Una suocera gentile
di
Mariella
genere
dominazione
LA SUOCERA GENTILE
Ho fatto un ottimo matrimonio, ho sposato un uomo più grande di me, ma è un ammiraglio ricchissimo. Purtroppo ancora naviga, però sta costruendo per noi una bella villa, dove fra un paio di anni andremo a abitare. Ora per comodità sono venuta a stare nella splendida casa di mia suocera, ho per me una bella camera da letto e un salottino dove posso ricevere le mie amiche. Con lei abitano due figli maschi, parecchio più giovani di mio marito, sono fidanzati, unico neo è che stanno con due ragazze della Milano bene, con me sono state sempre spocchiose, io sono di un’umile famiglia, ma la cordialità di mia suocera e dei miei cognati, non mi ha fatto badare alla loro supponenza. I primi mesi di matrimonio, mio marito ha preso tutte le ferie che aveva accumulato e ho passato bei momenti in allegria, viaggiando e divertendomi. Poi è arrivato il momento di lasciarci e mio marito si è raccomandato con la madre, sono un po’ ignorante, pure se ho studiato, ma conosco poco le regole del galateo e non so cucinare. Mio marito ha chiesto alla madre di aiutarmi a diventare una vera signora, così quando verrà a terra, può portarmi dai suoi amici, sicuro di fare bella figura. Partito lui ho ascoltato tutti gli insegnamenti di mia suocera, desiderosa di diventare una vera signora di cui lui può andare fiero. Ovviamente chi lavora sbaglia e è capitato che lasciassi un granello di polvere, o cucinassi troppo la pasta, bruciacchiassi la lasagna. Mia suocera mi diceva: ”Chi non sa fare, non sa neppure comandare, impara e pure se avrai servitù, sarai un fiore all’occhiello per mio figlio.” Ripeto errori ne ho fatti, ma sono stata sempre perdonata, un giorno però ho rotto, nello spolverare un bellissimo soprammobile. L’ho detto a mia suocera, sicura di avere la sua comprensione di sempre. Mi ha risposto acida: “Mi sembra che ci metti poca volontà nelle cose che fai, ti ho sempre perdonata, ma tuo marito che ho sentito ieri mattina al telefono, mi ha detto che l’epoca del buonismo è finita, alla prossima avresti dovuto essere messa in riga. La rottura del soprammobile è la volta che non va perdonata. Ne parleremo stasera” Mi ha lasciata e se ne è andata nelle sue stanze. Ho pensato che mi avrebbe sgridata e non ci ho badato più di tanto. La sera, finita la cena, ho visto che i miei cognati ridacchiavano e mia suocera ha messo una sedia al centro della sala da pranzo. Io ero ancora seduta a tavola, senza che me lo aspettassi i miei due cognati si sono avvicinati, uno mi ha preso per le ascelle, l’altro per le gambe. Ero basita, non capivo cosa succedesse, ma mia suocera rideva. Mi hanno allontanata dal tavolo, sono due omoni grandi e grossi, uno mi ha tolto la gonna, l’altro, con imbarazzo e confusione da parte mia, mi ha tolto il collant e le mutande, lasciandomi nuda dalla vita in giù, sempre trattenendomi in modo che non potessi scappare. Ero rossa come un peperone e continuavo a non capire, era chiaro che i miei due cognati mi stavano guardando nei miei punti più intimi e nascosti. Avevo il culetto nudo e la fica, per fortuna coperta di peli, all’aria. Prima che potessi parlare sempre tenendomi stretta per non farmi scappare, mi hanno portata vicino alla madre e mi hanno messa a pancia in giù sulle sue gambe. “Questa signorina, si sta approfittando della mia benevolenza, ogni giorno combina un guaio” Disse mia suocera, dandomi una poderosa sculacciata, capii che quella era la mia punizione e cominciai a piangere, realizzando che stavo nuda davanti a loro tre, mi sembrava troppo, per un soprammobile che si era rotto cadendo. Mia suocera continuò a sculacciarmi come una bimbetta, mentre i miei cognati che avevano riso fino ad allora cominciarono a dire cose che portarono a galla tutta la mia vergogna: “Ma guarda che bel culetto, diceva uno – e l’altro, facciamo cambio di posto io vedo di più, ogni colpo alza le chiappe e mostra le labbra della fica, vedessi come è cicciotta, e ho visto pure il solco spalancato, con un buchetto che è davvero piacevole” L’altro disse – Cambiamo posto, io non ho visto nulla da qua sopra” E giù risate, “però ora ha aperto le labbra della fica e ho visto dentro, ci sono buchetti piacevoli.” La madre si mise a ridere: “Certo gnoccolone, il buco per far l’amore e quello da dove esce la pipì, sollevala, voglio vedere io pure la fica, il buchetto del culo è qui sotto i miei occhi ”.Cominciai a piangere e cercai di coprirmi i peli della mia cosina, ma uno dei fratelli mi prese le mani e me le immobilizzò:” Ferma devi avere ancora sculacciate” disse ridendo. La madre si rivolse a uno Di loro:” Vai a prendere la spatola” E lì la mia vergogna aumentò ancora di più. A casa c’è una coppia di domestici, di circa quarant’anni, sentii la voce del marito che diceva: ”Eccola signora l’ho portata io.” “ Grazie – disse mia suocera, ma io capii che pure loro erano nella stanza a vedere il mio culetto nudo e sculacciato da mia suocera. Cominciai a chiedere pietà, peggio sentii la voce della moglie:” Poverina, lasciatela ora le avete dato una bella lezione” E finì la frase con una risata. Ero sotto gli occhi di tutti, Che vergogna. Il mio culetto era bollente, ma solo dopo un’oretta mi misero a terra. Mi guardai intorno per vedere dove scappare. I miei cognati ridevano, la coppia di camerieri era in un posto da dove era possibile vedere tutto, e io avevo solo una camicina fino alla vita, per il resto ero nuda. Non so che accadde, forse lo stress, la paura, la vergogna … mi feci la pipì sotto. I miei cognati stavano piegati in due per il tanto ridere. La cameriera si avvicinò, mise uno straccio a terra e con una tovaglietta, mi asciugò le gambe bagnate di pipì. Mia suocera si rivolse a lei: Con tuo marito, portatela in bagno e lavatela bene” potevo farlo da sola, ma avevo paura pure a parlare. La coppia mi portò al bagno più vicino, lei mi mise sul bidet, e il marito, senza che avessi chiesto nulla, mi insaponò la fica, sciacquandola, come si fa con i bambini. Ero a pezzi, e guardando verso la porta che era rimasta aperta, vidi i miei due cognati sghignazzare. Il più grande disse: ”Che peccato stasera non c’erano le nostre fidanzate, lo sai come si sarebbero divertite? A lei non la possono vedere, perché è povera e perché avevano pensato di far sposare una loro cugina a nostro fratello.” Mi sentii morire, c’era pure questo pericolo che prendessi mi sculacciate a culetto nudo davanti a loro. Mia suocera arrivò in quel momento:” Sì sarebbe stato più divertente sculacciarla a nudo davanti alle vostre fidanzate, io pure non ho gradito che mio figlio abbia sposato questa piccola pezzente, stasera mi sono sfogata. E da allora qualunque mia mancanza è stata punita con sculacciate a culo nudo, davanti ai cognati, che mi immobilizzano e davanti alla coppia dei camerieri che si divertono allo spettacolo. Aspettavo mio marito per chiedere a lui come si poteva fare per finire questa vergogna e lui venne in licenza. Non dissi nulla davanti alla suocera e ai cognati, ma quando ci ritirammo nella nostra stanza da letto, gli raccontai, quello che mi facevano, senza tralasciare neppure che per la vergogna, la prima volta mi ero fatta la pipì sotto. Eravamo già a letto e sentii il suo respiro affannoso e cominciarono le domande: “Chi ti ha preso per le ascelle? Chi per le gambe? Come eri vestita? Mamma quante te ne ha date? Non mi dire che c’erano pure i camerieri” Io dissi: “Certo e ci sono sempre, quando mi sculacciano li chiamano apposta. Mi vergogno tanto, almeno me le desse sui vestiti” Lui era sempre più curioso:” No, le sculacciate vanno date sul culo nudo. Ma ti hanno visto il buchino? E la fica era aperta?” Io stavo seccandomi.” Ti ho detto che mi denudano ogni volta, mi tolgono tutto, come si fa a non vedere il buchino o la fica? Sono senza nulla dalla vita in giù” Lo sentii ansimare e mi abbracciò, solo allora vidi che aveva il suo cazzo in un fazzoletto e era venuto. I miei racconti, invece di portarlo a aiutarmi, gli erano serviti per masturbarsi. La mattina dopo doveva rientrare in servizio, non si erano accorti lui e la madre che stavo ancora in camera da letto, loro erano nel salottino, sentii frasi smozzicate, ma molto chiare. La madre gli diceva:” Allora posso continuare” E lui:” Certo, deve diventare una vera signora, sono innamorato, ma è parecchio rozza, bisogna sgrossarla” La madre aggiunse:” Ci penso io. Sculacciate davanti a chi capita? A culo nudo?” E lui, “per me puoi pure denudarla del tutto, basta che siano salutari” La madre, cattiva come sempre:” Figurati, se pensi che la prima volta si è fatta la pipì sotto per la vergogna!” E tutti e due risero a crepapelle.
Ho fatto un ottimo matrimonio, ho sposato un uomo più grande di me, ma è un ammiraglio ricchissimo. Purtroppo ancora naviga, però sta costruendo per noi una bella villa, dove fra un paio di anni andremo a abitare. Ora per comodità sono venuta a stare nella splendida casa di mia suocera, ho per me una bella camera da letto e un salottino dove posso ricevere le mie amiche. Con lei abitano due figli maschi, parecchio più giovani di mio marito, sono fidanzati, unico neo è che stanno con due ragazze della Milano bene, con me sono state sempre spocchiose, io sono di un’umile famiglia, ma la cordialità di mia suocera e dei miei cognati, non mi ha fatto badare alla loro supponenza. I primi mesi di matrimonio, mio marito ha preso tutte le ferie che aveva accumulato e ho passato bei momenti in allegria, viaggiando e divertendomi. Poi è arrivato il momento di lasciarci e mio marito si è raccomandato con la madre, sono un po’ ignorante, pure se ho studiato, ma conosco poco le regole del galateo e non so cucinare. Mio marito ha chiesto alla madre di aiutarmi a diventare una vera signora, così quando verrà a terra, può portarmi dai suoi amici, sicuro di fare bella figura. Partito lui ho ascoltato tutti gli insegnamenti di mia suocera, desiderosa di diventare una vera signora di cui lui può andare fiero. Ovviamente chi lavora sbaglia e è capitato che lasciassi un granello di polvere, o cucinassi troppo la pasta, bruciacchiassi la lasagna. Mia suocera mi diceva: ”Chi non sa fare, non sa neppure comandare, impara e pure se avrai servitù, sarai un fiore all’occhiello per mio figlio.” Ripeto errori ne ho fatti, ma sono stata sempre perdonata, un giorno però ho rotto, nello spolverare un bellissimo soprammobile. L’ho detto a mia suocera, sicura di avere la sua comprensione di sempre. Mi ha risposto acida: “Mi sembra che ci metti poca volontà nelle cose che fai, ti ho sempre perdonata, ma tuo marito che ho sentito ieri mattina al telefono, mi ha detto che l’epoca del buonismo è finita, alla prossima avresti dovuto essere messa in riga. La rottura del soprammobile è la volta che non va perdonata. Ne parleremo stasera” Mi ha lasciata e se ne è andata nelle sue stanze. Ho pensato che mi avrebbe sgridata e non ci ho badato più di tanto. La sera, finita la cena, ho visto che i miei cognati ridacchiavano e mia suocera ha messo una sedia al centro della sala da pranzo. Io ero ancora seduta a tavola, senza che me lo aspettassi i miei due cognati si sono avvicinati, uno mi ha preso per le ascelle, l’altro per le gambe. Ero basita, non capivo cosa succedesse, ma mia suocera rideva. Mi hanno allontanata dal tavolo, sono due omoni grandi e grossi, uno mi ha tolto la gonna, l’altro, con imbarazzo e confusione da parte mia, mi ha tolto il collant e le mutande, lasciandomi nuda dalla vita in giù, sempre trattenendomi in modo che non potessi scappare. Ero rossa come un peperone e continuavo a non capire, era chiaro che i miei due cognati mi stavano guardando nei miei punti più intimi e nascosti. Avevo il culetto nudo e la fica, per fortuna coperta di peli, all’aria. Prima che potessi parlare sempre tenendomi stretta per non farmi scappare, mi hanno portata vicino alla madre e mi hanno messa a pancia in giù sulle sue gambe. “Questa signorina, si sta approfittando della mia benevolenza, ogni giorno combina un guaio” Disse mia suocera, dandomi una poderosa sculacciata, capii che quella era la mia punizione e cominciai a piangere, realizzando che stavo nuda davanti a loro tre, mi sembrava troppo, per un soprammobile che si era rotto cadendo. Mia suocera continuò a sculacciarmi come una bimbetta, mentre i miei cognati che avevano riso fino ad allora cominciarono a dire cose che portarono a galla tutta la mia vergogna: “Ma guarda che bel culetto, diceva uno – e l’altro, facciamo cambio di posto io vedo di più, ogni colpo alza le chiappe e mostra le labbra della fica, vedessi come è cicciotta, e ho visto pure il solco spalancato, con un buchetto che è davvero piacevole” L’altro disse – Cambiamo posto, io non ho visto nulla da qua sopra” E giù risate, “però ora ha aperto le labbra della fica e ho visto dentro, ci sono buchetti piacevoli.” La madre si mise a ridere: “Certo gnoccolone, il buco per far l’amore e quello da dove esce la pipì, sollevala, voglio vedere io pure la fica, il buchetto del culo è qui sotto i miei occhi ”.Cominciai a piangere e cercai di coprirmi i peli della mia cosina, ma uno dei fratelli mi prese le mani e me le immobilizzò:” Ferma devi avere ancora sculacciate” disse ridendo. La madre si rivolse a uno Di loro:” Vai a prendere la spatola” E lì la mia vergogna aumentò ancora di più. A casa c’è una coppia di domestici, di circa quarant’anni, sentii la voce del marito che diceva: ”Eccola signora l’ho portata io.” “ Grazie – disse mia suocera, ma io capii che pure loro erano nella stanza a vedere il mio culetto nudo e sculacciato da mia suocera. Cominciai a chiedere pietà, peggio sentii la voce della moglie:” Poverina, lasciatela ora le avete dato una bella lezione” E finì la frase con una risata. Ero sotto gli occhi di tutti, Che vergogna. Il mio culetto era bollente, ma solo dopo un’oretta mi misero a terra. Mi guardai intorno per vedere dove scappare. I miei cognati ridevano, la coppia di camerieri era in un posto da dove era possibile vedere tutto, e io avevo solo una camicina fino alla vita, per il resto ero nuda. Non so che accadde, forse lo stress, la paura, la vergogna … mi feci la pipì sotto. I miei cognati stavano piegati in due per il tanto ridere. La cameriera si avvicinò, mise uno straccio a terra e con una tovaglietta, mi asciugò le gambe bagnate di pipì. Mia suocera si rivolse a lei: Con tuo marito, portatela in bagno e lavatela bene” potevo farlo da sola, ma avevo paura pure a parlare. La coppia mi portò al bagno più vicino, lei mi mise sul bidet, e il marito, senza che avessi chiesto nulla, mi insaponò la fica, sciacquandola, come si fa con i bambini. Ero a pezzi, e guardando verso la porta che era rimasta aperta, vidi i miei due cognati sghignazzare. Il più grande disse: ”Che peccato stasera non c’erano le nostre fidanzate, lo sai come si sarebbero divertite? A lei non la possono vedere, perché è povera e perché avevano pensato di far sposare una loro cugina a nostro fratello.” Mi sentii morire, c’era pure questo pericolo che prendessi mi sculacciate a culetto nudo davanti a loro. Mia suocera arrivò in quel momento:” Sì sarebbe stato più divertente sculacciarla a nudo davanti alle vostre fidanzate, io pure non ho gradito che mio figlio abbia sposato questa piccola pezzente, stasera mi sono sfogata. E da allora qualunque mia mancanza è stata punita con sculacciate a culo nudo, davanti ai cognati, che mi immobilizzano e davanti alla coppia dei camerieri che si divertono allo spettacolo. Aspettavo mio marito per chiedere a lui come si poteva fare per finire questa vergogna e lui venne in licenza. Non dissi nulla davanti alla suocera e ai cognati, ma quando ci ritirammo nella nostra stanza da letto, gli raccontai, quello che mi facevano, senza tralasciare neppure che per la vergogna, la prima volta mi ero fatta la pipì sotto. Eravamo già a letto e sentii il suo respiro affannoso e cominciarono le domande: “Chi ti ha preso per le ascelle? Chi per le gambe? Come eri vestita? Mamma quante te ne ha date? Non mi dire che c’erano pure i camerieri” Io dissi: “Certo e ci sono sempre, quando mi sculacciano li chiamano apposta. Mi vergogno tanto, almeno me le desse sui vestiti” Lui era sempre più curioso:” No, le sculacciate vanno date sul culo nudo. Ma ti hanno visto il buchino? E la fica era aperta?” Io stavo seccandomi.” Ti ho detto che mi denudano ogni volta, mi tolgono tutto, come si fa a non vedere il buchino o la fica? Sono senza nulla dalla vita in giù” Lo sentii ansimare e mi abbracciò, solo allora vidi che aveva il suo cazzo in un fazzoletto e era venuto. I miei racconti, invece di portarlo a aiutarmi, gli erano serviti per masturbarsi. La mattina dopo doveva rientrare in servizio, non si erano accorti lui e la madre che stavo ancora in camera da letto, loro erano nel salottino, sentii frasi smozzicate, ma molto chiare. La madre gli diceva:” Allora posso continuare” E lui:” Certo, deve diventare una vera signora, sono innamorato, ma è parecchio rozza, bisogna sgrossarla” La madre aggiunse:” Ci penso io. Sculacciate davanti a chi capita? A culo nudo?” E lui, “per me puoi pure denudarla del tutto, basta che siano salutari” La madre, cattiva come sempre:” Figurati, se pensi che la prima volta si è fatta la pipì sotto per la vergogna!” E tutti e due risero a crepapelle.
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