La psicologa 4

di
genere
dominazione


Ero felicissimo di tornare da lei per la seduta successiva, mi era masturbato tanto pensando a quello che era successo e a come sarebbe essere davvero il suo ragazzo ma razionalmente sapevo che era impossibile, che era tutto all’interno di una terapia specifica e che non avevo nessuna speranza con lei. Ero turbato, in settimana mi ero sentito strano e mi era capitato di essere in intimità con una mia ex amante ma era andata malissimo, non ero riuscito ad avere una erezione completa e ora mi sentivo confuso. Quando la vidi mi venne un tuffo al cuore piuttosto destabilizzante e sentii forte disagio. Lei sembrava più staccata del solito quando mi dette l’ordine solito di togliermi tutti i vestiti, mi guardava poco, sentii forte disagio a spogliarmi ma lo feci lo stesso, rimasi in piedi completamente nudo mentre lei andò a mettere tutti i miei vestiti nell’altra stanza, quando tornò mi squadrò velocemente dicendomi che potevo sdraiarmi sul lettino, mi chiese se avevo freddo. “No” le risposi. “Bene” mi disse lei. Io mi sdraiai. “Come avrai capito, visto che sei intelligente (quel complimento mi rese molto felice al punto che sorrisi quasi imbarazzato), averti nudo mi aiuta a interpretare il tuo stato emotivo, basta guardare il pisellino per capire se sei eccitato oppure a disagio, mi spieghi come mai ora è così piccolo? Sembra che voglia sparire da tanto che è ritirato” Era difficile risponderle, in quel momento avrei voluto che nessuno mi vedesse ma capivo che era parte della terapia questa fase difficile. “Non lo so, mi sento confuso e a disagio” non mi venne altro. “E’ incredibile quanto fai tenerezza con il pisellino in questo stato, ti è mai capitato che una donna ti vedesse come sei ora e te lo facesse notare?” “Sì, ricordo bene una volta che successe” “Me la racconti?” “Era una mia amante, dopo il sesso eravamo nudi e lei si era ritrovata a guardarmi e a toccarmi, notai un certo stupore nel vedere che il pene si era rimpicciolito così tanto, penso che ci pensò un po’ se dirmelo”
“Normale, noi donne sappiamo che siete molto insicuri e che se diciamo una parola sbagliata sul vostro pene ci giochiamo le successive scopate”
“Mi è sembrato che fosse così stupita da non riuscire a trattenersi dal dirmelo e quindi, buttandola sul ridere mi fece notare che adesso avevo un pene davvero minuscolo, e lo diceva mentre lo toccava, sentivo che pensava a quanto fosse curioso così piccolo e che così non ne aveva mai visti”
Come ti ha fatto sentire?”
“Debole, in difficoltà. Però ricordo che non mi sono coperto, anzi, glielo mostravo anche se me ne vergognavo, mi sembrava diventasse sempre più piccolo, pensavo che sicuramente lo avrebbe detto alle amiche”
“E ti dava fastidio?”
“Molto, come avrei potuto continuare la mia lotta per mostrarmi virile se tutte le ragazze mi ridono alle spalle sapendo che ho un pene minuscolo”
Ci fu un po' di silenzio, neanche mi accorsi che mi era venuta una erezione completa, lei mi guardò e sorrise.
“Ma ora hai capito che invece è meglio se tutte sanno del pisellino?”
“Sì”
“Mi dici perché?”
Perché è quello che sono, perché è stupido competere nella virilità se mi masturbo pensando sempre a situazioni da beta, perché al di là del pene, il punto è che per trovare la donna giusta per me, devo fare sapere al mondo che io sono un uomo che subisce la virilità degli altri maschi e che accetta il tradimento senza problemi, che non potrò mai fare sentire una donna dominata dalla mia forza ma che posso farla sentire protetta, amata e coccolata con devozione totale”
“Molto bene, guardati il pisellino. Lui è da tempo che l’ha capito, guarda come è duro quando dici queste cose”
“Si, hai ragione.”
“Non troverai mai la donna per te se ti ci avvicini facendo l’alfa per finta, poi lei non capirà che succede quando si accorgerà che preferisci baciarle i piedi e farti toccare piuttosto che sbatterla al muro o mettere la sua testa tra le tue gambe per un pompino, scusa la schiettezza ma è per capirci, queste cose falle fare ai maschietti alfa. Sei d’accordo?”
“Sì, totalmente”
A proposito, ricordi i due compiti che ti ho dato? Ma ti vedo turbato, cosa c’è?”
Ero al limite dell’eccitazione, non riuscivo a trattenermi dal sollevare un po' il bacino, ero certo che se lei mi avrebbe sfiorato il pene sarei venuto all’istante, avrebbe potuto contare fino a cinque e sarei venuto a comando. Mi aprii ancora a lei, cercando di esprimere il mio stato e i miei desideri.
“E’ che ora mi sento eccitato.”
“Vorresti venire?”
“Sì”
“Capisco ma dobbiamo fare un importantissimo progresso. Cerco di spiegarmi perché credo sia fondamentale per il tuo benessere. Tu stai facendo molti progressi ma credo che tu non abbia capito ancora una cosa. Essere un beta vuole dire anche non avere la pretesa di essere soddisfatto, prova a ragionare su quello che mi hai detto. Se ti ecciti a essere docile, una persona docile può pretendere di esprimere la sua carica sessuale con virile prepotenza solo perché in quel momento è eccitato?”
No ma credo che nessun uomo possa farlo, che in generale essere eccitati non ci autorizza a niente nel rapporto con una donna”
“Esatto, molto bravo. Però nel gioco di un rapporto con un alfa a noi donne piace sentire la prepotenza virile, è eccitante far venire un uomo dominante e essere lo strumento per suo piacere, ma tu, per il rapporto che stai cercando, saresti amato per la tua attenzione verso la tua donna, non per le tue doti virili. Devi imparare a mettere il piacere della donna al primo posto ed ad accettare che lei vorrà sentire di controllarti proprio decidendo quando e come potrai avere un orgasmo”
Lei si rese conto che stava andando troppo oltre, che stava dicendo quello che avrebbe voluto lei, si chiese se questo fosse in linea con l’etica e con le regole che si era data. Cambiò un po' il tiro senza aspettare la mia risposta per ricondurre la seduta dentro i binari che aveva tracciato.
Sentì quanto fosse attraente il fatto che io docilmente avevo messo da parte la prospettiva di venire, ero così totalmente manipolabile ai suoi occhi, sapeva che doveva stare attenta a non farsi troppo prendere da questa tenerezza così ostentata, ero così indifeso con l’erezione completa e le guance rosse, lei sentì che era incredibilmente bagnata.
“Hai fatto le due cose che ti avevo chiesto?”
“Sì.” Si riferiva ad andare in palestra e vedere gli altri maschi nudi e a dire a tre mie amiche che ero minidotato.
“Dimmi”
“Sono andato un po' in palestra, non molto. Ogni volta ho pensato a lei”
“In che senso?”
Mi piacque tantissimo dirle quello che stava per uscire dalla mia bocca.
“Lei mi vede nudo ogni settimana ormai e ogni volta che faccio un peso penso che potrebbe servirmi per migliorare il mio corpo nudo per essere più piacevole da guardare per lei”.
Questo complicò la situazione del suo essere bagnata.
So che non posso diventare granchè ma almeno migliorare o farle vedere che ci provo”.
Anche questa frase non migliorò lo stato della sua vagina, non disse nulla e lo lasciò continuare.
“Sotto la doccia ho visto i fisici degli uomini che sono lì e alcuni di loro nudi nelle docce, è strano come per tanti anni il mio cervello mi abbia impedito di mettere a fuoco che sono praticamente sempre il meno dotato”
“Hai anche fatto l’altra cosa?”
“Dire a tre amiche che sono minidotato?”
“Sì”
“Quasi. Ero a pranzo nella pausa con tre colleghe. Una più grande e due più giovani, una delle ragazze giovani è molto disinibita e capita che dica cose sul versante sesso. Mentre ero lì con loro a mangiare pensavo al compito che mi aveva dato e a come poter dire la cosa del mio pene ma non sapevo come fare. Lanciare direttamente una domanda sulle dimensioni mi sembrava inappropriato e forzato.
Probabilmente ero più pensieroso del solito e me lo fecero notare, mi uscì senza pensarci troppo che ero un po' giù per via di una cosa che non era andata benissimo con una ragazza. In effetti due giorni prima avevo avuto un incontro di sesso, con una mia ex, dove non avevo avuto una erezione completa. Forse dovremmo parlare anche di questo, è stata una cosa che mi ha fatto pensare.”
“Certo, prima finisci questo racconto”
“Dunque, ovviamente mi chiesero di più sulla mia serata e io ridendo dissi che ero stato a letto con una ma non ero stato granchè per via di troppo alcol, in pratica feci capire che avevo avuto problemi di erezione ma in modo leggero, giustificandomi, non credo di aver passato emozioni pesanti, era un buttarla sullo scherzo. Loro erano divertite e la ragazza più grande mi ha detto che bastava riprovarci e che mi avrebbe dato una seconda possibilità, che sarebbe andata meglio con meno alcol.
La ragazza disinibita fece allora una battuta, disse che darmi una seconda possibilità dipendeva un po' dal potenziale che la ragazza poteva aver visto in me. La grande difese la sua posizione dicendo che una seconda possibilità si da sempre. A questo punto a sorpresa si intromise la terza ragazza, di solito più discreta e timida che sposò la posizione della coetanea dicendo che una defaillance si poteva accettare ma che un’altra possibilità si concede se comunque si sente intesa, se il bacio funziona, se l’uomo dimostra di essere bravo e delicato. A questo punto l’altra la interrompe ridendo dicendo: “e si da anche se si vede che la merce è interessante” facendo chiaramente riferimento alle dimensioni del pene. Tutte fanno una risata e io senza pensarci intervengo subito dicendo: “speriamo che quello non l’abbia valutato perché io ce l’ho piccolo!”
Loro ridono ma non sanno bene se ho scherzato.
“No davvero, non posso farci niente, è proprio piccolo”.
"Ma dai, non ti buttare giù, di sicuro esageri! Sarà normale.” A quel punto non era ancora chiaro se stessi scherzando o se stessi davvero esplicitando un mio problema, la donna più grande sembrava tra le tre la più attenta a capire perché lo avessi detto, probabilmente era un po' stupita della mia confessione mentre le altre due sembravano averla presa più serenamente al punto che mi chiesero quanto fosse piccolo, scherzandoci su. Io risposi che come facevo a spiegarlo. “Beh è così o così” mi disse quella disinibita facendomi due segni di misura con il dito. Lei sembrava piacevolmente divertita dalla piega della discussione. Il primo segno che mi aveva fatto saranno stati 5 cm “No dai, come potrei averlo così piccolo da duro!” Poi la discussione virò su altre cose, in modo repentino e non mi sembrò il caso di ritornarci sopra.”
“Molto bravo, sei stato molto bravo. Come ti fa sentire che ora lavori con donne che sanno di te? Sai che non sanno solo che lo hai piccolo, sanno anche che sei un beta, nessun alfa avrebbe fatto questa cosa”.
Non so, mi devo abituare alla cosa, mi fa sentire un po' nudo”
“Sei stato davvero molto bravo, sei riuscito a dire a tre donne del tuo pene e del tuo essere beta, io intendevo a tre donne in momenti diversi, per questo ti avevo dato più tempo ma va bene anche così, hai fatto tre in un colpo solo. Credo sia giusto darti un rinforzo positivo, un premio per quello che hai fatto”
Nella mia testa fu chiaro cosa chiederle, fu come una rivelazione improvvisa e un desiderio fortissimo. Sapevo che non potevo chiederle di dirmi qualcosa di lei, avrei voluto sapere tutto sulla sua vita sentimentale e sessuale ma sarebbe stato un uscire dalle regole. Allora feci la richiesta che avevo in mente, vergognandomene un po' e timoroso che sarebbe stato inopportuna.
“Vorrei vedere le sue tette”
Lei sembrò stupida dall’audacia della mia richiesta e rispose non subito: “Perché?”
"Non esiste nulla nell’universo che sarebbe più eccitante vedere per me. So che non posso toccarle, che abbiamo delle regole ma anche perché sono per altri maschi, non per un beta come me. Ma anche solo vederle sarebbe una emozione immensa”.
Era bello essere oggetto di tanta sincera venerazione, non stavo cercando di portarla a letto con lusinghe, ero solo un maschietto che ammetteva un desiderio fortissimo per lei e il suo seno.
“Però dobbiamo legare questa cosa a qualcosa di utile per il trattamento, oltre al rinforzo positivo che già avresti con la mia approvazione. Ora mi slaccerò la camicetta e ti farò vedere le mie tette ma non potrai toccarti in alcun modo. Lo potrai fare solo quando sarai a casa, devi imparare che non sei tu a decidere quando venire.”
Lo fece, si slacciò la camicia e tolse il reggiseno, il suo seno nudo era davanti a me, nulla mi era mai apparso così perfetto e desiderabile, sentivo che sfiorarlo sarebbe stato una emozione talmente enorme da essere ingestibile.
Lei lo vide nel mio sguardo, ormai era talmente bagnata che temeva che me ne sarei accorto, che anche solo l’odore della sua eccitazione non potessi non sentirlo. Era meraviglioso vedere un uomo tanto attratto, era meravigliosa sapere con una certezza assoluta che se fossi stato il suo compagno non avrei mai cercato altro oltre lei, che avrei voluto solo lei anche se fosse tornata da una notte di sesso con altri due uomini, e quasi venne pensando che avrei probabilmente accettato di starle a fianco anche se lei fosse stata ingravidata dal suo capo o da qualunque altro uomo più virile di me. Non mi fece capire il suo stato emotivo, restò a seno nudo e mi chiese perché con la mia amante fosse andata male.
“Perché mi chiedeva di fare sesso da alfa e perché io preferisco toccarmi pensando ad annusare i suoi piedi o guardare il suo seno piuttosto che scopare un’altra donna. I capezzoli erano durissimi e dal mio pene stavano scendendo goccioline di liquido.
Mi ridiede i vestiti dandomi appuntamento alla prossima settimana. Per fortuna non aveva altri pazienti dopo, poté sdraiarsi sul letto e fu lei, stavolta, a toccarsi con un impeto che non ricordava di aver provato da molto tempo. Dopo pensò che la terapia non era più controllabile, che era troppo coinvolta.
scritto il
2023-12-18
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