Da qualche parte in New Mexico
di
Alice Ayres
genere
etero
La ragazza si fermó alla stazione di servizio.
La sua auto si spegneva senza motivo, percependo la sua scarsa conoscenza delle macchine.
Scese dall'auto e si mise a camminare in cerca di un aiuto, le macchine correvano sulla strada, senza sosta. Faceva un caldo pazzesco. Alla fine si fermò una vecchia Mustang Shelby rosso scuro. L'uomo all'interno dell'auto le lanciò un'occhiata veloce, le chiese cosa c'era che non andava mentre riempiva il serbatoio.
Era piuttosto bello, aveva uno sguardo serio e delle belle mani. Era diretto a Las Vegas, lei gli chiese se poteva darle un passaggio a casa. "La mamma non ti ha insegnato a non accettare passaggi dagli sconosciuti?" lei scoppiò a ridere "Sei tu che dovresti avere paura”, lui accennó a un sorriso e insieme imboccarono la route 40.
Il viaggio non fu lungo, solo un paio d'ore, non parlarono delle loro vite, piuttosto delle loro passioni.
Lui non chiedeva mai, rispondeva solo alle sue domande. Si stuzzicavano a vicenda, lei osservò che lui non era di molte parole mentre lui le fece notare che, al contrario, lei parlava troppo.
"Vuoi che stia zitta?"
Bastò un'occhiata, lui allungò una mano sulle cosce nude di lei per farle capire che il gioco era appena iniziato. Lei gli sganciò la cintura e si chinò su di lui, slacciandogli i pantaloni mentre lui si concentrava sulla strada con il respiro che si faceva sempre più pesante, lei tirò fuori il suo cazzo e lo segó abbastanza a lungo da farlo diventare duro e infilarselo in bocca, succhiandolo e leccandolo alternativamente al meglio che riusciva.
Trascorse la maggior parte del tempo cercando di non uscire di strada e quando sentì l'eccitazione salire ed esplodere nella bocca di lei, emise un sospiro rumoroso.
Le note di Hurricane e la voce di Bob Dylan si diffusero nell'aria afosa del pomeriggio.
Arrivarono davanti ad una villa ad un piano, gli alberi coprivano le grandi finestre.
"È casa tua?" chiese lui "No" disse lei scendendo dall'auto, mentre valutava se stesse scherzando o meno, lui la seguì verso l'ingresso.
La piscina si trovava nel cortile posteriore, completamente coperta da alte mura. Nel patio su cui si affacciava la piscina c'era un barbecue e un grande tavolo in legno, dall'altra parte c'era un set da giardino e due lettini spaziosi.
La ragazza scomparve per un attimo e tornò con una bottiglia di tequila in mano che appoggió sul bordo della piscina, si spogliò guardandolo negli occhi e si tuffò completamente nuda, invitandolo a seguirla. Lui entrò in acqua mentre lei buttava giù il primo shot.
Si avvicinò a lei, spingendola contro il bordo della piscina e le infilò la lingua in bocca, sapeva di tequila. Lei bevve un altro sorso e gli restituì un bacio passandogli il liquido.
Lui spinse due dita, che divennero tre, nel punto più alto della sua fica, sott'acqua. Lei gemeva, lui le strizzava le tette e le stringeva i capezzoli duri, la sentì tremare mentre veniva.
Lei gli mormorò di uscire dalla piscina, lui si sedette sul bordo di uno dei divanetti con il cazzo ormai duro come una roccia, lei si inginocchió, lo prese in bocca tutto fino in gola tanta era la sua voglia, la testa che andava su e giù al ritmo dei suoi respiri, lui l'afferró per i capelli e lei temendo che lui stesse per venire si alzó "Voglio scoparti, aspetta ancora un pó" disse con il fiato corto, si sistemó sopra di lui dandogli la schiena e spingendo il cazzo dentro di sé, iniziò a muoversi lentamente su e giù, mentre il suo orgasmo colava sul pavimento.
"Girati" la intimó lui, facendola alzare e mettere a pecorina, la penetrò da dietro e con un grugnito cominciò a spingerlo dentro sempre più forte, quando lei urló che stava per venire lui non si trattenne oltre e la inondó.
Si alzarono sudati e bagnati, fecero una doccia veloce in giardino, lei gli porse un asciugamano.
"Grigliata?"
La sua auto si spegneva senza motivo, percependo la sua scarsa conoscenza delle macchine.
Scese dall'auto e si mise a camminare in cerca di un aiuto, le macchine correvano sulla strada, senza sosta. Faceva un caldo pazzesco. Alla fine si fermò una vecchia Mustang Shelby rosso scuro. L'uomo all'interno dell'auto le lanciò un'occhiata veloce, le chiese cosa c'era che non andava mentre riempiva il serbatoio.
Era piuttosto bello, aveva uno sguardo serio e delle belle mani. Era diretto a Las Vegas, lei gli chiese se poteva darle un passaggio a casa. "La mamma non ti ha insegnato a non accettare passaggi dagli sconosciuti?" lei scoppiò a ridere "Sei tu che dovresti avere paura”, lui accennó a un sorriso e insieme imboccarono la route 40.
Il viaggio non fu lungo, solo un paio d'ore, non parlarono delle loro vite, piuttosto delle loro passioni.
Lui non chiedeva mai, rispondeva solo alle sue domande. Si stuzzicavano a vicenda, lei osservò che lui non era di molte parole mentre lui le fece notare che, al contrario, lei parlava troppo.
"Vuoi che stia zitta?"
Bastò un'occhiata, lui allungò una mano sulle cosce nude di lei per farle capire che il gioco era appena iniziato. Lei gli sganciò la cintura e si chinò su di lui, slacciandogli i pantaloni mentre lui si concentrava sulla strada con il respiro che si faceva sempre più pesante, lei tirò fuori il suo cazzo e lo segó abbastanza a lungo da farlo diventare duro e infilarselo in bocca, succhiandolo e leccandolo alternativamente al meglio che riusciva.
Trascorse la maggior parte del tempo cercando di non uscire di strada e quando sentì l'eccitazione salire ed esplodere nella bocca di lei, emise un sospiro rumoroso.
Le note di Hurricane e la voce di Bob Dylan si diffusero nell'aria afosa del pomeriggio.
Arrivarono davanti ad una villa ad un piano, gli alberi coprivano le grandi finestre.
"È casa tua?" chiese lui "No" disse lei scendendo dall'auto, mentre valutava se stesse scherzando o meno, lui la seguì verso l'ingresso.
La piscina si trovava nel cortile posteriore, completamente coperta da alte mura. Nel patio su cui si affacciava la piscina c'era un barbecue e un grande tavolo in legno, dall'altra parte c'era un set da giardino e due lettini spaziosi.
La ragazza scomparve per un attimo e tornò con una bottiglia di tequila in mano che appoggió sul bordo della piscina, si spogliò guardandolo negli occhi e si tuffò completamente nuda, invitandolo a seguirla. Lui entrò in acqua mentre lei buttava giù il primo shot.
Si avvicinò a lei, spingendola contro il bordo della piscina e le infilò la lingua in bocca, sapeva di tequila. Lei bevve un altro sorso e gli restituì un bacio passandogli il liquido.
Lui spinse due dita, che divennero tre, nel punto più alto della sua fica, sott'acqua. Lei gemeva, lui le strizzava le tette e le stringeva i capezzoli duri, la sentì tremare mentre veniva.
Lei gli mormorò di uscire dalla piscina, lui si sedette sul bordo di uno dei divanetti con il cazzo ormai duro come una roccia, lei si inginocchió, lo prese in bocca tutto fino in gola tanta era la sua voglia, la testa che andava su e giù al ritmo dei suoi respiri, lui l'afferró per i capelli e lei temendo che lui stesse per venire si alzó "Voglio scoparti, aspetta ancora un pó" disse con il fiato corto, si sistemó sopra di lui dandogli la schiena e spingendo il cazzo dentro di sé, iniziò a muoversi lentamente su e giù, mentre il suo orgasmo colava sul pavimento.
"Girati" la intimó lui, facendola alzare e mettere a pecorina, la penetrò da dietro e con un grugnito cominciò a spingerlo dentro sempre più forte, quando lei urló che stava per venire lui non si trattenne oltre e la inondó.
Si alzarono sudati e bagnati, fecero una doccia veloce in giardino, lei gli porse un asciugamano.
"Grigliata?"
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