Leggende di Lomellina 3 – Tra realtà, fantasia e un pizzico di sesso
di
Vandal
genere
etero
Leggende di Lomellina 3 – Tra realtà, fantasia e un pizzico di sesso
Giulia che si abbandona al mio impeto, asseconda i miei movimenti, la pelle nuda che aderisce perfettamente, le punte dei capezzoli che sfregano quasi graffiandomi. Così fresca e piena di passione. Le sue grandi labbra si dischiudono, mi assorbono. Insieme danziamo i passi dell'amore. Baci, carezze, coccole. Tra le lenzuola dell'hotel Pino, ora contempliamo il soffitto di quel pomeriggio sfrenato "La sai la storia del contadino vicino al cimitero?"
"No ma, ho l'impressione che tu voglia raccontarmela" dice lei premendosi contro di me
"C'era una volta un contadino. Come ogni mattina, si alzava presto la mattina per andare a controllare che, nei suoi campi, andasse tutto per il meglio. I campi erano situati dietro il cimitero.
Una mattina come tante, stanco per un lavoro appena compiuto presso una sponda di un fosso, sentì una voce da corvo che gli dava il buongiorno. Lui, soprapensiero, si volse ma, non vedendo nessuno, scosse la testa come se avesse avuto le traveggole.
Al che, il saluto si ripeté, più stridulo e lui seppe che veniva da dietro i cancelli del cimitero. E non vedeva nessuno. Allora si spaventò e corse via, a casa, lasciando badili e zappe nel campo.
Passano alcuni giorni e il figlio del contadino, per le vie del paese, incrocia il becchino del paese. Dopo i primi rapidi convenevoli, il becchino chiede al giovane "Ma suo padre sta bene? E' un po' che non lo vedo"
"Guardi, gli è accaduto un fatto strano. L'altro ieri se ne stava a lavorare nei campi come faceva sempre e, ad un certo punto, una voce spettrale lo ha salutato. E lui si è fatto cogliere dalla soggezione ed è scappato via a gambe levate. Non ne vuole sapere di uscire di casa"
"Oh signore, mi spiace tantissimo" fece il becchino "Ma mi sa che è stata colpa mia"
"Colpa sua?"
"Sì, vede, io e suo padre non ci siamo mai parlati direttamente. Lo vedevo lavorare nei campi la mattina presto quando io facevo il giro delle Colombaie. In tutti questi anni non gli ho mai parlato o scambiato due chiacchiere. Ma, l'altro ieri, capitò che lui stesse lavorando al fosso che passa proprio dietro la strada dei cancelli posteriori. E allora mi son permesso di salutarlo e dargli il buongiorno. E l'ho visto che se ne andava via come se avesse visto un fantasma" e scoppiò a ridere
"No, ma davvero?" fece sgomento il figlio del contadino. E tutti e due si misero a ridere come beoti in mezzo alla strada attirando la curiosità della gente
"Ah, ma questa non è una leggenda di fantasmi"
"No, ma è una storiella divertente che una volta sentii raccontare da una signora in paese" sorride
Giulia mi afferra il sesso. Si sta rianimando poco a poco. lei sorride e comincia a giocarci come se avesse tra le mani un pupazzo di stoffa "Hai qualche storia vera?"
"Ah, dopo il secondo round ci facciamo due bei panini al Vittoria e poi ti porto a conoscere il soldato Jones"
"Il soldato Jones?" chiede lei
"Sì" ora ho il sesso turgido, la sdraio, le scivolo sopra e la penetro con dolcezza, intrecciando le nostri mani e guardandoci negli occhi
“Niente sesso selvaggio?” chiede lei
La bacio “No” la bacio ancora mentre i miei fianchi cominciano a muoversi e io affondo in quelle labbra morbide
Una strada stretta ma asfaltata che si snoda tra fossi, campi e marcite. Ad un certo punto, la strada fa una curva a gomito. Siamo in località Molini, ma la gente che frequenta questi luoghi, la chiama Vignazza. Un tempo c'era un ristorante osteria, piuttosto rinomato , che poi si trasferì in un paesino a circa cinque chilometri più avanti. Allora, sulla destra, nel proseguio della strada asfaltata, ci si imbatte in una roggia che passa sotto un mulino ridotto in macerie. Sopravvivono le chiuse del dislivello della roggia e un piccolo cascinale, che fino a poco tempo fa, aveva un guardiano con capre e pollame
Se ci vai in aprile, dal mulino potrai vedere una meravigliosa fioritura di un glicine che lo ricopre totalmente. Se invece di proseguire fino al mulino, tu vai diritto, passando sopra un ponticello in cemento, ti ritrovi nella vecchia parte abitativa dei fittavoli
"Ed eccoci" dico parcheggiando la Panda su una vecchia aia e indicando il complesso che ci circonda "Sulla sinistra le vecchie case dei contadini e, sulla destra, un casermone in disastroso disuso" mi muovo verso il fondo del casermone dove, innumerevoli cartelli intimano di stare lontani causa pericolo crollo. In fondo alla costruzione ci sono due targhe rettangolari affisse alle pareti e una corona di alloro ormai secca da tempo
"In epoca della II Guerra Mondiale, questo era un campo di lavoro. Qui vi fu imprigionato un aviatore britannico, il soldato Jones. Qui, grazie all'aiuto dei fittavoli, il soldato Jones riuscì a fuggire e, dopo lunghe peripezie, a tornare a casa. Anni dopo, ormai anziano, volle tornare in questi luoghi, per non dimenticare, insieme alla figlia, raccontando della sua esperienza e di quello che gli era capitato. Il sindaco appose una targa in questo luogo come testimonianza. Il soldato Jones tornò qui un altro paio di volte. Poi, il tempo giunse anche per lui."
"Però, un ricordo così importante messo qui, nascosto" fa Giulia "Voglio dire, il sentiero è a cinquanta metri di distanza. Se non sai che esiste, passa del tutto inosservato"
"Lo so, non ho mai capito perché lo abbiano relegato qui invece di metterlo più vicino al sentiero. Qui ci vengono solo contadini e ladri di mattoni"
"LAdri di mattoni?"
"Rubano i mattoni dalle vecchie case. Molto meglio che comprarli nuovi"
"Sciacalli"
Torniamo all'auto e torniamo verso il paese di Borgo. Faccio una piccola deviazione e porto Giulia a vedere un altro Mulino, nei pressi di un agriturismo. Quattro muri sgretolati e una vecchia ruota scassata avvolta nelle erbacce "Ecco un'altra lapide del disinteresse generale. Questo mulino risale al 500. Faceva parte di un tris con quello della Vignazza e di un altro all'inizio del Borgo. Anche qui c'erano i tedeschi. Mi raccontano che fu a causa loro che il mulino andò a ramengo"
"In che modo?"
"Semplice: i prodotti che il mugnaio produceva con tanta fatica, veniva preso senza che venisse pagato. Dopo la fine della guerra, le cose andarono sempre più male e lui, fu costretto a mollare tutto e trasferirsi altrove"
“Che spreco. Certo, vedere tutti questi edifici con una storia alle spalle che finiscono nel dimenticatoio”
“ce ne sono troppi, purtroppo. Costi elevati di mantenimento, visti i tempi che corrono, uno lascia perdere. E allora abbiamo cascina abbandonate, cimiteri sconsacrati, mulini sgretolati, case vuote. Qualcuno ne usa parzialmente per fare un deposito agli attrezzi agricoli e poi, tutto il resto scompare”
"Che tristezza" fa Giulia. Indica l'agriturismo "Lì come si mangia?"
"Ottima cucina, tradizione Lomellina e piacentina. Hai ancora fame?"
"Ma no, chiedevo nel caso capitassimo ancora da queste parti" ride lei "Ora ho un'altro tipo di fame" mi guarda quasi famelica
"Ho capito" rido dandole una pacca sul culo "Si torna alla base"
Veridictà delle storie qui presenti:
1) La storia del contadino e del becchino, come dice l'IO narrante: la storia è stata sentita da una signora che l'ha raccontata a me. Non ho trovato fonti che smentissero o appurassero
2)La storia del soldato Jones è vera. Se la cercate su Internet, la trovate più in dettaglio
Giulia che si abbandona al mio impeto, asseconda i miei movimenti, la pelle nuda che aderisce perfettamente, le punte dei capezzoli che sfregano quasi graffiandomi. Così fresca e piena di passione. Le sue grandi labbra si dischiudono, mi assorbono. Insieme danziamo i passi dell'amore. Baci, carezze, coccole. Tra le lenzuola dell'hotel Pino, ora contempliamo il soffitto di quel pomeriggio sfrenato "La sai la storia del contadino vicino al cimitero?"
"No ma, ho l'impressione che tu voglia raccontarmela" dice lei premendosi contro di me
"C'era una volta un contadino. Come ogni mattina, si alzava presto la mattina per andare a controllare che, nei suoi campi, andasse tutto per il meglio. I campi erano situati dietro il cimitero.
Una mattina come tante, stanco per un lavoro appena compiuto presso una sponda di un fosso, sentì una voce da corvo che gli dava il buongiorno. Lui, soprapensiero, si volse ma, non vedendo nessuno, scosse la testa come se avesse avuto le traveggole.
Al che, il saluto si ripeté, più stridulo e lui seppe che veniva da dietro i cancelli del cimitero. E non vedeva nessuno. Allora si spaventò e corse via, a casa, lasciando badili e zappe nel campo.
Passano alcuni giorni e il figlio del contadino, per le vie del paese, incrocia il becchino del paese. Dopo i primi rapidi convenevoli, il becchino chiede al giovane "Ma suo padre sta bene? E' un po' che non lo vedo"
"Guardi, gli è accaduto un fatto strano. L'altro ieri se ne stava a lavorare nei campi come faceva sempre e, ad un certo punto, una voce spettrale lo ha salutato. E lui si è fatto cogliere dalla soggezione ed è scappato via a gambe levate. Non ne vuole sapere di uscire di casa"
"Oh signore, mi spiace tantissimo" fece il becchino "Ma mi sa che è stata colpa mia"
"Colpa sua?"
"Sì, vede, io e suo padre non ci siamo mai parlati direttamente. Lo vedevo lavorare nei campi la mattina presto quando io facevo il giro delle Colombaie. In tutti questi anni non gli ho mai parlato o scambiato due chiacchiere. Ma, l'altro ieri, capitò che lui stesse lavorando al fosso che passa proprio dietro la strada dei cancelli posteriori. E allora mi son permesso di salutarlo e dargli il buongiorno. E l'ho visto che se ne andava via come se avesse visto un fantasma" e scoppiò a ridere
"No, ma davvero?" fece sgomento il figlio del contadino. E tutti e due si misero a ridere come beoti in mezzo alla strada attirando la curiosità della gente
"Ah, ma questa non è una leggenda di fantasmi"
"No, ma è una storiella divertente che una volta sentii raccontare da una signora in paese" sorride
Giulia mi afferra il sesso. Si sta rianimando poco a poco. lei sorride e comincia a giocarci come se avesse tra le mani un pupazzo di stoffa "Hai qualche storia vera?"
"Ah, dopo il secondo round ci facciamo due bei panini al Vittoria e poi ti porto a conoscere il soldato Jones"
"Il soldato Jones?" chiede lei
"Sì" ora ho il sesso turgido, la sdraio, le scivolo sopra e la penetro con dolcezza, intrecciando le nostri mani e guardandoci negli occhi
“Niente sesso selvaggio?” chiede lei
La bacio “No” la bacio ancora mentre i miei fianchi cominciano a muoversi e io affondo in quelle labbra morbide
Una strada stretta ma asfaltata che si snoda tra fossi, campi e marcite. Ad un certo punto, la strada fa una curva a gomito. Siamo in località Molini, ma la gente che frequenta questi luoghi, la chiama Vignazza. Un tempo c'era un ristorante osteria, piuttosto rinomato , che poi si trasferì in un paesino a circa cinque chilometri più avanti. Allora, sulla destra, nel proseguio della strada asfaltata, ci si imbatte in una roggia che passa sotto un mulino ridotto in macerie. Sopravvivono le chiuse del dislivello della roggia e un piccolo cascinale, che fino a poco tempo fa, aveva un guardiano con capre e pollame
Se ci vai in aprile, dal mulino potrai vedere una meravigliosa fioritura di un glicine che lo ricopre totalmente. Se invece di proseguire fino al mulino, tu vai diritto, passando sopra un ponticello in cemento, ti ritrovi nella vecchia parte abitativa dei fittavoli
"Ed eccoci" dico parcheggiando la Panda su una vecchia aia e indicando il complesso che ci circonda "Sulla sinistra le vecchie case dei contadini e, sulla destra, un casermone in disastroso disuso" mi muovo verso il fondo del casermone dove, innumerevoli cartelli intimano di stare lontani causa pericolo crollo. In fondo alla costruzione ci sono due targhe rettangolari affisse alle pareti e una corona di alloro ormai secca da tempo
"In epoca della II Guerra Mondiale, questo era un campo di lavoro. Qui vi fu imprigionato un aviatore britannico, il soldato Jones. Qui, grazie all'aiuto dei fittavoli, il soldato Jones riuscì a fuggire e, dopo lunghe peripezie, a tornare a casa. Anni dopo, ormai anziano, volle tornare in questi luoghi, per non dimenticare, insieme alla figlia, raccontando della sua esperienza e di quello che gli era capitato. Il sindaco appose una targa in questo luogo come testimonianza. Il soldato Jones tornò qui un altro paio di volte. Poi, il tempo giunse anche per lui."
"Però, un ricordo così importante messo qui, nascosto" fa Giulia "Voglio dire, il sentiero è a cinquanta metri di distanza. Se non sai che esiste, passa del tutto inosservato"
"Lo so, non ho mai capito perché lo abbiano relegato qui invece di metterlo più vicino al sentiero. Qui ci vengono solo contadini e ladri di mattoni"
"LAdri di mattoni?"
"Rubano i mattoni dalle vecchie case. Molto meglio che comprarli nuovi"
"Sciacalli"
Torniamo all'auto e torniamo verso il paese di Borgo. Faccio una piccola deviazione e porto Giulia a vedere un altro Mulino, nei pressi di un agriturismo. Quattro muri sgretolati e una vecchia ruota scassata avvolta nelle erbacce "Ecco un'altra lapide del disinteresse generale. Questo mulino risale al 500. Faceva parte di un tris con quello della Vignazza e di un altro all'inizio del Borgo. Anche qui c'erano i tedeschi. Mi raccontano che fu a causa loro che il mulino andò a ramengo"
"In che modo?"
"Semplice: i prodotti che il mugnaio produceva con tanta fatica, veniva preso senza che venisse pagato. Dopo la fine della guerra, le cose andarono sempre più male e lui, fu costretto a mollare tutto e trasferirsi altrove"
“Che spreco. Certo, vedere tutti questi edifici con una storia alle spalle che finiscono nel dimenticatoio”
“ce ne sono troppi, purtroppo. Costi elevati di mantenimento, visti i tempi che corrono, uno lascia perdere. E allora abbiamo cascina abbandonate, cimiteri sconsacrati, mulini sgretolati, case vuote. Qualcuno ne usa parzialmente per fare un deposito agli attrezzi agricoli e poi, tutto il resto scompare”
"Che tristezza" fa Giulia. Indica l'agriturismo "Lì come si mangia?"
"Ottima cucina, tradizione Lomellina e piacentina. Hai ancora fame?"
"Ma no, chiedevo nel caso capitassimo ancora da queste parti" ride lei "Ora ho un'altro tipo di fame" mi guarda quasi famelica
"Ho capito" rido dandole una pacca sul culo "Si torna alla base"
Veridictà delle storie qui presenti:
1) La storia del contadino e del becchino, come dice l'IO narrante: la storia è stata sentita da una signora che l'ha raccontata a me. Non ho trovato fonti che smentissero o appurassero
2)La storia del soldato Jones è vera. Se la cercate su Internet, la trovate più in dettaglio
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