Mia madre è una lesbica repressa - capitolo 2

di
genere
incesti

Passò un giorno da quel momento e, sebbene il dolore fosse svanito, l’umiliazione era ancora ben presente. Trascorsi l’intera giornata fuori casa, cercando di evitare mia madre, che ora mi sembrava un mostro spaventoso. La sera, quando finalmente tornai, trovai la casa in un silenzio inquietante. Mia madre era nella sua stanza e sembrava che tutto fosse calmo.

andai nella mia camera per cambiarmi, cercando di muovermi silenziosamente e di evitare ogni possibile confronto. Mentre mi poggiavo sul letto, notai un messaggio sul mio telefono. Era di mia madre e diceva: “Vieni subito di qua.” Le parole erano chiare e imperiose, e un senso di apprensione mi pervase mentre mi preparavo ad affrontare ciò che sarebbe accaduto.

Entrai nella sua stanza, trovandola di nuovo sul letto, avvolta nella sua vestaglia che stavolta era sbottonata, lasciando intravedere una porzione di pelle. La luce era accesa, creando un contrasto netto con l’oscurità che avevo lasciato dietro di me.

Le chiesi timidamente se avesse bisogno di qualcosa, e lei rispose con un tono deciso: “Ho deciso che da oggi in poi non uscirai più di casa e ti priverò del telefono.” La sua risposta mi colse di sorpresa e, con un misto di incredulità e preoccupazione, le chiesi subito il motivo.

“Per punirti per il tuo comportamento,” rispose, “credevi di cavartela con due schiaffi?” Le sue parole erano fredde e severe, confermando che la punizione non era finita. La mia rabbia montava mentre realizzavo che l’incubo, che pensavo fosse terminato, sembrava continuare senza fine.

Proprio mentre stavo per scoppiare a piangere, mia madre accennò un sorriso enigmatico e, con un tono seducente e autoritario, disse: “Oppure puoi evitare questa punizione in un altro modo.”

Si sfilò la vestaglia, rivelando il suo seno avvolto in un elegante reggiseno di pizzo e la sua intimità totalmente scoperta.

Continuò dicendo: “Vieni qui da me e dammi piacere con quella tua boccuccia. Forse allora considererò di dimenticare questa punizione.”

Il suo tono era un misto di autorità e invito, creando una situazione complessa e carica di emozioni contrastanti.

Scoppiai a piangere, implorandola con voce rotta che non potevo fare una cosa simile a mia madre. Le dissi chiaramente che avrei preferito qualsiasi tipo di punizione piuttosto che soddisfarla in quel modo. Mi girai, cercando di andarmene, ma mia madre si alzò rapidamente e, con un gesto deciso e delicato, mi bloccò contro il muro.

Accarezzò il mio volto con una dolcezza inquietante mentre tremavo dalla paura. “Non fare la stupida, Anna,” disse con tono imperioso, “alla fine sei stata tu a comportarti da troia. Questo potrebbe evitarti una punizione molto peggiore.”

Il suo sguardo penetrante mi fece sentire completamente vulnerabile. In quel momento di intensa tensione, un dolore improvviso mi colpì quando mi diede uno schiaffo leggero sul volto. Poi, con tono nervoso, aggiunse: “E guardami negli occhi mentre ti parlo. Non ti conviene comportarti così con me, altrimenti ti renderò la vita un incubo.”

La sua voce era ferma e autoritaria, e l’aria che respiravo era carica di minaccia e determinazione.

Con voce tremante, acconsentii alla sua richiesta, sentendomi sopraffatta dalla paura. Mia madre, con un sorriso di soddisfazione, disse: "Adesso spogliati."

Si allontanò e si distese nuovamente sul letto, pronta ad osservare.
Con riluttanza, iniziai a togliermi gli abiti con gesti lenti e misurati. Prima sfilai la canottiera, lasciandola cadere delicatamente a terra. Poi, con mano tremante, sbottonai il reggiseno e lo feci scivolare ai miei piedi. Infine, abbassai i pantaloni e le mutandine, esponendo il mio corpo nudo a mia madre. Nonostante l'imbarazzo, cercai di resistere
all’impulso di coprirmi, consapevole che potesse avere un’altra reazione violenta.

Mia madre, osservandomi con uno sguardo misto di curiosità e divertimento, scoppiò in una risata leggera. “Non posso credere che tu abbia un seno così grande e bello,” disse, come se stesse facendo una scoperta incredibile. La sua reazione, sebbene fosse per me un momento di grande imbarazzo e umiliazione, sembrava esprimere una sorta di incredulità e divertimento davanti a ciò che stava vedendo.

seguii i suoi comandi e avvicinai il mio viso alla sua intimità. con un gesto timido iniziai a darle piacere con la mia bocca e la mia lingua. sembrava le stesse piacendo, continuava a gridare “mhh si vai più veloce siii”. io aumentai la velocità e nel mentre lei forzava il mio viso contro la sua intimità.
trattenevo a stento le lacrime, era la prima volta che facevo una cosa del genere e farlo con mia madre mi sembrava così strano e mi faceva stare male.

Non passò molto tempo prima che mia madre raggiungesse l'orgasmo,
esprimendo il suo piacere con forti gemiti. Quando finalmente si rilassò e mi lasciò andare, tirai un sospiro di sollievo. Mi sdraiai sul letto, esausta e profondamente triste, sentendomi
completamente svuotata sia fisicamente che emotivamente.

Chiusi gli occhi per un attimo e quando li riaprii, la trovai sopra di me, intenta a palpare il mio seno. Spaventata e confusa, la guardai e chiesi, “Sono finalmente libera da questa punizione?”

Lei sorrise maliziosamente e ridacchiò. “Oh, no, Anna. Ormai sei diventata un mio giocattolo,” rispose con tono divertito. “Mi divertiro molto con te.”
scritto il
2024-09-05
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