Il "privé"

di
genere
etero

“Vieni, ti scopi mia moglie!”. Lo disse con un tono imperativo, quasi impartendo un ordine. Guardai la moglie… A differenza dell’uomo basso sui settant’anni, era giovane, altissima, e con un viso cosi triste da essere indefinibile. La guardai, guardai lui, e cominciai a scuotere il capo per dire no grazie quando una mano mi afferrò e mi trascinò. Giuseppe, il gestore del privé mi stava trascinando con se al bar da bravo oste.
Ero stato chiamato da Giuseppe che aveva a sua volta avuto il numero da un mio conoscente perché voleva un servizio di sicurezza diciamo “esotico”. A prescindere che non mi fu detto il tipo di locali per cui era destinata la “mia” gente, devo dire che non avendo alcun tipo di tabù, non fui scioccato quando parcheggiando ebbi la certezza che si trattava di un club di scambisti. C’erop già stato, e non mi piacque. Ma chissà…
Entrai in un posto buio, disseminato di luci rosse. Chissà perché in tutto il mondo la luce rossa é sinonimo di sesso. Ah il sesso… Un piacevole pizzico tra le gambe si stava creando con quell’atmosfera particolare. Non sono amante delle ammucchiate. Amo l’erotismo, il sentore ed il colore delle pelli l’un contro l’altro, il rantolo del piacere, amo la delicatezza e l’impeto della goduria, il suo costante contrasto. Il tempo per me é fondamentale, nel privi, é limitato. Per me, mezz’ora in una figa, é uno spreco in assoluto. La figa ed il cazzo vanno riveriti, sono le uniche parti di noi che convergono universalmente. Ci separano culti e valori, ma ci riunisce il sesso. Per sesso, intendo sia la trombata di un quarto d’ora, che la maratona di giorni. Poiché non ha tempo nell’intimità di ognuno di noi. Vieni dettato, dai sensi, dalla realtà, dai nostri Partners, da un associazione tra due corpi teso a formarne uno. E dunque, ed ovviamente, non sono amante dei Privé. Ma fortunatamente, non sono di quelli che giudicano gli altri, li criticano, o disperatamente cercano di marcare la differenza.
Il locale aveva più stanze, e laddove sta il bar, m c’era un palco con due pali dove due aspiranti lap dancers si muovevano in tutto e per tutto al di fuori del tempo della musica. Li guardai divertito. Erano quasi nude al di fuori di un minuscolo tanga. Una di loro era visibilmente del Sud America ed aveva un culo degno di nota. Ma tosto, e ben proporzionato. Peccato che non avessero in loro quella vena sensuale che caratterizza certe persone. D’altronde, se l’avessero, non sarebbero qui. Giuseppe dopo aver raccomandato ai baristi di fornirmi di tutto ciò che avrei chiesto si allontanò per badare alle sue cose. Sarebbe tornato dopo un pò. Mi fece sorridere il fatto che disse per scontato che era un “piacere” star li. Eppure andavo di fretta. L’Africa però ti dona una cosa senza che tu la chieda; la pazienza. Mandai un messaggio ai miei collaboratori dicendo loro che avrei fatto un pò più tardi e cominciai a sorseggiare il mio gin tonici mentre mi guardavo attorno.
Una bolgia. Corpi nudi, corpi vestiti, semi nudi, corpi fusi con altri corpi in improbabili balli, corpi che si contorcevano sotto o sopra altri corpi, copri che guardavano altri corpi, provano ad avvicinarsi, o no. Con la coda dell’occhio, vidi il vecchietto che erta venuto a chiedere di scoparmi la moglie che frustrava la moglie legata ad una specie di ruota invitando i maschietti ad inculcarla a turno. Il viso della donna era ancora più triste. I maschi, i ordine dietro di lei la possedevano senza che lei fiatasse., Lui, il vecchietto, a volte si piazzava davanti a lei e la prendeva a schiaffi mentre veniva incollata. Girai lo sguardo, non era per niente erotica la scena, ma avevo sceltà. Due uomini stavano scopando contro la parete, e benché non sono omosessuale, la scena mi colpi tanto per la dolcezza. Si baciavano e si muovevano in base ai loro brividi. Mi diede l’impressione di una coppia che non aveva bisogno di nessuno tranne che di mostrare la loro belezza. Ed in molti, li guardavo. Nel giro di poco, si avvicinò una coppia e la donna tentò di inserirsi tra di loro ma con gentilezza fu respinta. Dopo di che ci provò un uomo piuttosto attraente che benne respinto lo stesso. Erano belli e completi, e davano un pò del loro amore a noi. Mi piaceva la situazione, ma c’era anche altro. Una donna tentava disperatamente di prendersi 3 cazzi assieme in bocca. Due donne invece si scambiavano i Partners che forse erano i rispettivi compagni allontanando chiunque tentasse di avvicinarsi. Accanto, una coppia succhiava il cazzo di un singolo che sembrava apprezzare davvero tanto. Perso nei miei pensieri, sussultai quando una mano si poggiò sul mio cazzo già notevolmente stuzzicato dalla vista. Tolsi la mano di getto e mi girai scoprendo una ragazza bassina e molto carina che mi sorrideva. Nell’altra mano, teneva la mano di un uomo che mi guardò con un pò di suspicione. In effetti, al di fuori di me, su un centinaio di persone, eravamo solo io ed una coppia ad essere vestiti. Ringraziai quasi imbarazzato e mi girai dall’altra parte. Un uomo era seduto sullo sgabello accanto a me. Era nudo e con le gambe aperte. Una donna era china su di lei, le mani sul suo membro che prendeva lentamente in bocca. Aveva gli occhi chiusi. Dietro di lei, un uomo andava e veniva piano in lei gustandosi le sue generose forme. La musica era soave, adatta all’ambiente. Erano belli tutti e tre, si sentiva una rara connessione che faceva sicché il piacere di uno diventasse in automatico il piacere degli altri. Proprio ciò che avrei sempre desiderato in vita mia. La donna era in estasi, i maschi altrettanto. Era forse la meno stramba delle situazioni che vedevo attorno, ma di gran lunga, era la piu sensuale. I tre non avevano alcuna fretta, erano stabili nel piacere. Si godevano a vicenda, lontani dal rumore altrui, lontani da vite accanto, erano uniti in una dimensione straordinaria. Le cosce della donne era divaricate, e sul reggia calze nero, c’erano vistose colate di un piacere incontenibile. L’uomo dietro di lei si ritrasse lentamente mostrando un cazzo di notevoli dimensioni e si sdraio sotto la donne. La donna letteralmente colava, e l’uomo semplicemente per almeno un lituo si accontentò di aprire la bocca e di raccogliere l’intimità felice della donna. Non era bella, era bellissima perché era felice. Sapevo che non basta il sesso per esserlo, che le vite di quelle persone erano brillanti e disperate, che avevano l’amore ma non lo sentivano, vivevano. Le loro storie si riflettevano nelle loro movenze, nei loro piaceri, le loro frustrazioni diventavano carezze potenti come colpi di frustra, il loro mondo smetteva di girare; era fermo, immobile, in una terra di tutti e nessuno, in un luogo di tutti e nessuno. Quando l’uomo finalmente avvicinò la lingua al clitoride penzolante e pulsante della donna, fu quasi come se mi stesse avvolgendo il cazzo con la sua bocca. Se fossi bianco, sarei arrossito. Eppure non ero mai stato attratto dagli uomini. Imparai che l’amore é oltre il genere, forse lo sapevo già, ma lo percepì addosso a me. Non volevo e non sarei mai stato con un uomo, ma quella volta, a due metri, lo fui con la mente. Ero eccitatissimo. Decisi di andare in bagno senza realizzare il posto. Una bellissima trans provò a baciarmi, la donna di una coppia mi fece un occhiolino, un altra passando si strusciò, ed in bagno fu un supplizio. Il mio rifiuto a volte quasi offendeva. Accanto al bagno c’era la glori sole dove parecchi uomini erano incollati coi loro membri succhiati da chissà chi che entrava nella stanza. Dopo aver fatto la pipi, decisi di andar via e cominciai a cercar Giuseppe. Lo trovai che mi cercava e mi accompagnò all’uscita.
Gli dissi che purtroppo i ragazzi con cui lavoravo non avrebbero mai gradito certe attenzioni in quanto i loro credi, valori, e culti eran diversi. Ci salutammo, e lui mi offri di tornare quando volevo. Ovviamente da ospite. Ringraziai ed andai via col cazzo cosi duro che mi faceva male.
scritto il
2024-04-09
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