Escono i quadri. Padre e figlia (VIII paragrafo)
di
Mariella
genere
incesti
ESCONO I QUADRI (padre e figlia. VIII paragrafo.)
Arrivò la fine dell’anno e Anna andò con il padre a vedere i quadri. Un vero disastro, doveva riparare tre materie a settembre, erano materie importanti : Matematica Storia e filosofia. Il padre la guardò con astio: “ Non penso che ce la puoi fare, sono materie complicate.” Anna era rossa in volto, alcune amiche si avvicinarono e il padre pensò bene di umiliarla, le tre materie erano importanti, sicuro non ce l’avrebbe fatta, la sua mancanza di impegno scolastico meritava una punizione. A casa non muoveva una paglia, l’unico suo impegno era lo studio, ma non le andava di far niente. “Se studi con impegno, secondo noi ce la fai” dissero le amiche Il padre si intromise: ” Penso sia molto difficile, comunque da stasera sarà punita per questo risultato” Anna diventò rossa, capì dove voleva andare a finire il padre. “Voi siete state promosse?” le ragazze assentirono, “Perciò solo Anna è la somara. Ma a casa l’aspetta già una bella punizione” Le amiche erano curiose:” Non la farete uscire?” Il padre rise, questo è scontato, ma a casa avrà la sua razione di botte” Le ragazze cercarono di difenderla:” La perdoni, le botte sono pure pericolose” Il padre rise.” Al mio paese si dice, il culo non ha padrone, le botte che do io non sono pericolose. Una bella sculacciata a culetto nudo, possibilmente vicino ai fratelli, due giovanotti grandi” Qui le amiche cominciarono a ridacchiare:” Ma è grande, lei sta scherzando!” il padre continuò:” Perché non vi ha detto che la sculacciamo a nudo? Il suo culetto lo conoscono bene i fratelli, si fanno tante risate a volte la spogliamo completamente nuda, viene sculacciata come una bambina piccola. Lasciatemi i vostri telefoni, quando la sculaccio a culetto nudo, vi chiamo, è uno spettacolo divertente e se c’è pubblico è più efficace la punizione.” Le amiche soffocarono una risata, ma dissero che credevano fosse uno scherzo. Il padre si rivolse a Anna, :”Sto scherzando? Anna era rossa come un peperone, e ammise: ”No, è vero, a volte mi sculaccia” le amiche continuarono, ma sul sedere nudo?” Il padre la guardò con uno sguardo duro e lei ammise: ”SI, me le suona a nudo” Il padre aggiunse: Le tolgo tutto, gonna, collant e mutande, per le cose più gravi la spoglio completamente e ripeto davanti ai fratelli.” Le amiche risero e il padre, “ripeto datemi i vostri telefoni, La sculaccio davanti a voi, sapete come è carina con il culetto che si muove per schivare i colpi” Anna pensò che l’indomani tutti avrebbero saputo che a casa la sculacciavano a culetto nudo. Era andata proprio male a scuola, non osò ribellarsi a quella prima umiliazione. La situazione non era finita, Pino aveva sentito Lucio che si era lamentato, perché Anna aveva maltrattato la moglie e lui l’aveva punita, ma non si era divertito come aveva chiesto al fratello in cambio di un aiuto a recuperare la sua virilità. Pino arrivato a casa lo richiamò e gli disse degli scarsi risultati scolastici della figlia. Lucio disse subito:” Dammi la possibilità di punirla e siamo pari, anzi verrò qualche altra volta a dar vigore alla tua situazione matrimoniale.” Pino accettò, però disse che voleva essere presente alla punizione di Anna. Lucio accettò e restarono che si sarebbero visti la domenica successiva, dopo pranzo, così la moglie non avrebbe preteso di venire pure lei. Pino la sera quando erano a tavola disse:” Anna ha esagerato, io non voglio punirla perché ho paura che per la rabbia posso farle male, la punirà lo zio Lucio” La madre non era d’accordo, ma non si azzardò a dire nulla, aveva paura di guadagnarsi qualche sculacciata pure lei. Arrivò la domenica. I ragazzi andarono al cinema e la moglie fu invitata a stare in sala da pranzo e non muoversi per nessun motivo. Lucio e Pino presero Anna e la portarono nella sua stanza. Lucio disse alla ragazza: ” Non credo che ti vergogni, tutte le tue cosine le ho già viste. Chiudi a chiave la porta- disse al fratello - tu Anna, mettiti sul letto. Pino aggiunse: ”Fa tutto quello che ti dice lo zio” Lucio si avvicinò, “Togliti le mutande subito” Anna obbedì e Lucio la distese sul letto, alzò la gonna e vide la pancia levigata, al bassoventre aveva un bel ciuffetto di peli rossastri. “Tutti questi peli – disse- e con un dito cercò la fessura. Si fece strada fra i peli, mentre Anna si riempiva di vergogna, lui aprì la fica, scostando le grandi labbra della fessura. Poi le tolse la gonna e le disse di girarsi. Aprì il culetto e scoprì il buchino. Si avvicinò e lo leccò con voluttà. Anna ormai piangeva. La aiutò e la denudò del tutto, le tolse la camicina, il reggiseno, non le lasciò nulla addosso. Poi la strofinò forte, come massaggiandola, ma il culetto era la cosa che lo interessava di più, pure più della fica. La rimise a pancia in giù e l’accarezzò nel solco, poi le mise un dito nel culetto. Lei cercò di scansarci, lui la bloccò e tirò fuori dalla giacca un bastoncino dorato, lungo venti centimetri, con un centimetro abbondante di diametro e glielo infilò nel buco. Lei si muoveva e Lucio a vedere quelle natiche nude che si muovevano si eccitò moltissimo. Il padre si avvicinò, tolse dolcemente il bastoncino, ma si chinò sul culetto per leccarle il buchino. Anna era vergognosa e non capiva cosa volevano il padre e lo zio, quella non sembrava una punizione. Lo zio, mise Anna in ginocchio, allargò le gambe della ragazza, anche la fica si spalancò, ma i peli c’erano sempre e disturbavano la visione, pure se comparvero le labbra piccole, il clitoride, i due buchi, quello dell’amore e quello da cui faceva la pipì. Anna in silenzio piangeva, era troppo vergognoso essere messa in quella posizione così scandalosa. Lucio chiese qualcosa a Pino, che lo guardò perplesso e Lucio aggiunse :” Se vuoi che venga qualche altra volta a giocare con te e tua moglie…pure in settimana posso fare una scappata” Pino si decise, aprì la porta e uscì, tornando dopo pochi minuti. Aveva un tubetto, un pennello e un rasoio. Lucio fece girare supina la ragazza, sempre con le gambe spalancate. Le mise un asciugamano sotto il culetto e cominciò a insaponarla. Col pennello la fece tutta bianca di schiuma e poi cominciò a usare il rasoio. I peli cadevano, Anna piangeva, alla fine si trovò con la fica tutta rasata. Lucio con il borotalco la pulì tutta, e cominciò a leccarla, la fica era scura, e senza peli aveva le labbra leggermente aperte, facendo vedere tutto quello che aveva. Era senza nessun ostacolo, la fica era alla vista completamente scoperta. La cominciò a strizzare e a darle piccoli pizzichi. Poi si abbassò e la mordicchiò. Pino non voleva più assistere. “Lucio, vado fuori, mi raccomando” Lucio lo guardò ridendo. “Domani sera vengo a giocare con te e tua moglie, se mi lasci solo con Anna sono felice e sono io in obbligo con te.” Pino uscì e Lucio chiuse la porta a chiave. Rigirò di nuovo Anna, ora era sulla pancia e il culetto ben in mostra. Lucio le andò sopra, poi ci ripensò e la leccò sul buchino, mentre si levava pantaloni e slip. Poi si tolse la giacca, ma prima prese da una tasca interna una piccola scatola di crema. Mise sugli occhi di Anna un foulard. Lei lo lasciava fare, come le aveva ordinato il padre. Lucio mise tanta crema sul buchino, massaggiandola. Anna si contorse, allora Lucio la sculacciò, e si fermò solo quando vide le natiche rosse e gonfie per le botte date con le mani e pure con una pantofola di Anna che stava vicino al letto. Lei si mise a piangere e lui le mise una mano sulla bocca. Con l’altra continuò a mettere crema sul buchino e ci poggiò il suo cazzo duro. Anna cercava di ribellarsi, alla fine Lucio si ricordò che Pino fra le cose che aveva chiesto, gli aveva portato una corda, era sulla scrivania. La prese e legò la ragazza, in modo che non si potesse muovere. Lei stava cercando di gridare e lui la sculacciò ancora, pure se il culetto era pieno di lividi, era di colore violaceo. Di nuovo con una mano le chiuse la bocca per evitare che urlasse. Poi posizionò sul buchino pieno di crema, il suo cazzo, ben umettato e lo usò per accarezzarlo, come se volesse solo giocare, ma quando la ragazza sembrò calma e rilassata, spinse il cazzo nel buchino, dovette fare un po’ di forza, ma la penetrò con quasi la metà del cazzo. Anna mugugnò sotto la mano che le tappava la bocca, e quando la sentì più calma lo infilò del tutto, indifferente al sangue che usciva, fregandosene del dolore che sicuramente provava la povera ragazza. Anna si ribellava, ma era legata in un modo complicato, più si muoveva più si bloccava. C’era rischio che gridasse, lui le disse:” Guai a te se gridi” E mosse il cazzo nel buchino, fino a sborrare. Con una mano le tappava la bocca e si sentiva in Paradiso a tenere il cazzo in quel giovane e bellissimo culetto. Era tutto dentro, anche se si stava ammosciando, si avvicinò all’orecchio di Anna e disse: ” Ti ho rotto il culetto, ho messo dentro tutto il mio cazzo, inutile piangere, non si torna indietro, il tuo culetto si è aperto come un frutto maturo. Che piacere averti rotto questo culetto così bello. Ti ho rotto il culetto, le ridisse, tenendole sempre una mano sulla bocca per evitare che gridasse. Rise, era cinico :” Ti conviene non dirlo a nessuno che il tuo culetto è rotto, che ti ho messo dentro tutto il mio cazzo” Anna pianse tutte le sue lacrime per l’umiliazione, ma pure per il dolore che provava, era tremendo, sentiva il buchino bruciare, non c’era paragone con le natiche sculacciate e piene di lividi. Lucio uscì dal culetto e con qualche tovagliolino, asciugò il buchino che sanguinava e era pieno di sperma. Anna si toccò e vide la sua mano piena di sangue, ecco perché le faceva tanto male. Lucio lo tamponò con i fazzoletti di carta e le fece più male, Anna capì che il buchino era diventato più grande e si vergognò tanto, che umiliazione, avere il culetto rotto e lo zio era pure lui nudo dalla vita in giù che ridacchiava, come se avesse fatto chissà quale conquista. Le disse: “Se ti tolgo la mano, non gridi?” Lei fece cenno di no e lui continuò: “Hai un culetto bello, sembra una torta alla crema, sono entrato con una facilità e ho goduto dentro, è stato bellissimo. Anna aggiunse:” Mi hai fatto tanto male” Lucio rise: “ Che piacere, mi hai dato il fiore più bello che avevi, sono davvero felice al pensiero di averti rotto il buchino, è stato un momento magnifico.” Anna continuò a piangere: Papà lo sa?” Lucio la guardò con odio: ”Che dici, guai a te se lo dici, ho mille modi per vendicarmi. Nelle sue mani comparve una macchina fotografica, cominciò a scattare foto sulla fica rasata e poi la girò per immortalare il culetto. :”Questo è il nostro segreto, conosco molti professori della tua scuola, sta zitta e ti faccio regalare la protezione a settembre.” Anna fece cenno di sì, lo zio era in politica, quello che diceva era vero. “ Tu mi farai entrare qualche altra volta in questo culetto delizioso, vero?” Anna fece cenno di sì. Nascose sotto il letto i tovagliolini sporchi di sangue, poi si rimise la gonna e andò a aprire la porta. Il padre era nella stanza affianco, sentendo aprire la porta comparve: ”Allora, come è andata?” Anna alzò le spalle. “ Mi ha sculacciata tanto forte” Lucio si intromise:” Ma tu sei stata rimandata con tre materie a settembre, meritavi” Il padre fu d’accordo. “Se fossi stata promossa andavi in villeggiatura. Lucio, quando ti vedo?” Il fratello si rivolse con gentilezza: ”Domani sera vengo a cena, ma dopo non voglio guidare, mi trattengo a dormire qui da voi”.
Arrivò la fine dell’anno e Anna andò con il padre a vedere i quadri. Un vero disastro, doveva riparare tre materie a settembre, erano materie importanti : Matematica Storia e filosofia. Il padre la guardò con astio: “ Non penso che ce la puoi fare, sono materie complicate.” Anna era rossa in volto, alcune amiche si avvicinarono e il padre pensò bene di umiliarla, le tre materie erano importanti, sicuro non ce l’avrebbe fatta, la sua mancanza di impegno scolastico meritava una punizione. A casa non muoveva una paglia, l’unico suo impegno era lo studio, ma non le andava di far niente. “Se studi con impegno, secondo noi ce la fai” dissero le amiche Il padre si intromise: ” Penso sia molto difficile, comunque da stasera sarà punita per questo risultato” Anna diventò rossa, capì dove voleva andare a finire il padre. “Voi siete state promosse?” le ragazze assentirono, “Perciò solo Anna è la somara. Ma a casa l’aspetta già una bella punizione” Le amiche erano curiose:” Non la farete uscire?” Il padre rise, questo è scontato, ma a casa avrà la sua razione di botte” Le ragazze cercarono di difenderla:” La perdoni, le botte sono pure pericolose” Il padre rise.” Al mio paese si dice, il culo non ha padrone, le botte che do io non sono pericolose. Una bella sculacciata a culetto nudo, possibilmente vicino ai fratelli, due giovanotti grandi” Qui le amiche cominciarono a ridacchiare:” Ma è grande, lei sta scherzando!” il padre continuò:” Perché non vi ha detto che la sculacciamo a nudo? Il suo culetto lo conoscono bene i fratelli, si fanno tante risate a volte la spogliamo completamente nuda, viene sculacciata come una bambina piccola. Lasciatemi i vostri telefoni, quando la sculaccio a culetto nudo, vi chiamo, è uno spettacolo divertente e se c’è pubblico è più efficace la punizione.” Le amiche soffocarono una risata, ma dissero che credevano fosse uno scherzo. Il padre si rivolse a Anna, :”Sto scherzando? Anna era rossa come un peperone, e ammise: ”No, è vero, a volte mi sculaccia” le amiche continuarono, ma sul sedere nudo?” Il padre la guardò con uno sguardo duro e lei ammise: ”SI, me le suona a nudo” Il padre aggiunse: Le tolgo tutto, gonna, collant e mutande, per le cose più gravi la spoglio completamente e ripeto davanti ai fratelli.” Le amiche risero e il padre, “ripeto datemi i vostri telefoni, La sculaccio davanti a voi, sapete come è carina con il culetto che si muove per schivare i colpi” Anna pensò che l’indomani tutti avrebbero saputo che a casa la sculacciavano a culetto nudo. Era andata proprio male a scuola, non osò ribellarsi a quella prima umiliazione. La situazione non era finita, Pino aveva sentito Lucio che si era lamentato, perché Anna aveva maltrattato la moglie e lui l’aveva punita, ma non si era divertito come aveva chiesto al fratello in cambio di un aiuto a recuperare la sua virilità. Pino arrivato a casa lo richiamò e gli disse degli scarsi risultati scolastici della figlia. Lucio disse subito:” Dammi la possibilità di punirla e siamo pari, anzi verrò qualche altra volta a dar vigore alla tua situazione matrimoniale.” Pino accettò, però disse che voleva essere presente alla punizione di Anna. Lucio accettò e restarono che si sarebbero visti la domenica successiva, dopo pranzo, così la moglie non avrebbe preteso di venire pure lei. Pino la sera quando erano a tavola disse:” Anna ha esagerato, io non voglio punirla perché ho paura che per la rabbia posso farle male, la punirà lo zio Lucio” La madre non era d’accordo, ma non si azzardò a dire nulla, aveva paura di guadagnarsi qualche sculacciata pure lei. Arrivò la domenica. I ragazzi andarono al cinema e la moglie fu invitata a stare in sala da pranzo e non muoversi per nessun motivo. Lucio e Pino presero Anna e la portarono nella sua stanza. Lucio disse alla ragazza: ” Non credo che ti vergogni, tutte le tue cosine le ho già viste. Chiudi a chiave la porta- disse al fratello - tu Anna, mettiti sul letto. Pino aggiunse: ”Fa tutto quello che ti dice lo zio” Lucio si avvicinò, “Togliti le mutande subito” Anna obbedì e Lucio la distese sul letto, alzò la gonna e vide la pancia levigata, al bassoventre aveva un bel ciuffetto di peli rossastri. “Tutti questi peli – disse- e con un dito cercò la fessura. Si fece strada fra i peli, mentre Anna si riempiva di vergogna, lui aprì la fica, scostando le grandi labbra della fessura. Poi le tolse la gonna e le disse di girarsi. Aprì il culetto e scoprì il buchino. Si avvicinò e lo leccò con voluttà. Anna ormai piangeva. La aiutò e la denudò del tutto, le tolse la camicina, il reggiseno, non le lasciò nulla addosso. Poi la strofinò forte, come massaggiandola, ma il culetto era la cosa che lo interessava di più, pure più della fica. La rimise a pancia in giù e l’accarezzò nel solco, poi le mise un dito nel culetto. Lei cercò di scansarci, lui la bloccò e tirò fuori dalla giacca un bastoncino dorato, lungo venti centimetri, con un centimetro abbondante di diametro e glielo infilò nel buco. Lei si muoveva e Lucio a vedere quelle natiche nude che si muovevano si eccitò moltissimo. Il padre si avvicinò, tolse dolcemente il bastoncino, ma si chinò sul culetto per leccarle il buchino. Anna era vergognosa e non capiva cosa volevano il padre e lo zio, quella non sembrava una punizione. Lo zio, mise Anna in ginocchio, allargò le gambe della ragazza, anche la fica si spalancò, ma i peli c’erano sempre e disturbavano la visione, pure se comparvero le labbra piccole, il clitoride, i due buchi, quello dell’amore e quello da cui faceva la pipì. Anna in silenzio piangeva, era troppo vergognoso essere messa in quella posizione così scandalosa. Lucio chiese qualcosa a Pino, che lo guardò perplesso e Lucio aggiunse :” Se vuoi che venga qualche altra volta a giocare con te e tua moglie…pure in settimana posso fare una scappata” Pino si decise, aprì la porta e uscì, tornando dopo pochi minuti. Aveva un tubetto, un pennello e un rasoio. Lucio fece girare supina la ragazza, sempre con le gambe spalancate. Le mise un asciugamano sotto il culetto e cominciò a insaponarla. Col pennello la fece tutta bianca di schiuma e poi cominciò a usare il rasoio. I peli cadevano, Anna piangeva, alla fine si trovò con la fica tutta rasata. Lucio con il borotalco la pulì tutta, e cominciò a leccarla, la fica era scura, e senza peli aveva le labbra leggermente aperte, facendo vedere tutto quello che aveva. Era senza nessun ostacolo, la fica era alla vista completamente scoperta. La cominciò a strizzare e a darle piccoli pizzichi. Poi si abbassò e la mordicchiò. Pino non voleva più assistere. “Lucio, vado fuori, mi raccomando” Lucio lo guardò ridendo. “Domani sera vengo a giocare con te e tua moglie, se mi lasci solo con Anna sono felice e sono io in obbligo con te.” Pino uscì e Lucio chiuse la porta a chiave. Rigirò di nuovo Anna, ora era sulla pancia e il culetto ben in mostra. Lucio le andò sopra, poi ci ripensò e la leccò sul buchino, mentre si levava pantaloni e slip. Poi si tolse la giacca, ma prima prese da una tasca interna una piccola scatola di crema. Mise sugli occhi di Anna un foulard. Lei lo lasciava fare, come le aveva ordinato il padre. Lucio mise tanta crema sul buchino, massaggiandola. Anna si contorse, allora Lucio la sculacciò, e si fermò solo quando vide le natiche rosse e gonfie per le botte date con le mani e pure con una pantofola di Anna che stava vicino al letto. Lei si mise a piangere e lui le mise una mano sulla bocca. Con l’altra continuò a mettere crema sul buchino e ci poggiò il suo cazzo duro. Anna cercava di ribellarsi, alla fine Lucio si ricordò che Pino fra le cose che aveva chiesto, gli aveva portato una corda, era sulla scrivania. La prese e legò la ragazza, in modo che non si potesse muovere. Lei stava cercando di gridare e lui la sculacciò ancora, pure se il culetto era pieno di lividi, era di colore violaceo. Di nuovo con una mano le chiuse la bocca per evitare che urlasse. Poi posizionò sul buchino pieno di crema, il suo cazzo, ben umettato e lo usò per accarezzarlo, come se volesse solo giocare, ma quando la ragazza sembrò calma e rilassata, spinse il cazzo nel buchino, dovette fare un po’ di forza, ma la penetrò con quasi la metà del cazzo. Anna mugugnò sotto la mano che le tappava la bocca, e quando la sentì più calma lo infilò del tutto, indifferente al sangue che usciva, fregandosene del dolore che sicuramente provava la povera ragazza. Anna si ribellava, ma era legata in un modo complicato, più si muoveva più si bloccava. C’era rischio che gridasse, lui le disse:” Guai a te se gridi” E mosse il cazzo nel buchino, fino a sborrare. Con una mano le tappava la bocca e si sentiva in Paradiso a tenere il cazzo in quel giovane e bellissimo culetto. Era tutto dentro, anche se si stava ammosciando, si avvicinò all’orecchio di Anna e disse: ” Ti ho rotto il culetto, ho messo dentro tutto il mio cazzo, inutile piangere, non si torna indietro, il tuo culetto si è aperto come un frutto maturo. Che piacere averti rotto questo culetto così bello. Ti ho rotto il culetto, le ridisse, tenendole sempre una mano sulla bocca per evitare che gridasse. Rise, era cinico :” Ti conviene non dirlo a nessuno che il tuo culetto è rotto, che ti ho messo dentro tutto il mio cazzo” Anna pianse tutte le sue lacrime per l’umiliazione, ma pure per il dolore che provava, era tremendo, sentiva il buchino bruciare, non c’era paragone con le natiche sculacciate e piene di lividi. Lucio uscì dal culetto e con qualche tovagliolino, asciugò il buchino che sanguinava e era pieno di sperma. Anna si toccò e vide la sua mano piena di sangue, ecco perché le faceva tanto male. Lucio lo tamponò con i fazzoletti di carta e le fece più male, Anna capì che il buchino era diventato più grande e si vergognò tanto, che umiliazione, avere il culetto rotto e lo zio era pure lui nudo dalla vita in giù che ridacchiava, come se avesse fatto chissà quale conquista. Le disse: “Se ti tolgo la mano, non gridi?” Lei fece cenno di no e lui continuò: “Hai un culetto bello, sembra una torta alla crema, sono entrato con una facilità e ho goduto dentro, è stato bellissimo. Anna aggiunse:” Mi hai fatto tanto male” Lucio rise: “ Che piacere, mi hai dato il fiore più bello che avevi, sono davvero felice al pensiero di averti rotto il buchino, è stato un momento magnifico.” Anna continuò a piangere: Papà lo sa?” Lucio la guardò con odio: ”Che dici, guai a te se lo dici, ho mille modi per vendicarmi. Nelle sue mani comparve una macchina fotografica, cominciò a scattare foto sulla fica rasata e poi la girò per immortalare il culetto. :”Questo è il nostro segreto, conosco molti professori della tua scuola, sta zitta e ti faccio regalare la protezione a settembre.” Anna fece cenno di sì, lo zio era in politica, quello che diceva era vero. “ Tu mi farai entrare qualche altra volta in questo culetto delizioso, vero?” Anna fece cenno di sì. Nascose sotto il letto i tovagliolini sporchi di sangue, poi si rimise la gonna e andò a aprire la porta. Il padre era nella stanza affianco, sentendo aprire la porta comparve: ”Allora, come è andata?” Anna alzò le spalle. “ Mi ha sculacciata tanto forte” Lucio si intromise:” Ma tu sei stata rimandata con tre materie a settembre, meritavi” Il padre fu d’accordo. “Se fossi stata promossa andavi in villeggiatura. Lucio, quando ti vedo?” Il fratello si rivolse con gentilezza: ”Domani sera vengo a cena, ma dopo non voglio guidare, mi trattengo a dormire qui da voi”.
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