Mia madre è una lesbica repressa - capitolo 1

di
genere
incesti

Ho sempre avuto un rapporto particolare con mia madre. È sempre stata una donna molto rigida e punitiva, e noi due non siamo mai andate troppo d’accordo. La nostra relazione è stata caratterizzata da tensioni e incomprensioni, il che ha reso il nostro legame piuttosto difficile. Ma poi, a un certo punto, qualcosa è cambiato profondamente tra noi.

Quando guardo mia madre, non posso fare a meno di notare quanto sia elegante e sicura di sé, anche se è bassa, grazie ai tacchi che indossa sempre. La sua carnagione leggermente scura ha quel fascino sofisticato che sembra solo migliorare con l’età. Il suo viso lungo e appuntito è incorniciato da capelli ricci e gonfi, neri come la notte, che scendono appena alle spalle, e il suo naso lungo e appuntito si adatta perfettamente ai tratti del suo volto.

Le sue labbra, carnose e a forma di cuore, sembrano sempre pronte a esprimere eleganza e charme. I suoi occhi grandi e profondi, di un castano chiaro, hanno una forza magnetica che riesce a catturare l’attenzione. Nonostante sia piuttosto magra, il suo corpo è incredibilmente tonico e in forma. Il suo seno, anche se non molto grande, è sodo e ben modellato. Le sue cosce lunghe e grandi sostengono un fondoschiena sodo e prominente che fa invidia a molte. C’è qualcosa di innegabilmente seducente nel modo in cui il suo corpo è perfettamente proporzionato e si muove con grazia e sicurezza. Osservandola, non posso fare a meno di sentire una forte ammirazione per quanto sia ancora affascinante e impeccabile.

io invece beh se dovessi descrivermi direi che. sono piuttosto bassa, eppure il mio fisico è così formoso e, diciamolo, parecchio eccitante. La mia carnagione leggermente scura ha quel tocco esotico che mi rende unica, e il mio viso lungo e seducente mi fa sentire così femminile. I miei capelli castani scuro sono ricci e lunghi, cadendo in onde morbide sulle spalle, e il mio naso piccolo e aggraziato sembra quasi fatto apposta per il mio volto.

I miei occhi, sottili e castani, riflettono una sensualità che non posso ignorare. Le mie labbra, carnose e piuttosto lunghe, sembrano sempre pronte a sorridere o a sussurrare qualcosa di intrigante. Ma è il mio corpo che davvero cattura l’attenzione: un seno enorme e quasi incontenibile, che mi fa sentire così sicura di me stessa, e due cosce stupende che sostengono un fondoschiena grande e sodo. Non importa quanto io cerchi di ignorare quei dettagli, è impossibile non notare quanto siano magnetici. Ogni curva di me è un invito, e a volte, mentre mi osservo, non posso fare a meno di sentirne l’impatto su chi mi guarda.

quella disastrosa giornata è iniziata come una giornata normale, la sera ero in camera mia con il mio ragazzo, completamente nuda e quattro zampe sul letto, il corpo rivoltoso verso la porta in una posizione che accentuava ogni mia curva. mentre il mio fidanzato era dietro di me.
Il piacere era intenso, e i suoi movimenti dietro di me erano così appassionati e coinvolgenti che non riuscivo a pensare ad altro. Mi sentivo avvolta da onde di estasi, dimentica di tutto intorno a me. teneva ben stretti i miei capelli e a ogni tirata accentuava il senso di intimità e intensità del momento.

Ero così persa in quel momento di intimità che non notai subito il rumore della porta di casa che si apriva. In un attimo, anche la porta della mia stanza si aprì, e davanti ai miei occhi comparve mia madre, shockata e immobile. La mia mente si bloccò per un istante mentre realizzavo che, davanti ai suoi occhi increduli, c’ero io, nuda e avvolta in un momento così intimo e appassionato. La paura e l’imbarazzo mi pervadevano, mentre cercavo di comprendere la sua reazione e cosa sarebbe successo dopo.

Con un’espressione di stupore e confusione, mia madre si allontanò dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé. Il suo volto rimase impresso nella mia mente mentre il senso di vergogna mi travolgeva. In preda al panico, mandai subito il mio ragazzo e iniziai a raccogliere freneticamente i miei vestiti sparsi. Mi precipitai in bagno e, una volta dentro, mi immersi sotto il getto di acqua calda. Il calore dell’acqua scivolava sulla mia pelle, cercando di lenire il tumulto dentro di me.

Mentre l’acqua scorreva e lavava via la tensione accumulata, non riuscivo a smettere di pensare a come avrei potuto scusarmi con mia madre. Ogni possibile scusa sembrava insufficiente, e mi sentivo sopraffatta dalla preoccupazione di come affrontare la situazione. Alla fine, mi resi conto che l’unica cosa sensata era affrontare la situazione di persona. Decisi che il passo migliore era andare da lei, chiederle scusa sinceramente e accettare qualsiasi conseguenza o rimprovero fosse in serbo.

Bussai piano alla porta della sua stanza ed entrai con cautela. Mia madre era distesa sul letto, avvolta nella sua elegante vestaglia che lasciava scoperte le sue lunghe e seducenti gambe. L’atmosfera era densa di tensione e imbarazzo. Con voce tremante, iniziai a scusarmi, cercando di esprimere quanto mi dispiacesse per l’accaduto.

Mia madre si alzò in piedi, interrompendomi con un gesto deciso. Il suo tono, carico di delusione e rabbia, era fermo: “Questa volta le scuse non ti salveranno. Meriti una punizione che non dimenticherai facilmente.” Il mio cuore balzò in gola, e pensai che sarei stata confinata in casa per sempre.

Ma poi, con un’espressione che mischiava autorità e serietà, mia madre continuò: “Togliti i pantaloni e sdraiati sul letto.” Il suo comando mi colse di sorpresa, lasciandomi senza parole mentre lottavo con le emozioni contrastanti che stavano affiorando.

Ero sconvolta dal comando di mia madre, ma anche profondamente spaventata. Decisi di obbedire per non peggiorare ulteriormente la situazione. Con mani tremanti, abbassai i pantaloni del pigiama, rivelando le mutandine rosse che aderivano al mio fondoschiena. Il mio volto si arrossì mentre mi sdraiavo sul letto, il cuore che batteva forte e veloce, completamente incerta su cosa aspettarmi.

Con determinazione, mia madre iniziò a sculacciarmi con forza. Ogni colpo era un mix di dolore e umiliazione, sentivo la sua mano colpire il mio fondoschiena con un’intensità crescente, facendolo diventare sempre più rosso. Le lacrime iniziarono a scendere sul mio volto mentre, tra singhiozzi, cercavo di implorare sottovoce che smettesse. Tuttavia, la sua voce ferma e decisa sovrastava le mie suppliche.

“Ti ho sempre detto di non portare ragazzi in casa,” continuava a dire con rabbia, “ma tu invece non fai altro che comportarti come una puttana a casa mia.” Era evidente quanto fosse infuriata, e le sue parole cariche di delusione e severità riflettevano l’intensità del suo disappunto.

Mia madre era sempre stata severa, ma non era mai ricorsa alla violenza fisica. Il dolore che provavo ora era indescrivibile, e la mia mente era completamente travolta dal pentimento. Ogni colpo sembrava amplificare il mio senso di colpa e vergogna. In quel momento, il desiderio di vedere quel dolore finire era tutto ciò che riuscivo a pensare. Volevo disperatamente che tutto finisse e che potessi trovare una via per riparare al mio errore e placare la furia di mia madre.

Quando finalmente smise, provai un intenso senso di sollievo misto a dolore. Il mio volto era bagnato dalle lacrime e, con uno sguardo umile e sconsolato, la guardai e le promisi che non avrei mai più fatto una cosa del genere. Mia madre, visibilmente soddisfatta dalla mia umiltà e dal mio pentimento, annuì. Con un tono più pacato, mi disse che potevo tornare nella mia camera. Sentii una miscela di rilassamento e dispiacere mentre mi rivestivo e mi dirigevo verso la mia stanza, riflettendo sull’accaduto e sulle lezioni apprese.

Quello che non sapevo all’epoca era che, mentre uscivo dalla sua stanza, mia madre aveva preso il suo telefono, posizionato in un angolo strategico, che aveva ripreso tutta la scena. Più tardi, da sola nella sua camera, aveva riguardato il video, lasciandosi andare ad un momento di piacere durante la visione. La sua reazione era stata una miscela di rabbia e fascinazione, e si era concessa più volte a quel momento intenso che aveva catturato l’obbiettivo della sua videocamera.
scritto il
2024-09-05
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