Parliamo dello zio (Dal romanzo Padre e figlia)

di
genere
dominazione

PARLIAMO DELLO ZIO
Cosa vuole da Anna quest’uomo importante, bello raffinato che la cerca, per darle il bello della vita, poi la tratta male senza motivo? Un uomo pieno di contraddizioni, la vuole e la desidera, ma la sua voglia di fare l’amore è strana, piena di mostri e catene. Anna gli piace molto, però ha bisogno di stranezze per esser contento nei suoi folli giochi d’amore. Non è cattivo, ma solo la vergogna e l’umiliazione gli danno piacere, solo se la vede soffrire, sente di godere. Purtroppo la moglie che non stima, a volte lo irrita non lo attira più come un tempo è la donna che lo tiene legato, di lei non può farne a meno, solo lei gli regala momenti di amore vero, è lei che ama, pure se non gli basta, ha bisogno di mille giochi e altre donne per raggiungere un orgasmo vero e completo. Per godere con Anna, però non ha potuto fare a meno di sculacciarla sul culetto nudo e piagato dai colpi che le aveva dato prima la moglie, dopo averla trattata come una scolaretta, si sente appagato. Pure erano stati bene insieme, ma le aveva detto frasi cattive, “ Faccio entrare mia moglie” E aveva dovuto metterla nella posizione vergognosa, di traverso sulle sue gambe, nuda e percuotere le natiche, costringerla a raccontare l’episodio del balcone, dove la moglie Enza aveva l’sculacciata sulle natiche nude, alla presenza dei vicini, sentire la sua vergogna e l’umiliazione del momento, così aveva goduto. Appena era arrivato l’aveva allontanata come uno straccio, senza desiderio per le nudità di una tenera ventenne. Anna non aveva capito, perché dopo averla presa, minacciata di metterle il cazzo nel culetto, oppure di sfondarle la fica ancora vergine, solo con forti sculacciate sul culo nudo, era riuscita a godere. Aveva pensato a quello che l’aveva costretta a dire, e aveva capito che se non possedeva una donna vergognosa e umiliata, non raggiungeva l’orgasmo. Prese dall’armadio un paio di mutandine di cotone e le indossò, riprese dal letto il reggiseno e infilò un vestitino castigato, color di rosa. Lo zio pure si era rivestito e guardava fuori della finestra, era stato duro con lei. Sentì voci nelle stanze di fuori e si affacciò. Erano tornati il fratello Pino e la moglie da un matrimonio. Uscì e salutò con grande trasporto. Pino chiese che stava succedendo: “ Tuo figlio aveva un impegno e mi son fermato a far compagnia a Anna, l’altro è in palestra” Ida, la mamma di Anna chiese:” E tua moglie?” Lucio sorvolò appena su un lieve imbarazzo:” Ha avuto una discussione con tuo figlio e lui l’ha cacciata via” Pino era interdetto:” Come si è permesso? Questa è casa mia sono io che decido chi deve o non deve venire. Perché hanno litigato?” Anna si intromise, ma mentre parlava le venne da piangere, si rifugiò fra le braccia del padre. “ Zia Enza ha fatto una cosa tremenda, mi ha sculacciato a culetto nudo fuori al balcone. Si sono affacciati tutti i condomini del piano di sopra e io ho dovuto sopportare un’umiliazione cocente, tutti hanno visto il mio sedere nudo, sculacciato, una vera vergogna.” La madre si avvicinò e abbracciò la ragazza” Come si è permessa quella strega? Ha avuto ragione mio figlio a averla cacciata, non venisse mai più in questa casa.” Lucio fece cenno di sì con la testa poi si rivolse a Anna: “Questa giornata doveva essere piacevole, non sapevamo di non trovarvi, siamo venuti con l’idea di portarvi a pranzo fuori, poi è degenerato tutto”. La madre di Anna continuò a abbracciare la figlia: ” mettiti un po’ sul letto a riposarti, noi parliamo con lo zio. Voglio sapere come quella strega si è permessa di farti del male, vai a mamma vai” Pure Pino fu della stessa idea:” Andiamo in camera e ci racconti tutto. Anna vai a riposarti sul letto, ti chiamiamo noi, a tempo debito.” Anna obbedì tirando su col naso e Pino con la moglie entrarono insieme con Lucio nella loro stanza da letto. Si cominciarono a togliere i vestiti sontuosi che avevano usato al matrimonio, si fecero la doccia nel bagno della camera e indossarono vestaglie da camera. Ada chiese al cognato:” Sto aspettando spiegazioni” e Pino aggiunse;” Io pure, una cosa è un gioco, una cosa è trattare male nostra figlia” . Lucio raccontò della moglie che per punire Anna per un tre preso nella versione di latina, fatta a scuola il giorno prima, in un momento in cui lui era andato in rosticceria, aveva approfittato e presa la ragazza, piccolina e magra, l’aveva messa fuori del balcone, tirandole su le vesti, scoprendole il culetto e l’aveva sculacciata. Ada era basita:” Chi c’era fuori al balcone?” Lucio aveva dovuto confessare:” I condomini del piano di sopra” Ada e Pino si erano guardati:” Ma volete sputtanarci davanti agli estranei, certe cose si fanno nel chiuso della camera da letto, cosa deve pensare la gente?” Aveva detto Pino alzando la voce. Lucio gli aveva dato ragione e promesso che Enza sarebbe stata punita:” Sai quanto me ne frega – disse Pino – ormai il danno è fatto, oltre all’umiliazione di Anna, avranno pensato che siamo depravati. Vattene Lucio e aspetta che siamo noi a richiamarti”. Lucio andò via con la coda fra le gambe, ma era desideroso di tornare a casa da Enza. Entrò in casa e la trovò al buio nel salottino bianco, dove vedevano la televisione. Non avevano avuto figlie fra loro c’era una buona intesa. Lucio si sedette su una poltrona e Enza gli si sedette sulle gambe. “Ti sei scopata tua nipote?” Lucio la scansò facendola cadere. Riprese tutta la sua sicumera: “Stronza, non dovevi permetterti, ho cercato di ricucire le cose. Sai quanto ci sono comodi mio fratello e la moglie. Che vuoi che me ne faccia di un fuscello come quella ragazzetta?” Enza si mise in ginocchio davanti a lui: “Allora non ti piace, io le ho dato quella punizione fuori del balcone, perché credevo che le facessi il filo” Lucio le fece una fugace carezza sui capelli e cominciò a ridere:” Raccontami tutto. C’era gente?” La moglie fece cenno di sì :” Tanta, lei era di spalle e si dimenava, ma erano parecchi e lei era davvero ridicola con quel culetto a muoverlo per schivare i colpi, il vestito le era arrivato alle tette, era nuda con quelle natiche sotto gli occhi di tutti. Piangeva per la vergogna, ma io la tenevo stretta per i capelli e giù sculaccioni, prima con le mani, poi col mestolo e la spatola. C’è stato un boato quando i vicini hanno capito quello che stava succedendo. Prima credevano a una lite, poi hanno capito che era lei e aveva il culetto nudo. Dovevi sentire i commenti! Qualcuno ha detto, guarda come sono rosse le chiappe e io l’ho tirata su dalla cinta del vestito, Eravamo in una posizione che mostrava il culetto a tutti. Si disperava.” E finì ridendo. Lucio si tirò fuori il cazzo: “Guarda come è duro, una scena che ci siamo sempre raccontati nei momenti intimi, inventando, oggi è successo davvero. Che peccato non averla potuta vedere, mi sarebbe piaciuto ammirare i vicini che la prendevano in giro.” Enza aggiunse:” Come ridevano, e sta tranquillo il culo lo hanno visto bene, tutto nudo a prendere sculacciate, gliene ho date per dare, con la mano, il mestolo e la spazzola. Lucio aggiunse:” Ho visto, era piagato quel culetto” Enza aggiunse:” Davvero mi punirai?” Lucio la guardò: “ Togliti la gonna e resta nuda dalla vita in giù” La donna si mise in piedi sospirando, si tolse tutto restando con la giacca che buttò su una poltrona e restò con una stupenda camicia di seta, lunga fino alla vita. Sospirò, sapeva che ora avrebbe sofferto. Lucio le disse:” Vai a prendere lo scudiscio” Lei lo guardò supplichevole. Lui la prese per un braccio e se la mise sulle gambe. Cominciò a sculacciarla:” Non discutere i miei ordini, se non vuoi essere frustata addirittura. Enza si mise in piedi e tornò subito dopo con lo scudiscio. Il marito aveva i suoi posti già preparati, da un cassetto di una scrivania prese una corda e la legò a un uncino nascosto fra i quadri che adornavano le pareti, e la liberò pure dalla camicetta e reggiseno. Enza era nuda, con alcune fascette le legò i polsi e poi agganciò le fascette a un uncino all’altezza delle sue spalle. Lo guardava e sembrava una pecorella in attesa di essere sacrificata. Il marito le agguantò la fica, con tanta forza e lei gridò. La fece girare e sculacciò il sedere bello grosso, con forza. Enza pensò” Forse me le da solo con le mani” Invece, quando non se lo aspettava sentì lo scudiscio sulle spalle, aspettò qualche minuto e Lucio cominciò a battere il culo, lasciando strisciate di sangue. “ Pensa di stare fra tanta gente, devi vergognarti, brutta troia:” Enza sentiva dolore, ma lo fece contento:” Sì, sono in una piazza e c’è tanta gente che ride di me.” Lucio era eccitatissimo, ma continuava con lo scudiscio. Spalle e natiche erano rosse per i colpi. Enza respirava a fatica, poche volte le aveva prese con lo scudiscio, erano colpi dolorosi. “Basta, ti prego basta” Lucio sorrise e continuò come se non avesse sentito:” Finisco solo se prometti di prenderle con lo scudiscio davanti a Ada e a Pino, e ti fai dare colpi pure da loro, anzi, voglio vedere Anna che ti frusta, come una schiavetta:” No, questo no – disse Enza implorante” Lucio rideva, allora ti lascio così, e domattina ricomincio, poi con o senza il tuo permesso, faccio venire mio fratello con tutta la famiglia a vedere le tue terga e le natiche piene di ferite” Enza si vergognò al solo pensiero, “Non i figli…” Lucio rise, “i figli saranno i primi a vederti nuda e con i segni dello scudiscio, e ti pare che non abbiano amici che non vogliano divertirsi a vedere una professoressa, tutta nuda, legata al muro che viene frustata? Sei la mia schiavetta. Sapevi che saresti stata punita per quello che hai fatto” Enza piangeva:” Ti prego, davanti a gente estranea no, basta tuo fratello e la moglie… magari Anna…! “No carina, sapevi che meritavi una punizione, voglio vederti così nuda davanti ai tuoi nipoti e a qualche loro amico” Enza era disperata: ” Allora perché me le stai dando adesso? Lucio rise:” Una prova Enza, solo una prova” E tolse le fascette dall’uncino. Enza si accartocciò ai suoi piedi e Lucio le disse: “Mettiti a quattro zampe, voglio prenderti alla pecorina. Guarda quante scudisciate, dovremo aspettare un po’ di tempo, prima di fare il nostro appuntamento con cognati, nipoti e i loro amici. Chissà quanti ne verranno a vederti con questo culone a prendere scudisciate. Avanti mettiti come ti ho detto, te lo metto in fica, il tuo culo è slabbrato, non mi piace più, ci sono culetti più adatti ai miei gusti:” Enza piangendo disse:” Quello di Anna, vero? Credi che non abbia sentito quello che le dicevi?” Lucio si mise a ridere “Non solo il suo, avanti mettiti alla pecorina. Si era spogliato del tutto anche lui. Si inginocchiò vicino alla moglie cercò la fica con le dita e aprì le labbra fino a che fu spalancata. Poggiò il suo cazzo sul buco della fica, con un colpo entrò e continuò fino a quando entrò tutto dentro la fica della moglie, ma le venne in mente la dolce fica di Anna, andò avanti e indietro, ma il cazzo si ammosciò. Prese la moglie dai capelli e l’avvicinò al suo cazzo: “Prendilo in bocca e succhia” Enza obbedì, ma era la prima volta che il marito faceva cilecca, pensò che quella troietta di Anna lo aveva proprio stregato.
scritto il
2024-02-21
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