Love Granny 3 - Il meglio di zia Flo
di
Keyseven
genere
incesti
Il meglio di zia Flo
Da quando ho iniziato il rapporto incestuoso con la mia prozia sessantenne Flo siamo andati di bene in meglio. Cinque, sei scopate al giorno più qualche giochino carino con la sua bocca o la mia, con le mie dita, la sua mano.
Ogni mattina la zia passa il detersivo su tutti i pavimenti e lascia le finestre aperte perché dice che la puzza di sborra si sente parecchio. “Mi spiace. Vuoi che stia più attento?”.
“No, però quelle vecchie ciabatte che vengono a trovarmi hanno il naso fino, meglio distrarle col detersivo alla lavanda” sorride lei.
Fra l’altro chinata in avanti con addosso solo un lungo camicione a fiori e senza mutande perché l’abbiamo appena fatto è una delizia per gli occhi tanto che a un certo punto mi appoggio al suo culone teso e mi ci struscio un po’ con la mia erezione.
“Non spingere, mi fai cadere”.
“Scusa zia”.
Lesta lei fa due passi in avanti, raggiunge il tavolo e poggia sopra le mani a palmo con cui si sostiene “adesso va meglio” dice.
“Ottimo” rispondo mentre le alzo appena il camicione scoprendole il grosso culo burroso.
Le accarezzo la patata pelosa che è già umida e mi faccio strada. Un colpo unico e sono dentro.
Inizio a fotterla di gusto.
“Mi toccherà ripassare lo spazzolone” sussurra fra un gemito e l’altro.
“Vuoi che ti aiuti?”.
“Meglio di no con te fra i piedi non finiremmo più” sospira mentre viene colandosi sulle gambe.
Io intanto gioco col suo bel culone mentre il mio bacino ci da con ritmo dentro e fuori con colpi poderosi… quel mappamondo di carne ballonzola fra le mie mani, ci gioco, lo strizzo, gli do degli schiaffetti leggeri che a lei nemmeno dispiacciono poi, un raptus, le infilo appena il mignolo fra le chiappe.
La zia geme, sembra piacerle, il dito prosegue e le entra dentro.
“Fai piano”.
“Si zia” obbedisco anche se non è facile essere delicati con le mani mentre sotto il bacino pompa come un martello pneumatico.
Giocare col suo orifizio anale è divertente e mi stimola così come stimola lei e alla fine apro la diga e vengo copiosamente.
La zia Flo prende un asciugamano che aveva già pronto li accanto, se lo mette fra le gambe e se la pulisce con sonore strofinate poi me lo porge perché mi lustri il cazzo.
Mentre mi pulisco dal mio stesso sperma mi fissa e spara : “stavi pensando di infilarmi il tuo coso fra le chiappe?”.
Inutile mentirle “l’idea mi è venuta”.
“A porcello. Ora non gli basta più la mia patatona vuole anche farmi il culo. Lo sai fare almeno? Lo hai già fatto?”.
“Si, un paio di volte con un’amica”.
“Chissà come avrà urlato poverina. Con quella trave nel sedere”.
In effetti si la mia amica aveva urlato parecchio ma era una abituata al sesso anale e la cosa era finita bene.
“Scusa zia non ci pensiamo più”.
“Guarda che non ho detto di no. L’ho già fatto e se si fa bene è piacevole però ci vuole una certa tecnica non puoi andare dritto e spingere come fossi una vacca nel prato capito”.
Ho capito si. Appena mi ha detto che lo ha già preso nel culo mi sta tornando duro meccanicamente solo a immaginarla.
“Lo facciamo adesso?”.
“Oi signor ormone impazzito calmati un po’. Stasera, lo facciamo stasera, con calma. Non sono cose che si improvvisano.
La guardo un po’ deluso.
Lo nota, mi fa una carezza sul viso “amore abbiamo appena fatto e poi tra un po’ arrivano le mie amiche, abbi pazienza. Stasera, stasera lo facciamo”.
“Ok ma adesso come faccio?”.
“Fai cosa?”
Sposto l’asciugamano dal cazzo che ora è così duro da reggerlo meglio di un appendiabiti.
“Ma tesoro, ma abbiamo appena fatto, ma come fai?”.
“Pensavo al culo e…”.
“Capisco. Va bene -guarda l’ora- a questo si rimedia in fretta”.
Nuda si siede sulla sedia davanti a me e con un braccio sotto ai seni mi porge praticamente le sue tettone. Capisco al volo e lo poggio su quei morbidi cuscini di carne, lei lo accoglie strizzandolo nel solco mentre china un po’ la testa e avvicina la bocca.
Si parte con una sega alla spagnola a tutta birra con le sue poppe che sudano e sbatacchiano mentre io non so più se concentrarmi sul piacere del calore delle poppe o sul pizzicore della sua lingua sulla cappella. Bisogna dirlo: zia Flo ci sa davvero fare e mi regala un’altra inaspettata sborrata…
Arriva la sera, un oretta sul divano a guardare la tv per digerire la cena mentre fremo aspettando che la zia faccia la prima mossa. Stasera c’è il suo telefilm preferito e lei pare gustarselo tutto senza degnarmi più di tanto.
Per un attimo temo persino se ne sia dimenticata o che abbia cambiato idea.
Merda!
Sulla sigla finale si alza dal divano “devo fare pipì” dice tranquilla andando in bagno.
Non so bene che fare. Ho il cazzo pronto a scoppiare. Quasi quasi me lo tiro fuori e quando esce mi sparo una sega per dimostrale quanto la desidero.
Ma non serve.
La zia torna. Completamente nuda con una bottiglia in mano. Wow!
“Prendi un lenzuolo nel primo cassetto e mettilo sul divano. Questa roba unge e non va più via”.
Obbedisco e intanto chiedo “che è quella bottiglia?”.
“Olio d’oliva, quello buono perché se vuoi fare certe cose bisogna lubrificare capisci altrimenti per te sarebbe come infilarlo in un buco di metallo e per me come se un camion mi parcheggiasse nelle budella”.
“Cioè bisogna ungere?” chiedo.
“Si caro. Prima ungo te e poi tu ungi bene me”.
“Cioè ti infilo olio d’oliva nel culo?”.
“Non fa male tranquillo ma perché ti fa senso?”.
“No, anzi, cioè l’idea di oliare il culo a mia zia insomma… mi tira da matti”.
“Calma amore di zia, calma. Adesso siediti comodo e spogliati tutto che ti ungo io”.
“Cioè mi fai una sega”.
“Meglio caro mio, molto meglio. Da quello che mi hanno detto la sega all’olio è molto piacevole. Sai c’è gente che usa cose chimiche per queste cose ma io sono sempre stata per i rimedi naturali” dice mentre si versa un po’ di olio nel palmo di una mano e si avvicina alla mia asta già bella dura.
Ha ragione, la sega all’olio è davvero fantastica e potrebbe essere appagante già così se non fosse che è solo l’antipasto e io stasera punto al piatto principale.
Lei mi unge tutto, anche sui coglioni, non credo serva ma è piacevole. Abbonda con l’olio e anche se da una certa sensazione di appiccicoso la sua mano che scorre senza frizione è davvero un toccasana. Va avanti così tanto e bene che credo quasi di sborrarle in mano ma mi trattengo.
“Ora tocca a me” annuncia.
Con calma assume la classica posizione a pecora e mi mette il culone praticamente davanti alla faccia. “Ora prendi la bottiglia, me la infili nel solco delle chiappe girata verso il basso e intanto ci metti una mano sotto. Lascia che l’olio coli un po’ ma non farlo scendere troppo, metti un dito sul buchino e quando sentì umido di olio inizia a muoverlo un po’.
“Ti infilo il dito nel culo?”.
“Si, con calma, spingi appena appena, fai entrare un po’ d’olio e muovilo vedrai che dopo un po’ il buco inizierà a dilatarsi”.
“È vero, si allarga, si allarga” sussurro mentre faccio questa strana mungitura anale.
“Bravo allora infila un altro dito e continua. Aiutati con l’olio, fanne colare un po’ ogni tanto ma non troppo, non sono una insalata”.
“Si zia”.
Parrà strano ma inculare la zia con le dita è un passatempo mica male e dopo un po’ le dita diventano tre mentre lei fa un lieve genito. “Troppo forte zia?”.
“No no è che comincia a piacermi, aumenta il ritmo, muovi le dita più in fretta”.
Obbedisco al volo.
Dopo un altro sonoro gemito di piacere con la voce un po’ strozzata mi dice “penso di essere pronta”.
“Posso incularti?” esclamo.
“Si ma piano. Sfila le dita ma molto, molto lentamente se no fai vuoto d’aria e sarà peggio che darmi una frustata e intanto mettiti in posizione come un cagnolino”.
Mi metto in ginocchio dietro di lei, sono pronto.
“Piano con le dita mi raccomando”.
“Si zia, pianissimo” dico anche se, forse, da principiante ho ecceduto perché fa un lieve rantolo di dolore.
“Scusa zia”.
“Fa nulla. Ora le hai tolte, sei pronto?”.
“Si zia”.
“Aprimi le chiappe piano piano ma non troppo, non me le devi strappare, solo aprire un varco.
Obbedisco. Ora vedo il suo buco rosa con una bella corona nera attorno.
“Sembra così piccolo” esclamo,
“Lo è ma si dilata e poi è bello lubrificato. Versati ancora un po’ d’olio sulla punta”.
Lo faccio “e adesso”.
“Adesso spingi amore. Piano piano ma con costanza…”.
Poggio la punta, spingo, la rosetta del suo sedere pare fare resistenza ma poi magicamente si apre. Vedo la mia punta entrare piano piano e sparire dentro di lei.
La zia geme forte “fa male zia?”.
“Non preoccuparti, è normale, spingi non fermarti”.
“Sto spingendo zia”.
Ci mettiamo un bel po fra gemiti e sospiri. Anche io all’inizio sento un po’ di dolore quando le sue chiappe mi avvolgono il cazzo strizzandolo come una morsa, la zia mi fa mettere altro olio sulle natiche e un po’ aiuta. Alla fine sento di avere tutto il cazzo dentro di lei perché i testicoli sbattono sulla sua pelle.
“Visto c’è l’abbiamo fatta. Adesso dammi solo un minuto per abituarmi e poi inizia a muoverti”.
“Posso montarti?”.
“Si ma piano, molto piano come se scopassi una vergine capisci?”.
“Sei vergine qui dietro zia?”.
“No” ride e rido anche io.
Intanto il mio pistone di carne ben oliato ha preso velocità e adesso la sto davvero inculando a tutto spiano, ho afferrato i suoi grassi maniglioni flaccidi e con tutte le mie forze spingo come se dovessi farglielo uscire dalla bocca. Anche la zia gode anzi mi incita “spingi caro spingi”.
“Si zia, spingo, ti sfondo”.
“O si amore fai il culo alla zia, fallo”.
Mi sollazzo ben bene e alla fine sento che sto per eruttare “sto venendo zia”.
“Vuoi farlo dentro al sedere?”.
“Posso?”.
“O si caro, spara” e obbedisco. Il mio fucile grosso e carico spara il suo proiettile di sperma dritto dentro agli intestìni della vecchia porcella che per tutta risposta ulula di piacere al solo contatto del mio nettare rovente.
Mi fermo, esausto e completamente sudato, il cazzo si sta ammorbidendo lo sento.
“Ora sfilalo piano piano amore di zia e non farti impressionare troppo perché uscirà un po’ di roba”.
“Ok” dico immaginando che il mio sperma colerà fuori.
Invece appena mi sono staccato da lei vedo le sue chiappone contrarsi e subito dopo ne parte un peto bello rumoroso. Un peto liquido oserei dire perché dal culo della zia esce uno spruzzo misto di sborra, olio di oliva, liquami suoi e (si diciamolo) anche un po’ di cacca liquida.
Io non la amo particolarmente, se vi eccita tanto meglio ma io sono andato subito a lavarmi così come ha fatto zia dopo aver dato un po’ di spray alla lavanda in tutta la stanza.
“Sono rotta” dice la zia quando andiamo a letto.
“Mi spiace, ci ho dato troppo?”.
“Ma no figurati solo che dietro avevo perso l’abitudine e poi sdraiata tipo mucca mi fanno un po’ male le ginocchia. Dovremmo provare in piedi la prossima volta, sai contro il muro o chinata sul tavolo”.
“Buona idea” esclamo felice, soprattutto perché mi ha praticamente fatto intendere che là potrò inculare quando voglio. Sta a pancia sotto forse perché le brucia un po’ il culo, mi avvicino sornione e voglioso e inizio ad accarezzarla. La mano le palpa il culo, poi la coscia e poi cerca di insinuarsi fra le gambe.
“Che fai porcellino?”.
“Sai zia pensavo che la tua patata potrebbe essere gelosa. Stasera non l’abbiamo degnata di attenzione tanto eravamo concentrati dietro”.
“Dici che potrebbe offendersi?” ridacchia lei.
“Secondo me si”.
“E non non vogliamo offendere nessuno vero caro?”.
“Assolutamente no zia”.
Si è già messa sul fianco, arcua un po’ le gambe e solleva quella esterna meglio che può porgendomela su un piatto d’argento. Io guido il mio attrezzo con la dovuta sicurezza e glielo ficco dentro in un colpo solo.
Lei geme, io pompo e andiamo avanti così per un po’ venendo entrambi prima di prendere sonno.
Da quando ho iniziato il rapporto incestuoso con la mia prozia sessantenne Flo siamo andati di bene in meglio. Cinque, sei scopate al giorno più qualche giochino carino con la sua bocca o la mia, con le mie dita, la sua mano.
Ogni mattina la zia passa il detersivo su tutti i pavimenti e lascia le finestre aperte perché dice che la puzza di sborra si sente parecchio. “Mi spiace. Vuoi che stia più attento?”.
“No, però quelle vecchie ciabatte che vengono a trovarmi hanno il naso fino, meglio distrarle col detersivo alla lavanda” sorride lei.
Fra l’altro chinata in avanti con addosso solo un lungo camicione a fiori e senza mutande perché l’abbiamo appena fatto è una delizia per gli occhi tanto che a un certo punto mi appoggio al suo culone teso e mi ci struscio un po’ con la mia erezione.
“Non spingere, mi fai cadere”.
“Scusa zia”.
Lesta lei fa due passi in avanti, raggiunge il tavolo e poggia sopra le mani a palmo con cui si sostiene “adesso va meglio” dice.
“Ottimo” rispondo mentre le alzo appena il camicione scoprendole il grosso culo burroso.
Le accarezzo la patata pelosa che è già umida e mi faccio strada. Un colpo unico e sono dentro.
Inizio a fotterla di gusto.
“Mi toccherà ripassare lo spazzolone” sussurra fra un gemito e l’altro.
“Vuoi che ti aiuti?”.
“Meglio di no con te fra i piedi non finiremmo più” sospira mentre viene colandosi sulle gambe.
Io intanto gioco col suo bel culone mentre il mio bacino ci da con ritmo dentro e fuori con colpi poderosi… quel mappamondo di carne ballonzola fra le mie mani, ci gioco, lo strizzo, gli do degli schiaffetti leggeri che a lei nemmeno dispiacciono poi, un raptus, le infilo appena il mignolo fra le chiappe.
La zia geme, sembra piacerle, il dito prosegue e le entra dentro.
“Fai piano”.
“Si zia” obbedisco anche se non è facile essere delicati con le mani mentre sotto il bacino pompa come un martello pneumatico.
Giocare col suo orifizio anale è divertente e mi stimola così come stimola lei e alla fine apro la diga e vengo copiosamente.
La zia Flo prende un asciugamano che aveva già pronto li accanto, se lo mette fra le gambe e se la pulisce con sonore strofinate poi me lo porge perché mi lustri il cazzo.
Mentre mi pulisco dal mio stesso sperma mi fissa e spara : “stavi pensando di infilarmi il tuo coso fra le chiappe?”.
Inutile mentirle “l’idea mi è venuta”.
“A porcello. Ora non gli basta più la mia patatona vuole anche farmi il culo. Lo sai fare almeno? Lo hai già fatto?”.
“Si, un paio di volte con un’amica”.
“Chissà come avrà urlato poverina. Con quella trave nel sedere”.
In effetti si la mia amica aveva urlato parecchio ma era una abituata al sesso anale e la cosa era finita bene.
“Scusa zia non ci pensiamo più”.
“Guarda che non ho detto di no. L’ho già fatto e se si fa bene è piacevole però ci vuole una certa tecnica non puoi andare dritto e spingere come fossi una vacca nel prato capito”.
Ho capito si. Appena mi ha detto che lo ha già preso nel culo mi sta tornando duro meccanicamente solo a immaginarla.
“Lo facciamo adesso?”.
“Oi signor ormone impazzito calmati un po’. Stasera, lo facciamo stasera, con calma. Non sono cose che si improvvisano.
La guardo un po’ deluso.
Lo nota, mi fa una carezza sul viso “amore abbiamo appena fatto e poi tra un po’ arrivano le mie amiche, abbi pazienza. Stasera, stasera lo facciamo”.
“Ok ma adesso come faccio?”.
“Fai cosa?”
Sposto l’asciugamano dal cazzo che ora è così duro da reggerlo meglio di un appendiabiti.
“Ma tesoro, ma abbiamo appena fatto, ma come fai?”.
“Pensavo al culo e…”.
“Capisco. Va bene -guarda l’ora- a questo si rimedia in fretta”.
Nuda si siede sulla sedia davanti a me e con un braccio sotto ai seni mi porge praticamente le sue tettone. Capisco al volo e lo poggio su quei morbidi cuscini di carne, lei lo accoglie strizzandolo nel solco mentre china un po’ la testa e avvicina la bocca.
Si parte con una sega alla spagnola a tutta birra con le sue poppe che sudano e sbatacchiano mentre io non so più se concentrarmi sul piacere del calore delle poppe o sul pizzicore della sua lingua sulla cappella. Bisogna dirlo: zia Flo ci sa davvero fare e mi regala un’altra inaspettata sborrata…
Arriva la sera, un oretta sul divano a guardare la tv per digerire la cena mentre fremo aspettando che la zia faccia la prima mossa. Stasera c’è il suo telefilm preferito e lei pare gustarselo tutto senza degnarmi più di tanto.
Per un attimo temo persino se ne sia dimenticata o che abbia cambiato idea.
Merda!
Sulla sigla finale si alza dal divano “devo fare pipì” dice tranquilla andando in bagno.
Non so bene che fare. Ho il cazzo pronto a scoppiare. Quasi quasi me lo tiro fuori e quando esce mi sparo una sega per dimostrale quanto la desidero.
Ma non serve.
La zia torna. Completamente nuda con una bottiglia in mano. Wow!
“Prendi un lenzuolo nel primo cassetto e mettilo sul divano. Questa roba unge e non va più via”.
Obbedisco e intanto chiedo “che è quella bottiglia?”.
“Olio d’oliva, quello buono perché se vuoi fare certe cose bisogna lubrificare capisci altrimenti per te sarebbe come infilarlo in un buco di metallo e per me come se un camion mi parcheggiasse nelle budella”.
“Cioè bisogna ungere?” chiedo.
“Si caro. Prima ungo te e poi tu ungi bene me”.
“Cioè ti infilo olio d’oliva nel culo?”.
“Non fa male tranquillo ma perché ti fa senso?”.
“No, anzi, cioè l’idea di oliare il culo a mia zia insomma… mi tira da matti”.
“Calma amore di zia, calma. Adesso siediti comodo e spogliati tutto che ti ungo io”.
“Cioè mi fai una sega”.
“Meglio caro mio, molto meglio. Da quello che mi hanno detto la sega all’olio è molto piacevole. Sai c’è gente che usa cose chimiche per queste cose ma io sono sempre stata per i rimedi naturali” dice mentre si versa un po’ di olio nel palmo di una mano e si avvicina alla mia asta già bella dura.
Ha ragione, la sega all’olio è davvero fantastica e potrebbe essere appagante già così se non fosse che è solo l’antipasto e io stasera punto al piatto principale.
Lei mi unge tutto, anche sui coglioni, non credo serva ma è piacevole. Abbonda con l’olio e anche se da una certa sensazione di appiccicoso la sua mano che scorre senza frizione è davvero un toccasana. Va avanti così tanto e bene che credo quasi di sborrarle in mano ma mi trattengo.
“Ora tocca a me” annuncia.
Con calma assume la classica posizione a pecora e mi mette il culone praticamente davanti alla faccia. “Ora prendi la bottiglia, me la infili nel solco delle chiappe girata verso il basso e intanto ci metti una mano sotto. Lascia che l’olio coli un po’ ma non farlo scendere troppo, metti un dito sul buchino e quando sentì umido di olio inizia a muoverlo un po’.
“Ti infilo il dito nel culo?”.
“Si, con calma, spingi appena appena, fai entrare un po’ d’olio e muovilo vedrai che dopo un po’ il buco inizierà a dilatarsi”.
“È vero, si allarga, si allarga” sussurro mentre faccio questa strana mungitura anale.
“Bravo allora infila un altro dito e continua. Aiutati con l’olio, fanne colare un po’ ogni tanto ma non troppo, non sono una insalata”.
“Si zia”.
Parrà strano ma inculare la zia con le dita è un passatempo mica male e dopo un po’ le dita diventano tre mentre lei fa un lieve genito. “Troppo forte zia?”.
“No no è che comincia a piacermi, aumenta il ritmo, muovi le dita più in fretta”.
Obbedisco al volo.
Dopo un altro sonoro gemito di piacere con la voce un po’ strozzata mi dice “penso di essere pronta”.
“Posso incularti?” esclamo.
“Si ma piano. Sfila le dita ma molto, molto lentamente se no fai vuoto d’aria e sarà peggio che darmi una frustata e intanto mettiti in posizione come un cagnolino”.
Mi metto in ginocchio dietro di lei, sono pronto.
“Piano con le dita mi raccomando”.
“Si zia, pianissimo” dico anche se, forse, da principiante ho ecceduto perché fa un lieve rantolo di dolore.
“Scusa zia”.
“Fa nulla. Ora le hai tolte, sei pronto?”.
“Si zia”.
“Aprimi le chiappe piano piano ma non troppo, non me le devi strappare, solo aprire un varco.
Obbedisco. Ora vedo il suo buco rosa con una bella corona nera attorno.
“Sembra così piccolo” esclamo,
“Lo è ma si dilata e poi è bello lubrificato. Versati ancora un po’ d’olio sulla punta”.
Lo faccio “e adesso”.
“Adesso spingi amore. Piano piano ma con costanza…”.
Poggio la punta, spingo, la rosetta del suo sedere pare fare resistenza ma poi magicamente si apre. Vedo la mia punta entrare piano piano e sparire dentro di lei.
La zia geme forte “fa male zia?”.
“Non preoccuparti, è normale, spingi non fermarti”.
“Sto spingendo zia”.
Ci mettiamo un bel po fra gemiti e sospiri. Anche io all’inizio sento un po’ di dolore quando le sue chiappe mi avvolgono il cazzo strizzandolo come una morsa, la zia mi fa mettere altro olio sulle natiche e un po’ aiuta. Alla fine sento di avere tutto il cazzo dentro di lei perché i testicoli sbattono sulla sua pelle.
“Visto c’è l’abbiamo fatta. Adesso dammi solo un minuto per abituarmi e poi inizia a muoverti”.
“Posso montarti?”.
“Si ma piano, molto piano come se scopassi una vergine capisci?”.
“Sei vergine qui dietro zia?”.
“No” ride e rido anche io.
Intanto il mio pistone di carne ben oliato ha preso velocità e adesso la sto davvero inculando a tutto spiano, ho afferrato i suoi grassi maniglioni flaccidi e con tutte le mie forze spingo come se dovessi farglielo uscire dalla bocca. Anche la zia gode anzi mi incita “spingi caro spingi”.
“Si zia, spingo, ti sfondo”.
“O si amore fai il culo alla zia, fallo”.
Mi sollazzo ben bene e alla fine sento che sto per eruttare “sto venendo zia”.
“Vuoi farlo dentro al sedere?”.
“Posso?”.
“O si caro, spara” e obbedisco. Il mio fucile grosso e carico spara il suo proiettile di sperma dritto dentro agli intestìni della vecchia porcella che per tutta risposta ulula di piacere al solo contatto del mio nettare rovente.
Mi fermo, esausto e completamente sudato, il cazzo si sta ammorbidendo lo sento.
“Ora sfilalo piano piano amore di zia e non farti impressionare troppo perché uscirà un po’ di roba”.
“Ok” dico immaginando che il mio sperma colerà fuori.
Invece appena mi sono staccato da lei vedo le sue chiappone contrarsi e subito dopo ne parte un peto bello rumoroso. Un peto liquido oserei dire perché dal culo della zia esce uno spruzzo misto di sborra, olio di oliva, liquami suoi e (si diciamolo) anche un po’ di cacca liquida.
Io non la amo particolarmente, se vi eccita tanto meglio ma io sono andato subito a lavarmi così come ha fatto zia dopo aver dato un po’ di spray alla lavanda in tutta la stanza.
“Sono rotta” dice la zia quando andiamo a letto.
“Mi spiace, ci ho dato troppo?”.
“Ma no figurati solo che dietro avevo perso l’abitudine e poi sdraiata tipo mucca mi fanno un po’ male le ginocchia. Dovremmo provare in piedi la prossima volta, sai contro il muro o chinata sul tavolo”.
“Buona idea” esclamo felice, soprattutto perché mi ha praticamente fatto intendere che là potrò inculare quando voglio. Sta a pancia sotto forse perché le brucia un po’ il culo, mi avvicino sornione e voglioso e inizio ad accarezzarla. La mano le palpa il culo, poi la coscia e poi cerca di insinuarsi fra le gambe.
“Che fai porcellino?”.
“Sai zia pensavo che la tua patata potrebbe essere gelosa. Stasera non l’abbiamo degnata di attenzione tanto eravamo concentrati dietro”.
“Dici che potrebbe offendersi?” ridacchia lei.
“Secondo me si”.
“E non non vogliamo offendere nessuno vero caro?”.
“Assolutamente no zia”.
Si è già messa sul fianco, arcua un po’ le gambe e solleva quella esterna meglio che può porgendomela su un piatto d’argento. Io guido il mio attrezzo con la dovuta sicurezza e glielo ficco dentro in un colpo solo.
Lei geme, io pompo e andiamo avanti così per un po’ venendo entrambi prima di prendere sonno.
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