Sara

di
genere
etero

SARA

Gira per casa indossando la giacchetta scura aperta e la sua camicia bianca sbottonato di due bottoni. Sotto nuda, con la sua fessura perfettamente glabra e quel bel culetto quasi piatto.
In mano una tazza di caffè. Si appoggia contro il bordo della scrivania e mi osserva, con quei magnetici occhi neri dietro la montatura dello stesso colore. Pezzi di ardesia pronti ad incendiare e riscaldare l'animo

"Dunque, che si fa?" mi chiede osservandomi dal bordo della tazzina
Lei lo sa che quella esibizione, provoca in me un'esplosione ormonale.
Sono in tuta al PC e, l'interesse si nota quasi subito. Lo sento io, lo vede lei "Finito con la tesi?"
"Un paio di pagine e poi, posso rilassarmi per bene"
"Ah" sospiro
"Ah?"
"Beh, speravo che volessi fare un break ora per rilassarti"
“Ti sembrò rigida?”
“Molto, sì”
Lei finisce il suo caffè e lo poggia sul mobile “Allora” ancheggia verso di me “Vediamo di rilassarci un pochino”
Si siede a cavalcioni su di me, sporgendo e premendo il suo sesso. Mi cinge le spalle e preme le sue labbra sulle mie. Soffici baci, con lievi colpetti della lingua. Le mie mani che si appoggiano e afferrano i suoi fianchi nudi. Lei che si dimena su di me, facendomelo rizzare di colpo. “Scommetto che ti fa male così rigido”
“Malissimo” rispondo
Lei continua a baciarmi e a dimenarsi. Poi, infila le mani nei pantaloni della tuta e lo cerca. E’ così rigido che fatica a districarlo dai boxer. “Ora” me lo guida dentro, una scossa mi percuote il cervello. Lei, impalata si dimena, mi cavalca ma continua a baciarmi. Ci baciamo e mugugniamo. La voglio nuda, la voglio possedere in maniera selvaggia, la voglio e basta
Ma mi trattengo e assecondo a fatica i suoi desideri.
Sto per venire, le batto le dita sui fianchi nudi. Il segnale per farla discostare. Eccola che si inginocchia e me lo ingoia. Mi svuoto felice dentro di lei. Si alza soddisfatta, sembra un gatto che appena bevuto latte dalla sua ciotola. Mi bacia, sento il mio sperma nelle sue labbra.
Si allontana sculettando, lasciandomi lì, con il cazzo moscio

Dieci minuti dopo la raggiungo. Sta battendo sulla tastiera. Io sono con il sesso di fuori. La vedo sorridere. Glielo appoggio sulla spalla, lei piega la testa di lato e si struscia su di esso “Ti ricordi la nostra prima volta?”
“Come potrei dimenticarlo” rammento quell’hotel e quella furia selvaggia in camera sua “La prima, la seconda, la terza… e la decima”
“Ci sono volute dieci incontri selvaggi per farti divorziare da tua moglie e venire a vivere da me”
“Inseguivo un sogno” la bacio sulla spalla
“E lo hai trovato” si alza, mi cinge le spalle, mi bacia. Ancore il sapore del mio sperma “Non sei male per un vecchietto”
“Vecchietto un par di palle” rido baciandola “Abbiamo solo 38 anni di differenza” ridiamo “Ora, che ne direbbe questa giovincella se andassimo di là e facessimo del sesso sensuale e tranquillo?”
“Dico che mi sta bene”
E, magari per il seguito, ci aggiorniamo un’altra volta
di
scritto il
2023-11-12
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