La psicologa parte 0
di
Maschiobeta
genere
dominazione
Erano settimane che lui era riuscito ad aprirsi con lei, la sua psicologa. Era riuscito a confessarle tutto. Era partito dal racconto dei tradimenti della sua fidanzata, poi era riuscito ad ammettere che era eccitato dal modo in cui lei lo umiliava, in pratica senza più nascondere a nessuno il suo amante. Lei lo ascoltava e lo aiutava ad accettare la sua dinamica di eccitazione, all’inizio ascoltandolo ma con il passare del tempo, lei aveva sempre più portato i pensieri di lui dove lei voleva, cioè verso la totale accettazione dei suoi istinti, almeno così a lui sembrava e ogni settimana, solo con lei, lui confessava tutto: confessava di essersi toccato pensando alla sua ragazza che lo stava tradendo, confessava di sentirsi insicuro per il suo pene al di sotto della media sia come lunghezza che come larghezza, le confessava una attrazione per i piedi e anche di desiderare leccare la propria ragazza dopo i rapporti con gli altri uomini. La sua parte virile si ribellava ma solo dopo che l’eccitazione spariva, a volte si era ritrovato eccitato durante le sedute e lei lo aveva certamente notato. Il suo pene era piccolo e poteva non essere notate da eretto ma lui ormai andava alle sedute son una tuta che non poteva nascondere l’erezione e soprattutto era sempre più coinvolto nell’intelligenza di lei, nel suo modo che iniziava ad apparire uno sgridarlo e la sentiva così potente e bella e dominante che avrebbe desiderato sapere qualcosa della sua vita privata, dei suoi desideri. Non poteva fare altro che aprirsi più che poteva, non poteva chiedere, non poteva dirle che era sempre più attratto da lei, poteva solo andare alla radice della sua umiliazione, dei suoi pensieri imbarazzanti, donare a lei questo e liberarsi. Ma un giorno durante la seduta affrontarono il problema della loro relazione, lei gli fece delle domande a cui lui rispose con sincerità, lei gliele fece dopo che lui confessò un problema di attrazione nei suoi confronti. Prima lei le disse che era il trasfert, che era normale, lui si tranquillizzò e la mise a conoscenza di dettagli.
“Parlami di questa attrazione per me”
“In che senso? Dico quello che capisco dei motivi o proprio i pensieri che faccio?”
“Come vuoi”. Lei era tranquilla, staccata ma non fredda, lui si sentì nelle condizioni di potersi aprire anche su quel punto.
“Mi sono toccato pensando a situazioni con lei”
“Che pensieri hai fatto?”
“Di dominazione”
“Puoi essere più specifico?”
Lui pensò che fosse importante per la terapia, che era una occasione per capire delle dinamiche, le disse tutto ma iniziò con cautela.
“Mi immagino di baciarle i piedi, in ginocchio”
“Stando nudo?” lo disse con assoluta tranquillità
“Sì” si prese una pausa poi continuò
“Ma c’è altro, mi immagino non solo la situazione erotica, mi immagino sempre che stiamo insieme, desidero questo, mi eccita pensare che sei la mia ragazza”
“Forse è meglio se mi dai del lei, comunque continua”
“Scusi” dopo questo scusi sentì un formicolio incontenibile alla base del pene, qualcosa di molto profondo, era una sensazione bellissima di eccitazione ma nel desiderio di inglobare il proprio pene invece di esibirlo esternamente, si sentiva eccitato alla base, come se avesse una vagina anzichè un pene, l’erezione arrivò potente, incontenibile, lei forse la notò.
“Te la senti di continuare o sei troppo agitato?”
Queste sue frasi non aiutavano, la sentiva sempre più in controllo e questo rendeva lui sempre meno in controllo di se.
“Si continuo. Mi immagino che lei mi dica di uscire di casa perché sta arrivando il suo amante molto dotato e maschio, l’istruttore della palestra che la segue e che ho conosciuto. Lei mi aveva parlato di quanto si sente eccitata quando lui la tocca per fare gli esercizi e che adesso l’ha invitato dicendogli che io non ero un problema, che mi toglievo di torno per un po'".
“Molto interessante” e poi che succede?
E poi avvenne l’impensabile. Venni, senza toccarmi, solo al pensiero che stavo raccontando questo a lei che era così bella e potente. Lei si sedeva davanti a lui quando era sul lettino, fece una faccia stupita, non riuscì a trattenere quello stupore. Lui si girò dall’altra parte, immobile, non riusciva a dire nulla o fare nulla, era annichilito di fronte a questa eiaculazione inaspettata, la macchia nella tuta era evidente, era stata una eiaculazione potentissima, veniva dal profondo.
“Tutto bene?”
Lui restò in silenzio.
Poi lei fece una cosa ai suoi occhi inaspettata, non stemperò l’imbarazzo della situazione ma anche se per forza doveva sapere che ora lui non aveva più nessuna eccitazione, lei lo incalzò con domande su questo avvenimento senza consigliargli di andarsi a pulire, anzi, gli fece fare tutto il resto della seduta con il bagnato dello sperma nelle mutande.
“Ti capita spesso questa totale assenza di controllo?” sembrava volere sottolineare la inadeguatezza della cosa, la sua assenza di controllo virile.
“Sei venuto senza neanche un contatto”
“No, non mi era mai capitato”
“Questo è interessante, è chiaro che questa dinamica ti eccita troppo, fa parte di te, devi esplorarla, ti era mai capitato di venire senza erezione?”
“Ma io avevo una erezione”
“Oddio scusa, non mi sembrava che fosse eretto, perdonami”
Lui era ancora annichilito, ma stava nascendo di nuovo l’eccitazione, era impossibile, così presto? In quella situazione? Allora si umiliò con lei.
1
voti
voti
valutazione
8
8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto sucessivo
La psicologa 1
Commenti dei lettori al racconto erotico