Estate
di
Metrox
genere
sentimentali
Se sposto un braccio e vado a tastar le lenzuola con una mano, sento ancora il caldo del tuo corpo, e se chiudo gli occhi sento ancora sui fianchi la stretta animale delle tue cosce.
Allora mi stendo meglio e sostengo il capo con le mani, piedi incrociati e sorriso ebete sulla faccia. In questo pomeriggio d'estate la tua è una presenza nuda, come nudo sono anch'io, e nuda è l'aria che ci circonda, aria calda e scura, con refoli di brezza chiara che filtrano dalla finestra socchiusa.
Ti vedo camminare in questa stanza, avvicinarti alle gelosie e sbirciare curiosa la strada bianca, curiosa come curioso e compiaciuto è il mio sguardo sulle tue natiche sontuose, le più belle del creato, tonda polpa generosa come nessuna mai.
E' un dono del cielo, il tuo sedere.
No, non fraintendere, è un dono per me, non per te. Solo da poco ho capito che il fato ha voluto essere magnanimo con me, regalandomi la visione di cotanta bellezza.
Tu sei una portatrice sana di natica, non hai nessun merito, ma certo hai il dovere di mantenere nel miglior modo possibile ciò che ti è stato donato, allo stesso modo in cui difendi gli alberi dell'Amazzonia, o hai a cuore l'integrità dell'aria e dell'acqua.
Mi osservi e sorridi con malizia, sei cosciente della tua nudità e guardi soddisfatta l'effetto che hai sul mio corpo, ancora una volta. Non dipende molto da me, lo confesso, è uno dei misteri della vita, questa metamorfosi lenta ma inesorabile di fronte alla tua provocazione. Certo, non dipende nemmeno da te, tu non stai muovendo un dito, stai lì immobile nella penombra di questo pomeriggio bastardo e,se ci penso, non ti vedo nemmeno tanto bene. Posso solo immaginare il tuo pube ricoperto da poca peluria, e la rotondità della tua pancia così calma, ora, e liscia come un mare in bonaccia. Ho visto tempeste ben più agitate, su quella terra molle.
Mi alzo dal letto, sudato sulla schiena e sui glutei, e vado ad aprire un poco la fessura tra le imposte, e d'improvviso tutta la stanza si inonda di luce.
Sposto i tuoi capelli di lato, in modo che tu possa offrire la nuca al chiarore del sole. Una lama di caldo feroce ti ferisce la schiena, tu alzi le braccia, appoggi le mani sulla testa e respiri a fondo.
Ricomincio col baciarti le ascelle...
Allora mi stendo meglio e sostengo il capo con le mani, piedi incrociati e sorriso ebete sulla faccia. In questo pomeriggio d'estate la tua è una presenza nuda, come nudo sono anch'io, e nuda è l'aria che ci circonda, aria calda e scura, con refoli di brezza chiara che filtrano dalla finestra socchiusa.
Ti vedo camminare in questa stanza, avvicinarti alle gelosie e sbirciare curiosa la strada bianca, curiosa come curioso e compiaciuto è il mio sguardo sulle tue natiche sontuose, le più belle del creato, tonda polpa generosa come nessuna mai.
E' un dono del cielo, il tuo sedere.
No, non fraintendere, è un dono per me, non per te. Solo da poco ho capito che il fato ha voluto essere magnanimo con me, regalandomi la visione di cotanta bellezza.
Tu sei una portatrice sana di natica, non hai nessun merito, ma certo hai il dovere di mantenere nel miglior modo possibile ciò che ti è stato donato, allo stesso modo in cui difendi gli alberi dell'Amazzonia, o hai a cuore l'integrità dell'aria e dell'acqua.
Mi osservi e sorridi con malizia, sei cosciente della tua nudità e guardi soddisfatta l'effetto che hai sul mio corpo, ancora una volta. Non dipende molto da me, lo confesso, è uno dei misteri della vita, questa metamorfosi lenta ma inesorabile di fronte alla tua provocazione. Certo, non dipende nemmeno da te, tu non stai muovendo un dito, stai lì immobile nella penombra di questo pomeriggio bastardo e,se ci penso, non ti vedo nemmeno tanto bene. Posso solo immaginare il tuo pube ricoperto da poca peluria, e la rotondità della tua pancia così calma, ora, e liscia come un mare in bonaccia. Ho visto tempeste ben più agitate, su quella terra molle.
Mi alzo dal letto, sudato sulla schiena e sui glutei, e vado ad aprire un poco la fessura tra le imposte, e d'improvviso tutta la stanza si inonda di luce.
Sposto i tuoi capelli di lato, in modo che tu possa offrire la nuca al chiarore del sole. Una lama di caldo feroce ti ferisce la schiena, tu alzi le braccia, appoggi le mani sulla testa e respiri a fondo.
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