La vrenzola vuole comandare - capitolo 5: tra le due vrenzole
di
Asiadu01
genere
dominazione
Carla si svegliò con un dolce sorriso e ci mettemmo subito a sistemare la cucina in fretta, come se fosse un gioco. Mi cacciava via scherzando, dicendo che i suoi genitori sarebbero tornati a momenti. Era stato incredibile condividere la notte con lei, e quella mattina tra le risate e gli scherzi sembrava che la complicità tra noi fosse cresciuta.
Quando finalmente arrivai a casa, trovai una notifica che mi fece fermare: Tonia aveva risposto al mio messaggio. Con un mix di curiosità e agitazione, aprii la conversazione.
**Io**: "Ciao Tonia, spero di non disturbarti, ci conosciamo solo di vista... Ma devo dire che le tue foto sono… interessanti."
**Tonia**: "Oh, interessante è una parola elegante. Di solito gli uomini le definiscono diversamente." Un’emoji maliziosa seguiva il suo messaggio.
**Io**: "Non sono 'tutti gli uomini'. Magari potrei dirtelo dal vivo quanto le trovo… affascinanti."
**Tonia**: "Ahi ahi, intraprendente! Spero tu regga il gioco, mi annoio in fretta."
**Io**: "Sarà difficile annoiarsi, se tu mantieni quel sorriso e quegli sguardi come nelle foto."
**Tonia**: "Sorriso? Forse. Ma non garantisco sugli sguardi… quelli dipendono da chi ho davanti."
Sentivo il gioco stuzzicante che Tonia stava lanciando, e l’adrenalina cresceva.
**Io**: "Scommetto che, se ci incontrassimo, quello sguardo potrei conquistarne anche uno più malizioso."
**Tonia**: "Osi parecchio, eh? Sai, per essere un amico di Carla mi sembri… davvero intrigante. Ma ti avviso, non sono come lei. Non ti tratto coi guanti di velluto."
**Io**: "Non mi piacciono i guanti. Preferisco scoprire tutto senza filtri."
**Tonia**: "Allora vedremo se sei all’altezza, misterioso amico. Chissà, magari potresti sorprendermi… oppure sarò io a sorprenderti."
Il tono della conversazione con Tonia si fece ancora più audace, il cuore che mi martellava in petto. Non potevo ignorare il senso di colpa, il pensiero di Carla, ma c'era qualcosa di elettrizzante in quella conversazione proibita, un richiamo a una tentazione che sembrava irrinunciabile.
Io: "Devo ammettere, Tonia, le tue foto sono… abbastanza provocanti. Quel vestito rosso che hai postato di recente? Difficile non notarlo."
Tonia: "Oh, davvero? Pensavo che nessuno ci facesse caso… o almeno, non tu."
Io: "Impossibile non farci caso. Poi, diciamocelo, sai come valorizzare le tue… qualità."
Tonia: "Le mie qualità, eh? Sii più chiaro, su… cos’è che ti attira così tanto?"
Io: "Diciamo che il vestito è solo una scusa… ma con quel seno, qualsiasi cosa tu indossi fa il suo effetto."
Tonia: "Ah, quindi sei uno che apprezza il lato… frontale? Interessante. E dimmi, te la caveresti con una ragazza come me?"
Io: "Sembra una sfida. Direi che sono più che pronto, ma… tu sei davvero così coraggiosa come mostri di essere?"
Tonia: "Dipende. Tu sapresti farmi divertire? Altrimenti, che gusto ci sarebbe?"
Io: "Credo che ci sarebbe da divertirsi eccome. Anche perché sei una di quelle che sa bene come mettere alla prova uno, giusto?"
Tonia: "Mmh, mi piacciono quelli che si dimostrano all’altezza. E poi, magari potrei insegnarti io qualche trucco… chissà che Carla non impari qualcosa da te."
Io: "Se solo sapesse… Ma forse è meglio che Carla non sappia quanto tu sia brava a… essere provocante."
Tonia: "Già, lasciamo che rimanga un nostro segreto. Ora, allora, dimostrami che valga la pena conoscerti davvero."
La tensione aumentava a ogni risposta, e mentre fissavo lo schermo, una parte di me lottava contro il rimorso. Amavo Carla, quel sentimento ormai non potevo negarlo, e lei era riuscita a tirare fuori il meglio di me. Ma in quel momento, con Tonia che mi provocava con quell’audacia, sentivo crescere un desiderio diverso: qualcosa di fisico, di immediato.
L’appuntamento era fissato. Non sapeva nulla di Carla e di me, e forse era proprio questo a rendere il tutto più intenso, più intrigante. E io, pur con il rimorso, non riuscivo a smettere di pensare a cosa mi aspettasse con Tonia.
La serata era pianificata nei minimi dettagli. Avevo passato mezz’ora davanti allo specchio, aggiustando la camicia, assicurandomi di apparire al meglio. Carla, ingenuamente, mi aveva creduto quando le avevo detto che non stavo bene, nonostante avesse insistito per venire da me. La scusa della “troppa influenza” per farla stare lontana aveva funzionato, ma il senso di colpa si mescolava con l'eccitazione mentre mi preparavo a incontrare Tonia.
Arrivato sotto casa sua, la vidi uscire con passo deciso e un sorriso malizioso.
il mio cuore batteva come se stessi facendo qualcosa di proibito – e forse lo stavo facendo davvero. Quando finalmente la vidi uscire, rimasi senza parole. L’abito leopardato, attillato su ogni curva, sembrava fatto su misura per lei: abbracciava la sua figura in un modo da catturare ogni sguardo.
I suoi lunghi capelli biondi scendevano morbidi sulle spalle, incorniciando il viso paffuto ma intrigante, con quelle labbra carnose che sembravano sussurrare inviti in silenzio. I grandi occhi azzurri scintillavano di una luce maliziosa, mentre il naso piccolo e perfetto dava un’aria innocente che contrastava con l’energia che emanava. E sotto quell'abito, il seno, pieno e morbido, prometteva tentazioni, mentre il fondoschiena rotondo e provocante accentuava ogni passo che faceva, come una sfida sottile ma chiara.
Salii appena col respiro, cercando di mantenere la calma. “Niente male, Tonia…” le dissi con un sorriso un po’ nervoso ma palesemente colpito.
Lei rise, passandosi una mano tra i capelli. “So di fare un certo effetto, ma tranquillo… per te, stasera, mi impegno.”
Quando Tonia mi vide vestito con la camicia ben stirata e i pantaloni eleganti, un sorriso malizioso si disegnò sul suo volto. “E che fai, te sei messo a posto? Ma che bisogno hai di vestirti così bene, quando tanto tra poco ti strappo tutto di dosso?” La sua risata era un misto di dolcezza e sfida, e il suo tono provocante mi fece vibrare dentro.
Con un gesto audace, si avvicinò e mi toccò leggermente il braccio, la sua pelle calda e morbida creava una connessione elettrica tra noi. “Dai, andiamo subito da te, così ci mettiamo a ‘giocare’ un po’,” aggiunse, i suoi occhi azzurri brillanti di desiderio, mentre i suoi capelli biondi ondeggiavano leggermente al movimento.
Il suo modo di muoversi era ipnotico, e sentivo il battito del cuore accelerare mentre la portavo verso casa. Ogni metro che percorrevamo sembrava carico di tensione, e il suo corpo leggermente curvy si strusciava contro di me, accentuando l’eccitazione nell’aria. La sua presenza era travolgente, e non vedevo l’ora di scoprire cosa ci attendeva dietro la porta.
Non appena chiusi la porta alle nostre spalle, Tonia mi trascinò subito contro, le sue mani già impegnate a slacciare i bottoni della camicia con una foga impaziente. Mi baciava con una passione travolgente, le sue labbra morbide e carnose si muovevano sulle mie con una fame insaziabile, e la sua lingua esplorava con audacia ogni angolo della mia bocca.
Sentivo le sue mani frugare sul mio petto, scivolare sulle spalle, mentre mi spingeva con il corpo contro la porta, lasciando pochissimo spazio tra noi. Il suo respiro era caldo, la sua presenza travolgente. Strinse le dita sul tessuto della camicia, tirandola con forza, come se volesse letteralmente strapparmela di dosso. Sentivo il suo seno morbido premere contro di me, un invito tacito e irresistibile che mi mandava fuori di testa.
“Te l’avevo detto, nun te la fa a mette’ ‘sti cose belle,” sussurrò con un sorriso provocatorio, continuando a baciarmi senza lasciarmi riprendere fiato. Ogni parola sembrava aumentare l’intensità di quel momento, e la sua audacia non faceva che alimentare la mia voglia.
La presi per mano, conducendola in camera, il cuore che batteva forte all'idea di ciò che stavamo per fare. Lei mi seguì senza una parola, ma nei suoi occhi brillava una scintilla di sfida e desiderio che rendeva tutto più intenso. Quando chiudemmo la porta, mi avvicinai a lei, lasciando scivolare le mani sui suoi fianchi. Era lì, davanti a me, avvolta in quel vestito leopardato aderente che accentuava ogni curva del suo corpo.
Con un respiro profondo, iniziai a far scivolare lentamente il tessuto sulle sue spalle, rivelando a poco a poco la pelle morbida e chiara. Il vestito scivolò giù con facilità, liberando il suo seno pieno e abbondante, che sembrava quasi volesse sfidare la gravità. Il mio sguardo indugiò un istante, incantato dalla perfezione delle sue forme, dalle sue curve rotonde e invitanti, e non potei resistere a sfiorarle delicatamente con le mani, sentendo la morbidezza e la delicatezza della sua pelle sotto le dita.
Lei mi guardò con un sorriso compiaciuto e malizioso, mordendosi appena il labbro. "Chell’ è, mo te fermi?", mi provocò, incitandomi ad andare avanti. Senza esitare, continuai a far scivolare il vestito lungo il suo corpo, fino ai fianchi, rivelando il suo fondoschiena rotondo e perfetto, che sembrava scolpito per tentare chiunque avesse il privilegio di osservarlo da così vicino.
Le mie mani si posarono su di esso, stringendolo con più audacia, mentre lei si muoveva sotto il mio tocco, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare. Sentivo che ogni fibra di quel momento era carica di un’elettricità inebriante e travolgente, e che il suo desiderio, tanto quanto il mio, non aspettava altro che esplodere.
Mi guardò con un’aria di disappunto misto a divertimento, gli occhi azzurri che brillavano di malizia. "Ma che fai, accussì timido?", mi sussurrò in tono provocatorio, scuotendo la testa. Prima che potessi rispondere, prese il controllo, decisa a non lasciarmi scampo. Le sue mani si mossero veloci sul mio corpo, sfilandomi la camicia e lasciando cadere a terra ogni pezzo di tessuto che si frapponeva tra noi.
Mi spinse ad accomodarmi, e con uno sguardo affamato e un sorriso compiaciuto si posizionò davanti a me. In un attimo, sentii la morbidezza del suo seno avvolgermi, le sue mani che lo stringevano attorno alla mia virilità, muovendosi con una maestria sorprendente. Ogni movimento era fluido, pieno di intenzione e passione. I suoi occhi non lasciavano i miei, come per assicurarsi di avere tutta la mia attenzione, di dominare ogni mio senso.
Con un gesto sensuale, usò le sue labbra e il suo sputo per aumentare il piacere, rendendo tutto più intenso. La sua pelle era calda contro di me, e il contrasto tra la morbidezza del suo seno e la forza del suo desiderio mi mandava in estasi. Si muoveva con ritmo, guidata da un piacere intenso che si rifletteva nei suoi sguardi e nei sospiri leggeri che le sfuggivano.
Ogni movimento, ogni sussurro e ogni tocco di quelle sue mani sicure sembrava studiato per portarmi al limite. Non c’era esitazione, solo pura voglia di darsi e di farmi assaporare ogni istante, ogni sfumatura di quel momento indimenticabile. In quel contatto mi sentivo sopraffatto, come se ogni senso fosse amplificato, e lei, senza fermarsi un attimo, mi teneva stretto in una dimensione di piacere che sembrava infinita.
Tonia continuava a guardarmi con quel sorriso di sfida, interrompendo per un istante il movimento per stuzzicarmi. "Tutto qua? E tu ti eri pure vantato…", mi sussurrò, con un tono che oscillava tra il provocatorio e il compiaciuto, lasciando cadere ogni parola come se fosse una piccola scintilla. Quelle parole mi accesero un fuoco dentro, una voglia di dimostrarle quanto fosse sbagliata.
La afferrai delicatamente ma con decisione per i capelli, guidandola verso di me, e lei non oppose resistenza, anzi, accennò un sorriso complice, consapevole della sua provocazione. La sua bocca si aprì per accogliermi, e mentre la spingevo lentamente a scendere sempre di più, iniziò a muoversi con una dolcezza che nascondeva una passione vorace. Le sue labbra mi avvolgevano in un piacere intenso, ogni movimento di quella bocca era studiato, quasi artistico, e sapeva esattamente come far aumentare il desiderio a ogni passaggio.
La mia presa sui suoi capelli si fece più intensa, ma a lei piaceva, lo percepivo dai suoi occhi che mi fissavano di tanto in tanto, cercando i miei, come per misurare l’effetto delle sue azioni. La sua lingua si muoveva con maestria, e ogni suo gesto sembrava calcolato per lasciarmi senza fiato. Alternava ritmi e pressioni, usando ogni trucco per farmi provare il massimo piacere.
Tonia non sembrava voler concedere tregua, e ogni volta che rallentava per un istante era solo per aumentare la tensione, per poi riprendere con più intensità, più desiderio. I miei respiri si fecero più pesanti e lei, vedendo quanto mi stava facendo perdere il controllo, si spinse ancora oltre, rendendo ogni istante un crescendo di sensazioni che si intrecciavano in una danza di pura passione.
Mi resi conto che il controllo della situazione mi stava sfuggendo, e la voglia di spingermi oltre si fece irresistibile. Senza esitare, la presi e la posai sul letto, i suoi occhi mi seguivano pieni di desiderio e attesa. Non ci fu bisogno di parole; in un movimento quasi istintivo e naturale, entrai in lei, lasciandomi travolgere dal piacere che ci attraversava entrambi. Il calore e l’intensità di quel contatto rendevano ogni istante vibrante, quasi ipnotico.
All'inizio mi mossi lentamente, con delicatezza, quasi a godermi ogni centimetro, ogni piccola sfumatura di piacere che ci legava, osservando ogni sua reazione. Ma presto, il desiderio si trasformò in un impulso più profondo e primitivo: aumentai l'intensità dei movimenti, diventando sempre più deciso e rude . Le mie mani scivolarono sul suo collo, avvolgendolo con una presa salda ma attenta, mentre i miei movimenti si facevano sempre più sicuri, trovando un ritmo che faceva vibrare tutta la stanza.
I suoi gemiti, dapprima soffusi, si trasformarono in grida di piacere, un crescendo che riempiva ogni angolo della stanza, quasi come una melodia selvaggia che amplificava ogni emozione. Ogni spinta faceva ondeggiare il suo seno con una grazia provocante, seguendo il ritmo dei miei movimenti, e la vista mi stava portando alla follia, alimentando il mio desiderio di farla sentire ogni onda di piacere che stavamo creando insieme.
Sentivo che il nostro respiro si intrecciava, e ogni suo sussulto, ogni movimento del suo corpo rispondeva al mio con una complicità perfetta.
Il momento culminò in un’esplosione di piacere, lasciando i nostri corpi esausti e soddisfatti. Il mio respiro era pesante mentre mi lasciavo andare sul suo corpo nudo, ancora avvolto dal calore della passione appena condivisa. Ci fermammo, entrambi immersi nella sensazione intensa che avevamo creato insieme.
Mentre mi stavo appena riprendendo, lei, con uno sguardo malizioso, prese il telefono dal comodino e, inaspettatamente, scattò una foto, cogliendomi di sorpresa. Alzò il viso, mostrando un sorriso sornione, e con un tono provocatorio disse: "Adesso questo lo tengo io... e guai a te se non fai il bravo."
Il suo tono cambiò di colpo, facendosi freddo e deciso. Mi fissava con quegli occhi azzurri penetranti mentre diceva tutto ciò che sapeva: Carla le aveva parlato di me, sapeva ogni cosa. La foto, disse, sarebbe arrivata dritta a Carla, senza esitazione, a meno che non fossi pronto a fare esattamente ciò che mi chiedeva.
Un brivido di panico mi attraversò. Non volevo perderla, non volevo che Carla scoprisse nulla. Sentivo il peso della sua minaccia, come una morsa che si stringeva, lasciandomi senza scelta. Lei sorrise, compiaciuta, avvicinandosi a me e sussurrando con un tono provocatorio: "I bravi cani usano la lingua, vai…"
La pressione mi travolse, e senza troppi dubbi mi abbassai, lasciandomi condurre dal suo comando. Mentre iniziavo a darle piacere con la lingua, lei prese completamente il controllo, guidando ogni mio movimento.
Tonia ansimava di piacere, e più i suoi gemiti si facevano intensi, più tirava i miei capelli, forzandomi a continuare senza fermarmi. Finalmente, un tremito attraversò il suo corpo mentre raggiungeva l’orgasmo, lasciandomi quasi senza fiato.
Si ricompose con un sorriso sornione, ancora in estasi, e con un tono arrogante mi accarezzò i capelli, sussurrando: "Bravo cane… ci sai proprio fare." Poi, piegò la testa di lato, guardandomi con quell’espressione di sfida, e aggiunse: "Ma questo è solo l’inizio. Presto ti chiamerò, e ho in mente cose che ti faranno arrossire. Magari ti chiederò di venire in posti dove non ti aspetteresti… o forse ti metterò alla prova davanti a qualcuno. Sai, dovrai dimostrarmi che sei davvero obbediente, anche nelle situazioni più… imbarazzanti."
L’idea di cosa avesse in mente mi lasciò in bilico tra eccitazione e timore.
Quando finalmente arrivai a casa, trovai una notifica che mi fece fermare: Tonia aveva risposto al mio messaggio. Con un mix di curiosità e agitazione, aprii la conversazione.
**Io**: "Ciao Tonia, spero di non disturbarti, ci conosciamo solo di vista... Ma devo dire che le tue foto sono… interessanti."
**Tonia**: "Oh, interessante è una parola elegante. Di solito gli uomini le definiscono diversamente." Un’emoji maliziosa seguiva il suo messaggio.
**Io**: "Non sono 'tutti gli uomini'. Magari potrei dirtelo dal vivo quanto le trovo… affascinanti."
**Tonia**: "Ahi ahi, intraprendente! Spero tu regga il gioco, mi annoio in fretta."
**Io**: "Sarà difficile annoiarsi, se tu mantieni quel sorriso e quegli sguardi come nelle foto."
**Tonia**: "Sorriso? Forse. Ma non garantisco sugli sguardi… quelli dipendono da chi ho davanti."
Sentivo il gioco stuzzicante che Tonia stava lanciando, e l’adrenalina cresceva.
**Io**: "Scommetto che, se ci incontrassimo, quello sguardo potrei conquistarne anche uno più malizioso."
**Tonia**: "Osi parecchio, eh? Sai, per essere un amico di Carla mi sembri… davvero intrigante. Ma ti avviso, non sono come lei. Non ti tratto coi guanti di velluto."
**Io**: "Non mi piacciono i guanti. Preferisco scoprire tutto senza filtri."
**Tonia**: "Allora vedremo se sei all’altezza, misterioso amico. Chissà, magari potresti sorprendermi… oppure sarò io a sorprenderti."
Il tono della conversazione con Tonia si fece ancora più audace, il cuore che mi martellava in petto. Non potevo ignorare il senso di colpa, il pensiero di Carla, ma c'era qualcosa di elettrizzante in quella conversazione proibita, un richiamo a una tentazione che sembrava irrinunciabile.
Io: "Devo ammettere, Tonia, le tue foto sono… abbastanza provocanti. Quel vestito rosso che hai postato di recente? Difficile non notarlo."
Tonia: "Oh, davvero? Pensavo che nessuno ci facesse caso… o almeno, non tu."
Io: "Impossibile non farci caso. Poi, diciamocelo, sai come valorizzare le tue… qualità."
Tonia: "Le mie qualità, eh? Sii più chiaro, su… cos’è che ti attira così tanto?"
Io: "Diciamo che il vestito è solo una scusa… ma con quel seno, qualsiasi cosa tu indossi fa il suo effetto."
Tonia: "Ah, quindi sei uno che apprezza il lato… frontale? Interessante. E dimmi, te la caveresti con una ragazza come me?"
Io: "Sembra una sfida. Direi che sono più che pronto, ma… tu sei davvero così coraggiosa come mostri di essere?"
Tonia: "Dipende. Tu sapresti farmi divertire? Altrimenti, che gusto ci sarebbe?"
Io: "Credo che ci sarebbe da divertirsi eccome. Anche perché sei una di quelle che sa bene come mettere alla prova uno, giusto?"
Tonia: "Mmh, mi piacciono quelli che si dimostrano all’altezza. E poi, magari potrei insegnarti io qualche trucco… chissà che Carla non impari qualcosa da te."
Io: "Se solo sapesse… Ma forse è meglio che Carla non sappia quanto tu sia brava a… essere provocante."
Tonia: "Già, lasciamo che rimanga un nostro segreto. Ora, allora, dimostrami che valga la pena conoscerti davvero."
La tensione aumentava a ogni risposta, e mentre fissavo lo schermo, una parte di me lottava contro il rimorso. Amavo Carla, quel sentimento ormai non potevo negarlo, e lei era riuscita a tirare fuori il meglio di me. Ma in quel momento, con Tonia che mi provocava con quell’audacia, sentivo crescere un desiderio diverso: qualcosa di fisico, di immediato.
L’appuntamento era fissato. Non sapeva nulla di Carla e di me, e forse era proprio questo a rendere il tutto più intenso, più intrigante. E io, pur con il rimorso, non riuscivo a smettere di pensare a cosa mi aspettasse con Tonia.
La serata era pianificata nei minimi dettagli. Avevo passato mezz’ora davanti allo specchio, aggiustando la camicia, assicurandomi di apparire al meglio. Carla, ingenuamente, mi aveva creduto quando le avevo detto che non stavo bene, nonostante avesse insistito per venire da me. La scusa della “troppa influenza” per farla stare lontana aveva funzionato, ma il senso di colpa si mescolava con l'eccitazione mentre mi preparavo a incontrare Tonia.
Arrivato sotto casa sua, la vidi uscire con passo deciso e un sorriso malizioso.
il mio cuore batteva come se stessi facendo qualcosa di proibito – e forse lo stavo facendo davvero. Quando finalmente la vidi uscire, rimasi senza parole. L’abito leopardato, attillato su ogni curva, sembrava fatto su misura per lei: abbracciava la sua figura in un modo da catturare ogni sguardo.
I suoi lunghi capelli biondi scendevano morbidi sulle spalle, incorniciando il viso paffuto ma intrigante, con quelle labbra carnose che sembravano sussurrare inviti in silenzio. I grandi occhi azzurri scintillavano di una luce maliziosa, mentre il naso piccolo e perfetto dava un’aria innocente che contrastava con l’energia che emanava. E sotto quell'abito, il seno, pieno e morbido, prometteva tentazioni, mentre il fondoschiena rotondo e provocante accentuava ogni passo che faceva, come una sfida sottile ma chiara.
Salii appena col respiro, cercando di mantenere la calma. “Niente male, Tonia…” le dissi con un sorriso un po’ nervoso ma palesemente colpito.
Lei rise, passandosi una mano tra i capelli. “So di fare un certo effetto, ma tranquillo… per te, stasera, mi impegno.”
Quando Tonia mi vide vestito con la camicia ben stirata e i pantaloni eleganti, un sorriso malizioso si disegnò sul suo volto. “E che fai, te sei messo a posto? Ma che bisogno hai di vestirti così bene, quando tanto tra poco ti strappo tutto di dosso?” La sua risata era un misto di dolcezza e sfida, e il suo tono provocante mi fece vibrare dentro.
Con un gesto audace, si avvicinò e mi toccò leggermente il braccio, la sua pelle calda e morbida creava una connessione elettrica tra noi. “Dai, andiamo subito da te, così ci mettiamo a ‘giocare’ un po’,” aggiunse, i suoi occhi azzurri brillanti di desiderio, mentre i suoi capelli biondi ondeggiavano leggermente al movimento.
Il suo modo di muoversi era ipnotico, e sentivo il battito del cuore accelerare mentre la portavo verso casa. Ogni metro che percorrevamo sembrava carico di tensione, e il suo corpo leggermente curvy si strusciava contro di me, accentuando l’eccitazione nell’aria. La sua presenza era travolgente, e non vedevo l’ora di scoprire cosa ci attendeva dietro la porta.
Non appena chiusi la porta alle nostre spalle, Tonia mi trascinò subito contro, le sue mani già impegnate a slacciare i bottoni della camicia con una foga impaziente. Mi baciava con una passione travolgente, le sue labbra morbide e carnose si muovevano sulle mie con una fame insaziabile, e la sua lingua esplorava con audacia ogni angolo della mia bocca.
Sentivo le sue mani frugare sul mio petto, scivolare sulle spalle, mentre mi spingeva con il corpo contro la porta, lasciando pochissimo spazio tra noi. Il suo respiro era caldo, la sua presenza travolgente. Strinse le dita sul tessuto della camicia, tirandola con forza, come se volesse letteralmente strapparmela di dosso. Sentivo il suo seno morbido premere contro di me, un invito tacito e irresistibile che mi mandava fuori di testa.
“Te l’avevo detto, nun te la fa a mette’ ‘sti cose belle,” sussurrò con un sorriso provocatorio, continuando a baciarmi senza lasciarmi riprendere fiato. Ogni parola sembrava aumentare l’intensità di quel momento, e la sua audacia non faceva che alimentare la mia voglia.
La presi per mano, conducendola in camera, il cuore che batteva forte all'idea di ciò che stavamo per fare. Lei mi seguì senza una parola, ma nei suoi occhi brillava una scintilla di sfida e desiderio che rendeva tutto più intenso. Quando chiudemmo la porta, mi avvicinai a lei, lasciando scivolare le mani sui suoi fianchi. Era lì, davanti a me, avvolta in quel vestito leopardato aderente che accentuava ogni curva del suo corpo.
Con un respiro profondo, iniziai a far scivolare lentamente il tessuto sulle sue spalle, rivelando a poco a poco la pelle morbida e chiara. Il vestito scivolò giù con facilità, liberando il suo seno pieno e abbondante, che sembrava quasi volesse sfidare la gravità. Il mio sguardo indugiò un istante, incantato dalla perfezione delle sue forme, dalle sue curve rotonde e invitanti, e non potei resistere a sfiorarle delicatamente con le mani, sentendo la morbidezza e la delicatezza della sua pelle sotto le dita.
Lei mi guardò con un sorriso compiaciuto e malizioso, mordendosi appena il labbro. "Chell’ è, mo te fermi?", mi provocò, incitandomi ad andare avanti. Senza esitare, continuai a far scivolare il vestito lungo il suo corpo, fino ai fianchi, rivelando il suo fondoschiena rotondo e perfetto, che sembrava scolpito per tentare chiunque avesse il privilegio di osservarlo da così vicino.
Le mie mani si posarono su di esso, stringendolo con più audacia, mentre lei si muoveva sotto il mio tocco, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare. Sentivo che ogni fibra di quel momento era carica di un’elettricità inebriante e travolgente, e che il suo desiderio, tanto quanto il mio, non aspettava altro che esplodere.
Mi guardò con un’aria di disappunto misto a divertimento, gli occhi azzurri che brillavano di malizia. "Ma che fai, accussì timido?", mi sussurrò in tono provocatorio, scuotendo la testa. Prima che potessi rispondere, prese il controllo, decisa a non lasciarmi scampo. Le sue mani si mossero veloci sul mio corpo, sfilandomi la camicia e lasciando cadere a terra ogni pezzo di tessuto che si frapponeva tra noi.
Mi spinse ad accomodarmi, e con uno sguardo affamato e un sorriso compiaciuto si posizionò davanti a me. In un attimo, sentii la morbidezza del suo seno avvolgermi, le sue mani che lo stringevano attorno alla mia virilità, muovendosi con una maestria sorprendente. Ogni movimento era fluido, pieno di intenzione e passione. I suoi occhi non lasciavano i miei, come per assicurarsi di avere tutta la mia attenzione, di dominare ogni mio senso.
Con un gesto sensuale, usò le sue labbra e il suo sputo per aumentare il piacere, rendendo tutto più intenso. La sua pelle era calda contro di me, e il contrasto tra la morbidezza del suo seno e la forza del suo desiderio mi mandava in estasi. Si muoveva con ritmo, guidata da un piacere intenso che si rifletteva nei suoi sguardi e nei sospiri leggeri che le sfuggivano.
Ogni movimento, ogni sussurro e ogni tocco di quelle sue mani sicure sembrava studiato per portarmi al limite. Non c’era esitazione, solo pura voglia di darsi e di farmi assaporare ogni istante, ogni sfumatura di quel momento indimenticabile. In quel contatto mi sentivo sopraffatto, come se ogni senso fosse amplificato, e lei, senza fermarsi un attimo, mi teneva stretto in una dimensione di piacere che sembrava infinita.
Tonia continuava a guardarmi con quel sorriso di sfida, interrompendo per un istante il movimento per stuzzicarmi. "Tutto qua? E tu ti eri pure vantato…", mi sussurrò, con un tono che oscillava tra il provocatorio e il compiaciuto, lasciando cadere ogni parola come se fosse una piccola scintilla. Quelle parole mi accesero un fuoco dentro, una voglia di dimostrarle quanto fosse sbagliata.
La afferrai delicatamente ma con decisione per i capelli, guidandola verso di me, e lei non oppose resistenza, anzi, accennò un sorriso complice, consapevole della sua provocazione. La sua bocca si aprì per accogliermi, e mentre la spingevo lentamente a scendere sempre di più, iniziò a muoversi con una dolcezza che nascondeva una passione vorace. Le sue labbra mi avvolgevano in un piacere intenso, ogni movimento di quella bocca era studiato, quasi artistico, e sapeva esattamente come far aumentare il desiderio a ogni passaggio.
La mia presa sui suoi capelli si fece più intensa, ma a lei piaceva, lo percepivo dai suoi occhi che mi fissavano di tanto in tanto, cercando i miei, come per misurare l’effetto delle sue azioni. La sua lingua si muoveva con maestria, e ogni suo gesto sembrava calcolato per lasciarmi senza fiato. Alternava ritmi e pressioni, usando ogni trucco per farmi provare il massimo piacere.
Tonia non sembrava voler concedere tregua, e ogni volta che rallentava per un istante era solo per aumentare la tensione, per poi riprendere con più intensità, più desiderio. I miei respiri si fecero più pesanti e lei, vedendo quanto mi stava facendo perdere il controllo, si spinse ancora oltre, rendendo ogni istante un crescendo di sensazioni che si intrecciavano in una danza di pura passione.
Mi resi conto che il controllo della situazione mi stava sfuggendo, e la voglia di spingermi oltre si fece irresistibile. Senza esitare, la presi e la posai sul letto, i suoi occhi mi seguivano pieni di desiderio e attesa. Non ci fu bisogno di parole; in un movimento quasi istintivo e naturale, entrai in lei, lasciandomi travolgere dal piacere che ci attraversava entrambi. Il calore e l’intensità di quel contatto rendevano ogni istante vibrante, quasi ipnotico.
All'inizio mi mossi lentamente, con delicatezza, quasi a godermi ogni centimetro, ogni piccola sfumatura di piacere che ci legava, osservando ogni sua reazione. Ma presto, il desiderio si trasformò in un impulso più profondo e primitivo: aumentai l'intensità dei movimenti, diventando sempre più deciso e rude . Le mie mani scivolarono sul suo collo, avvolgendolo con una presa salda ma attenta, mentre i miei movimenti si facevano sempre più sicuri, trovando un ritmo che faceva vibrare tutta la stanza.
I suoi gemiti, dapprima soffusi, si trasformarono in grida di piacere, un crescendo che riempiva ogni angolo della stanza, quasi come una melodia selvaggia che amplificava ogni emozione. Ogni spinta faceva ondeggiare il suo seno con una grazia provocante, seguendo il ritmo dei miei movimenti, e la vista mi stava portando alla follia, alimentando il mio desiderio di farla sentire ogni onda di piacere che stavamo creando insieme.
Sentivo che il nostro respiro si intrecciava, e ogni suo sussulto, ogni movimento del suo corpo rispondeva al mio con una complicità perfetta.
Il momento culminò in un’esplosione di piacere, lasciando i nostri corpi esausti e soddisfatti. Il mio respiro era pesante mentre mi lasciavo andare sul suo corpo nudo, ancora avvolto dal calore della passione appena condivisa. Ci fermammo, entrambi immersi nella sensazione intensa che avevamo creato insieme.
Mentre mi stavo appena riprendendo, lei, con uno sguardo malizioso, prese il telefono dal comodino e, inaspettatamente, scattò una foto, cogliendomi di sorpresa. Alzò il viso, mostrando un sorriso sornione, e con un tono provocatorio disse: "Adesso questo lo tengo io... e guai a te se non fai il bravo."
Il suo tono cambiò di colpo, facendosi freddo e deciso. Mi fissava con quegli occhi azzurri penetranti mentre diceva tutto ciò che sapeva: Carla le aveva parlato di me, sapeva ogni cosa. La foto, disse, sarebbe arrivata dritta a Carla, senza esitazione, a meno che non fossi pronto a fare esattamente ciò che mi chiedeva.
Un brivido di panico mi attraversò. Non volevo perderla, non volevo che Carla scoprisse nulla. Sentivo il peso della sua minaccia, come una morsa che si stringeva, lasciandomi senza scelta. Lei sorrise, compiaciuta, avvicinandosi a me e sussurrando con un tono provocatorio: "I bravi cani usano la lingua, vai…"
La pressione mi travolse, e senza troppi dubbi mi abbassai, lasciandomi condurre dal suo comando. Mentre iniziavo a darle piacere con la lingua, lei prese completamente il controllo, guidando ogni mio movimento.
Tonia ansimava di piacere, e più i suoi gemiti si facevano intensi, più tirava i miei capelli, forzandomi a continuare senza fermarmi. Finalmente, un tremito attraversò il suo corpo mentre raggiungeva l’orgasmo, lasciandomi quasi senza fiato.
Si ricompose con un sorriso sornione, ancora in estasi, e con un tono arrogante mi accarezzò i capelli, sussurrando: "Bravo cane… ci sai proprio fare." Poi, piegò la testa di lato, guardandomi con quell’espressione di sfida, e aggiunse: "Ma questo è solo l’inizio. Presto ti chiamerò, e ho in mente cose che ti faranno arrossire. Magari ti chiederò di venire in posti dove non ti aspetteresti… o forse ti metterò alla prova davanti a qualcuno. Sai, dovrai dimostrarmi che sei davvero obbediente, anche nelle situazioni più… imbarazzanti."
L’idea di cosa avesse in mente mi lasciò in bilico tra eccitazione e timore.
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