1° - Hotel Smeraldo - Camera 302 [seconda parte]
di
Metrox
genere
saffico
1° - SEGRETI CONDIVISI
Solo in quel momento Marina si rese conto di essere passata, con l’autobus, proprio davanti alla piazzetta prospiciente l’Hotel Smeraldo.
Avvertì una piccola botta al cuore poichè le capitava molto raramente di trovarsi da quelle parti e la cosa la colpì. Poi rammentò che l’autobus quella settimana faceva una deviazione per certi cantieri aperti sul percorso abituale, sospirò alzando le spalle e riprese a leggere il libro.
Ma la mente vagava in mille direzioni, quindi chiuse il libro, lo infilò nella borsa e stette a guardare il traffico fuori dal finestrino. Nel frattempo l’autobus aveva consumato due fermate e si apprestava a fermarsi alla prossima.
Un’improvvisa decisione obbligò Marina a levarsi lesta in piedi e tra permesso, scusi e qualche spintone raggiunse la porta un attimo prima che chiudesse.
Si trovò sotto la pensilina senza sapere bene come e perchè, si guardò intorno per orizzontarsi, poi riconobbe il bistrot in cui spesso incontrava Alberto, e s’incamminò.
Si accomodò ad un tavolino all’esterno e ordinò un caffè macchiato. Prese il cellulare e lo tenne in mano senza farci nulla, ma tant’è, ormai era diventata un’abitudine. Sorseggiando il caffè, cercò il numero di Silvana, sua madre, per avvertirla che badasse lei a Federico al ritorno da scuola, che lei sarebbe arrivata mezz’oretta più tardi.
Chiuse la comunicazione. Subito dopo Silvana, in rubrica, era registrata Simona.
- Finalmente Marina, ti ho trovato! Come stai? - disse Simona con il fiatone, segno che aveva percorso a passo spedito l’ultimo tratto di strada.
- Sto bene, sono felice di vederti! - rispose Marina. Si alzò e baciò Simona sulle guance, contraccambiata.
- Quando mi hai chiamato temevo fosse successo qualcosa, sono così tanti mesi che non ci sentiamo, praticamente da quell’incontro che, dio mio, non farmici pensare! -
Marina scoppiò a ridere.
- Ahahaha Simona, invece sono certa che ci hai pensato molte volte, vero? non dirmi bugie!
- Ehhhh...alla mamy non si può mentire!.-
- Ti sei pentita? -
- No, assolutamente!- rispose Simona -però dai... che cose pazzesche abbiamo fatto...-
- Dai sediamoci, parliamo un po'. Vuoi bere qualcosa? -
- Sì grazie, solo un bicchiere d’acqua. Però... scusami, devo fare una telefonata, arrivo subito. -
Simona si allontanò di qualche metro, Marina la vide parlottare, gesticolare, ridere e parlottare ancora.
Marina ordinò l’acqua per Simona e stette a guardarla, divertita. Simona indossava un paio di jeans strappati alle ginocchia, sneakers ai piedi, maglietta azzurra girocollo sotto un giubbotto abbastanza infelice e, forse, di una misura o due più abbondante rispetto al suo corpicino. Che in realtà era un corpicino solo dalla vita in su, mentre in senso contrario la forma del suo sedere riempiva totalmente i jeans.
Camminava avanti e indietro lungo il marciapiede mentre parlava, quindi Marina potè osservarla con piacere fino al momento in cui udì i saluti colmi di ciaociaociao.
- Fatto! - esclamò Simona, poi sedette e bevve l’acqua a lunghe sorsate.
- Allora Marina, dai, raccontami! Perchè questa chiamata? -
- Beh, sono passata con l’autobus davanti all'hotel Smeraldo, sono scesa senza un perchè e sono venuta qui. Conosco questo posto, c'incontriamo qui, io e Alberto, prima di andare in camera. -
- Alberto! Non ci siamo più sentiti, come sta? - chiese Simona.
- Penso bene, nemmeno io l’ho più sentito, ma è normale così. -
- In che senso? -
- E’ un nostro accordo che abbiamo preso tempo fa. Tra un incontro e l’altro, nessuna telefonata, e nemmeno messaggi, whatsapp o quant’altro. Siamo più sicuri, evitiamo dei pasticci. -
- Uhm...vero, voi siete sposati- ricordò Simona. -E come mai hai pensato a me? -
- Non lo so, all’improvviso mi è venuto il desiderio di vederti, di sapere come va la tua vita, e cose di questo genere. -
- Ahhhh...la mia mamy...ahahah...ma che bello sapere che mi pensi, vuol dire che ho lasciato il segno! -
- Altrochè! - disse Marina - E tu? mi hai pensato? - domandò.
- Dio mio...pensatooo? io, quei momenti non li dimenticherò mai, Marina! Ho pensato a te e ad Alberto un sacco di volte, a voi e a tutte le cosette che abbiamo fatto insieme. -
- E scommetto che ti sei anche toccata, vero? - domandò Marina abbassando il tono della voce.
- Sì...si si! - rispose Simona con un’espressione complice.
- Dai raccontami, uccellino! -
- Beh, voglio dire che quando mi faccio...quando lo faccio, ecco...insomma, mi capita sempre di pensare a quello che ho fatto con voi...-
- Ti stai impappinando...sei adorabile, diventi sempre rossa in faccia! -
- Uff... smettila. - disse Simona volgendo lo sguardo verso la piazzetta.
- Ti vergogni ancora a parlare di queste cose??-
- Si, cioè no...cioè...diciamo un po'...-
- Beh, si vede- constatò Marina sorridendo.
- E tu?- domandò Simona.
- Oh, io sto bene, e...-
- No...voglio dire...lo fai anche tu? -
- Se faccio anch’io che cosa?-disse Marina spalancando gli occhi.
- Uhh...ti masturbi anche tu? - esclamò Simona con aria fintamente spazientita.
- Certo che lo faccio, come tutti, credo. Pensavi che fossi immune? Certo, magari lo faccio meno spesso di te, ma...-
- Non so, è che tu hai un marito, puoi fare l’amore quando vuoi. Per me invece è un bisogno fisico, come mangiare e bere. Quando mi viene il pensiero cerco di soddisfarlo. -
- E’ l’età...ancora niente ragazzi? - domandò Marina, curiosa e contenta di come si stesse sviluppando la chiacchierata.
- Sì sì, ce n’è uno che mi sta dietro da un paio di settimane, mi piace molto. - rispose Simona.
- E quindi? -
- E quindi spero che si dia una mossa! -
- Ahahaha...è timido? -
- Uhm...già. -
- Ma c’è già stato qualcosa? -
- Qualche bacio, niente di più. Ma bacia divinamente! -
- Ma tu sei innamorata o è solo un maschietto per divertirti? -
- Non lo so...però ci penso sempre, mi piace davvero tanto, ma vorrei che fosse più...non so, più deciso, ecco. Io con lui le farei le cose che ho fatto con te e Alberto. -
- Allora buttati, metti in atto le tue doti nascoste per sedurre! - disse Marina ridendo.
- Mah...no so mica se ce l’ho, io, le doti nascoste. -
- Ce l’hai, ce l’hai... tutte le donne ce l’hanno, e le tirano fuori, quando sono davvero innamorate. Fai come ti suggerisce il cuore. -
- Mah...ci proverò. A proposito, Marina, ne approfitto per chiedertelo - disse Simona dopo un attimo di pausa - come mi devo comportare? Con lui, voglio dire. Se casomai le cose dovessero andare come mi auguro, pensi che dovrei dirglielo...di noi, di te e Alberto? -
- Ma no! non è proprio il caso adesso! Se la vostra storia continua ci penserai, ma io credo che delle volte le bugie siano necessarie. In fondo hai avuto un’esperienza sessuale quando lui non era nemmeno all’orizzonte, perchè glielo devi dire? -
- Questo è vero - disse Simona annuendo.
- Che faccina pensierosa t’è venuta - disse Marina sorridendo.
- Va beh!- sospirò Simona - dai, cambiamo discorso.
- Ok, d’accordo. Allora, che fai a Milano? - domandò Marina, accavallando le gambe.
- Sono qui con un’amica, eravamo entrambe libere oggi pomeriggio e quindi abbiamo deciso di venire a Milano per comprare un paio di cose. Però, aspetta... ho una curiosità, hai parlato di Alberto, che lo vedi qui. Lo incontri spesso ? - chiese Simona.
- Ehhhh, meno male che volevi cambiare discorso!
- Dai, sono curiosa! Com’è che siete insieme, voi due? Siete amanti, giusto? -
- Sì sì, siamo amanti! Ti racconto come ci siamo conosciuti. Qualche anno fa...circa sei anni fa, un mattino ero ai giardinetti con Federico, mio figlio, che allora aveva cinque anni. Era quasi mezzogiorno, io insistevo per tornare a casa per il pranzo, ma lui non voleva smettere di giocare.-
- Con gli amichetti?-
- Macchè, stava molestando una colonia di formiche con un rametto.-
- E Alberto?-
- Alberto è arrivato in quel momento, mangiando un panino. Si era seduto su una panchina di fronte alla mia. Era un bell’uomo, ben vestito...tutto sommato, mi pareva un tipico impiegato in pausa pranzo. Stava osservando Federico con le sue formiche e sorrideva. Poi mi ha guardata e mi ha fatto un cenno di saluto, ed io ho contraccambiato, ma senza troppa enfasi, sono una signora, cosa credi? - esclamò ridendo.
- Brava la mia mamy a non dare confidenza! e poi? -
- Poi Alberto finì il panino e si mise anche lui a molestare le formiche! Lui e Federico diventarono amici, tutte le volte che portavo Federico ai giardinetti, lui arrivava a mezzogiorno e si chiacchierava un po’. -
- Ma com’è che siete andati a letto insieme?-
- Beh, aspettando il momento in cui Federico fosse un po’ lontano, Alberto me lo chiese apertamente.-
- Ma dai! - esclamò stupita Simona.
- Ma sì! pensa te...ed io gli chiesi, ricordo bene, se dopo aver molestato le formiche avesse intenzione di molestare anche una mamma con figlio! -
- Uhhh, così gli hai detto?- disse Simona con una mano sulla bocca a trattenere una risata.
- Sì, e lui si è messo a ridere. Pareva avesse assorbito dignitosamente il rifiuto, aveva messo le mani in tasca, alzato le spalle e stava per dire qualcosa, ma io lo anticipai e gli dissi che si poteva fare, con le dovute attenzioni. Mi piaceva da matti, quell’uomo! -
- Cazzo...-
- Sì, è proprio il caso di dirlo! -
Segui una sonora risata da parte di entrambe, Simona pareva molto divertita.
- Ed ora sono sei anni che andate avanti - disse Simona.
- Già. Ci vediamo ogni tre quattro mesi, hotel Smeraldo, camera 302, sempre quella, ormai ci conoscono. -
- E come fai con tuo marito?-
- Lo amo da morire come il primo giorno, ormai sono diciassette anni che siamo sposati. Con Alberto è solo sesso. Puro e sano sesso. E questo vale anche per lui. -
- Ma non ti sembra di tradirlo? Tuo marito, intendo. -
- No, anche per me è come un bisogno fisico, anzi no...forse è più una necessità mentale, un bisogno di evadere, forse. Con mio marito faccio l’amore, non molto spesso, ma mi basta, sono soddisfatta. Però con Alberto divento....non so...mi hai vista, no? Sono appagata, ecco. Ho raggiunto un buon equilibrio separando le due cose. -
- Ti capisco benissimo, anch’io ho provato quel tipo di appagamento totale, quella volta. Ma io non avevo paragoni da fare, le mie pochissime scopate non hanno storia, rispetto a quella giornata...per me ogni cosa è stata una scoperta! - disse Simona.
- Eh, lo immagino, una innocente ragazzina tra le grinfie di due...-
- ...amanti simpaticissimi e soprattutto gentili e educati, che in quella situazione non era scontato. - disse Simona, concludendo la frase di Marina, che sorrise, riconoscente.
- Grazie tesoro...piuttosto, tu, come hai conosciuto Alberto? - chiese Marina.
- E’ stato l’anno scorso. Davo delle ripetizioni a suo figlio che fa le medie e...-
- Marco - disse Marina
- Sì, Marco. Dopo le ripetizioni prendevo il treno per tornare a casa, ma una volta ero in ritardissimo e Alberto, che era appena tornato dall’ufficio, si offrì per accompagnarmi in auto. Non arrivò alla stazione in tempo per il traffico e quindi persi il treno lo stesso. Lui stette a farmi compagnia sino alla partenza successiva, circa un’oretta.
- Sì, Alberto è sempre molto gentile - disse Marina.
- Vero. Devo ammettere che Alberto mi attirava moltissimo, lo vedevo sempre quando tornava dal lavoro, gli lanciavo delle occhiate veloci facendo attenzione perchè ero con suo figlio. Era un uomo molto più grande di me, mi affascinava. Mi piaceva come si muoveva, come parlava con sua moglie. -
- Com’è sua moglie? - domandò Marina.
- Non l’hai mai vista? -
- No. - rispose Marina con tono piatto.
- Un bella donna, mi trattava bene. Non saprei che dirti altro. Mi sembra una buona mamma. Non so come sia come moglie...in quel senso, voglio dire...-
- Dai continua. -
- Niente...quella volta mi chiese quanti anni avessi, io gli risposi che di lì a poco avrei compiuto diciotto anni e lui mi fece gli auguri anticipati! Poi s’informò se avessi un ragazzo, se avessi già fatto l’amore...ma era una chiacchierata leggera, si rideva, lui era simpatico...forse voleva sedurmi ma,dio mio, io avrei voluto mangiarmelo, se avessi potuto!-
- Tipico, è proprio Alberto, lo riconosco. - disse Marina sorridendo.
- E poi il discorso si fece...insomma, all’improvviso mi propose di fare un’esperienza diversa, nuova. -
- Molto diretto, come al solito -
- Sì - confermò Simona - ma non approfondì più di tanto, disse solo che se volevo, poteva provare ad organizzare un incontro fuori dal solito contesto, solo io e lui. Non parlò apertamente di sesso, ma io capii, anche se ero una ragazzina! Parlò anche di fare una cosa diversa, magari anche con una terza persona, ma giusto due parole.-
- E tu hai accettato, quindi. -
- No no, io ho detto subito di no, figurati! Ma poi a casa ci ho pensato un sacco. In realtà avevo una paura terribile! Ho fantasticato per mesi, nel frattempo lui è sempre stato molto rispettoso, non mi ha più chiesto nulla. Io ero troppo attirata da quella proposta, anche perchè lui aveva ventilato che ci sarebbe stata pure un'altra persona, una cosa che non avevo mai nemmeno considerata! Mi chiedevo continuamente se, oltre Alberto, quella persona fosse un uomo o una donna...poi mi sono convinta che sarebbe stato sicuramente un uomo, non so perchè.
-Forse perchè nell'inconscio era quello che desideravi. -
- Può darsi...dio mio, Marina, quanto porno ho guardato in quel periodo! L’idea era solo per informarmi, volevo capire, vedere cosa potevano farmi due uomini insieme-
Seguì un attimo di silenzio. Simona bevve una lunga sorsata d’acqua, poi si fece rossa in viso e abbassò la voce.
- Vedevo decine di video, Marina....ho visto di tutto, era diventata un'ossessione...- fece una pausa - ...finiva sempre che mi masturbavo...quasi ogni giorno...molte volte...- continuò Simona. Bevve di nuovo. - Un periodo bellissimo e bruttissimo! -
- Diciotto anni...mi sarei stupita del contrario con tutti quei pensieri. - disse Marina con un'espressione indulgente sul volto.
- Insomma, non sapevo decidermi. Comunque ti ripeto che lui non mi ha mai sollecitato, è stato davvero bravo. Alla fine però mi sono decisa ed ho accettato. Ero troppo curiosa!-
-Come ha reagito Alberto quando glielo hai detto?-
-Beh...mi pareva stupito, mi ha detto che non ero obbligata, mi ha chiesto se ero davvero convinta e quando ho detto di sì mi ha baciato. L'unico bacio prima di tutto il resto, ecco. Volevo svenire!-
- Ahahha...se tu fossi svenuta l'avresti messo nei guai, eri minorenne!! Comunque meno male che hai accettato, altrimenti non ti avrei mai conosciuta!-
- Il nostro incontro però è avvenuto dopo molti mesi! Era la prima volta con lui e c’eri anche tu. -
- Sicuramente ha voluto aspettare che tu avessi diciotto anni.-
- Ora sono più che maggiorenne! Niente guai nè per Alberto nè per te. -
- Infatti... e poi ha voluto parlarne prima con me. - disse Marina.
- Quindi tu eri al corrente di tutto...ma non eri gelosa? - disse Simona sgranando gli occhi.
- Ma nooo! Sai come ha impostato il discorso? Lui sapeva bene che era un mio desiderio provare a fare sesso con una donna, lo dicevo da anni. Era una mio sogno erotico represso! E mi ha anche detto che tu saresti stata una specie di regalo per me.-
- Oddio. Se sapevo mi infiocchettavo come un uovo di Pasqua!-
- Ahahaha....comunque io sapevo benissimo che anche a lui sarebbe piaciuto molto fare una cosa a tre. Però non mi aveva detto che eri una ragazzina, io pensavo si trattasse di una donna adulta, di trenta, quarant'anni, o anche di più. -
- Delusa? -
- Assolutamente no! Nonostante la giovane età sei stata all’altezza della situazione, te l’assicuro. -
Rimasero in silenzio per qualche minuto. Simona finì di bere l’acqua e si guardò intorno. Marina aprì e chiuse la borsa diverse volte.
Poi, praticamente nello stesso momento, parlarono.
- Ci andiamo? - domandò Marina
- Hai tempo? - domandò Simona
Entrambe risposero sì a tutt’e due le domande.
- Prima devo fare una telefonata - disse Marina, e compose il numero di sua madre.
Simona annuì.
- Mamma? Senti, alla fine non ce la faccio ad arrivare per pranzo, un impegno improvviso. Federico è tornato? Sì? Ok, pranzate pure, io arrivo nel pomeriggio. Sì sì, tutto bene, ciao...sì sì, ciao! -
Simona sorrise. Marina le domandò se anche lei dovesse avvertire qualcuno del ritardo.
- No - rispose Simona- dovevamo trovarci verso le 15 con la mia amica. Ma gliel’ho già detto che ritardavo, ci vediamo poi alla stazione, prendiamo il treno insieme. -
Marina la guardò con aria interrogativa.
- La telefonata, ricordi? - disse Simona - l’ho chiamata appena sono arrivata. Quando ti ho vista, ho subito capito come sarebbe andata. -
[SECONDA PARTE] continua...
metr0pol@libero.it (dove lo 0 è uno zero)
Solo in quel momento Marina si rese conto di essere passata, con l’autobus, proprio davanti alla piazzetta prospiciente l’Hotel Smeraldo.
Avvertì una piccola botta al cuore poichè le capitava molto raramente di trovarsi da quelle parti e la cosa la colpì. Poi rammentò che l’autobus quella settimana faceva una deviazione per certi cantieri aperti sul percorso abituale, sospirò alzando le spalle e riprese a leggere il libro.
Ma la mente vagava in mille direzioni, quindi chiuse il libro, lo infilò nella borsa e stette a guardare il traffico fuori dal finestrino. Nel frattempo l’autobus aveva consumato due fermate e si apprestava a fermarsi alla prossima.
Un’improvvisa decisione obbligò Marina a levarsi lesta in piedi e tra permesso, scusi e qualche spintone raggiunse la porta un attimo prima che chiudesse.
Si trovò sotto la pensilina senza sapere bene come e perchè, si guardò intorno per orizzontarsi, poi riconobbe il bistrot in cui spesso incontrava Alberto, e s’incamminò.
Si accomodò ad un tavolino all’esterno e ordinò un caffè macchiato. Prese il cellulare e lo tenne in mano senza farci nulla, ma tant’è, ormai era diventata un’abitudine. Sorseggiando il caffè, cercò il numero di Silvana, sua madre, per avvertirla che badasse lei a Federico al ritorno da scuola, che lei sarebbe arrivata mezz’oretta più tardi.
Chiuse la comunicazione. Subito dopo Silvana, in rubrica, era registrata Simona.
- Finalmente Marina, ti ho trovato! Come stai? - disse Simona con il fiatone, segno che aveva percorso a passo spedito l’ultimo tratto di strada.
- Sto bene, sono felice di vederti! - rispose Marina. Si alzò e baciò Simona sulle guance, contraccambiata.
- Quando mi hai chiamato temevo fosse successo qualcosa, sono così tanti mesi che non ci sentiamo, praticamente da quell’incontro che, dio mio, non farmici pensare! -
Marina scoppiò a ridere.
- Ahahaha Simona, invece sono certa che ci hai pensato molte volte, vero? non dirmi bugie!
- Ehhhh...alla mamy non si può mentire!.-
- Ti sei pentita? -
- No, assolutamente!- rispose Simona -però dai... che cose pazzesche abbiamo fatto...-
- Dai sediamoci, parliamo un po'. Vuoi bere qualcosa? -
- Sì grazie, solo un bicchiere d’acqua. Però... scusami, devo fare una telefonata, arrivo subito. -
Simona si allontanò di qualche metro, Marina la vide parlottare, gesticolare, ridere e parlottare ancora.
Marina ordinò l’acqua per Simona e stette a guardarla, divertita. Simona indossava un paio di jeans strappati alle ginocchia, sneakers ai piedi, maglietta azzurra girocollo sotto un giubbotto abbastanza infelice e, forse, di una misura o due più abbondante rispetto al suo corpicino. Che in realtà era un corpicino solo dalla vita in su, mentre in senso contrario la forma del suo sedere riempiva totalmente i jeans.
Camminava avanti e indietro lungo il marciapiede mentre parlava, quindi Marina potè osservarla con piacere fino al momento in cui udì i saluti colmi di ciaociaociao.
- Fatto! - esclamò Simona, poi sedette e bevve l’acqua a lunghe sorsate.
- Allora Marina, dai, raccontami! Perchè questa chiamata? -
- Beh, sono passata con l’autobus davanti all'hotel Smeraldo, sono scesa senza un perchè e sono venuta qui. Conosco questo posto, c'incontriamo qui, io e Alberto, prima di andare in camera. -
- Alberto! Non ci siamo più sentiti, come sta? - chiese Simona.
- Penso bene, nemmeno io l’ho più sentito, ma è normale così. -
- In che senso? -
- E’ un nostro accordo che abbiamo preso tempo fa. Tra un incontro e l’altro, nessuna telefonata, e nemmeno messaggi, whatsapp o quant’altro. Siamo più sicuri, evitiamo dei pasticci. -
- Uhm...vero, voi siete sposati- ricordò Simona. -E come mai hai pensato a me? -
- Non lo so, all’improvviso mi è venuto il desiderio di vederti, di sapere come va la tua vita, e cose di questo genere. -
- Ahhhh...la mia mamy...ahahah...ma che bello sapere che mi pensi, vuol dire che ho lasciato il segno! -
- Altrochè! - disse Marina - E tu? mi hai pensato? - domandò.
- Dio mio...pensatooo? io, quei momenti non li dimenticherò mai, Marina! Ho pensato a te e ad Alberto un sacco di volte, a voi e a tutte le cosette che abbiamo fatto insieme. -
- E scommetto che ti sei anche toccata, vero? - domandò Marina abbassando il tono della voce.
- Sì...si si! - rispose Simona con un’espressione complice.
- Dai raccontami, uccellino! -
- Beh, voglio dire che quando mi faccio...quando lo faccio, ecco...insomma, mi capita sempre di pensare a quello che ho fatto con voi...-
- Ti stai impappinando...sei adorabile, diventi sempre rossa in faccia! -
- Uff... smettila. - disse Simona volgendo lo sguardo verso la piazzetta.
- Ti vergogni ancora a parlare di queste cose??-
- Si, cioè no...cioè...diciamo un po'...-
- Beh, si vede- constatò Marina sorridendo.
- E tu?- domandò Simona.
- Oh, io sto bene, e...-
- No...voglio dire...lo fai anche tu? -
- Se faccio anch’io che cosa?-disse Marina spalancando gli occhi.
- Uhh...ti masturbi anche tu? - esclamò Simona con aria fintamente spazientita.
- Certo che lo faccio, come tutti, credo. Pensavi che fossi immune? Certo, magari lo faccio meno spesso di te, ma...-
- Non so, è che tu hai un marito, puoi fare l’amore quando vuoi. Per me invece è un bisogno fisico, come mangiare e bere. Quando mi viene il pensiero cerco di soddisfarlo. -
- E’ l’età...ancora niente ragazzi? - domandò Marina, curiosa e contenta di come si stesse sviluppando la chiacchierata.
- Sì sì, ce n’è uno che mi sta dietro da un paio di settimane, mi piace molto. - rispose Simona.
- E quindi? -
- E quindi spero che si dia una mossa! -
- Ahahaha...è timido? -
- Uhm...già. -
- Ma c’è già stato qualcosa? -
- Qualche bacio, niente di più. Ma bacia divinamente! -
- Ma tu sei innamorata o è solo un maschietto per divertirti? -
- Non lo so...però ci penso sempre, mi piace davvero tanto, ma vorrei che fosse più...non so, più deciso, ecco. Io con lui le farei le cose che ho fatto con te e Alberto. -
- Allora buttati, metti in atto le tue doti nascoste per sedurre! - disse Marina ridendo.
- Mah...no so mica se ce l’ho, io, le doti nascoste. -
- Ce l’hai, ce l’hai... tutte le donne ce l’hanno, e le tirano fuori, quando sono davvero innamorate. Fai come ti suggerisce il cuore. -
- Mah...ci proverò. A proposito, Marina, ne approfitto per chiedertelo - disse Simona dopo un attimo di pausa - come mi devo comportare? Con lui, voglio dire. Se casomai le cose dovessero andare come mi auguro, pensi che dovrei dirglielo...di noi, di te e Alberto? -
- Ma no! non è proprio il caso adesso! Se la vostra storia continua ci penserai, ma io credo che delle volte le bugie siano necessarie. In fondo hai avuto un’esperienza sessuale quando lui non era nemmeno all’orizzonte, perchè glielo devi dire? -
- Questo è vero - disse Simona annuendo.
- Che faccina pensierosa t’è venuta - disse Marina sorridendo.
- Va beh!- sospirò Simona - dai, cambiamo discorso.
- Ok, d’accordo. Allora, che fai a Milano? - domandò Marina, accavallando le gambe.
- Sono qui con un’amica, eravamo entrambe libere oggi pomeriggio e quindi abbiamo deciso di venire a Milano per comprare un paio di cose. Però, aspetta... ho una curiosità, hai parlato di Alberto, che lo vedi qui. Lo incontri spesso ? - chiese Simona.
- Ehhhh, meno male che volevi cambiare discorso!
- Dai, sono curiosa! Com’è che siete insieme, voi due? Siete amanti, giusto? -
- Sì sì, siamo amanti! Ti racconto come ci siamo conosciuti. Qualche anno fa...circa sei anni fa, un mattino ero ai giardinetti con Federico, mio figlio, che allora aveva cinque anni. Era quasi mezzogiorno, io insistevo per tornare a casa per il pranzo, ma lui non voleva smettere di giocare.-
- Con gli amichetti?-
- Macchè, stava molestando una colonia di formiche con un rametto.-
- E Alberto?-
- Alberto è arrivato in quel momento, mangiando un panino. Si era seduto su una panchina di fronte alla mia. Era un bell’uomo, ben vestito...tutto sommato, mi pareva un tipico impiegato in pausa pranzo. Stava osservando Federico con le sue formiche e sorrideva. Poi mi ha guardata e mi ha fatto un cenno di saluto, ed io ho contraccambiato, ma senza troppa enfasi, sono una signora, cosa credi? - esclamò ridendo.
- Brava la mia mamy a non dare confidenza! e poi? -
- Poi Alberto finì il panino e si mise anche lui a molestare le formiche! Lui e Federico diventarono amici, tutte le volte che portavo Federico ai giardinetti, lui arrivava a mezzogiorno e si chiacchierava un po’. -
- Ma com’è che siete andati a letto insieme?-
- Beh, aspettando il momento in cui Federico fosse un po’ lontano, Alberto me lo chiese apertamente.-
- Ma dai! - esclamò stupita Simona.
- Ma sì! pensa te...ed io gli chiesi, ricordo bene, se dopo aver molestato le formiche avesse intenzione di molestare anche una mamma con figlio! -
- Uhhh, così gli hai detto?- disse Simona con una mano sulla bocca a trattenere una risata.
- Sì, e lui si è messo a ridere. Pareva avesse assorbito dignitosamente il rifiuto, aveva messo le mani in tasca, alzato le spalle e stava per dire qualcosa, ma io lo anticipai e gli dissi che si poteva fare, con le dovute attenzioni. Mi piaceva da matti, quell’uomo! -
- Cazzo...-
- Sì, è proprio il caso di dirlo! -
Segui una sonora risata da parte di entrambe, Simona pareva molto divertita.
- Ed ora sono sei anni che andate avanti - disse Simona.
- Già. Ci vediamo ogni tre quattro mesi, hotel Smeraldo, camera 302, sempre quella, ormai ci conoscono. -
- E come fai con tuo marito?-
- Lo amo da morire come il primo giorno, ormai sono diciassette anni che siamo sposati. Con Alberto è solo sesso. Puro e sano sesso. E questo vale anche per lui. -
- Ma non ti sembra di tradirlo? Tuo marito, intendo. -
- No, anche per me è come un bisogno fisico, anzi no...forse è più una necessità mentale, un bisogno di evadere, forse. Con mio marito faccio l’amore, non molto spesso, ma mi basta, sono soddisfatta. Però con Alberto divento....non so...mi hai vista, no? Sono appagata, ecco. Ho raggiunto un buon equilibrio separando le due cose. -
- Ti capisco benissimo, anch’io ho provato quel tipo di appagamento totale, quella volta. Ma io non avevo paragoni da fare, le mie pochissime scopate non hanno storia, rispetto a quella giornata...per me ogni cosa è stata una scoperta! - disse Simona.
- Eh, lo immagino, una innocente ragazzina tra le grinfie di due...-
- ...amanti simpaticissimi e soprattutto gentili e educati, che in quella situazione non era scontato. - disse Simona, concludendo la frase di Marina, che sorrise, riconoscente.
- Grazie tesoro...piuttosto, tu, come hai conosciuto Alberto? - chiese Marina.
- E’ stato l’anno scorso. Davo delle ripetizioni a suo figlio che fa le medie e...-
- Marco - disse Marina
- Sì, Marco. Dopo le ripetizioni prendevo il treno per tornare a casa, ma una volta ero in ritardissimo e Alberto, che era appena tornato dall’ufficio, si offrì per accompagnarmi in auto. Non arrivò alla stazione in tempo per il traffico e quindi persi il treno lo stesso. Lui stette a farmi compagnia sino alla partenza successiva, circa un’oretta.
- Sì, Alberto è sempre molto gentile - disse Marina.
- Vero. Devo ammettere che Alberto mi attirava moltissimo, lo vedevo sempre quando tornava dal lavoro, gli lanciavo delle occhiate veloci facendo attenzione perchè ero con suo figlio. Era un uomo molto più grande di me, mi affascinava. Mi piaceva come si muoveva, come parlava con sua moglie. -
- Com’è sua moglie? - domandò Marina.
- Non l’hai mai vista? -
- No. - rispose Marina con tono piatto.
- Un bella donna, mi trattava bene. Non saprei che dirti altro. Mi sembra una buona mamma. Non so come sia come moglie...in quel senso, voglio dire...-
- Dai continua. -
- Niente...quella volta mi chiese quanti anni avessi, io gli risposi che di lì a poco avrei compiuto diciotto anni e lui mi fece gli auguri anticipati! Poi s’informò se avessi un ragazzo, se avessi già fatto l’amore...ma era una chiacchierata leggera, si rideva, lui era simpatico...forse voleva sedurmi ma,dio mio, io avrei voluto mangiarmelo, se avessi potuto!-
- Tipico, è proprio Alberto, lo riconosco. - disse Marina sorridendo.
- E poi il discorso si fece...insomma, all’improvviso mi propose di fare un’esperienza diversa, nuova. -
- Molto diretto, come al solito -
- Sì - confermò Simona - ma non approfondì più di tanto, disse solo che se volevo, poteva provare ad organizzare un incontro fuori dal solito contesto, solo io e lui. Non parlò apertamente di sesso, ma io capii, anche se ero una ragazzina! Parlò anche di fare una cosa diversa, magari anche con una terza persona, ma giusto due parole.-
- E tu hai accettato, quindi. -
- No no, io ho detto subito di no, figurati! Ma poi a casa ci ho pensato un sacco. In realtà avevo una paura terribile! Ho fantasticato per mesi, nel frattempo lui è sempre stato molto rispettoso, non mi ha più chiesto nulla. Io ero troppo attirata da quella proposta, anche perchè lui aveva ventilato che ci sarebbe stata pure un'altra persona, una cosa che non avevo mai nemmeno considerata! Mi chiedevo continuamente se, oltre Alberto, quella persona fosse un uomo o una donna...poi mi sono convinta che sarebbe stato sicuramente un uomo, non so perchè.
-Forse perchè nell'inconscio era quello che desideravi. -
- Può darsi...dio mio, Marina, quanto porno ho guardato in quel periodo! L’idea era solo per informarmi, volevo capire, vedere cosa potevano farmi due uomini insieme-
Seguì un attimo di silenzio. Simona bevve una lunga sorsata d’acqua, poi si fece rossa in viso e abbassò la voce.
- Vedevo decine di video, Marina....ho visto di tutto, era diventata un'ossessione...- fece una pausa - ...finiva sempre che mi masturbavo...quasi ogni giorno...molte volte...- continuò Simona. Bevve di nuovo. - Un periodo bellissimo e bruttissimo! -
- Diciotto anni...mi sarei stupita del contrario con tutti quei pensieri. - disse Marina con un'espressione indulgente sul volto.
- Insomma, non sapevo decidermi. Comunque ti ripeto che lui non mi ha mai sollecitato, è stato davvero bravo. Alla fine però mi sono decisa ed ho accettato. Ero troppo curiosa!-
-Come ha reagito Alberto quando glielo hai detto?-
-Beh...mi pareva stupito, mi ha detto che non ero obbligata, mi ha chiesto se ero davvero convinta e quando ho detto di sì mi ha baciato. L'unico bacio prima di tutto il resto, ecco. Volevo svenire!-
- Ahahha...se tu fossi svenuta l'avresti messo nei guai, eri minorenne!! Comunque meno male che hai accettato, altrimenti non ti avrei mai conosciuta!-
- Il nostro incontro però è avvenuto dopo molti mesi! Era la prima volta con lui e c’eri anche tu. -
- Sicuramente ha voluto aspettare che tu avessi diciotto anni.-
- Ora sono più che maggiorenne! Niente guai nè per Alberto nè per te. -
- Infatti... e poi ha voluto parlarne prima con me. - disse Marina.
- Quindi tu eri al corrente di tutto...ma non eri gelosa? - disse Simona sgranando gli occhi.
- Ma nooo! Sai come ha impostato il discorso? Lui sapeva bene che era un mio desiderio provare a fare sesso con una donna, lo dicevo da anni. Era una mio sogno erotico represso! E mi ha anche detto che tu saresti stata una specie di regalo per me.-
- Oddio. Se sapevo mi infiocchettavo come un uovo di Pasqua!-
- Ahahaha....comunque io sapevo benissimo che anche a lui sarebbe piaciuto molto fare una cosa a tre. Però non mi aveva detto che eri una ragazzina, io pensavo si trattasse di una donna adulta, di trenta, quarant'anni, o anche di più. -
- Delusa? -
- Assolutamente no! Nonostante la giovane età sei stata all’altezza della situazione, te l’assicuro. -
Rimasero in silenzio per qualche minuto. Simona finì di bere l’acqua e si guardò intorno. Marina aprì e chiuse la borsa diverse volte.
Poi, praticamente nello stesso momento, parlarono.
- Ci andiamo? - domandò Marina
- Hai tempo? - domandò Simona
Entrambe risposero sì a tutt’e due le domande.
- Prima devo fare una telefonata - disse Marina, e compose il numero di sua madre.
Simona annuì.
- Mamma? Senti, alla fine non ce la faccio ad arrivare per pranzo, un impegno improvviso. Federico è tornato? Sì? Ok, pranzate pure, io arrivo nel pomeriggio. Sì sì, tutto bene, ciao...sì sì, ciao! -
Simona sorrise. Marina le domandò se anche lei dovesse avvertire qualcuno del ritardo.
- No - rispose Simona- dovevamo trovarci verso le 15 con la mia amica. Ma gliel’ho già detto che ritardavo, ci vediamo poi alla stazione, prendiamo il treno insieme. -
Marina la guardò con aria interrogativa.
- La telefonata, ricordi? - disse Simona - l’ho chiamata appena sono arrivata. Quando ti ho vista, ho subito capito come sarebbe andata. -
[SECONDA PARTE] continua...
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