Zia e Suocera, avventura in campagna.

di
genere
incesti

Era la zia più vicina, fra le sorelle di mio padre, abitava vicino, aveva ormai 65 anni, io 22 in meno, ed avevo sposato la nipote del marito, che era morto ormai da anni.
Lei mandava avanti l'azienda agricola di famiglia, da cui ricavava reddito anche in parte mia moglie, perchè mia suocera, vedova anche lei, di 58 anni, era rimasta erede.
Che vi devo dire, mi capitava di guardarle sessualmente, erano in salute, ben messe, e quando ero più giovane me lo facevano tirare, Ma non avevo mai pensato a provarci, anche se ho sempre avuto una propensione per le donne mature.
Si sa come vanno certe cose, gli operai ed i tecnici invecchiavano, la mancanza di una guida forte stavano procurando perdite all’azienda, per cui, mi fu chiesto di dare una mano per rilanciarla.
Cominciai a vedere i libri contabili, poi vidi come andava il mercato, ma non avevo una cultura di imprenditore agricolo, tuttavia la ma sola presenza rivitalizzò le due cognate, che ripresero in mano la produzione, anche se servivano interventi diretti sui campi per certe coltivazioni.
Poi venne un momento in cui era necessario che rimanessimo sui campi e in fattoria, per i raccolti, anche a dormire, ed entrambe si alloggiarono in una stanza del grande fabbricato, mentre a me assegnarono il locale adiacente, ma avevamo un solo bagno, nulla di male.
Mia moglie era in città per il lavoro, al piano inferiore c’era una famiglia albanese che provvedeva agli animali ed alla manutenzione.
La scala che portava al piano superiore era un po ripida, e davanti a me salivano entrmbe, portavano gonne larghe, ed intravidi delle belle cosce tornite di entrambe, che non facevano nulla per nascondersi, presumo perché per loro ero di famiglia.
Ma a me fece effetto, che cercai di ignorare. La sera andai in bagno che aveva la porta aperta e ci urtammo con mia suocera, che era in sottoveste chiara, scollatissima, e vidi un seno bianco e sodo, e ginocchia ben formate, fianchi notevoli. Non so perché mi chinai a baciare un seno che era quasi tutto fuori. Non disse niente, si attaccò più vicino per un attimo come a scostarmi, e poi andò via tranquilla.
Uscii nel cortile per prendere la macchina ed arrivare a un bar nel paese più vicino, e c’era la zia, che mi chiese dove andassi, e mi chiese di accompagnarla a prendere le sigarette. Le dissi che conoscevo vizi migliori delle sigarette, lei scherzò, ma salì con me.
In macchina le guardavo le cosce un po sfacciatamente, lo scontro con mia suocera mi aveva un po eccitato.
“E smettila, mi disse la zia, sono anni che mi guardi, noi donne ci accorgiamo di certi sguardi, che credi? “
Che c’è di male? - Niente, mi lusinga anche un po, ma siamo parenti, e non si fa” – Ah bene, vuol dire che ti sognerò stanotte.
Fin li niente prendemmo le sigarette, e tornammo verso la fattoria, al distributore automatico di sigarette per aiutarla dovetti appoggiarmi un po a lei, che non si ritrasse, e mi era rimasto duro, ma non volevo farle vedere che mi sistemavo il pacco.
Girandomi verso di lei vidi che aveva sbottonato un bottone della camicetta e si vedeva un bel seno dietro i merletti della sottoveste.
Zia, ma davvero non si fa? - Cammina porcello, ma sorrideva per cui fui incoraggiato a mettere la mia mano fra le sue cosce, non aveva calze, e raggiunsi subito la figa che era calda.
La strada era deserta mi accostai, fermai la macchina ci baciammo indiavolati e passionali.
Era una frenesia baciai il suo seno, era caldissima ci sdraiammo sul sedile posteriore e avemmo un rapporto fortissimo, mi sentivo avvolto in quelle tette e quelle coscione, una donna calda e sensuale, avemmo un forte orgasmo entrambi.
Ripartimmo felici, Lei mi disse che era il primo rapporto dopo la morte del marito, ma con me era speciale.
A casa andò a lavarsi e mi salutò con un bacio, di cui deve essersi accorta mia suocera, credo.
Avevo lasciato un filo di porta aperta e le sentivo parlare, anche se non capivo cosa dicessero, ma erano serene, e mi sembrò di avvertire anche delle risatine.
La mattina dopo tutto filava normale, mia zia era allegra e ridente, radiosa direi, mia suocera sembrava del tutto disinteressata a me. A pranzo andammo in una trattoria di campagna, dove fummo molto allegri, anche se mi sembrava di sentirmi sfiorare le gambe con altre gambe.
Il rapporto fra loro due cognate era complice, lo notai, erano anni che si reggevano l’un l’altra, ed erano due belle donne che non avevano rivalità.
A me l’eccitazione saliva, dovetti confessarmi che volevo anche la suocera, anche se sembrava una enormità.
Ma lei sembrava indifferente, mentre la zia, che mi vide ancora eccitato, ne approfittò per un’altra scopata rapida.
Ebbe modo di dirmi che mia suocera, sua cognata, non sarebbe stata indifferente, vedi tu se ta senti concluse, per me va bene.
Lei era impegnata fuori, in paese, e io e la suocera rimanemmo da soli, la portai sul trattore per distribuire attrezzi e rifornimento agli operai, era felice, si divertiva un mondo, e si appoggiava spesso col seno a me, sul trattore si stava stretti.
Suocera le dissi, qui se rimaniamo ancora vicino va a finire che faccio un grosso peccato.
Enbè, disse lei, niente che non puoi confessare e farti assolvere, o no?
Non sapevo come prenderla, ma il suo atteggiamento era un po lascivo, scollatissima, e aveva belle tette, e con le gonne tirate su cosce larghe.
La cabina del trattore è stretta mi fermai sotto un boschetto, non c’era nessuno, andai dal suo lato per farla scendere, il trattore è alto, mi scivolò fra le braccia, scoprendo tutte le cosce, e si afferrò alle mie spalle, viso a viso ci baciammo in modo sensuale, indugiando.
Scesi sul quel seno con la bocca lo baciai e ne presi i capezzoli, suscitando in lei sospiri fortissimi e mentre mi teneva le unghie nella schiena.
Presi una copertina che era sul trattore lo buttai per terra, ci sdraiammo per un altro fortissimo momento di sesso, un desiderio fortissimo ci portò a orgasmi ripetuti, a intensi momenti senza riserve io con la testa fra le sue gambe, le di bocca sul mio arnese, che gradiva molto.
Avevamo perso ogni imbarazzo, e quando ci ritrovammo con mia zia, sua cognata, finì con una risata collettiva, che vuoi fare disse mia zia, siamo state sante e mamme e spose , ed ora ci è capitato questo.
Nei giorni seguenti che furono pochi, avemmo dei bellissimi rapporti, sereni, stando in 3 sul lettone, si era creato un bel trio, e per fortuna avevo abbastanza forze e voglia per farle godere entrambe.
Poi ci fu il rientro, mi dissero di non rovinare i rapporti a casa avevamo avuto una bella fortuna, ora la vita doveva proseguire nei canali normali.
Fu così.
Ma una volta l’una, una volta l’altra, crearono occasioni magnifiche, senza turbare la vita delle famiglie.
Non ci siamo mia detto una parola d’amore, ma se non è amore questo.
scritto il
2024-04-23
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