Love Granny 01

di
genere
incesti

La passione per le tardone è nata con mia zia Flo, prozia in verità, sorella di nonna. Bel donnone over sessanta, gran culo, grandi poppe che ballonzolavano sempre come se dovessero uscire da un momento all’altro.
Le prime segone decise me le facevo fin dalle medie sulle immagini mentali che avevo memorizzato fissando quei globi dove spesso si intravvedeva il grosso capezzolo che premeva da sotto o anche su alcuni scorci sotto la sua gonna quando si chinava per cucinare o se sedeva sul divano con le gambe troppo aperte lasciando intravvedere il lembo bianco delle mutande e soprattutto il gancetto delle calze di nylon.
Dio quanto mi facevano sesso quelle calze. A volte quando le lasciava appese in bagno, le prendevo, le annusavo, mi ci segavo passandole sul cazzo…
La zia abitava nell’appartamento sotto al nostro mentre al terzo piano vive a nonna da quando era rimasta vedova. Eravamo una grande famiglia felice diciamo e io mi muovevo sui tre piani come meglio volevo e senza tante censure. Così vedevo cose: come una volta che vidi la nonna uscire dal bagno con la gonna ancora su e le mutande a mezza coscia e mentre con una mano reggeva la gonna con l’altra si puliva la fica con la carta.
Non c’era nulla di sconcio da parte sua. Sola a casa sua si puliva il piscio dalla gnocca, nulla di male ma per me fu fantastico.
Fu la prima fica pelosa che vidi e fu bellissimo.
La sera ovviamente sparai qualche fiotto nel materasso mentre ripensavo a quella gatta grigia così invitante e così vicina ai miei occhi.
Insomma gli anni passavano, io crescevo, mi facevo la mia vita, conoscevo ragazze, facevo esperienze (anche molto spinte), in summa diventavo uomo. Però, ogni tanto, la fissa per le nonne mi tornava.
La mia non era esattamente la timidezza di chi si immagina rapporti sessuali con le persone di famiglia perché ha delle difficoltà oggettive ad instaurare rapporti con altre e si sente rassicurato solo dai suoi cari spesso scambiando impulsi sessuali e semplice amore di madre (o nonna o zia).
Non credo fossi complessato. Al sabato uscivo con gli amici e finivamo sempre per imbarcare qualche troietta che finivamo per sbatterci in auto belli comodi in un parcheggio.
Tanto più quando si sparse un po’ la voce che avevo un tarello mica da ridere che non vorrei esagerare ma direi da superdotato (poi ne parleremo meglio) l’offerta di troiette sul mercato aumentò parecchio.
Giovane, bellino, spigliato e dotato non posso certo dire che la mia vita sessuale avesse dei problemi ma, nonostante ciò, restava ogni tanto la fissa per le nonne e per le calze di nylon.
Se la mia patner aveva le autoreggenti le chiedevo di tenerle, se aveva il collant le chiedevo di togliere gli slip è rimetterlo a costo poi di risarcirla dopo averlo bucherellato.
Non tutte ci stavano ma quando ci stavano era una goduria e, lo confesso, mentre spruzzavo con nylon fra le dita vogliose pensavo per un attimo a zia…. a nonna… anche ad altre (si mi sono studiato è segato anche le loro amiche da ragazzino lo ammetto).
La svolta arrivò un pomeriggio di calura estiva poco tempo fa. Ora ho passato i venti, studio, ho un piccolo lavoretto per un giornale online con cui mi copro qualche piccola spesa e che mi permette di viaggiare un po’ anche all’estero.
Comunque sia era una giornata estiva, ero appena tornato da un viaggio di una settimana in Belgio e, stanco, avevo dormito tutta la mattina.
Avrei dovuto mettermi al lavoro e buttare giù l’articolo sul viaggio ma ero pigro così accesi la tv senza nemmeno guardarla troppo e dopo un po’ mi ritrovai a trastullarmi il cazzo.
Non ne ho vergogna. Mi faccio spesso le seghe, mi rilassano e smorzano la tensione. Mi piace farmele e me le faccio punto.
Comunque sia sono lì che me lo meno tranquillo, una sega calma di quelle che durano anche mezz’ora quando si spalanca la porta e appare zia Flo.
Indossa giusto una camiciola lunga che le arriva appena sotto alla pancia e da cui traspaiono le mutande. Sopra i tettoni sono praticamente più fuori che dentro visto che ha tre bottoni slacciati.
Mollo la sega anche se ho ancora la mano sul cazzo “Zia ma cazzo fai?”.
“Dick scusa non sapevo fossi tornato”.
“Sono tornato stanotte sul tardi e ho domino fino ad ora. Tu piuttosto non dovresti essere al mare con mamma e nonna?”.
“Non ci sono andata. Non me la sentivo di fare cinque ore di macchina fino al mare e poi anche il dottore mi ha sconsigliata perché la bassa pressione del mare non mi fa nemmeno tanto bene”.
“A capisco” annuisco.
Faccio notare che per tutta la conversazione ho il cazzo duro in mano con la cappella tesa. Lei un po’ lo fissa, un po’ mi guarda negli occhi.
“Comunque scusa se ti ho…interrotto” sorride.
“Scusa tu zia. Sai io stavo… insomma mi rilassavo.
Annuisce e poi inizia a ridere.
“Beh? Che hai da divertirti tanto sono cose private in fondo. Dovrò mica dare spiegazioni o farmi ridere dietro da te”.
“Ma no caro ma ci mancherebbe anzi lo trovo buffo perché io di sotto stavo facendo la stessa cosa”.
La fisso incredulo “cioè scusa zia?”.
Ammicca coi suoi occhioni “resti fra noi ma ero in salotto e mi rilassavo anche io”.
“Cioè col dito?”.
Annuisce.
“Ma dai scherzi?”.
Come a volermene dare una prova tangibile solleva la camiciola scoprendosi fino al grosso ombelico “Vedi: quando ho sentito i rumori qui sopra mi sono messa le mutandine così in fretta che sono al contrario…”.
In effetti ora lo noto. La parte coi fiorellini è dietro e la parte bianca più larga davanti coi pelazzi grigi della gnocca che escono parecchio dai lati. Io però oltre al fatto che le indossa al contrario noto anche una bella chiazza ancora fresca.
Ora potete immaginare come mi si sia marmorizzato il cazzo tanto che seppur non muovendo la mano la stringo e la apro per massaggiarlo tanto è forte l’impulso.
“Sono anche belle macchiate” dico.
“È bè, viene anche tua zia cosa credi” ride mentre come nulla fosse inizia a calarsele fino all’età ginocchia.
Mi guarda “mi stai fissando la patata Dick?”.
“Ovvio” sospiro mentre la mia mano prende vita propria e riprende una vistosa sega.
“Pensavo di girarle ma forse è meglio toglierle, tanto sono unte”.
“Si molto meglio” sussurro sempre più concentrato a guardare quel mezzo spogliarello.
Non resisto, ero già a buon punto quando è entrata per non dire al culmine. Mi parte una bordata di sborra verso l’alto che mi arriva fino ai capelli e riempie tutte le lenzuola quando ricade.
Ride “ti sei sborrato tua zia porcellone”.
“Peccato aver fatto solo quello” ribatto ancora eccitato e intento a svuotarmi del tutto la canna con dei lunghi colpi per tutta l’asta.
Lei intanto afferra le mutandine, le appallottola e le usa tipo fazzoletto per pulirsi ben bene fra le gambe, altra operazione che, confesso, ha un che di intrigante con lei che allarga le gambe un po’ chinata e si infila il tessuto fin dentro l’utero.
Se mai il mio cazzo avesse avuto l’intenzione di tornare a cuccia lo spettacolo basta per farlo gonfiare di nuovo.
Lei lo nota “ma non dovrebbe venirti molle adesso?”.
“Non fin che continuò a guardarti la patata zia”.
“A è colpa mia adesso. Ma pensa che porcellino che abbiamo allevato. Un po’ porcellino è un po’ cavallo visto il calibro. Meglio che vada prima che trascendiamo in questa cosa. Mi faccio una doccia e ti consiglio di fare lo stesso.
Si volta, mi mostra il culone nudo e grosso. Non riesco a fare a meno di immaginare come sarebbe entrarci dentro poi, un attimo di ragione mentale e sussurro “zia scusa per la… si insomma lo schizzo… è stato più forte di me”.
Lei si volta, sorride “non ti preoccupare alla fine mi hai fatto un complimento. Diciamo che mi ritieni ancora piacente”.
“Altro che zia” sorrido.

Potrebbe finire qui, con una cascata di acqua gelida a calmare i miei bollenti spiriti ma non oggi. Sarà perché sono ancora duro ed eccitato, sarà per gli apprezzamenti sulle dimensioni del mio attrezzo, sarà che mi ha praticamente confessato che alla sua età si spara i ditalini (pensa che porca) o sarà che voglio vederla nuda e so che dalla serratura del suo bagno si vede bene la doccia; fatto sta che parto in missione col fucile di carne in mano e senza nulla addosso.

Scendo di sotto silenzioso come un ninja. Vado verso il bagno e già sento l’acqua della doccia che scorre. L’eccitazione vince la paura, il cazzo mi tira e mi spinge ad andare avanti. Voglio spiarla, voglio vederla nuda.
Solo allora mi rendo conto che sento tanto bene il rumore dell’acqua perché non c’è la porta chiusa ad attenuarlo.
Sorpresa!
Meraviglia assoluta!
La nonna è davanti a me, sotto la doccia, con la porta aperta e non ha nemmeno tirato la tendina.
Cristo vedo tutto, la vedo di schiena ma tanto basta.
Meccanicamente inizio a segarmi come un pazzo. Una parte di me desidera che si volti per vedere le sue poppe, il suo bel cespuglio…vedere tutto.
Una piccola parte teme il suo sguardo ma è sopraffatta dalla mia libido e mi rende incontrollabile.
Poi si volta davvero, gira solo la testa mostrandomi un po’ le grosse poppe.
“Vuoi venire a insaponarmi la schiena caro?” sussurra languida.
Non attendevo invito migliore.
Mi avvicino poggio il mio petto sulla sua bella schiena calda, il mio cazzo cerca un posto comodo fra le sue chiappe, le mie mani vogliose iniziano a sfiorarla sotto le spalle. Le mani scendono in avanti, voglio toccarle quelle dannate pere, strizzarle, mungerle, mangiarle.
Poi la sento. È la sua mano. Mi afferra il cazzo.
Non oso proferire parola, ormai ho le mani sulle sue poppe e stringo i grossi capezzoli fra le dita mentre gliele massaggio a tutta forza.
Con un gesto rapido chiude l’acqua. Non ne abbiamo più bisogno.
La mano torna sul mio cazzo. Lo stringe con esperta materia, lo guida. Sento il calore della sua vulva umida e prima che davvero me ne renda conto la mia cappella gonfia le sta entrando dentro.
“O Cristo zia!”.
“Non ti piace amore mio?”.
“Ma che dici è fantastico. Sto già godendo”.
“È no caro. Adesso fai il tuo lavoro per bene. Fammi vedere quanto sei bravo”.
Inizia ad ancheggiare avanti e indietro. Sento la sua sorca rovente avvolgere il mio cazzo che un centimetro alla volta entra dentro di lei. Ci prendo gusto.
Inizio a pompare. La zia Flo sospira.
“Su forza fammi sentire bene questo gran cazzo”.
“O si zia, si, non sai da quanto lo desideravo” sospiro mentre sempre attaccato con entrambe le mani alle sue poppe pompo con tutte le mie forze.
Sono in paradiso, non svegliatemi.
Il mio sogno si realizza. Sto scopando quella gran vacca di mia zia con tutte le mie forze. Per ora la più bella scopata della mia vita.
Flo viene, ulula, sento i suoi liquami sulla cappella. “Ancora amore di zia, spingi, spingi” incita la vecchia porca.
“O si zia ti sfondo, ti apro in due si” ululo pompando con tutte le mie forze.
Perdo il conto del tempo e continuo a pompare. Lei continua a godere senza censure. Il suo grasso corpo si dimena su di me e più sento le sue poppe o il suo culo e più ho voglia di continuare.
Alla fine arrivò al culmine. Non posso durare oltre e mi lascio andare.
Sborro!
Ne sarà uscito mezzo litro. Tutto nettare caldo che riempie la zia dentro cui continuo a svuotarmi con tutte le mie forze.
Sudato e soddisfatto lo tiro fuori finalmente mollifico e soddisfatto.
La zia si volta, mi sorride, mi accarezza il viso con la stessa tenerezza di quando ero piccolo. Avvicina il viso rugoso, spalanca la bocca e mi bacia…con la lingua.
“Ora dovrei davvero fare la doccia, sono tutta sudata e piena di roba tua”.
Educato esco dalla cabina “ti lascio tranquilla zia”.
“Aspettami pure nel mio letto caro, ti raggiungo subito” sussurra la vecchia porca per nulla sazia del mio grande uccello.
scritto il
2023-02-20
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