Una zia molto simpatica
di
Mariella
genere
dominazione
Una zia molto simpatica,
Ho una zia molto simpatica, è pure la mia comare di Cresima e sono molto felice quando ci viene a trovare. Alla fine dell’anno scolastico mi ha invitato a passare un periodo di vacanza a casa sua. Ero molto felice, con lei stavo bene, mi divertivo e me le dava tutte vinte. Il risultato dell’anno scolastico era mediocre, dovevo riparare a settembre due materie, ma era una cosa recuperabile, non ero preoccupata. Purtroppo mi sono traccheggiata e sono arrivata vicino alla partenza senza aver fatto i compiti che mi servivano per recuperare. L’esame è arrivato e io sono stata bocciata. Mia madre e mio padre se la sono presa con mia zia che non mi aveva fatto studiare con impegno. La zia è arrivata subito a casa e ha spiegato che lei ogni mattina mi lasciava quattro ore da dedicare allo studio, da una amica che abitava vicino a lei aveva saputo che io approfittavo per andare in giro, magari in spiaggia, invece di studiare. Dovevo ripetere l’anno, ma lei disse ai miei genitori che dovevo andare di nuovo a casa sua, avrei dovuto spiegare perché non avevo studiato, la mattina mentre lei era al lavoro, guadagnando una bella bocciatura. Era un suo diritto difendersi, mi aveva accolta, organizzato le mie giornate, era a disposizione qualora non avessi capito qualcosa, era giusto che si difendesse. Questa volta sarebbe stato un soggiorno di un solo giorno, senza nessun divertimento, solo per chiarire la mia indolenza e scusarsi con i miei genitori che mi avevano data a lei sicura che mi avrebbe aiutato a studiare, con la possibilità di passare qualche giorno al mare e divertirmi anche. Mi venne a prendere alla stazione, io abito in collina, lei al mare, nella stessa regione. Arrivammo a casa e c’era una piccola riunione, quattro colleghe della zia e due signori che erano i loro capo ufficio. La zia entrò e salutò tutti, con mia grande confusione raccontò come mi ero comportata durante l’estate e tutti dissero che ero stata molto ingrata a approfittare della benevolenza della zia, buona e generosa. Da parte di qualche sua amica sentii la parola, punizione, altre dissero “Non deve passarla liscia, si è comportata davvero male” Non ero preoccupata, la zia era sempre gentile con me, mi avrebbe sgridata. Io sorrisi e la persona che era a capo di mia zia disse:” Ridi pure? Mi fa piacere. Sei proprio una spudorata” Mia zia intervenne:” Forse non avete capito, io ho fatto venire voi e lei, perché intendo darle una lezione, mi serve un pubblico che le faccia ricordare che non ci si approfitta delle persone. Io con lei sono stata sempre gentile e amichevole, lei doveva solo studiare qualche ora la mattina, mentre io ero al lavoro. Cioè fare il suo dovere.” Sentii un serpeggiare fra le sei persone presenti e mi chiesi cosa volesse dire la zia. Vidi che si era seduta sulla poltrona e chiese a me: ”Allora hai visto come mi hai messo in difficoltà con i tuoi genitori?” feci cenno di sì e chiesi scusa. La zia mi disse:” Non credo bastino due parole, avvicinati” Mi avvicinai alla poltrona e lei fece un cenno ai due uomini che si misero a ridere:” Dai, ha diciotto anni, non puoi. Ne abbiamo parlato tante volte sono metodi antiquati” Io non capivo. Le donne sono sempre più cattive, si avvicinarono tutte e quattro e mi accerchiarono. Non capivo cosa potessero volere. I due uomini aggiunsero:” Ci siamo pure noi, è davvero umiliante, siamo uomini, troppa vergogna.” Cominciai a capire, la zia qualche volta aveva detto che da ragazza aveva subito come punizione sculacciate, ma sapevo sempre senza pubblico e, ero certa, sui vestiti. Mi rassegnai, avrei preso qualche colpo sul sedere come lo aveva avuto lei da ragazza. Mentre pensavo non capii che le quattro donne mi avevano rovesciato sulle gambe della zia che disse:” Per molto meno mia madre mi ha punita. Ora subirà la stessa cosa. Non capii perché due mi tenevano stretta per le braccia bloccandomi la testa; le altre due mi sollevarono la gonna. Gridai: ”Zia tu le hai prese sempre sui vestiti” Lei rise. ”Magari, le ho prese anche a culetto nudo, fuori al balcone. Chiedi a tuo padre. Mio fratello da uomo era esonerato da queste punizioni, anzi lo chiamavano per venire a vedere e a prendermi in giro!” Mi venne da piangere: ”Non è vero lo hai sempre detto tu” La zia si mise a giocare con l’elastico delle mie mutandine. “ Ascolta Delia, è qui presente e è mia amica fin da ragazzine. Delia come mi sculacciavano i miei genitori? “ Una delle donne, sicuramente Delia disse:” A culetto nudo e davanti a scuola, ti veniva a prendere quando i professori si lamentavano di te. Tu piangevi disperata e ti lasciavano quando il tuo culetto era rosso come un peperone. In presenza di compagni e pure di insegnanti, bidelli, altri genitori” La zia si mise a ridere: “Allora posso procedere, come le ho prese io, se le merita pure lei.” E mi tolse le mutandine, lasciando il mio culetto nudo. Cominciò a battere, tutti si avvicinarono ridendo:” Bello spettacolo, un culetto davvero bello. Quanti anni ha?” Era la voce di u uomo e mia zia rispose:” il mese entrante ne compie diciannove” e continuò a battere le mie natiche con una certa forza. Delia disse. ”Però tu le hai prese fino a dodici, tredici anni, lei è una donna” E la zia disse:” Ma si è comportata come una bambina, e così va trattata.” Sentivo le natiche bollenti e pensavo che ero nuda davanti a sei sconosciuti, due erano uomini. Uno di loro disse.:” Ma che bel culetto, in questa posizione, per schivare i colpi lo tira su e ci fa vedere la fica pelosa, poverina, la stai umiliando troppo” Io mi sentii morire dalla vergogna, perché qualcuno si era avvicinato e sentii due dita che mi aprivano le natiche:” Visto che la stai punendo, divertiamoci un po’ così impara a comportarsi bene. “Guardate” disse una voce maschile- che carino il buchino del culetto. Le donne sono sempre cattive, una si avvicinò, mi sollevò dalla fica e la mostrò a tutti. “Di questo gioiello cosa dite?” La voce maschile ridendo disse .”Aspetta e sentii che avvicinandosi, apriva le labbra della mia fica: “ Guardiamola bene dentro, pelosa, ma se apriamo le grandi labbra… guardate signori.” Sentii la fica aperta, e tutti che facevano commenti e ridevano. Sentii un dito nel buchino del culetto, cercai di liberarmi, ma capii che era la zia, che mi sculacciò con una spatola di legno e cercava di farsi strada nel mio buchino. “Zia a te questo non l’hanno fatto” La zia chiese a uno degli uomini la cinta e lo invitò a darmi colpi dalla parte della fibbia, ignara delle mie parole. L’uomo ridendo obbedì alla zia. Realizzai piena di vergogna che avevo il culetto nudo, ma dalla posizione ero con la fica aperta e il solco del culo che mostrava il mio buchino. Una delle donne, poi seppi che era Delia, si avvicinò e cominciò a spogliarmi del tutto, fra le risate generali. La zia la aiutò, via la felpa, via il reggiseno, il collant erano appeso e fu tolto del tutto con le mutande. Ero Nuda, con zia e le sue amiche che mi giravano da tutte le parti per far vedere tutte le mie cosine, e colpi sul culo che mi arrivavano da parte di tutti. Poi uno degli uomini disse: “Mettila al muro con le braccia legate in alto, lasciala così, chi vuole viene e la guarda dove vuole. Mi sentii morire, ma la proposta fu accolta. Mi misero con le braccia legate in alto completamente nuda. Tutti vennero a vedermi, qualcuno mi girava e mi sculacciava ridendo, ero legata abbastanza lenta, le donne si divertivano a mettermi a angolo retto, e mi aprivano le grandi labbra della mia fica, mostrando tutte le mie cose. Una più cattiva delle altre, arrivò con una candela e fra le risate generali, me la mise nel buchino mi sentivo davvero ridicola nuda con una candela nel culetto, con chiunque che poteva aprirmi la fica. Giocarono in modo pesante per parecchio tempo, finalmente arrivò l’ora che tutti dovevano andare a casa, mi slegarono e mi misero a angolo retto, con le mani alle caviglie, tutti mi sculacciarono con le mani e con la spatola di legno. Quando finalmente andarono via, rimasi sola con la zia. Io avevo gli occhi pieni di lacrime, lei rideva e disse: “Nessuno può approfittare della mia benevolenza e della mia generosità. Tu pensavi di averla fatta franca? Prima sei stata bocciata e secondo ti ho dimostrato i miei metodi educativi, anche io ho preso sculacciate a culo nudo, ma non a diciotto anni come te. Ti sei vergognata abbastanza, bella la tua fica, l’abbiamo vista tutti – mi tolse la candela dal culetto- Che vergogna alla tua età. Ora vestiti e vattene, non voglio vederti mai più, devo digerire i rimproveri che ho avuto dai tuoi genitori per la tua scorrettezza. Anzi aspetta, mi prese per un braccio, si sedette e mi si mise sulle gambe. Un’altra sonora sculacciata a culo nudo e poi mi lasciò andare via.
Ho una zia molto simpatica, è pure la mia comare di Cresima e sono molto felice quando ci viene a trovare. Alla fine dell’anno scolastico mi ha invitato a passare un periodo di vacanza a casa sua. Ero molto felice, con lei stavo bene, mi divertivo e me le dava tutte vinte. Il risultato dell’anno scolastico era mediocre, dovevo riparare a settembre due materie, ma era una cosa recuperabile, non ero preoccupata. Purtroppo mi sono traccheggiata e sono arrivata vicino alla partenza senza aver fatto i compiti che mi servivano per recuperare. L’esame è arrivato e io sono stata bocciata. Mia madre e mio padre se la sono presa con mia zia che non mi aveva fatto studiare con impegno. La zia è arrivata subito a casa e ha spiegato che lei ogni mattina mi lasciava quattro ore da dedicare allo studio, da una amica che abitava vicino a lei aveva saputo che io approfittavo per andare in giro, magari in spiaggia, invece di studiare. Dovevo ripetere l’anno, ma lei disse ai miei genitori che dovevo andare di nuovo a casa sua, avrei dovuto spiegare perché non avevo studiato, la mattina mentre lei era al lavoro, guadagnando una bella bocciatura. Era un suo diritto difendersi, mi aveva accolta, organizzato le mie giornate, era a disposizione qualora non avessi capito qualcosa, era giusto che si difendesse. Questa volta sarebbe stato un soggiorno di un solo giorno, senza nessun divertimento, solo per chiarire la mia indolenza e scusarsi con i miei genitori che mi avevano data a lei sicura che mi avrebbe aiutato a studiare, con la possibilità di passare qualche giorno al mare e divertirmi anche. Mi venne a prendere alla stazione, io abito in collina, lei al mare, nella stessa regione. Arrivammo a casa e c’era una piccola riunione, quattro colleghe della zia e due signori che erano i loro capo ufficio. La zia entrò e salutò tutti, con mia grande confusione raccontò come mi ero comportata durante l’estate e tutti dissero che ero stata molto ingrata a approfittare della benevolenza della zia, buona e generosa. Da parte di qualche sua amica sentii la parola, punizione, altre dissero “Non deve passarla liscia, si è comportata davvero male” Non ero preoccupata, la zia era sempre gentile con me, mi avrebbe sgridata. Io sorrisi e la persona che era a capo di mia zia disse:” Ridi pure? Mi fa piacere. Sei proprio una spudorata” Mia zia intervenne:” Forse non avete capito, io ho fatto venire voi e lei, perché intendo darle una lezione, mi serve un pubblico che le faccia ricordare che non ci si approfitta delle persone. Io con lei sono stata sempre gentile e amichevole, lei doveva solo studiare qualche ora la mattina, mentre io ero al lavoro. Cioè fare il suo dovere.” Sentii un serpeggiare fra le sei persone presenti e mi chiesi cosa volesse dire la zia. Vidi che si era seduta sulla poltrona e chiese a me: ”Allora hai visto come mi hai messo in difficoltà con i tuoi genitori?” feci cenno di sì e chiesi scusa. La zia mi disse:” Non credo bastino due parole, avvicinati” Mi avvicinai alla poltrona e lei fece un cenno ai due uomini che si misero a ridere:” Dai, ha diciotto anni, non puoi. Ne abbiamo parlato tante volte sono metodi antiquati” Io non capivo. Le donne sono sempre più cattive, si avvicinarono tutte e quattro e mi accerchiarono. Non capivo cosa potessero volere. I due uomini aggiunsero:” Ci siamo pure noi, è davvero umiliante, siamo uomini, troppa vergogna.” Cominciai a capire, la zia qualche volta aveva detto che da ragazza aveva subito come punizione sculacciate, ma sapevo sempre senza pubblico e, ero certa, sui vestiti. Mi rassegnai, avrei preso qualche colpo sul sedere come lo aveva avuto lei da ragazza. Mentre pensavo non capii che le quattro donne mi avevano rovesciato sulle gambe della zia che disse:” Per molto meno mia madre mi ha punita. Ora subirà la stessa cosa. Non capii perché due mi tenevano stretta per le braccia bloccandomi la testa; le altre due mi sollevarono la gonna. Gridai: ”Zia tu le hai prese sempre sui vestiti” Lei rise. ”Magari, le ho prese anche a culetto nudo, fuori al balcone. Chiedi a tuo padre. Mio fratello da uomo era esonerato da queste punizioni, anzi lo chiamavano per venire a vedere e a prendermi in giro!” Mi venne da piangere: ”Non è vero lo hai sempre detto tu” La zia si mise a giocare con l’elastico delle mie mutandine. “ Ascolta Delia, è qui presente e è mia amica fin da ragazzine. Delia come mi sculacciavano i miei genitori? “ Una delle donne, sicuramente Delia disse:” A culetto nudo e davanti a scuola, ti veniva a prendere quando i professori si lamentavano di te. Tu piangevi disperata e ti lasciavano quando il tuo culetto era rosso come un peperone. In presenza di compagni e pure di insegnanti, bidelli, altri genitori” La zia si mise a ridere: “Allora posso procedere, come le ho prese io, se le merita pure lei.” E mi tolse le mutandine, lasciando il mio culetto nudo. Cominciò a battere, tutti si avvicinarono ridendo:” Bello spettacolo, un culetto davvero bello. Quanti anni ha?” Era la voce di u uomo e mia zia rispose:” il mese entrante ne compie diciannove” e continuò a battere le mie natiche con una certa forza. Delia disse. ”Però tu le hai prese fino a dodici, tredici anni, lei è una donna” E la zia disse:” Ma si è comportata come una bambina, e così va trattata.” Sentivo le natiche bollenti e pensavo che ero nuda davanti a sei sconosciuti, due erano uomini. Uno di loro disse.:” Ma che bel culetto, in questa posizione, per schivare i colpi lo tira su e ci fa vedere la fica pelosa, poverina, la stai umiliando troppo” Io mi sentii morire dalla vergogna, perché qualcuno si era avvicinato e sentii due dita che mi aprivano le natiche:” Visto che la stai punendo, divertiamoci un po’ così impara a comportarsi bene. “Guardate” disse una voce maschile- che carino il buchino del culetto. Le donne sono sempre cattive, una si avvicinò, mi sollevò dalla fica e la mostrò a tutti. “Di questo gioiello cosa dite?” La voce maschile ridendo disse .”Aspetta e sentii che avvicinandosi, apriva le labbra della mia fica: “ Guardiamola bene dentro, pelosa, ma se apriamo le grandi labbra… guardate signori.” Sentii la fica aperta, e tutti che facevano commenti e ridevano. Sentii un dito nel buchino del culetto, cercai di liberarmi, ma capii che era la zia, che mi sculacciò con una spatola di legno e cercava di farsi strada nel mio buchino. “Zia a te questo non l’hanno fatto” La zia chiese a uno degli uomini la cinta e lo invitò a darmi colpi dalla parte della fibbia, ignara delle mie parole. L’uomo ridendo obbedì alla zia. Realizzai piena di vergogna che avevo il culetto nudo, ma dalla posizione ero con la fica aperta e il solco del culo che mostrava il mio buchino. Una delle donne, poi seppi che era Delia, si avvicinò e cominciò a spogliarmi del tutto, fra le risate generali. La zia la aiutò, via la felpa, via il reggiseno, il collant erano appeso e fu tolto del tutto con le mutande. Ero Nuda, con zia e le sue amiche che mi giravano da tutte le parti per far vedere tutte le mie cosine, e colpi sul culo che mi arrivavano da parte di tutti. Poi uno degli uomini disse: “Mettila al muro con le braccia legate in alto, lasciala così, chi vuole viene e la guarda dove vuole. Mi sentii morire, ma la proposta fu accolta. Mi misero con le braccia legate in alto completamente nuda. Tutti vennero a vedermi, qualcuno mi girava e mi sculacciava ridendo, ero legata abbastanza lenta, le donne si divertivano a mettermi a angolo retto, e mi aprivano le grandi labbra della mia fica, mostrando tutte le mie cose. Una più cattiva delle altre, arrivò con una candela e fra le risate generali, me la mise nel buchino mi sentivo davvero ridicola nuda con una candela nel culetto, con chiunque che poteva aprirmi la fica. Giocarono in modo pesante per parecchio tempo, finalmente arrivò l’ora che tutti dovevano andare a casa, mi slegarono e mi misero a angolo retto, con le mani alle caviglie, tutti mi sculacciarono con le mani e con la spatola di legno. Quando finalmente andarono via, rimasi sola con la zia. Io avevo gli occhi pieni di lacrime, lei rideva e disse: “Nessuno può approfittare della mia benevolenza e della mia generosità. Tu pensavi di averla fatta franca? Prima sei stata bocciata e secondo ti ho dimostrato i miei metodi educativi, anche io ho preso sculacciate a culo nudo, ma non a diciotto anni come te. Ti sei vergognata abbastanza, bella la tua fica, l’abbiamo vista tutti – mi tolse la candela dal culetto- Che vergogna alla tua età. Ora vestiti e vattene, non voglio vederti mai più, devo digerire i rimproveri che ho avuto dai tuoi genitori per la tua scorrettezza. Anzi aspetta, mi prese per un braccio, si sedette e mi si mise sulle gambe. Un’altra sonora sculacciata a culo nudo e poi mi lasciò andare via.
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