Mutandine, ancora mutandine
di
Chicken1973
genere
feticismo
"Di chi sono queste?"
Laura mi fissa allungando verso di me la mano che regge gli slip neri.
Mi chiedo come sia stato così imbecille da non accorgermi che sporgevano dalla tasca dei pantaloni.
Valuto le varie opzioni.
Infine, l'ADHD in me mi fa propendere come sempre per quella più facile e che meglio conosco.
Confessare.
Così non sarò costretto a cercare di tenere in piedi un castello di menzogne pronto a crollare in ogni momento alla minima spinta.
"Di Paola, sono di Paola"
Ci guardiamo in silenzio.
"Le ho rubate dalla loro cesta dei panni sporchi, stasera, quando sono andato da loro per i vestiti da sci per Giovanni.
Erano poggiate sul bordo della cesta, in bella vista, mentre mi lavavo le mani."
Pausa.
"Davvero? Non mi stai mentendo? Non hai un'amante, vero?"
"No, Laura. Te lo giuro. E Paola non sa che le ho rubato le mutandine"
Laura lascia cadere il braccio lungo il fianco, e sospira.
"Ti ci sei masturbato?"
"No, le ho solo odorate.
Di fretta.
Nel loro bagno.
Mentre Dario cercava i vestiti da neve"
"Sono buone? Di che sanno?"
Resto titubante. Forse non dovrei rispondere a questa domanda. Ma non saprei con cosa rivestire il mio mutismo.
"Sì. Hanno un profumo fantastico. Sanno un po' di pipì. Non troppo forte. Quella fragranza di mare di una intensità che... Deve averle portare non troppo perché non sono eccessivamente odorose, ma si sente chiaramente il profumo della sua... Be'.... Della sua fica.
Le ho annusate un paio di volte.
Immaginare di potermi appropriare del suo profumo me le ha fatte prendere."
Avrei cercato foto di Paola sul cellulare, ne ho diverse tutti assieme, in cui annegare lo sguardo aspirando nel contempo l'odore acre della sua intimità.
Paola che stasera mi aveva salutato dalla porta andando via, strizzata in un semplice abito da casa da cui faceva capolino la linea del seno, su cui cercavo disperatamente di non far cadere lo sguardo.
Laura torna a allungare la mano verso di me, le mutandine tra le sue dita.
"Tieni, riprendile.
Fanne ciò che vuoi.
Ma non puoi masturbarti prima di stasera.
Che mi devi scopare, che ce lo meritiamo.
E se l'odore della sua fica ti piace di più del mio, non dirmelo.
Ma leccamela fino a farmi morire.
Ora vado a fare pipì.
Se vuoi, mi trovi in bagno"
Ho un cazzo di erezione, e la punta del glande lievemente umida.
La seguo.
Laura mi fissa allungando verso di me la mano che regge gli slip neri.
Mi chiedo come sia stato così imbecille da non accorgermi che sporgevano dalla tasca dei pantaloni.
Valuto le varie opzioni.
Infine, l'ADHD in me mi fa propendere come sempre per quella più facile e che meglio conosco.
Confessare.
Così non sarò costretto a cercare di tenere in piedi un castello di menzogne pronto a crollare in ogni momento alla minima spinta.
"Di Paola, sono di Paola"
Ci guardiamo in silenzio.
"Le ho rubate dalla loro cesta dei panni sporchi, stasera, quando sono andato da loro per i vestiti da sci per Giovanni.
Erano poggiate sul bordo della cesta, in bella vista, mentre mi lavavo le mani."
Pausa.
"Davvero? Non mi stai mentendo? Non hai un'amante, vero?"
"No, Laura. Te lo giuro. E Paola non sa che le ho rubato le mutandine"
Laura lascia cadere il braccio lungo il fianco, e sospira.
"Ti ci sei masturbato?"
"No, le ho solo odorate.
Di fretta.
Nel loro bagno.
Mentre Dario cercava i vestiti da neve"
"Sono buone? Di che sanno?"
Resto titubante. Forse non dovrei rispondere a questa domanda. Ma non saprei con cosa rivestire il mio mutismo.
"Sì. Hanno un profumo fantastico. Sanno un po' di pipì. Non troppo forte. Quella fragranza di mare di una intensità che... Deve averle portare non troppo perché non sono eccessivamente odorose, ma si sente chiaramente il profumo della sua... Be'.... Della sua fica.
Le ho annusate un paio di volte.
Immaginare di potermi appropriare del suo profumo me le ha fatte prendere."
Avrei cercato foto di Paola sul cellulare, ne ho diverse tutti assieme, in cui annegare lo sguardo aspirando nel contempo l'odore acre della sua intimità.
Paola che stasera mi aveva salutato dalla porta andando via, strizzata in un semplice abito da casa da cui faceva capolino la linea del seno, su cui cercavo disperatamente di non far cadere lo sguardo.
Laura torna a allungare la mano verso di me, le mutandine tra le sue dita.
"Tieni, riprendile.
Fanne ciò che vuoi.
Ma non puoi masturbarti prima di stasera.
Che mi devi scopare, che ce lo meritiamo.
E se l'odore della sua fica ti piace di più del mio, non dirmelo.
Ma leccamela fino a farmi morire.
Ora vado a fare pipì.
Se vuoi, mi trovi in bagno"
Ho un cazzo di erezione, e la punta del glande lievemente umida.
La seguo.
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