la sua giovane amante!
Facevamo sesso ad ogni occasione soprattutto in auto, ogni tanto si inventava qualche scusa a casa e mi veniva a prendere dopo il volo serale, e lo facevamo nel parcheggio poco illuminato dell’aeroporto, adorava prendermi con l’uniforme ancora indosso, mi facevo trovare pronta con le autoreggenti e la lingerie che mi comprava, li nei sedili posteriori del suo grande SUV, poi sfruttava anche il suo lavoro di imprenditore immobiliare per portarmi in case od uffici vuoti dove sfruttavamo ogni angolo disponibile.
Il sesso era fantastico, sapeva come far godere una donna anche prima dei preliminari, stavo imparando a distinguere la qualità dalla quantità.
Fu proprio in uno di quegli appartamenti che per la prima volta mi fece capire quanto voleva il mio culo, saperlo vergine era qualcosa che lo eccitava tantissimo.
Dopo una sessione di sesso ed una bella doccia, inizió con un intenso cunnilingus, poi dalla micina passó a leccarmi l’orifizio anale, leccava, succhiava, baciava.
Erano tutte sensazioni nuove per me, lo trovavo strano, ma mi piaceva, poi la lingua si fece più intraprendente con un tentativo di penetrazione, poi cercó di introdurre un dito,ma qui lo fermai.
Il mio culo era un'ossessione per lui a cui dava sempre più attenzione, fino a quella gita a Sabaudia dove lui aveva una villetta per le vacanze.
Arrivammo verso sera, la casa non era stata usata per qualche mese e sapeva di chiuso, il frigo era vuoto, c’erano solo delle bottiglie di spumante, resti di una festa estiva.
“Da bere lo abbiamo, possiamo prendere delle pizze e stiamo a posto”
Dopo aver finito la prima bottiglia di spumante e mangiato ¾ di pizza, ero giá mezza nuda con solo il top ancora indosso, seduta sul sofà, gambe divaricate ed il suo viso tra le cosce mentre mi deliziava con la sua lingua e le sue dita, senza sosta, senza lasciarmi tregua fino a farmi gridare l’anima dal piacere, e farmi provare un intenso orgasmo.
Il tempo di riprendermi e lo invitai ad invertire le posizioni, ero pronta per inginocchiarmi tra le sue gambe, ma mi invitó a rimanere sul sofà, lo assecondai accovacciandomi di lato ed iniziai a soddisfare il mio palato con il suo membro eretto.
Mi tolse anche la maglietta.
Sentivo la sua mano che si appoggiava sulla nuca, accompagnando il ritmo del pompino che stavo facendo e nel frattempo sentivo muovere l’altra mano. Si sentiva un profumo di cocco, poi sentii la sua mano sulla schiena che mi spalmava un liquido oleoso, lo faceva con cura lungo la spina dorsale, sulle scapole, sul bacino, sulle natiche ed i glutei, sfiorando anche l’orifizio anale, fino ad arrivare tra le labbra, umide, sempre vogliose delle sue attenzioni.
Attenzioni che non tardarono a venire, lanciai un piccolo gemito di piacere mentre iniziava a deliziarmi con quelle sue mani da pianista.
Un turbinio di sensazioni lussuriose, il piacere che provavo succhiando il suo cazzo, il piacere delle sue dita dentro di me, l’effetto di leggerezza che mi aveva dato lo spumante, ero in estasi.
Il ricordo di quei momenti è sempre vivo, mi basta chiudere gli occhi per riviverlo come se stesse succedendo adesso.
L´immagine di lui che interrompe il suo massaggio delle mie parti intime, per poi versare ancora olio sulla schiena, sentire il dito tra il solco delle natiche, soffermandosi questa volta sullo sfintere, con dei movimenti circolari me lo massaggiava, poi iniziò ad esercitare un po´ di pressione, fino ad iniziare a penetrarmi piano, sará stata l’eccitazione della serata, la foga e il desiderio con cui stavo facendo quel pompino, l’alcool bevuto, ma ero in uno stato di eccitazione troppo elevato per fermarlo.
Lui si rese conto del mio stato e non perse l’occasione per continuare la sua manovra d’esplorazione.
Era una strana sensazione, l’abbondanza di lubrificante usato e la mia rilassatezza aiutarono a rendere l'esperienza indimenticabile. Lo faceva scivolare dentro e fuori, fastidio e piacere, poi smise, si alzó, mi porse un altro bicchiere di spumante.
“Rimani così, a quattro zampe” si mise dietro di me, fece strusciare il glande tra le mie labbra per qualche istante per farmi eccitare ancora di piú, per farsi supplicare, per sentire quel “¡dámelo!” prima di affondare prepotentemente dentro di me ed iniziare a farmi godere divinamente.
Sentivo le sue mani forti e decise sul mio corpo, sentivo il suo desiderio di possedere il mio giovane corpo quando mi afferrava il mio seno esuberante.
Ero in estasi!
Distratta dall’amplesso, sentii che ritornó con le mani sul culo, altro olio, e sento una maggior pressione “Ahi, fa male”
“Tranquilla, rilassati e godi” mi dice mentre infilo’ tutto il dito dentro, probabilmente il pollice.
Il piacere del sesso si mischia con il quasi piacevole fastidio delle sue dita in questa mia prima doppia penetrazione, anche i miei miagolii di piacere diventarono più brevi, rapidi, più delicati e melodiosi..
Poi si fermo’, sfilo’ il suo pene da dentro di me, protestai “che fai?” ma mi zittí subito con un “Adesso te lo do di nuovo piccola” sentii che si stava posizionando bene dietro di me. Sapevo bene quello che stava per fare, ormai avevamo passato il punto di non ritorno, me lo massaggiò con cura aggiungendo altro olio, poi lo sentii all’ingresso. Provai questo immenso piacere di mettere completamente a disposizione il mio corpo al mio amante, un piacere mentale che alleviava il fastidio fisico mentre inizió a penetrarmi.
Lo sentivo scorrere dentro di me, ogni millimetro del suo cazzo che mi dilatava piano, mentre lentamente ed inesorabilmente abbatteva la mia ultima frontiera del piacere.
Afferrai il cuscino del sofà con forza, cercando di rimanere rilassata mentre mi sodomizzava
Vedevo il riflesso del mio viso allo specchio, la bocca spalancata, come in un grido senza suono, una smorfia di dolore quando la corona del glande stava per varcare la soglia, scorreva senza sosta, il fastidio che iniziava a trasformarsi in piacere, le sue mani sulla schiena, le sue parole rassicuranti, mentre continuava ad entrare in me fino a farlo entrare tutto..
Restó così qualche secondo, forse per godersi il panorama del mio culo non più vergine, e vedevo anche la sua espressione sul volto, un'espressione di trionfo, con i suoi occhi che brillavano di una luce intensa, le sopracciglia leggermente sollevate, un sorriso ampio ed autentico che si allargava sul viso, le labbra tese in una curva che esprimeva felicità, il respiro pesante per lo sforzo e la concentrazione.
Sempre lentamente, riprese a muoversi in direzione opposta, arrivando quasi a farlo uscire tutto per poi fermarsi e spingere di nuovo dentro, leggermente più veloce di prima, ripetendo la sequenza, dentro, fuori, dentro.
“Oddio Kitty, questo culo è sublime, é un'opera d'arte, potrei anche morire adesso” e mi diede uno schiaffo sul sedere.
I suoi affondi si fecero più rapidi, più intensi, la mia mano, come se avesse vita propria, scivoló tra le mie gambe accarezzando la figa imbevuta dalla mia eccitazione e proseguí fino a raggiungere l’orifizio e a sfiorare il membro duro dell’uomo che mi stava sodomizzando la prima volta.
Anima e corpo, il piacere più profondo.
Godevo e godevo, poi all’improvviso l’uscita repentina del suo membro da dentro di me, un urlo liberatorio, il suo piacere che mi bagna la schiena, il collo, i capelli, il suo corpo che si appoggia al mio.
Degli attimi eterni, entrambi assaporando in silenzio le diverse forme del piacere che ci eravamo donati.
Poi una doccia, seguita da altro sesso nella sua stanza matrimoniale di questa casa vacanze, tra le foto di famiglia, senza remore, senza rimpianti, senza vergogna, solo sesso e piacere di un uomo e la su giovane amante.




scritto il
2024-07-05
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