Love Granny 02 - Estate in città

di
genere
incesti

Telefonata di mamma dalla casa al mare. Solite chiacchiere “come stai, tutto bene, te la cavi da solo e bla bla bla”. Tutte risposte affermative fino alla domanda più importante “quando ci raggiungi?”.
È tradizione fin da ragazzino passare le estati nella casa al mare. Da quando mamma ha divorziato e nonna è rimasta vedova pochi mesi dopo viviamo tutti nella stessa casa divisa in tre appartamenti uno per piano. Sopra in quello più piccolo c’è Nonna, mamma di mamma, al primo piano mamma mia sorella ed io e sopra al piano terra la zia Flo, sorella di nonna, mai sposata, zitella anche se oggi diremmo single.
Ogni estate ci trasferiamo per quasi due mesi al mare. Lì c’è la vecchia casa di nonna in cui abitava prima di diventare vedova ed è una buona occasione per farsi un po’ di spiaggia gratis e di staccare un po’ a costo quasi zero.
La nonna è contenta perché le ricorda la sua vita col nonno, la mamma e mia sorella sono felici di allontanarsi dalla città e anche io devo dire ci sono sempre andato volentieri. Ma non quest’anno.
“Non credo verrò al mare mamma. Penso mi fermerò qui”.
Sobbalzo di stupore “come? Eri sempre il primo a fare la valigia e chiedere quanto si partiva. Come mai questa novità?”.
“Ho molto lavoro mamma”.
“Ma tu scrivi su un pc Dick. Cosa c’è in città che non c’è anche qui”.
“Diciamo che ho bisogno di quiete” minimizzo.
La mamma sbuffa un po’ ma alla fine accetta la mia decisone “caso mai cambiassi idea avvertimi” conclude.
“Lo farò”.
“Se hai bisogno di qualcosa fatti aiutare dalla zia Flo”.
“Si certo mamma, lo farò, grazie” e termino la chiamata.
Guardo zia Flo, lei guarda me “hai sentito mamma: devo farmi aiutare da te”.
Mia zia sorride beffarda. “Se lo dice lei”.
Si allunga in avanti, apre la bocca e si fa entrare una buona porzione del mio cazzo in gola. Golosa inizia a succhiarlo meglio che un gelato.
È sul suo letto, matrimoniale, completamente nuda e in posizione da cagna col culo che si dimena e le tettone a penzoloni che sono uno spettacolo.
Oggi l’abbiamo già fatto tre volte. Una appena sveglio, una prima di pranzo e una la stavamo facendo mentre ha squillato il cellulare.
Ansiosa di tornare all’opera zia è rimasta a pecora sul letto mentre telefonavo anche se, ho notato che con una mano si dava piacere da sola con una certa insistenza. Sarebbe stato divertente trombarla mentre parlavo con mamma ma sono certo che i miei rantoli o i suoi ci avrebbero tradito e non ho osato così tanto.
Adesso però sono libero di fare ciò che voglio quindi le afferro la testa stringendo i suoi capelli grigio scuro nella mano e le do il ritmo avanti e indietro mentre mi diverto a fotterla in bocca guardando la sua faccia con l’espressione da vera troia.

Sono passati solo tre giorni da quando ho preso mia zia Flo sotto la doccia. Parrà strano ma una over sessanta flaccida e con tutti i suoi acciacchi riesce comunque a dare un piacere sessuale fuori misura, specie per chi, come me, ama questo genere di cose.
Ora non so quanto sia il gusto di scoparsi una vecchia o quanto questa vecchia sia la zia che ho desiderato fin da ragazzo ma resta il fatto che mi ha marmorizzato il cazzo.
Dopo la scopata in doccia ci siamo spostati a letto, bella pulita la zia ha preteso una superba leccata alla patata che non mi è certo dispiaciuta.
Mi sono sdraiato con lei seduta sul petto e col suo dolce peso addosso l’ho afferrata per le cosce tenendole larghe e come un formichiere ho ficcato dentro più lingua che potevo facendo del mio meglio. La zia colava sbroda ed io la bevevo, era dolciastra che quasi quasi ci avresti potuto zuccherare il caffè. Di solito (non è la prima fica che lecco) ha un gusto un po’ acidulo ma quello di zia è davvero dolce. “Colpa del diabete” mi spiegherà lei con grande competenza.
Tanto meglio c’è più gusto a bere succo di fica se sa pure di zucchero.
L’ho fatta venire, mi ha fatto i complimenti perché sono pochi i maschi che l’hanno fatta godere di lingua e quindi ha deciso che era il mio turno. È arretrata un po’, si è accucciata fra le mie gambe come un cane da caccia quando punta e senza troppi convenevoli ha iniziato a darsi da fare.
Avrei dovuto stare sdraiato a godere ma era troppa la voglia di guardare la scena e così ho tenuto la testa sollevata anche se ero meno comodo.
Con maestria zia Flo ha preso il cazzo in una mano, gli ha fatto un po’ di massaggi scappellandolo bene e l’ha portato alla bocca.
In un attimo ha inghiottito mezzo uccello e ha chiuso la bocca serrandolo fra le sue labbra umide.
Intanto con la mano massaggiava e accarezzava la parte di uccello che, per la lunghezza, non era riuscita a farsi entrare in gola. Piacevoli massaggi che raddoppiavano il piacere.
Intanto la mia zia idrovora succhiava che era un piacere. La mia cappella sentiva il risucchio e il mio cazzo (possibile?) pareva diventare ancora più duro.
Poi arrivò la lingua. Un solletico sul prepuzio che mi dava come delle scariche elettriche costringendomi a gemere come un maiale.
Il bello è che oltre a sentire vedevo tutto ed era il miglior film porno che potessi immaginare con protagonista la zia per cui mi ero così tanto segato negli anni.
A un certo punto una sensazione di dolore. Con la mano libera zia mi ha preso in mano i coglioni gonfi. Sono delicati e ha stretto un po’ troppo ma la sensazione di dolore dura solo un attimo e quando zia comincia a massaggiarli chiusi nella sua mano aumenta il calore corporeo e diventa celestiale. A questo punto sono così succube che potrebbe anche strapparmeli e non direi nulla.
E arriva il culmine. Pensavo davvero che le avrei sborrato in bocca per quanto mi aveva sollecitato ma lei ha abbastanza mestiere per capire che è il momento di mollare la presa.
Il cazzo le esce dalla bocca duro come non mai, lei lo ammira ed esclama “sai che non ne ho mai preso uno così grosso”.
“Ummm grazie” sospiro compiaciuto.
Con la baldanza di una anziana grassottella alza il busto esibendo le sue tettone che dondolano a pochi centimetri da me al massimo splendore. Anche a occhio vedo che ha i capezzoli duri e tesi. Solleva un po’ una gamba, lo afferra saldo con la mano e cerca il buco.
Fa centro al primo colpo.
Un rumore simile a un sasso che cade in uno stagno segna la penetrazione che, lo ammetto è anche più appagante della prima.
Mi siede sopra per bene, si china un po’ in avanti esibendo le tette che ciondolano a tutta forza. Io meccanicamente muovo su e giù il bacino, lei cavalca con un equilibrio un po’ incerto ma costante. “Godo” sospira.
“O si zia anche io godo tantissimo, sei caldissima”.
“Fai venire la zia porcello, dai, dai”.
“O si zia ti sfondo, spingi, spingi”.
Non dura tantissimo. Il lungo pompino mi aveva già sollecitato e non resisto ancora.
“Zia vengo”.
“O si amore riempimi tutta. Svuotati”.
“O si” gemo e con un sollazzo al cazzo e ai coglioni sparo un’altra fiondata di sborra che entra nel suo utero a mille all’ora mentre urlo il suo nome a tutta forza.
Lei mi cavalca ancora fin che il mio attrezzo resta turgido e poi si lascia andare crollandomi accanto a pancia sotto.
Ci fissiamo “sei venuta?”.
“Tre volte caro”.
“Meno male. Mi spiace se è durata poco ero teso al massimo”.
“Non preoccuparti amore di zia. Adesso gli facciamo una bella carezza e poi vedrai” sorride con la stessa aria sorniona di quando da piccolo mi dava la cioccolata di nascosto da mamma.
La sua mano rugosa ma salda mi avvolge il cazzo molle e inizia una sega molto lenta ma decisa. Io la tocco, la faccio voltare un po’ sul fianco e le palpo una tettona, lei si gira ancora un po’ per offrirmele entrambe. Ci avvicino la faccia e le ciuccio. Le mie poppe, il mio biberon sospiro felice mentre la sega inizia a fare il suo effetto.
Scopiamo ancora, stavolta sto sopra io. Lei allarga magnificamente le grasse cosce e favorisce la penetrazione.
Lei mi lascia dirigere il gioco, ora vuole essere presa, dominata e io lo faccio scopandola con tutte le mie forze sempre con le mani strizzate su quei divini globi che ha sul petto.
Stavolta la sento davvero venire, comprendo i suoi gemiti che indicano l’orgasmo, il suo inondarsi l’utero di sbroda rovente. Lei capisce che mi da gusto sentirla venire e annuncia ogni orgasmo con un “o si ancora”.
Alla fine ne conto 12, mica male…
La conclusione sarebbe scontata venendole ancora dentro ma a me viene da tirarlo fuori e segarlo a tutta forza “sborrooo” annuncio e la guardo.
“Vuoi venire sulle poppe vero?” chiede come nulla fosse.
“Posso?”.
“Puoi fare quello che vuoi amore di zia” sorride
Non me lo faccio certo dire due volte.
Un’altro sogno si avvera.
Tre pompate con la mano fatte bene e parte un geyser di sborra che inonda le poppe e il viso di zia Flo.
Lei per nulla turbata si passa la lingua sulle labbra e ne assapora un po’…pare che le piaccia.
Mi accascio al suo fianco saturo (per un po’) la zia col fiato corto mi accarezza la testa giocando coi miei capelli “Che sborrone che sei” la guardo: per nulla schifata dallo sperma si massaggia i grossi seni con le mani impregnandoli del mio succo.
“?”.
“Dicono che aiuta a rassodare i seni ti lo sapevi?”.
“No”.
“Beh proviamo” mi fa l’occhiolino continuando a massaggiarsi le poppe con la mia sborra.

La mattina dopo è la prova del nove quando temi di svegliarti e aver sognato tutto. Invece mi sveglio nudo, col cazzo in tiro accanto a lei che russa a pancia all’aria senza niente addosso stanca per le ulteriori due scopate che ci siamo fatti la sera precedente,
Felice che sia tutto vero tocco con mano la mia zietta. Piano piano le accarezzo i pelazzi della gnocca intrufolo dentro le dita. È un po’ secca ma basta giocare piano piano col dito per sentirla pulsare mentre comincia ad inumidirsi un po’… la zia ancora nel dormiveglia mugola versi che paiono indicare che gradisca il ditalino. Invogliato muovo il dito sempre più forte, sento la vulva dilatarsi, faccio passare un altro dito… SQUEK fa la sua gnocca sempre più bagnata e sempre più calda fin che a sorpresa spruzza…
Un bello schizzo sparato a tutta forza quasi fosse una pisciatina veloce, ma non è piscia questo lo so, la zietta ha squirato.
Apre gli occhi, mi guarda e sorride mente io la fisso con ancora la mano fra le sue gambe.
“Non credi sia meglio metterci qualcosa di più grosso?”.
“Si zia, giusto…” e senza esitare le salgo sopra. Allargo bene le sue gambe e me la fotto con una erezione mattutina poderosa fin che non veniamo assieme…
È così abbiamo stabilito una piccola routine comprensiva di scopatina del buon giorno, richiamino a tarda mattinata perché vederla cucinare senza mutande con solo un camicione addosso mi spinge a prenderla sul lavello a pecora.
Dopo pranzo riposino perché zia ha i suoi anni e necessità di almeno due ore di relax sulla sua poltrona per digerire. Verso le tre però si sveglia, mi chiama, mi si mostra già a gambe larghe e le faccio un ditalino o un lavoretto di bocca che poi si conclude con un delizioso pompino.
A quel punto si veste perché il pomeriggio è un porto di mare con amiche e vicine di casa che vanno e vengono e non sarebbe prudente girare nudi o peggio scopare liberamente con estranei che potrebbero entrare da un momento all’altro.
Sia chiaro che non sento davvero il bisogno di questa pausa ma mi fa anche bene ritirarmi un po’ di sopra a casa mia e lavorare un po’ mentre sento le voci delle vecchie chiocce che “ciacolano” allegre con zia. A volte mi chiedo se sapessero cosa farà la zia appena andranno via cosa succederebbe…
Scendo da zia per cena, chiudiamo la porta a chiave, tiriamo le tende alle finestre, mangiamo.
Già la fase di digestione sul divano è un bel modo per fare qualche preliminare tipo leccarle le poppe, baciarla sul collo e sulla schiena e magari masturbarci a vicenda con la mia mano nella sua fessura pelosa e la sua sul mio matterello di carne.
Poi andiamo a letto, già caldi e carichi e ci diamo dentro…
Questa è la routine, una routine che non posso certo dire a mia madre che quindi continuerà a non capire perché continuo a voler passare la mia estate in città con la mia bella zia.

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Keysevenfans@gmail.com
scritto il
2023-02-22
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