Una mattina al mercato
di
Mariella
genere
dominazione
UNA MATTINA AL MERCATO
Abito in un paese e il sabato nella piazza, vicino casa mia fanno il mercato. Sono un po’ monella e non ho molti soldi, l’ultimo sabato, l’altro ieri, mi sono avvicinata alla bancarella con tutte cianfrusaglie e di soppiatto ho messo in borsa un cofanetto di ombretti. Sono stata poco attenta e non mi sono accorta che c’era il proprietario che stava parlando con il venditore di strofinacci vicino alla sua mercanzia. Ignara stavo andandomene, ma quell’uomo, grande e grosso, mi prese per un braccio:” Cosa hai messo nella borsa?” Io feci la gnorri:” Niente, ho solo cose mie” si era fatto un capannello di gente e si erano avvicinati tre venditori, amici dell’uomo che aveva i trucchi. Mi avevano accerchiata, uno prese la mia borsa, rovesciandola sulla bancarella. Comparve il cofanetto degli ombretti che si vedeva lontano un miglio, era nuovo, mai usato. Gli uomini si guardarono e uno disse: ”Questa la conosco, una volta avevo tanti clienti, mi ha rubato una gonna e è riuscita a scappare prima che la potessi fermare.” Una zitella acida che mi abita vicino disse:” La conosciamo bene, una ne pensa, cento ne fa. Si vanta pure di essere una ladra esperta.” Questo non è vero, ma io sono una bella ragazza e lei un cesso, ha voluto dare il carico da undici. Mi sono offerta di pagare gli ombretti, mentre il capannello di gente aumentava, erano in tanti venuti a vedere cos’era successo. I quattro venditori, si guardarono: “ Che facciamo di pochi euro, chissà quante volte hai rubato” E uno di loro aggiunse:” La gonna costava parecchio, bisogna toglierle il vizio” E si guardarono ridendo. Non immaginavo cosa volessero farmi, forse darmi qualche ceffone, ma mi presero tutti e quattro, e trattandomi come un pupazzo, mi ritrovai messa a angolo retto. Cominciai a capire e a tremare, infatti avevo visto giusto, due mi immobilizzarono, erano omoni grandi e grossi, gli altri due andarono dietro le mie spalle e mi diedero a turno qualche colpo sul sedere, tutti e quattro ridevano e dissero:” Magari pensa che se la cava così” La gente intorno era diventata tanta e a vedermi così piegata a prendere colpi sul sedere ridevano tutti. Io pregavo che mi lasciassero andare, pure perché le manate mi avevano fatto male. All’improvviso cominciai a sudare freddo. Uno dei quattro mi tirò su la gonna e si sentì un boato per le risate degli spettatori, uomini, donne e bambini che cominciarono a fischiettare. Pregavo tutti i santi, ma la zitella se ne venne fuori con un’uscita tremenda, “ Ha mutandine piccolissime, si vedono le chiappe”. Tutti sghignazzavano e uno dei quattro disse, “ Non si vede proprio nulla” e con un colpo mi tirò giù le mutande fino alle ginocchia “Ecco ora abbiamo un bel vedere, un culetto nudo, pronto per essere sculacciato” Mi sentii morire dalla vergogna, tutti a ridere e a fare commenti. Un altro dei quattro si avvicinò e mi tolse del tutto la gonna:” Questa vale per quella che mi hai rubata” Mi sentii svenire dalla vergogna ero praticamente nuda, con le mutande alle ginocchia e si sentivano le voci delle comari che dicevano:” Hanno fatto bene, così un’altra volta ci pensa, quando si ricorda tutta la gente che le ha visto il culo nudo e nella posizione in cui sta, si vede pure la patata. Mi venne da piangere, chiesi perdono, ma la manona di uno dei quattro si abbatté sul mio culetto e tutti risero sguaiatamente. Poi sentii la voce della zitella: “ Guardate dove sono arrivate le mutande” Mi resi conto che erano alle caviglie e uno dei quattro si avvicinò, mi sculacciò ben bene e mi fece alzare i piedi per toglierle del tutto. Si davano il cambio, per sculacciarmi, colpi forti, con commenti terribilmente vergognosi, fatti dai presenti: ” Guarda come muove il culo, devono essere forti le sculacciate, stringe le chiappe, ma il dolore gliele fa spalancare, guarda il buco del culo” E giù risate. “ Bella pelosa – mi arrivò un’altra scarica di sculaccioni, fra le risate di tutti e la zitella disse:” Guardatela ora, ha la patata tutta spalancata, si vede tutto, dall’inizio della fessura fino al buchino. Da morire per la vergogna.” Vero mi sentivo morire a stare così davanti a mezzo paese e ora cominciavo a sentire pure il dolore delle sculacciate. Alla fine i quattro mi lasciarono, A fatica mi rimisi in piedi, non avevo gonna né mutande, solo una camicina che mi copriva fino alla vita. Raccolsi tutto il mio coraggio per girarmi, la gente era tantissima, tutti quelli del mercato si erano venuti a godere lo spettacolo. Mi coprii con le mani, ma uno dei quattro si avvicinò e tenendomi per un braccio, con l’altra mano mi sculacciò ancora, c’era un motivo:” Perché volete perdere le smorfie che fa mentre prende sculaccioni? ! Tutti risero, e uno disse:” Però è più bello vedere il culo, col solco aperto e la fica che compare da sotto” Di nuovo risate a non finire. L’uomo che si era avvicinato disse:” La gonna me la sono ripagata. E mi tolse le mani con cui cercavo di coprire i peli. Lui impudente me li prese e li tirò mentre tutti ridevano, e un altro aggiunse: “ Se penso che bastava un attimo di distrazione e mi rubava gli ombretti, io lavoro, nessuno mi regala nulla e mi fece girare con le spalle a tutta quella gente, sculacciandomi ancora. Una donna disse:” Certo il culo glielo hai fatto a strisce!” e un’altra aggiunse, prima quando era piegata si vedeva la fica tutta aperta, che vergogna, ci penserà prima di rubare”: Con un filo di voce chiesi ai quattro che si erano avvicinati e mi guardavano da tutte le parti.” Devo andare a casa, dove avete messo la mia gonna?” I quattro scoppiarono a ridere e tirarono fuori l’indumento fatto a mille pezzi. Uno prese le mie mutandine e le gettò in mezzo alla folla “Al più svelto, regalo le mutandine di questa bella signorina” Mi venne da piangere, come sarei tornata a casa? Lo chiesi ai quattro che si misero a ridere dandosi manate sulle spalle: “Ti accompagniamo noi. Dove abiti?” La zitella disse subito il mio indirizzo. Tutti si misero a ridere e fecero gruppo intorno a me. I quattro si misero alle mie spalle:” Avanti, cammina, hai tutta questa gente a accompagnarti!” Non sapevo che fare:” Per piacere, datemi uno straccio, qualcosa, magari ve lo pago!” Tutti ridevano, più ero umiliata e piagnucolavo, più la gente rideva, qualcuno si permise di avvicinarsi e darmi qualche sculaccione, uno dei quattro si mise un dito sulle labbra per farmi capire che non potevo ribellarmi. Uno di loro mi rimise a busto piegato, tutti ridevano, di nuovo mi trovavo con il culo in fuori, ben aperto, col buchino in mostra, soprattutto con la fica che si intravedeva da sotto. La zitella si avvicinò e mi diede pure lei qualche sculaccione, e mi disse:” Ladra, allarga le gambe, vogliamo vedere tutto bene” Ero proprio alla gogna vergognosa e indecente. Alla fine mi fecero mettere dritta, ma nuda dalla vita in giù, Non basta disse uno dei quattro, si avvicinò e mi tolse la camicetta, io piangevo, ma lui mi tolse pure il reggiseno. Ero completamente nuda, davanti a quasi tutti i miei paesani, che ridevano e mi prendevano in giro, con qualche sculaccione che involontariamente mi faceva mettere davanti la mia fica pelosa, e tutti a ridere. Mi accompagnarono a casa, e purtroppo incontrammo gente che a vedermi nuda, chiedeva cosa fosse successo e si accodava, qualcuno si avvicinava e mi prendeva per un braccio facendomi girare per vedermi bene, e c’era chi dava uno sculaccione sulle mie natiche, rosse come il fuoco. Mi lasciarono sotto casa, prima il derubato si avvicinò e mi diede un’ultima razione di sculacciate, fra le grida e le risate degli altri, mi lasciò andare, ma pensando che nessuno lo vedesse, mi mise una mano nella fica e tirò piano piano il mio clitoride. Penso che mai vivrò una situazione così umiliante, cerco di non uscire di casa, quando non posso farne a meno, incontro sempre qualcuno che mi dice:” Allora come si sta, nude in una piazza, in mezzo al paese, con tutti che ti guardano? Sono pochi quelli che non conoscono il tuo culetto e la tua fica.” Le donne sono le più cattive, mi dicono:” Che vergogna, al posto tuo sarei morta. Tutti ti hanno vista dappertutto. Sono passati i segni delle sculacciate? Io neppure a tre anni sono stata col culo esposto davanti a tanta gente! Che bel buchino che hai, e che bella fica, quando eri piegata l’abbiamo vista bene! Ce la fai a girare e pensare che tutti conoscono le tue cosine?”
Abito in un paese e il sabato nella piazza, vicino casa mia fanno il mercato. Sono un po’ monella e non ho molti soldi, l’ultimo sabato, l’altro ieri, mi sono avvicinata alla bancarella con tutte cianfrusaglie e di soppiatto ho messo in borsa un cofanetto di ombretti. Sono stata poco attenta e non mi sono accorta che c’era il proprietario che stava parlando con il venditore di strofinacci vicino alla sua mercanzia. Ignara stavo andandomene, ma quell’uomo, grande e grosso, mi prese per un braccio:” Cosa hai messo nella borsa?” Io feci la gnorri:” Niente, ho solo cose mie” si era fatto un capannello di gente e si erano avvicinati tre venditori, amici dell’uomo che aveva i trucchi. Mi avevano accerchiata, uno prese la mia borsa, rovesciandola sulla bancarella. Comparve il cofanetto degli ombretti che si vedeva lontano un miglio, era nuovo, mai usato. Gli uomini si guardarono e uno disse: ”Questa la conosco, una volta avevo tanti clienti, mi ha rubato una gonna e è riuscita a scappare prima che la potessi fermare.” Una zitella acida che mi abita vicino disse:” La conosciamo bene, una ne pensa, cento ne fa. Si vanta pure di essere una ladra esperta.” Questo non è vero, ma io sono una bella ragazza e lei un cesso, ha voluto dare il carico da undici. Mi sono offerta di pagare gli ombretti, mentre il capannello di gente aumentava, erano in tanti venuti a vedere cos’era successo. I quattro venditori, si guardarono: “ Che facciamo di pochi euro, chissà quante volte hai rubato” E uno di loro aggiunse:” La gonna costava parecchio, bisogna toglierle il vizio” E si guardarono ridendo. Non immaginavo cosa volessero farmi, forse darmi qualche ceffone, ma mi presero tutti e quattro, e trattandomi come un pupazzo, mi ritrovai messa a angolo retto. Cominciai a capire e a tremare, infatti avevo visto giusto, due mi immobilizzarono, erano omoni grandi e grossi, gli altri due andarono dietro le mie spalle e mi diedero a turno qualche colpo sul sedere, tutti e quattro ridevano e dissero:” Magari pensa che se la cava così” La gente intorno era diventata tanta e a vedermi così piegata a prendere colpi sul sedere ridevano tutti. Io pregavo che mi lasciassero andare, pure perché le manate mi avevano fatto male. All’improvviso cominciai a sudare freddo. Uno dei quattro mi tirò su la gonna e si sentì un boato per le risate degli spettatori, uomini, donne e bambini che cominciarono a fischiettare. Pregavo tutti i santi, ma la zitella se ne venne fuori con un’uscita tremenda, “ Ha mutandine piccolissime, si vedono le chiappe”. Tutti sghignazzavano e uno dei quattro disse, “ Non si vede proprio nulla” e con un colpo mi tirò giù le mutande fino alle ginocchia “Ecco ora abbiamo un bel vedere, un culetto nudo, pronto per essere sculacciato” Mi sentii morire dalla vergogna, tutti a ridere e a fare commenti. Un altro dei quattro si avvicinò e mi tolse del tutto la gonna:” Questa vale per quella che mi hai rubata” Mi sentii svenire dalla vergogna ero praticamente nuda, con le mutande alle ginocchia e si sentivano le voci delle comari che dicevano:” Hanno fatto bene, così un’altra volta ci pensa, quando si ricorda tutta la gente che le ha visto il culo nudo e nella posizione in cui sta, si vede pure la patata. Mi venne da piangere, chiesi perdono, ma la manona di uno dei quattro si abbatté sul mio culetto e tutti risero sguaiatamente. Poi sentii la voce della zitella: “ Guardate dove sono arrivate le mutande” Mi resi conto che erano alle caviglie e uno dei quattro si avvicinò, mi sculacciò ben bene e mi fece alzare i piedi per toglierle del tutto. Si davano il cambio, per sculacciarmi, colpi forti, con commenti terribilmente vergognosi, fatti dai presenti: ” Guarda come muove il culo, devono essere forti le sculacciate, stringe le chiappe, ma il dolore gliele fa spalancare, guarda il buco del culo” E giù risate. “ Bella pelosa – mi arrivò un’altra scarica di sculaccioni, fra le risate di tutti e la zitella disse:” Guardatela ora, ha la patata tutta spalancata, si vede tutto, dall’inizio della fessura fino al buchino. Da morire per la vergogna.” Vero mi sentivo morire a stare così davanti a mezzo paese e ora cominciavo a sentire pure il dolore delle sculacciate. Alla fine i quattro mi lasciarono, A fatica mi rimisi in piedi, non avevo gonna né mutande, solo una camicina che mi copriva fino alla vita. Raccolsi tutto il mio coraggio per girarmi, la gente era tantissima, tutti quelli del mercato si erano venuti a godere lo spettacolo. Mi coprii con le mani, ma uno dei quattro si avvicinò e tenendomi per un braccio, con l’altra mano mi sculacciò ancora, c’era un motivo:” Perché volete perdere le smorfie che fa mentre prende sculaccioni? ! Tutti risero, e uno disse:” Però è più bello vedere il culo, col solco aperto e la fica che compare da sotto” Di nuovo risate a non finire. L’uomo che si era avvicinato disse:” La gonna me la sono ripagata. E mi tolse le mani con cui cercavo di coprire i peli. Lui impudente me li prese e li tirò mentre tutti ridevano, e un altro aggiunse: “ Se penso che bastava un attimo di distrazione e mi rubava gli ombretti, io lavoro, nessuno mi regala nulla e mi fece girare con le spalle a tutta quella gente, sculacciandomi ancora. Una donna disse:” Certo il culo glielo hai fatto a strisce!” e un’altra aggiunse, prima quando era piegata si vedeva la fica tutta aperta, che vergogna, ci penserà prima di rubare”: Con un filo di voce chiesi ai quattro che si erano avvicinati e mi guardavano da tutte le parti.” Devo andare a casa, dove avete messo la mia gonna?” I quattro scoppiarono a ridere e tirarono fuori l’indumento fatto a mille pezzi. Uno prese le mie mutandine e le gettò in mezzo alla folla “Al più svelto, regalo le mutandine di questa bella signorina” Mi venne da piangere, come sarei tornata a casa? Lo chiesi ai quattro che si misero a ridere dandosi manate sulle spalle: “Ti accompagniamo noi. Dove abiti?” La zitella disse subito il mio indirizzo. Tutti si misero a ridere e fecero gruppo intorno a me. I quattro si misero alle mie spalle:” Avanti, cammina, hai tutta questa gente a accompagnarti!” Non sapevo che fare:” Per piacere, datemi uno straccio, qualcosa, magari ve lo pago!” Tutti ridevano, più ero umiliata e piagnucolavo, più la gente rideva, qualcuno si permise di avvicinarsi e darmi qualche sculaccione, uno dei quattro si mise un dito sulle labbra per farmi capire che non potevo ribellarmi. Uno di loro mi rimise a busto piegato, tutti ridevano, di nuovo mi trovavo con il culo in fuori, ben aperto, col buchino in mostra, soprattutto con la fica che si intravedeva da sotto. La zitella si avvicinò e mi diede pure lei qualche sculaccione, e mi disse:” Ladra, allarga le gambe, vogliamo vedere tutto bene” Ero proprio alla gogna vergognosa e indecente. Alla fine mi fecero mettere dritta, ma nuda dalla vita in giù, Non basta disse uno dei quattro, si avvicinò e mi tolse la camicetta, io piangevo, ma lui mi tolse pure il reggiseno. Ero completamente nuda, davanti a quasi tutti i miei paesani, che ridevano e mi prendevano in giro, con qualche sculaccione che involontariamente mi faceva mettere davanti la mia fica pelosa, e tutti a ridere. Mi accompagnarono a casa, e purtroppo incontrammo gente che a vedermi nuda, chiedeva cosa fosse successo e si accodava, qualcuno si avvicinava e mi prendeva per un braccio facendomi girare per vedermi bene, e c’era chi dava uno sculaccione sulle mie natiche, rosse come il fuoco. Mi lasciarono sotto casa, prima il derubato si avvicinò e mi diede un’ultima razione di sculacciate, fra le grida e le risate degli altri, mi lasciò andare, ma pensando che nessuno lo vedesse, mi mise una mano nella fica e tirò piano piano il mio clitoride. Penso che mai vivrò una situazione così umiliante, cerco di non uscire di casa, quando non posso farne a meno, incontro sempre qualcuno che mi dice:” Allora come si sta, nude in una piazza, in mezzo al paese, con tutti che ti guardano? Sono pochi quelli che non conoscono il tuo culetto e la tua fica.” Le donne sono le più cattive, mi dicono:” Che vergogna, al posto tuo sarei morta. Tutti ti hanno vista dappertutto. Sono passati i segni delle sculacciate? Io neppure a tre anni sono stata col culo esposto davanti a tanta gente! Che bel buchino che hai, e che bella fica, quando eri piegata l’abbiamo vista bene! Ce la fai a girare e pensare che tutti conoscono le tue cosine?”
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