Agente Lucy - 4 La missione
di
XXX - Comics
genere
pulp
Sono a pezzi, distrutta, son così stanca che vorrei dormire due giorni di seguito, ma sono troppo felice. Partire mi mette sempre addosso una gioa incredibile.
Arrivo all'aeroporto all'ultimo minuto utile, come i veri vip. Corro come posso su tacco dieci, trolley al seguito e finta vuitton di coccodrillo azzurro in spalla, Mi sono scelta un completino comodo comodo per il viaggio, leggings e top bianco, così aderente che il reggiseno non ci stava, mi faccio il vuoto attorno mentre passo. Lo stuart è confuso, mi prende il biglietto fissandomi le tette e m'accompagna al mio posto. Lo seguo mentre sono al cellulare con Mark.
“... Abbiamo fatto il botto! I coreani l'hanno appena messo in vendita e il video è andato a ruba, mai visto un successo così!”
'Okay Mark, sono contenta, ma adesso lasciami due settimane di vacanza.”
“Quando torni? Ormai sono convinti, vogliono affittare il galeone per il video dei pirati. Ci sei vero?”
“Ti ho già detto di sì, lasciami, ho una chiamata sotto.”
É Vargas, il mio milionario, chiama ogni ora! 'Ciao micione sono salita adesso sull'aereo... Sì, tranquillo, anch'io, non vedo l'ora... Mmmh ce l'hai duro? Non sai che voglia ho.” Lo stuart mi porta nella business class, Vargas non bada a spese per me. “Certo micione, ancora poche ore, ma se vuoi è uscito l'ultimo... sì roba forte, è un po' caro ma ne vale la pena... In un'officina meccanica, non ti dico cosa mi fanno, ahaha!”
Crollo sulla poltrona, sono morta, ma qui si sta da dio, adoro il lusso, L'aereo si muove subito, mi godo questa partenza col culetto sofficemente sprofondato su una megapoltrona. Devo trattarlo bene, io col culetto ci campo.
Il decollo verso le nuvole è meraviglioso. Mi sento libera. Lo stuart s'è innamorato di me, mi porta lo champagne, lo odio, ma che fa molto vip. Lo sorseggio e gli dico che è ottimo come una che beve solo champagne. Flirtiamo un poco, per gioco, lui per mettere a proprio agio le clienti della compagnia aerea, io perché mi diverto a farlo venire duro.
Ma un bipbip all'orecchio mi richiama all'ordine. Sono in missione, farei meglio a ripassarmi il piano.
Dunque.
Devo incontrare Luìs Enrique Vargas di professione milionario che m'ha contattato ed offerto una cifra pazzesca per una vacanza di tre giorni sul suo yacht. L'ho fatto soffrire un poco, una brava ragazza non accetta subito l'invito d'uno sconosciuto che l'ha vista pornificare in video per adulti. E da brava puttana che si rispetti ho preteso prove che fosse davvero il famoso milionario colombiano che è anche su wikipedia e non un qualsiasi sfigato cacciatore d'autografi.
In realtà Vargas è un uomo di Uribe ed io dovrei essere un pacco regalo per il narcostronzo.
Il piano è semplice: volo da Vargas, puttaneggio con lui e quando mi presenta Uribe uccido il narcostronzo. Su come poi scappare e tornarmene a San Diego il piano è lacunoso. Ma devo star tranquilla, m'ha detto il Colonnello: i ragazzi al Centro sapranno sempre dove sono. Più tranquilla di così!
Tra le mille cose che ho dovuto fare prima di partire c'è stata anche la visita in clinica. I sensori quantici funzionano tutti a meraviglia. Il dottor Hiroshi era incazzato, non gli andava proprio giù che sulla mia scheda personale c'era scritto che non mi funzionava il sensore all'orecchio. Il dottor Hiroshi è fatto così, è permaloso e geloso dei suoi lavori, non gli va che si metta in dubbio l'affidabilità delle sue invenzioni.
Invece funziona, evviva!, non mi rimane più uno straccio di privacy. I ragazzi del Centro sentono e vedono tutto quel che vedo e sento io e possono comunicare con me facendomi fischiare l'orecchio: un fischio significa non ti abbiamo perso sappiamo dove sei, due brevi tutto ok, tre brevi allarme... eccetera eccetera. Tutta una serie di segnali in codice per dirmi 'cazzi tuoi, arrangiati'.
Il piano è tutto qui, non mi resta che incontrare Vargas.
Ah, Luìs Enrique Vargas s'è fatto ufficialmente i milioni col commercio delle banane. C'è già sintonia tra noi due: anch'io commercio banane sottocopertura.
---
All'aeroporto di Cartagena c'è ad attendermi una stangona nera inguainata prada: labbra siliconate, unghie ancor più rosse, lunghe sette centimetri, un metro e mezzo di cosce e due bocce gonfiate a tre atmosfere che non la lascerebbero affondare nemmeno in una tempesta tropicale nel Pacifico.
Con me è gentile come un serpente con un pulcino: con lo sguardo m'ordina di seguirla. La seguo fissandole il culo di marmo; non sono (troppo) lesbica, lo faccio per i ragazzi del Centro che devono regolare la ripresa.
La figonanera, nero vestita, mi precede su tacco 12 verso l'uscita senza sbattere la testa contro il panello dei voli. Fuori ci attende una limousine nera con finestrini neri; l'autista è un nero in completo armani nero ed occhiali neri. Sono a disagio, sono in bianco. Mi piace il bianco coi capelli biondi.
La limousine blindata sfreccia nel traffico con l'arroganza di un gangster (o di un politico italiano) ed arrivati in prossimità del porto s'infila in un capannone dove ci sono rinchiusi altri due gorilla, guarda caso in armani nero. La sadolesbica scende ed è costretta girare attorno ai dieci metri di limousine per aprirmi lo sportello e farmi scendere. Sono nel ruolo di verginella, devo mostrarmi intimidita.
“Scendi, devi essere perquisita.”
Lo fa un peso massimo che rischia di strappare coi bicipiti la manica della costosa giacca: mi fruga professionalmente (forse un po' troppo pesantemente) a caccia di mitra o lanciarazzi nascosti sotto i leggings e nel top. Questo è un viaggio di lavoro ed io sono già vestita da troietta per il mio micione milionario.
Con un cenno m'ordina di levarmi tutto. Okay, non è certo la prima volta che mi spoglio davanti a tre uomini ed a una lesbica; l'unica differenza è che questa volta non mi saltano addosso, ma m'ispezionano con un rivelatore a caccia di microspie ingerite. Sono tranquilla, i sensori quantici non sono rivelabili.
Non contenti vogliono infilarmi un tubo di gomma che fa un inquietante bipbip. Mi ribello scandalizzata, un'ispezione così non la fanno nemmeno a Guantanamo, ma i ragazzi del Centro m'avvisano con un doppio fischio all'orecchio che è tutto okay, che posso precedere e non devo crear problemi.
Mi spingono il tubo in gola e in fica e poi su per il retto mentre bestemmio.
Stronzi i gorilla, stronzi i ragazzi e stronza io!
“Non puoi portare nulla di tuo sullo yacht.” Con fare annoiato, la lesbostronza prende il cellulare dalla mia Vuitton di coccodrillo azzurro rigorosamente falsa, e lo chiude in una cassetta di metallo schermato.
“Ferma! E io come faccio sapere se m'ha spedito il bonifico?”
La sadolesbica sopprime l'istinto di schiaffeggiarmi e mi restituisce il cell. M'allontano da tutti e verifico di nascosto sull'home banking, come una puttana col suo malloppo. “Sì, il resto fra tre giorni come d'accordo. E vediamo di stare ai patti! il mio agente sa che sono qui ed io sono amica di un senatore.”
“Certo, il Presidente è correttissimo.” La figonanera ha davvero chiamato così Vargas: presidente con la P maiuscola! “Tranquilla, non ti sarà richiesto nulla che non hai già fatto.” Scema!, e secondo te questo dovrebbe tranquillizzarmi?
Mi dà da rivestirmi. Un bikini rosso di dieci centimetri quadrati in tutto che mi copre solo capezzoli e forse la figa.
Ma non è tutto: la sadolesbica si china per allacciarmi in vita un cinturone borchiato di pelle nera. Lo sistema morbido sui fianchi nudi, cascante sotto il pancino fino a nascondermi la fighetta mal celata dal microslip, e ci abbina polsini e cavigliere di materiale sintetico, con anelli di metallo per giochetti piccanti.
E per completare il mio completino bdsm, l'accessorio immancabile nell'armadio di ogni amante del genere: collare girocollo in ecopelle anallergica, con borchie ed anelli in metallo, resistente e regolabile con fibbia, a soli 29,99! Ma l'avranno pagato dieci volte tanto, altrimenti che ricchi sarebbero?
Mi guardo riflessa nei finestrini e nei loro occhi: sono una strafiga galattica e l'accessorio più sexy è la fiammata rossa sulle chiappetta rotonda. Lo sguardo della lesbocarogna non mi piace, mi spoglia letteralmente. Cazzo spogli?, sono praticamente già nuda.
Spero solo di non prendere freddo in mare.
Arrivo all'aeroporto all'ultimo minuto utile, come i veri vip. Corro come posso su tacco dieci, trolley al seguito e finta vuitton di coccodrillo azzurro in spalla, Mi sono scelta un completino comodo comodo per il viaggio, leggings e top bianco, così aderente che il reggiseno non ci stava, mi faccio il vuoto attorno mentre passo. Lo stuart è confuso, mi prende il biglietto fissandomi le tette e m'accompagna al mio posto. Lo seguo mentre sono al cellulare con Mark.
“... Abbiamo fatto il botto! I coreani l'hanno appena messo in vendita e il video è andato a ruba, mai visto un successo così!”
'Okay Mark, sono contenta, ma adesso lasciami due settimane di vacanza.”
“Quando torni? Ormai sono convinti, vogliono affittare il galeone per il video dei pirati. Ci sei vero?”
“Ti ho già detto di sì, lasciami, ho una chiamata sotto.”
É Vargas, il mio milionario, chiama ogni ora! 'Ciao micione sono salita adesso sull'aereo... Sì, tranquillo, anch'io, non vedo l'ora... Mmmh ce l'hai duro? Non sai che voglia ho.” Lo stuart mi porta nella business class, Vargas non bada a spese per me. “Certo micione, ancora poche ore, ma se vuoi è uscito l'ultimo... sì roba forte, è un po' caro ma ne vale la pena... In un'officina meccanica, non ti dico cosa mi fanno, ahaha!”
Crollo sulla poltrona, sono morta, ma qui si sta da dio, adoro il lusso, L'aereo si muove subito, mi godo questa partenza col culetto sofficemente sprofondato su una megapoltrona. Devo trattarlo bene, io col culetto ci campo.
Il decollo verso le nuvole è meraviglioso. Mi sento libera. Lo stuart s'è innamorato di me, mi porta lo champagne, lo odio, ma che fa molto vip. Lo sorseggio e gli dico che è ottimo come una che beve solo champagne. Flirtiamo un poco, per gioco, lui per mettere a proprio agio le clienti della compagnia aerea, io perché mi diverto a farlo venire duro.
Ma un bipbip all'orecchio mi richiama all'ordine. Sono in missione, farei meglio a ripassarmi il piano.
Dunque.
Devo incontrare Luìs Enrique Vargas di professione milionario che m'ha contattato ed offerto una cifra pazzesca per una vacanza di tre giorni sul suo yacht. L'ho fatto soffrire un poco, una brava ragazza non accetta subito l'invito d'uno sconosciuto che l'ha vista pornificare in video per adulti. E da brava puttana che si rispetti ho preteso prove che fosse davvero il famoso milionario colombiano che è anche su wikipedia e non un qualsiasi sfigato cacciatore d'autografi.
In realtà Vargas è un uomo di Uribe ed io dovrei essere un pacco regalo per il narcostronzo.
Il piano è semplice: volo da Vargas, puttaneggio con lui e quando mi presenta Uribe uccido il narcostronzo. Su come poi scappare e tornarmene a San Diego il piano è lacunoso. Ma devo star tranquilla, m'ha detto il Colonnello: i ragazzi al Centro sapranno sempre dove sono. Più tranquilla di così!
Tra le mille cose che ho dovuto fare prima di partire c'è stata anche la visita in clinica. I sensori quantici funzionano tutti a meraviglia. Il dottor Hiroshi era incazzato, non gli andava proprio giù che sulla mia scheda personale c'era scritto che non mi funzionava il sensore all'orecchio. Il dottor Hiroshi è fatto così, è permaloso e geloso dei suoi lavori, non gli va che si metta in dubbio l'affidabilità delle sue invenzioni.
Invece funziona, evviva!, non mi rimane più uno straccio di privacy. I ragazzi del Centro sentono e vedono tutto quel che vedo e sento io e possono comunicare con me facendomi fischiare l'orecchio: un fischio significa non ti abbiamo perso sappiamo dove sei, due brevi tutto ok, tre brevi allarme... eccetera eccetera. Tutta una serie di segnali in codice per dirmi 'cazzi tuoi, arrangiati'.
Il piano è tutto qui, non mi resta che incontrare Vargas.
Ah, Luìs Enrique Vargas s'è fatto ufficialmente i milioni col commercio delle banane. C'è già sintonia tra noi due: anch'io commercio banane sottocopertura.
---
All'aeroporto di Cartagena c'è ad attendermi una stangona nera inguainata prada: labbra siliconate, unghie ancor più rosse, lunghe sette centimetri, un metro e mezzo di cosce e due bocce gonfiate a tre atmosfere che non la lascerebbero affondare nemmeno in una tempesta tropicale nel Pacifico.
Con me è gentile come un serpente con un pulcino: con lo sguardo m'ordina di seguirla. La seguo fissandole il culo di marmo; non sono (troppo) lesbica, lo faccio per i ragazzi del Centro che devono regolare la ripresa.
La figonanera, nero vestita, mi precede su tacco 12 verso l'uscita senza sbattere la testa contro il panello dei voli. Fuori ci attende una limousine nera con finestrini neri; l'autista è un nero in completo armani nero ed occhiali neri. Sono a disagio, sono in bianco. Mi piace il bianco coi capelli biondi.
La limousine blindata sfreccia nel traffico con l'arroganza di un gangster (o di un politico italiano) ed arrivati in prossimità del porto s'infila in un capannone dove ci sono rinchiusi altri due gorilla, guarda caso in armani nero. La sadolesbica scende ed è costretta girare attorno ai dieci metri di limousine per aprirmi lo sportello e farmi scendere. Sono nel ruolo di verginella, devo mostrarmi intimidita.
“Scendi, devi essere perquisita.”
Lo fa un peso massimo che rischia di strappare coi bicipiti la manica della costosa giacca: mi fruga professionalmente (forse un po' troppo pesantemente) a caccia di mitra o lanciarazzi nascosti sotto i leggings e nel top. Questo è un viaggio di lavoro ed io sono già vestita da troietta per il mio micione milionario.
Con un cenno m'ordina di levarmi tutto. Okay, non è certo la prima volta che mi spoglio davanti a tre uomini ed a una lesbica; l'unica differenza è che questa volta non mi saltano addosso, ma m'ispezionano con un rivelatore a caccia di microspie ingerite. Sono tranquilla, i sensori quantici non sono rivelabili.
Non contenti vogliono infilarmi un tubo di gomma che fa un inquietante bipbip. Mi ribello scandalizzata, un'ispezione così non la fanno nemmeno a Guantanamo, ma i ragazzi del Centro m'avvisano con un doppio fischio all'orecchio che è tutto okay, che posso precedere e non devo crear problemi.
Mi spingono il tubo in gola e in fica e poi su per il retto mentre bestemmio.
Stronzi i gorilla, stronzi i ragazzi e stronza io!
“Non puoi portare nulla di tuo sullo yacht.” Con fare annoiato, la lesbostronza prende il cellulare dalla mia Vuitton di coccodrillo azzurro rigorosamente falsa, e lo chiude in una cassetta di metallo schermato.
“Ferma! E io come faccio sapere se m'ha spedito il bonifico?”
La sadolesbica sopprime l'istinto di schiaffeggiarmi e mi restituisce il cell. M'allontano da tutti e verifico di nascosto sull'home banking, come una puttana col suo malloppo. “Sì, il resto fra tre giorni come d'accordo. E vediamo di stare ai patti! il mio agente sa che sono qui ed io sono amica di un senatore.”
“Certo, il Presidente è correttissimo.” La figonanera ha davvero chiamato così Vargas: presidente con la P maiuscola! “Tranquilla, non ti sarà richiesto nulla che non hai già fatto.” Scema!, e secondo te questo dovrebbe tranquillizzarmi?
Mi dà da rivestirmi. Un bikini rosso di dieci centimetri quadrati in tutto che mi copre solo capezzoli e forse la figa.
Ma non è tutto: la sadolesbica si china per allacciarmi in vita un cinturone borchiato di pelle nera. Lo sistema morbido sui fianchi nudi, cascante sotto il pancino fino a nascondermi la fighetta mal celata dal microslip, e ci abbina polsini e cavigliere di materiale sintetico, con anelli di metallo per giochetti piccanti.
E per completare il mio completino bdsm, l'accessorio immancabile nell'armadio di ogni amante del genere: collare girocollo in ecopelle anallergica, con borchie ed anelli in metallo, resistente e regolabile con fibbia, a soli 29,99! Ma l'avranno pagato dieci volte tanto, altrimenti che ricchi sarebbero?
Mi guardo riflessa nei finestrini e nei loro occhi: sono una strafiga galattica e l'accessorio più sexy è la fiammata rossa sulle chiappetta rotonda. Lo sguardo della lesbocarogna non mi piace, mi spoglia letteralmente. Cazzo spogli?, sono praticamente già nuda.
Spero solo di non prendere freddo in mare.
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