Il bull muratore 4

di
genere
tradimenti

Nei giorni successivi i lavori mi sembravano un po’ in fase di rallentamento, io ero via e la sera tornavo sempre con lei raggiante come non l’avevo mai vista, la prima sera mi disse che avevano iniziato a farlo, ero un po’ titubante a dirlo ma il senso di colpa mi sembrava lieve, predominava la soddisfazione nell’averlo sedotto e probabilmente la soddisfazione di aver goduto per tutto il pomeriggio con un corpo attraente. Via via si sciolse e mi raccontò qualche particolare ma la sentivo frenata e il clima era un po’ di imbarazzo, io non volevo che si sentisse in colpa, continuavo a dirle che ero contento che stesse bene e parlavamo di cose legate all’essere genitori, togliendo l’attenzione dal fatto che poi andavamo a dormire nello stesso letto dove lei poco prima si era fatta scopare da un altro. Avrei voluto sapere tutto ma in me dominava la volontà di essere premuroso, di rispettare i suoi tempi, di non forzarla a dirmi se non ne aveva voglia, era assurdo. Era come se non volessi turbarla, forse non volevo che smettesse di farlo con lui a causa della mia insistenza nel voler parlare, o forse era come una doppia umiliazione il fatto che neanche mi dicesse cosa fosse successo, il fatto che oltre al diritto di scoparselo avesse il diritto di farlo con segretezza. La prima sera cambiò le lenzuola ma poi capì che non poteva farlo tutti i giorni e senza parlarne fu chiaro che avremo dormito dove poteva esserci l’odore di lui ancora presente, come un marchio sul mio letto nuziale. Più passavano i giorni e più non si preoccupava di nascondere i segni della loro scopata: asciugamani dove si pulivano e segni di sesso nelle lenzuola erano sempre più in bella mostra. La seconda sera le chiesi appunto dell’asciugamano nel letto, se dovessi metterlo a lavare, lei mi rispose tranquillamente di sì, che l’avevano usato per pulirsi dopo il sesso. La terza sera ormai era sicura che accettavo tutto e mi confermò che per quanto riguarda il pene di nostro figlio, potevamo stare tranquilli: sarebbe stato molto apprezzato dalle donne. Io provavo una attrazione per lei pazzesca, sapere che la stava scopando lui me la rendeva una specie di dea, una donna sessualmente forte e desiderabile, aveva negli occhi la soddisfazione della femmina appagata, era strano non essere io la fonte del suo piacere.
Lei vedeva che qualcosa della sua forza mi incuteva soggezione e timore, quella sera le venne voglia di esercitare il suo potere.
“Vieni qui, spogliati”
Eravamo sdraiati nel letto in un momento molto intimo, lei con mutandine e reggiseno, io completamente nudo
“Non ce l’hai con me per quello che sto facendo proprio in questo letto con un altro uomo?”
“no tesoro, capisco che lo fai per noi”
“sei un vero tesoro, sento proprio che lo accetti, è molto bello, mi fa sentire molto amata, grazie”
“sono contento di questo”
“devi stare tranquillo, io sono la tua donna, non vado da nessuna parte, amo te”
Mi sentivo stranamente protetto ma allo stesso tempo in imbarazzo. Era come se stessi tradendo il mio essere maschio, se stessi accettando una cosa totalmente tabù, stavo facendo una cosa che mi avrebbe trascinato nel ridicolo se i miei amici lo avessero saputo, in pratica mi stavo affidando totalmente a lei, alla sua comprensione e alla sua discrezione. Inoltre era come se avessi perso ogni possibilità di avere altre donne: quale donna avrebbe accettato un beta che permette alla propria donna di scopare un altro nella loro casa, nel loro letto? Quindi ero suo, incapace perfino di trovare la forza virile per tradirla, ero suo e mi piaceva tanto.
“Puoi chiedere se vuoi, se hai delle curiosità su come lo facciamo, su come è lui”
Lei aveva la mano sui miei testicoli, non sul pene, teneva i testicoli dolcemente, pensai che il pene adesso non le interessava molto, ora ne aveva un altro, volevo sapere come era.
“senti… ma lui sotto come è?”
“intendi il pene?”
“si”
“sicuro che lo vuoi sapere? Ti eccita avere un confronto?”
Mi stava aprendo come un libro, metteva il dito proprio nell’umiliante volontà che avevo di sentirmi inferiore, sembrava del tutto infuocata da questa possibilità, dal potere che sentiva di avere su di me, era sicura, come mai nella vita che ero suo e per avere questa sensazione aveva dovuto semplicemente farsi scopare da un figo che sapeva come farlo, lo trovava pazzesco e ne era inebriata.
“si, voglio sapere quanto è più di me”
Avevo il pene duro ma era come una erezione timida, era molto strano, ero eccitato ma il mio pene aveva anche una specie di bisogno di rimpicciolirsi, come succede quando provi paura.
Lei portò l’altra mano vicino al mio pene e mi fece vedere la differenza
“arriva fino a qui direi”
Erano parecchi centimetri di differenza
“Poi il tuo è molto più “magro”, il suo è molto più largo”
Questa certificazione di inferiorità mi liberò da ogni freno
“Cos’altro ti eccita di lui?”
“L’odore, voglio dire mi piace il suo torace di uomo e i muscoli ma quello che mi fa partire di testa è sentire l’odore, di solito lo facciamo quando lui è sudato, scusa, forse questi particolari dovrei piuttosto raccontarli a marika, forse sono troppo pesanti per te”
“Ne hai parlato con marika”
“dai certo, lo sai. Dice che sei l’uomo perfetto”
Poi mi prese la mano e la portò sul mio pene, voleva che mi segassi davanti a lei, lei continuava a tenermi le palle.
Affondava il naso tra le mie ascelle
“mi piace anche il tuo di odorino, tanto”
“annusi anche lui come stai facendo con me?”
“si, è un odore diverso, sono tutte e due odori bellissimi”
“Dimmi cos’altro gli fai”
“forse è meglio che per oggi basta, alcune cose forse sarebbero difficili per te, sei già stato molto bravo stasera”
“ma è bravo? Voglio dire ci sa fare? Raggiungi l’orgasmo con lui”
“sì è bravo, sì, raggiungo sempre l’orgasmo, ti da fastidio saperlo?”
Ci pensai, poi risposi:
“no, sono felici che hai momenti belli con lui”
“sei un tesoro, ti amo”
Poi mi venne una voglia pazzesca di fare sesso, non so, forse volevo provare a fare meglio di lui o forse volevo certificare la mia inferiorità. Allora timidamente lo dissi:
“Facciamolo, voglio mettertelo dentro”
Lei mi guardò dolcemente
“tesoro, meglio di no, ho il suo seme dentro di me adesso, durante questo periodo voglio avere solo il suo, scusa ma lo sai che è giusto così”
Voleva proprio che il padre fosse lui, voleva il suo patrimonio genetico.
“però puoi leccarmi dopo, mi stai eccitando da morire”
“hai ragione, scusa se te l’ho chiesto, è giusto che solo il suo seme sia dentro di te, poi oggi hai provato il suo, il mio non lo sentiresti nemmeno” ero vicino all’orgasmo, avevo perso i freni inibitori
Lei rise “cavoli dai non esagerare, sento anche il tuo” ma lei capì che questo senso di inferiorità mi eccitava e mi disse “quando mi scopa mi sento piena come non mi ero mai sentita ma nulla mi eccita di più di sapere che tu lo accetti e mi vuoi anche se mi faccio scopare da lui” anche lei aveva perso i freni.
“puoi scoparlo ogni volta che vuoi”
“davvero?”
“si”
“ora conterò fino a 10 e voglio che al 10 tu venga, poi dopo voglio che tu mi ridica quello che hai detto adesso, voglio che tu me lo dica non da eccitato”
“cosa?”
“che posso scoparlo ogni volta che voglio”
Contò fino a 10 e al 10 venni, perfettamente a tempo, mi sentivo umiliato, con il mio seme sulla pancia e la sua mano che mi stringeva le palle. Non avevo più nessuna voglia di dirle quella frase, lei mise due dita dell’altra mano sulla cappella, provai dolore e mi fece saltare.
“cosa mi devi dire adesso?”
Era quella la prova ultima e la più difficile: darle il pieno e umiliante permesso non da eccitato, certificando la normalità dei suoi nuovi diritti anche al di fuori di un gioco erotico.
“Puoi scoparlo ogni volta che vuoi” fu liberatorio e cambiò per sempre tutto.
Bravo, ora leccami, mi hai eccitato da morire.
scritto il
2023-12-24
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