La mia prima ragazza - cap. 2
di
The Best Of
genere
tradimenti
Dovevo sfogarmi ma non potevo parlarne con mia madre, l’unica che mi capiva a fondo, e feci l’errore di confidarmi con le due persone sbagliate.
Prima, telefonai ad Armando, il mio migliore amico, e gli raccontai l’accaduto.
“Ma secondo te, poteva essere lei?”
Rispose decisamente scocciato: “Lucio, Alice non è una ragazza per gente normale come noi. Hai visto quant’è bello, Marcello? Lui puo' averla, non noi."
“Va bene, potrebbe essere il suo fidanzato, ma quelle porcate che ho sentito, Alice non le farebbe mai!"
“ perche' mai? A tutte le ragazze piace la minchia, e a quelle alle quali sembra che non gli piaccia, ci pensano i maschi ad istruirle.”
“Armando , io devo sapere.”
Lucio, vuoi andare a chiedere, ad Alice se succhia il cazzo, a Marcello? Sei scemo?"
“No, pero' tramite amici di amici, potrei saperlo, da lui. Se pagassi uno, per chiederlo a Marcello?"
“ rischieresti di sputtanarti, se la cosa, si venisse a sapere. Rischieresti l'espulsione tu, e faresti rischiare l'esplusione, adAlice."
“E perché?”
“Perché non si fanno i pompini nelle aule studio”
Me lo disse in tono seccato. In quell’attimo mi diede l’impressione che l’idea di Alice inginocchiata mentre spompinava la minchia di Marcello avesse dato più fastidio a lui che non a me. A me, quell’idea mi intrigava, sì mi ingelosiva ma, principalmente, me lo faceva diventare duro.
Prima di cena, raggiunsi mio padre nel suo studio, chiedendogli se potevo disturbarlo. Mio padre è un uomo di cinquantadue anni ben portati, con un bel fisico e un bel portamento; un uomo di quelli che si definiscono distinti.
Mi padre mi ascoltò con grande attenzione mentre gli raccontavo l’episodio e, man mano che andavo avanti nella descrizione dell’accaduto, notai che il suo volto si adombrava sempre di più.”
Quando io finii di esporre i fatti mio padre mi chiese se fossi sicuro che si trattasse di Alice ed io, pur non essendolo, dissi di sì.
“Uhm! Lucio io questa cosa di chiedere ad altri non la farei, ma se ci tieni e dovessi avere bisogno di me per pagare, io ci sono. Però, Lucio devi trovare un modo per saperne di più di Alice. Se ti serve la mia macchina, prendi pure le chiavi quando vuoi.”
Mi fece capire che voleva restare solo ed era già col telefonino in mano mentre uscivo dalla stanza e chiudevo la porta dietro di me.”
Ancora oggi mi chiedo perché lo feci, ma rimasi ad origliare e sentii mio padre.
“Ciao, sono io. Abbiamo un problema con Alice.” e raccontò al misterioso interlocutore quanto aveva ascoltato da me. Dopo una lunga chiacchierata dove non capii nulla se non che continuassero a parlare di Alice, in codice, mio padre chiuse la telefonata con: “d’accordo, si rimane intesi così.”
Il giorno dopo, presi tutto il coraggio che avevo e fermai Germano, un amico di Marcello, anche lui palestrato.
“ Io vorrei sapere , beh ecco, se Marcello e Alice si frequentano.”
“Cioè, mi stai chiedendose Marcello si tromba Alice? E perche' dovrei dirtelo?”
“ Ma tu lo sai?"
“Certo, che lo so. Nel nostro gruppo lo sanno tutti, come lo sanno tutte le amiche di Alice. Ma tu li hai quattromila euro?”
Nel freddo della sera dopo, ero ai giardini pubblici, aspettando che Germano arrivasse ma quello, però, non si fece vedere. Al suo posto, arrivò Melissa, una delle paggette di Alice. Iniziò subito a parlarmi:
“Sappiamo tutto della tua richiesta e come hai potuto credere che i maschi osassero sfidare Alice? Era logico, che sarebbe stata informata e lei ti fa sapere che è uscita due volte con Marcello, questo è quanto ti è dato sapere. Non puoi fare domande o commenti. Sappi che Alice si era arrabbiata molto, perché pensava che tu volessi i video porno, di lei e Marcello. Ma poi, l'amico di Marcello, ha specificato, che tu volevi sapere solamente, se fossero fidanzati."
Stavo svenendo, mi sentii mancare, ma riuscii a chiedere: “ Ma ci sono i video porno di Alice e Marcello?"
Melissa mi guardò e iniziò a ridere, senza fermarsi, e scappò via, continuando a ridere.
Io mi chinai e rimisi l’anima nuovamente.
Arrivato a casa, trovai mio padre che mi fece cenno di seguirlo in studio, dove si fece raccontare tutto.
Questa volta, la telefonata la fece davanti a me anche se non fece mai nomi se non quello di Alice e riferì tutto quello che avev ascoltato da me, insistendo sulla vicenda dei video. Posò il telefono sulla scrivania, dopo avere concluso la telefonata col solito: “d’accordo, facciamo così.”, e mi guardò. Fece un lungo sospiro, poi iniziò a parlare: “Lucio, abbiamo bisogno di te. Non provare a capire o a farmi domande, perché non servirebbe. Sappi che noi abbiamo bisogno di te ma, se ci saprai fare, avrai il tuo tornaconto che, rispetto a quello che hai e che sei oggi, per te sarebbe una cosa bellissima. Lucio, devi abbordare al più presto Alice e devi diventare il suo fidanzato. Poco importa se Alice si rifiuterà di fare sesso con te o se penserai che lo faccia con altri.”
“Ma, papà”
“Lucio! È così! Non si cambia una virgola.”
Quella notte non dormii.
L’indomani fu il gran giorno.
Avevo atteso che Alice arrivasse dalle parti di casa sua, controllato a vista dall’autista di mio padre. Non avrei potuto avere ripensamenti e fuggire via.
“Ciao, Alice.”
“ Ciao Lucio, come mai da queste parti?”
“Sono qui per te, Alice. Posso invitarti a prendere un caffè?”
Lei rimase sulle sue, poi disse: “Va bene, Lucio. Anche se non capisco il motivo.”
Entrammo in un bar vicino, ci sedemmo ad un tavolino, ed ordinammo.
“Alice, mi piacerebbe uscire con te"
Non si aspettava una domanda simile e mi rispose : “Cosa intendi, per uscire con me?”
“Andare al cinema assieme, andare a mangiare una pizza assieme, fare una passeggiata assieme. Certo che sarei felice a baciarti e accarezzarti, ma non vuoi, non lo facciamo.”
“Lucio ci stai provando con me? Lo sai che per me sei brutto e sfigato?”
“Lo so. Però mi piacerebbe ugualmente uscire con te. Ci puoi almeno pensare, senza dirmi subito no?"
“Lucio ti ho sempre trattato male, umiliato, scartato. Come pensi, che potrebbe funzionare, tra noi due? Sai come sono fatta, vero? Ho il mio carattere.”
“Alice, gli altri non riescono a capirti, io sì. Per questo, io e te potremmo uscire assieme. Perché io ti capisco e tu capisci me. Io e te, saremmo complementari. "
“ma come parli?”
Pero' intanto, per la prima volta, Alice stava facendo un discorso con me.
La prima cosa che avrebbe dovuto sorprendermi fu il comportamento di mio padre che, quella sera, non mi chiese nulla di Alice ma che si mostrò molto premuroso nei miei confronti Io, però, non diedi peso alla cosa.
Sapevo di non avere speranze con Alice, però, adesso, non avrei avuto rimpianti, ci avevo provato.
Prima, telefonai ad Armando, il mio migliore amico, e gli raccontai l’accaduto.
“Ma secondo te, poteva essere lei?”
Rispose decisamente scocciato: “Lucio, Alice non è una ragazza per gente normale come noi. Hai visto quant’è bello, Marcello? Lui puo' averla, non noi."
“Va bene, potrebbe essere il suo fidanzato, ma quelle porcate che ho sentito, Alice non le farebbe mai!"
“ perche' mai? A tutte le ragazze piace la minchia, e a quelle alle quali sembra che non gli piaccia, ci pensano i maschi ad istruirle.”
“Armando , io devo sapere.”
Lucio, vuoi andare a chiedere, ad Alice se succhia il cazzo, a Marcello? Sei scemo?"
“No, pero' tramite amici di amici, potrei saperlo, da lui. Se pagassi uno, per chiederlo a Marcello?"
“ rischieresti di sputtanarti, se la cosa, si venisse a sapere. Rischieresti l'espulsione tu, e faresti rischiare l'esplusione, adAlice."
“E perché?”
“Perché non si fanno i pompini nelle aule studio”
Me lo disse in tono seccato. In quell’attimo mi diede l’impressione che l’idea di Alice inginocchiata mentre spompinava la minchia di Marcello avesse dato più fastidio a lui che non a me. A me, quell’idea mi intrigava, sì mi ingelosiva ma, principalmente, me lo faceva diventare duro.
Prima di cena, raggiunsi mio padre nel suo studio, chiedendogli se potevo disturbarlo. Mio padre è un uomo di cinquantadue anni ben portati, con un bel fisico e un bel portamento; un uomo di quelli che si definiscono distinti.
Mi padre mi ascoltò con grande attenzione mentre gli raccontavo l’episodio e, man mano che andavo avanti nella descrizione dell’accaduto, notai che il suo volto si adombrava sempre di più.”
Quando io finii di esporre i fatti mio padre mi chiese se fossi sicuro che si trattasse di Alice ed io, pur non essendolo, dissi di sì.
“Uhm! Lucio io questa cosa di chiedere ad altri non la farei, ma se ci tieni e dovessi avere bisogno di me per pagare, io ci sono. Però, Lucio devi trovare un modo per saperne di più di Alice. Se ti serve la mia macchina, prendi pure le chiavi quando vuoi.”
Mi fece capire che voleva restare solo ed era già col telefonino in mano mentre uscivo dalla stanza e chiudevo la porta dietro di me.”
Ancora oggi mi chiedo perché lo feci, ma rimasi ad origliare e sentii mio padre.
“Ciao, sono io. Abbiamo un problema con Alice.” e raccontò al misterioso interlocutore quanto aveva ascoltato da me. Dopo una lunga chiacchierata dove non capii nulla se non che continuassero a parlare di Alice, in codice, mio padre chiuse la telefonata con: “d’accordo, si rimane intesi così.”
Il giorno dopo, presi tutto il coraggio che avevo e fermai Germano, un amico di Marcello, anche lui palestrato.
“ Io vorrei sapere , beh ecco, se Marcello e Alice si frequentano.”
“Cioè, mi stai chiedendose Marcello si tromba Alice? E perche' dovrei dirtelo?”
“ Ma tu lo sai?"
“Certo, che lo so. Nel nostro gruppo lo sanno tutti, come lo sanno tutte le amiche di Alice. Ma tu li hai quattromila euro?”
Nel freddo della sera dopo, ero ai giardini pubblici, aspettando che Germano arrivasse ma quello, però, non si fece vedere. Al suo posto, arrivò Melissa, una delle paggette di Alice. Iniziò subito a parlarmi:
“Sappiamo tutto della tua richiesta e come hai potuto credere che i maschi osassero sfidare Alice? Era logico, che sarebbe stata informata e lei ti fa sapere che è uscita due volte con Marcello, questo è quanto ti è dato sapere. Non puoi fare domande o commenti. Sappi che Alice si era arrabbiata molto, perché pensava che tu volessi i video porno, di lei e Marcello. Ma poi, l'amico di Marcello, ha specificato, che tu volevi sapere solamente, se fossero fidanzati."
Stavo svenendo, mi sentii mancare, ma riuscii a chiedere: “ Ma ci sono i video porno di Alice e Marcello?"
Melissa mi guardò e iniziò a ridere, senza fermarsi, e scappò via, continuando a ridere.
Io mi chinai e rimisi l’anima nuovamente.
Arrivato a casa, trovai mio padre che mi fece cenno di seguirlo in studio, dove si fece raccontare tutto.
Questa volta, la telefonata la fece davanti a me anche se non fece mai nomi se non quello di Alice e riferì tutto quello che avev ascoltato da me, insistendo sulla vicenda dei video. Posò il telefono sulla scrivania, dopo avere concluso la telefonata col solito: “d’accordo, facciamo così.”, e mi guardò. Fece un lungo sospiro, poi iniziò a parlare: “Lucio, abbiamo bisogno di te. Non provare a capire o a farmi domande, perché non servirebbe. Sappi che noi abbiamo bisogno di te ma, se ci saprai fare, avrai il tuo tornaconto che, rispetto a quello che hai e che sei oggi, per te sarebbe una cosa bellissima. Lucio, devi abbordare al più presto Alice e devi diventare il suo fidanzato. Poco importa se Alice si rifiuterà di fare sesso con te o se penserai che lo faccia con altri.”
“Ma, papà”
“Lucio! È così! Non si cambia una virgola.”
Quella notte non dormii.
L’indomani fu il gran giorno.
Avevo atteso che Alice arrivasse dalle parti di casa sua, controllato a vista dall’autista di mio padre. Non avrei potuto avere ripensamenti e fuggire via.
“Ciao, Alice.”
“ Ciao Lucio, come mai da queste parti?”
“Sono qui per te, Alice. Posso invitarti a prendere un caffè?”
Lei rimase sulle sue, poi disse: “Va bene, Lucio. Anche se non capisco il motivo.”
Entrammo in un bar vicino, ci sedemmo ad un tavolino, ed ordinammo.
“Alice, mi piacerebbe uscire con te"
Non si aspettava una domanda simile e mi rispose : “Cosa intendi, per uscire con me?”
“Andare al cinema assieme, andare a mangiare una pizza assieme, fare una passeggiata assieme. Certo che sarei felice a baciarti e accarezzarti, ma non vuoi, non lo facciamo.”
“Lucio ci stai provando con me? Lo sai che per me sei brutto e sfigato?”
“Lo so. Però mi piacerebbe ugualmente uscire con te. Ci puoi almeno pensare, senza dirmi subito no?"
“Lucio ti ho sempre trattato male, umiliato, scartato. Come pensi, che potrebbe funzionare, tra noi due? Sai come sono fatta, vero? Ho il mio carattere.”
“Alice, gli altri non riescono a capirti, io sì. Per questo, io e te potremmo uscire assieme. Perché io ti capisco e tu capisci me. Io e te, saremmo complementari. "
“ma come parli?”
Pero' intanto, per la prima volta, Alice stava facendo un discorso con me.
La prima cosa che avrebbe dovuto sorprendermi fu il comportamento di mio padre che, quella sera, non mi chiese nulla di Alice ma che si mostrò molto premuroso nei miei confronti Io, però, non diedi peso alla cosa.
Sapevo di non avere speranze con Alice, però, adesso, non avrei avuto rimpianti, ci avevo provato.
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