Lo zio la domenica va a pranzo dal fratello

di
genere
dominazione

PADRE E FIGLIA ( VII PARAGRAFO)
Lo zio la domenica va pranzo dal fratello.
E così riprese la frequentazione stretta fra il padre Pino e il fratello Lucio. Ada non era molto contenta, avevano giocato a tre, per ridare un po’ di vigore a Pino che pensava fosse diminuito il desiderio in lui. Non era così, aveva bisogno di stimoli, novità e Lucio si era prestato, facendogli vedere che era ancora un uomo virile. Durante il gioco Pino aveva goduto subito, si era arrapato e il cazzo era bello duro a vedere la moglie sculacciata a culo nudo, forte, senza avere pietà delle sue lacrime, quando era stato battuto diventato gonfio e rosso. Pino aveva goduto tanto, quando Lucio aveva deflorato il buchino di Ada con il vibratore, ormai aveva il culetto rotto, Lucio prima aveva messo un bel pezzo di vibratore, infischiandosene dei suoi pianti, tenendola ferma e poi, con un po’ di crema aveva messo nel buchino tutto il suo cazzo, e aveva sborrato. Ada era vergine di culetto, ma Lucio non aveva sentito le sue suppliche e Pino l’aveva tenuta stretta mentre il fratello le aveva aperto il buchino. Ada ora si aspettava che una sera di queste pure Pino avrebbe cercato di metterglielo dietro, per lei era molto vergognoso, umiliante addirittura, ma finora non le aveva chiesto nulla. Quando era andato via Lucio, avevano avuto un paio di incontri e nonostante i cinquantacinque anni, Pino aveva dimostrato un vigore maschile, anche se avevano giocato per eccitarsi, lui l’aveva sculacciata a culo nudo di fronte allo specchio e le aveva detto, per metterla in imbarazzo, come il cognato gli aveva rotto il buchino. Per Pino era stata una bella esperienza, per Ada una vergogna indicibile, ma questo aveva eccitato l’uomo ancora di più. La domenica Lucio aveva preso l’abitudine di andare a pranzo da loro, a volte da solo, a volte con la moglie. Una domenica arrivò e trovò che a tavola mancava Anna e i genitori avevano raccontato che la ragazza aveva le mani lunghe, rubava dalla borsa della madre e dal portafogli dei fratelli. Lucio chiese dove fosse:” in camera, in castigo come una bimbetta” aveva detto Ada. Lucio aveva chiesto il permesso per andare a darle lui una bella strigliata. Pino aveva detto: “ non l’abbiamo picchiata, ma oggi starà senza pranzo” Lucio aveva sorriso:” Con le cure dimagranti che fanno tutte le ragazze dell’età di Anna, le avete fatto un piacere. Io pure non mi permetterò di toccarla, ma voglio dire la mia.” Pino acconsentì, ma disse pure al fratello:” Mi raccomando, niente botte”. Lucio entrò in camera di Anna senza bussare. La ragazza era sdraiata sul letto a leggere un giornalino- Pino disse: “Questa è la punizione?” Anna si mise seduta sul letto e lo zio si avvicinò. Si fece raccontare quello che era successo e quante altre volte aveva preso soldi in casa. Anna diventò rossa, ma disse la verità, più di una volta aveva rubato. Lo zio prese i bordi della felpa e cercò di toglierla, Anna si mise a gridare. Accorse Pino: ” Che succede?” E Lucio: “ A parte che io e te abbiamo un accordo non mantenuto, ma ti sembra normale avere una figlia che ruba in casa?” Pino era mortificato:” Hai ragione per tutto, sia per l’accordo, sia per averle dato una punizione ridicola. Ma perché gridava?” Pino con un cipiglio severo disse:” Pensavo di toglierle la felpa, metterla a seno nudo, già sarebbe stato più efficace. Pino andò a chiudere la porta a chiave, si avvicinò alla figlia con il viso rosso e tremante, con un cenno a Lucio, le tolsero la felpa. Comparve il reggiseno, Pino, andò dietro e glielo sbottonò, mettendo nude le tette. Lucio le accarezzò:” Già vediamo una piccola punizione, stava qui in camera sdraiata sul letto a leggere un giornalino. Inoltre sulla scrivania vedo due mele, può mangiare quelle e la punizione è finita” Pino guardò il fratello: ”Tu che faresti?” Lucio era molto scuro in viso:” Adesso la farei venire a tavola, non per mangiare, ma per stare seduta con le tette scoperte, davanti a me, mia moglie e ai fratelli.” Anna cominciò a frignare, il padre la prese per un braccio e la portò a tavola. La fece sedere, Anna si copriva le tette con le mani e lo zio le andò dietro, con delle fascette le legò le mani indietro, lasciandola nuda fino alla cintola. I fratelli ridacchiarono e la zia, che quel giorno era ospite, disse:” A quasi diciannove anni, è strano vedere una ragazza trattata come una bimbetta, mi diverte proprio. Belle le tettine.” Anna le si rivolse urlando come una pazza:” Brutta schifosa, tutta invidia, perché hai le tette che ti arrivano alle ginocchia.” Cercò di alzarsi da tavola, ma aveva le mani legate e difficoltà nei movimenti. Lo zio la guardò e poi si rivolse al fratello: ”Capisci che non posso accettare che si offenda mia moglie, con voi è sempre stata gentile, è un ospite… sacro ovviamente. Devi darmi il permesso di punirla, ma una vera punizione, per il furto e per queste grida e offese a mia moglie. Pino era imbarazzato, ma aveva un obbligo morale col fratello e alla fine disse:” Hai ragione Lucio, puniscila come merita”. Lucio fece mettere in piedi la ragazza, tenendola per la fascetta che le legava le braccia e si guardò intorno. Al muro c’era un grosso quadro, si rivolse ai nipoti e disse:” Per qualche ora quel quadro possiamo pure toglierlo” I due ragazzacci capirono al volo e eseguirono quello che voleva lo zio. Tolto il quadro apparve un grosso uncino, sempre con l’aiuto dei fratelli si avvicinò portandosi dietro Anna con le mani legate, con un’altra fascetta chiese ai nipoti di posizionarla in piedi, legata all’uncino con le mani in alto e con le tette al vento. Si voltò verso la moglie:” Ha offeso te, vieni, toglile la gonna” la donna si alzò ridendo. Anna cercò di scalciare e disse parolacce urlando verso la zia. Lucio si avvicinò:” Forse non hai capito che sei in punizione, ogni sbaglio la punizione aumenta.” La zia aveva tolto la gonna e ora Anna aveva le mutandine bianche. Lo zio aggiunse. “ pensavo di lasciarti le mutandine, ma visto il tuo sgarbo continuo verso mia moglie, togliamole, e mettiamo in mostra, per ora, il bel ciuffetto di peli che ti copre la fichetta. Anna piangeva e chiedeva scusa, era poggiata con le spalle verso il muro, ma davanti era completamente scoperta, con i fratelli che avevano cominciato con i le solite prese in giro. Lo zio disse: ”Impara un po’ di educazione, ora noi mangeremo, mentre tu starai qui, con le braccia alzate e a mostrare queste belle tette e questo folto ciuffo” Con uno sguardo malizioso tirò i peli, senza fare male.” Guai a chi manca di rispetto a mia moglie, è la persona che più mi sta a cuore” La zia si avvicinò e la guardò per bene, ridendo per metterla ancor più in imbarazzo. I fratelli erano quasi a terra per le risate. Pino sapeva che era una punizione molto vergognosa, ma non poteva dire nulla, aveva promesso di far giocare il fratello con Anna. In fondo l’aveva denudata, ma non l’aveva toccata in modo intimo. Il pranzo durò parecchio, poi Lucio fece una telefonata.” Pino è da tanto che non vedo la nostra amica Lucia, ho voglia di salutarla e le ho chiesto di passare” Tutti, Anna per prima capirono che era una maniera per mortificarla mostrandola nuda a una signora amica che abitava nel palazzo. Pochi minuti e suonò il campanello. Lucia entrò salutando cordialmente tutti, I fratelli di Anna trattenevano a stento le risate, poi la donna vide Anna nuda legata a un gancio del muro: ”Che succede?” Lucio fu veloce a rispondere:” Le ragazze maleducate e con le mani lunghe meritano una punizione, fatti dire da lei cosa ha fatto” Lucia guardava Anna che non parlava e i fratelli intervennero:” Prima ha rubato soldi in casa, poi ha trattato male la zia sempre brava e generosa con noi tutti” Lucia scoppiò a ridere.” Ma queste punizioni non si danno neppure a una bambina di pochi anni!” E lì Anna fece un altro errore:” Sono dei mostri e la zia è una ruffiana stronza” scoppiando a piangere. Nessuno parlò, lo zio chiese aiuto ai due nipoti, si avvicinarono a Anna, la staccarono dall’uncino, rimettendo a posto il quadro. Tutti erano con il fiato sospeso, Lucio fece cenno a Pino e ai ragazzi, intanto le donne si erano sedute a prendere il caffè. Anna piangeva e mormorava parole di insulto. Uno dei suoi fratelli posizionò una sedia al centro della stanza, Lucio si sedette e aspettò. Pino e i figli presero Anna e la portarono vicino a lui, mentre il fratello più piccolo diceva: “ Ora non sono scoperte solo le tette e i peli della patatina. E fece girare la sorella: “Ecco un bel culetto alla vista di tutti” Anna cercò di scappare, lo zio si alzò e la colpì sul culo, con grosse manate, mentre, come se ci fosse un accordo la tenevano ferma il padre e i fratelli. Lo zio la girò di spalle verso chi era seduto a tavola per sorbire il caffè, e si rivolse alla moglie.” Ti ho difesa abbastanza? Vedi che bel culetto ha Anna, che dici si starà vergognando a stare con le chiappe davanti a tutti noi?” La moglie si alzò dal suo posto e si avvicinò al marito che teneva Anna con l’aiuto degli altri uomini: “ Dopo tutte le parolacce e gli insulti, merita una bella sculacciata su queste natiche grassocce” Il marito rise, si risedette e con l’aiuto degli altri si mise Anna sulle gambe: “Signore e signori, venite pure più vicino a vedere lo spettacolo” La moglie con due dita, ridendo, aprì le natiche;” Vediamo il buchino di questa maleducata.” Pure Lucia si era avvicinata e si mise a ridere vedendo il forellino grinzoso. Poi aggiunse:” Messa così non si vede solo il culetto, ma guardate sotto si vede completa la fichetta, pelosa” Si avvicinò e con due dita l’aprì “ Guarda guarda, non ha più misteri per noi, forse la punizione è sufficiente” Anna piangeva e lo zio, cominciò a battere le natiche, facendogliele alzare, mostrando perfino il ventre. Tutti, pure la madre e il padre ridevano. Lo zio continuava, poi fece cenno alla moglie, che si avvicinò dicendo” Io ho le tette rovinate, ma nessuno mi ha umiliato così – la colpì sulle natiche che erano già rosso fuoco- senti che bel suono di fanfara, un culetto nudo sculacciato- come hai detto Lucia? Neppure una bimba piccola viene trattata così, davanti ai fratelli, a te Lucia! lei deve sentire la vergogna, i fratelli che stanno vedendo tutto, la fichetta aperta, mamma mia che vergogna, si lamentava di mostrare le tette, ora è sotto gli occhi di tutti. Vieni Lucia, hai visto il buchetto?” Lucia disse: ”Come no, l’ho visto prima, ma apri le natiche voglio vederlo ancora” La zia aprì le natiche di Anna: ”Allora, ti penti delle cattiverie che mi hai detto e che non meritavo, sono stata con te, sempre gentile” Anna non rispondeva e la zia le mise una mano sulla fica:” Non rispondi? Che facciamo Lucio, la mettiamo così fuori al balcone?” Anna si mise a piangere e chiese scusa, perdono, giurò di non farlo più. Bene disse Lucio, poi tolse dalla giacca una penna e cercò di metterla nel culetto. Ma Pino intervenne: “Si era detto senza farle male ”La zia soffocò una risata: ”Però mi sarebbe piaciuta vederla con la penna nel culetto.” E non contenta diede altre sculacciate sul culetto della ragazza.” Penso che non toccherà più un centesimo e quando mi vede, metterà un tappeto rosso. Pino era arrivato con tutti i vestiti e la biancheria della ragazza. Lucio disse:” Per me potrebbe stare nuda fino a stasera, ma dobbiamo andare via, abbiamo un altro impegno. Divertiamoci a vedere come si riveste, anche quello è vergognoso. Diedero i vestiti a Anna che col viso rosso acceso e il culetto piagato, si rivestì. Poi salutò con molta educazione Lucia, la zia e lo zio e scappò in camera, piena di vergogna. Dalla sua stanza sentiva ancora le risate dei fratelli e degli zii, che parlavano del suo culetto nudo, sculacciato, del suo buchino grinzoso, ma soprattutto della fica che avevano spalancato per vederla meglio e del fatto che per una ragazza di diciannove anni, la punizione era stata davvero umiliante e dolorosa.




scritto il
2024-02-11
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