4° - Hotel Smeraldo - Camera 302 [fine seconda parte]

di
genere
saffico

5° - EPILOGO

- Allora, ti è piaciuta la tua mamy sporcacciona? - domandò Marina sistemandosi di traverso sul letto e stiracchiandosi.
- Da morire! L'ho capito sai, che a te piace molto farti guardare - disse Simona. - Avrei dovuto capirlo già l'altra volta, quando Alberto ti ha chiesto di camminare...tu lo facevi con molta soddisfazione, a pensarci adesso. -
- Già...per la prima volta, c'era un'altra persona che mi guardava, oltre Alberto. Praticamente una sconosciuta, e questa cosa mi eccitava parecchio.-
- Allora non avevo colto. Ero così giovane e ingenua...- ironizzò Simona ridendo.
- Ahahaha...che stupidotta! -
- Va beh, cercherò di ricordarmi questo tuo desiderio, anche perchè tu hai soddisfatto il mio. -
- Brava la mia piccola, vedo che impari presto - constatò Marina.
- Ne hai altri, di questi desideri nascosti? -
- Uhm...no...anzi, sì, le parolacce! -
- Ahahaha...me ne sono dimenticata, altrimenti ti avrei detto tutte le parole sconce che conosco! - disse Simona.
- Ma solo quando sto per godere, sappilo, in altre occasioni non mi piacciono, mi suonano volgari. Ma quando godo, mi fanno impazzire. Dici che ho bisogno di uno psicanalista? -
- Uh! non saprei proprio. A me sembra che tu vada benissimo così! -
- Invece gli sguardi mi vanno bene sempre. Adoro gli sguardi degli uomini, risvegliare i loro istinti...mmmm...ed ora so che risveglio anche gli istinti delle ragazze -
- Marina, dovevi fare la pornostar! - esclamò Simona.
- Ahahah...dici? sai che quando avevo la tua età...no, forse anche più giovane, quando cominciavo a prendere coscienza dell'effetto del mio corpo sui ragazzi....insomma, accavallavo le gambe, facevo in modo di scoprire un po' di carne...che però non era tanta come adesso! -
- Oh my god, la mia mamy era una ragazzaccia! - esclamò Simona mettendosi platealmente la mano sulla bocca.
- Ma no, figurati...anzi, ero piuttosto complessata. Pensa che mi vergognavo come una ladra del mio seno, a tredici anni avevo le tette più grosse di tutte le mie amiche. -
- Ma va...davvero ti vergognavi?!?! -
- Sì sì, nessuna delle mie amiche le aveva come me, ed io mi sentivo diversa. Poi, verso i quindici, sedici anni, capii che era una marcia in più...ho messo su anche un po' di sedere, e ad un certo punto ho iniziato ad avere successo. Però, ti giuro, il primo che mi ha toccato è stato mio marito. In fondo ero anch'io una brava ragazza! -
- E dopo aver conosciuto tuo marito hai smesso di far vedere le gambe -
- No no, avevo già smesso molto tempo prima. D'altra parte lo facevo solo coi ragazzi, mica con gli sconosciuti! insomma, persone che ero certa che non avrebbero mai fatto nulla...oddio, ora credo che forse poi si toccavano, ma allora non ci pensavo. -
- E quindi? - disse Simona tirando su il lenzuolo fino al mento.
- Una volta ero seduta in una sala d'aspetto della stazione - continuò Marina - stavo leggendo un libro, e si vede che, muovendomi, la gonna è scivolata su scoprendo un po' di più le cosce. Ma davvero non me ne ero accorta!
- E quindi? - ripetè Simona.
- Ahahhaa...mi sembri mia figlia quando era piccola, voleva sempre che andassi avanti veloce a raccontare le storie - disse Marina, tirando a sè Simona. Le piacque sentire la nudità calda della ragazza sotto il lenzuolo.
- Dai mamma, vai avanti - disse Simona, marcando volutamente la parola.
- Smettila ragazzina...- disse Marina, poi riprese - Insomma, ad un certo punto alzo gli occhi dal libro e vedo seduto nella fila di sedie davanti a me un signore molto anziano, che fissava stralunato le mie gambe! Teneva una mano in tasca e la muoveva....ricordo che mi spaventai moltissimo, avrò avuto sedici o diciassette anni, figurati...mi alzai immediatamente e me ne andai con un batticuore che ricordo ancora adesso! -
- Capito...e quindi hai chiuso con l'esposizione clandestina delle gambe.
- Esatto. L'ho riscoperta poi con l'uomo che sarebbe diventato mio marito. Per anni è stato l'unico ad assecondare questo desiderio, finchè non ho conosciuto Alberto, ed ora anche tu, ragazzina...-

Marina smise di parlare. Simona si strinse di più a lei, le piaceva appoggiare la testa sul seno di Marina, lo trovava un cuscino favoloso. Inoltre era troppo rilassante sentire le sue dita che giocavano tra i suoi capelli, una sorta di massaggio come solo Laura, la sua amica pettinatrice, riusciva a fare in modo fantastico. Simona si sentiva bene, nella sua nudità, abbracciata alla nudità di Marina.
- Tesoro - disse Marina , rompendo il silenzio - lo sai che dovremmo andare, vero?
- Dio mio, Marina, che bella che eri in quel momento - disse Simona, senza badare alla domanda di Marina.
- Uh, non esagerare! guarda la cellulite qui - disse Marina sollevando il lenzuolo e lisciandosi le cosce - e guarda che ciccia qui sulla pancia!
- Beh...mentre fai sesso forse a qualcuno tutte queste cose piacciono - disse Simona alzando le spalle. - Tanta roba! -
- Hai ragione. Anche tu sei bruttissima però quando fai sesso diventi un angelo! -
- Non è vero!! - esclamò Simona mimando dei pugnetti sulle poppe di Marina.
- Ahahaha...certo che non è vero, sei una bella tipetta piena di curiosità...di voglie...e hai un corpo che se fossi un maschio ti farei delle cose...mmmm...-
- Me le fai anche se sei una femmina, a parte quella cosa...-
- Beh, non ho un pene ma ho molte altre soluzioni, non credi? -
- Wow! Siamo definitivamente lesbiche, mamy? - disse Simona con evidente ironia.
- Ma no! Io vado matta per il...insomma, per il cazzo, e anche tu, lo so! -
- Già...-
- E allora dillo! - esclamò Marina.
- Cosa? -
- Che ti piace il cazzo -
- Beh, lo sai...però dire queste parole è volgare! Me lo hai detto tu! - protestò Simona, con un finto broncio.
- Non preoccuparti, questa volta si può! Su, impara, dillo a voce alta. -
- Ok ok....mi piace molto il cazzo... - disse Simona nascondendo il viso sotto un’ascella di Marina.
- Brava, sei il mio tesoro...- disse Marina ridendo - vieni qui, stupidina, abbracciami -
- Però mi piace molto anche il tuo culo - le sussurrò Simona mentre contraccambiava l’abbraccio.
- Ehi, ragazzina! Dove hai imparato a parlare in modo così sconcio? -
- Ahahha...in realtà me lo ha insegnato la mia mamy - disse Simona ridendo.
- Già, però da usare con parsimonia. - disse Marina.
- Sì, l'ho capito. Solo in "quella" occasione. -
- Esatto. Alberto lo sa bene - confermò Marina.
- Sai , le ho sentite le cose che ti dice. -
- Non ti sei mica scandalizzata vero? -
- No no. Però è tutto così strano -
- Cosa è strano? -
- Non so...tutto quello che sto scoprendo, cioè...come può essere il sesso da più...più adulti, più... -
- Più vecchi - l’interruppe Marina.
- Si, ecco...Alberto mi fa sangue, è diverso dai ragazzi che frequento... lui è un uomo fatto, grande...-
- Altrochè, ha cinquantanni! - affermò Marina.
- ...e tu sei una donna matura, mi piace scoprire i tuoi movimenti, come ti comporti, adoro scoprire i tuoi segreti...- continuò Simona - per me è fantastico fare sesso con voi due! -
- E’ bello che tu abbia la possibilità di fare queste esperienze. Ti sarà utile, nella tua vita sessuale...oltretutto adesso hai quasi vent'anni anni, e vedo che ti soddisfa molto! Magari avessi potuto farlo io alla tua età! -
- Marina, ti ho vista un po’ disturbata quando ti ho detto quelle parole, sbaglio? -
- Quali parole? -
- Quando ti ho detto.....insomma, quel riferimento alla mamma -
- Uh, certo che sì! mi hai fatto vacillare. Però non lo so se mi ha realmente disturbata. Grande emozione, quello sì. Ti confesso che quando mi hai detto la parola “mamma”, mi è apparsa come un flash il viso di mia figlia. -
- Oh no, non volevo questo! -
- Lo so, tranquilla - disse Marina sorridendo - Però poi ho provato la stessa eccitazione come quando Alberto mi dice quelle cose. Morivo al pensiero che tu, in quanto figlia, fossi lì davanti a me a guardarmi mentre io mi masturbavo, in quanto mamma. Come un gioco di ruolo, ma molto più coinvolgente. -
- Non so se la mia era soltanto curiosità, ero molto eccitata - disse Simona.
- Lo immagino, è che io sono così contorta...subito una vergogna profonda, ero molto imbarazzata, ma è durato poco...che eccitazione sapere che tu eri lì a guardarmi...-
- Come sentire quel tipo di parole proprio in quel momento. Anche quello ti eccita molto, come mai? -
- Tesoro, è difficilissimo star dietro alle tue curiosità! - esclamò Marina.
- Dai, dimmelo - implorò Simona solleticando i fianchi di Marina.
- Non saprei il motivo esatto, ma io do colpa ad un’educazione un po’ troppo formale, anche un po’ rigida. Io ero la classica ragazza di buona famiglia, molto educata e molto controllata. -
- Però facevi vedere le gambe ai ragazzi! - disse Simone ridendo.
- Ahahah...sì sì...sai, anche i miei amici erano controllati dai miei genitori...chi è, cosa fa, com’è la sua famiglia, e via di questo passo. Le parolacce non si dicevano, tutto qua. Non c’era nemmeno la moda, anche con gli amici...forse scappava qualche “cazzo!”, ma niente di più. Tutti molto seri, molto formali. Io ho fatto l’amore la prima volta a ventidue anni, per dire, con l’uomo che sarebbe diventato mio marito. Altro che fare sesso alla tua età come fai tu. E che sesso!-
- Beh, molte cose sono cambiate, per fortuna - intervenne Simona.
- Vero, per fortuna. -
- Quindi il fatto di sentir parlare in quel modo è, come dire...è liberatorio, per te, una reazione - riprese Simona.
Marina annuì.
- Non credo sia così facilmente spiegabile in poche parole, però così è, mi piace, e ho trovato Alberto che mi appoggia. -
- Tuo marito non lo fa? -
- Assolutamente no! - rispose Marina - Lui non lo ha mai fatto ed io non gliel’ho mai chiesto. D’altra parte io l’ho scoperto solo con Alberto, non ho mai avuto la possibilità di farlo con qualcun’altro. Con mio marito è un sesso...non so...un atto d’amore. Non è un sesso molto complicato, ma stiamo bene così. -
- Comunque ti sei creata un bello sfogo con Alberto - disse Simona.
- Si si, un bello sfogo davvero. Lui lavora molto sulle parole, mi fa scoprire delle cose di me stessa che manco so di avere. - concluse Marina.
- Come si chiama tua figlia? - domandò Simona dopo un po'.
- Elisa - rispose Marina.
- Elisa è fortunata ad avere una mamma come te. -
- Lo pensi davvero? eppure tu hai visto come mi comporto qui....camera 302! Sono una donnaccia! - disse Marina con un accenno di sorriso.
- Certo che ho visto. E devo dirti che a me piaci tantissimo, vorrei diventare una bella signora come te, da grande. Una donna che si prende dalla vita tutto quello che può dare...l’amore, un marito, dei figli, una casa che presumo bella, un lavoro che non so...e poi il sesso, in un modo che una donna può solo sognare, realizzare i desideri sessuali più strani....dio mio, Marina, ma certo che mi piaci! -
- Un bel punto per la mia autostima! Sei un tesoro, Simona. Vieni qui, baciami...-
Marina strinse a sè la ragazza, la baciò sulla bocca per un tempo interminabile. Quando sentì le dita della ragazza intrufolarsi tra le sue gambe, realizzò che forse non c’era più tempo ed era meglio lasciar perdere, anche se avrebbe avuto tanta voglia di ricominciare.
- E’ tardi, tesoro, dobbiamo andare - disse risoluta.
- Sì mamy, hai ragione - disse Simona e con i piedi scalciò il lenzuolo finchè furono entrambe scoperte.
Lasciarono il letto sfatto e si precipitarono in bagno. Simona tolse e risistemò l’elastico intorno ai capelli per mettere a posto la piccola coda sulla nuca, intanto Marina aveva finito di lavarsi sul bidè e si stava asciugando. Simona ne osservava la nudità riflessa nello specchio e Marina notò le sue occhiate.
- Stai guardando il mio culone? - disse sorridendo.
- Sì sì, e non è un culone! Diciamo che è un culo importante. Lo adoro!- rispose Simona con una risata. - Però devo darti un consiglio. Ho notato che dietro hai dei peli. -
- Che vuoi dire? - domandò Marina allacciandosi il reggiseno.
- Che devi assolutamente depilarti per bene dietro...intorno al buchetto.
- Oh! - esclamò Marina.
- Ti mando su whatsapp la foto della cremina che uso io, - disse Simona - non ricordo esattamente il nome. Puoi metterla solo dietro e anche sulla patatina, dopo un po' ti lavi e rimani depilata perfettamente. Se vuoi lascia i peli solo sopra il clito.
- Ahahaha...tesoro!..la mia è una patatona, altro che patatina! comunque, sì, grazie, vedrò di farlo, se ti piace di più, così potrai.....uhm, niente parole sconce!
- Sei ancora senza mutande, mamy, puoi dirle - disse Simona correndo in camera. - Dobbiamo farlo sapere ad Alberto, che ci siamo viste? - continuò mentre si rivestiva.
- Certo! Perchè no? Anzi, facciamoci una foto, gliela mando subito! - disse Marina.
- Ahahah...si si dai, un selfie! -
Marina scattò una fotografia con le loro due facce - Simona fece una linguaccia - e spedì un whatsapp ad Alberto con un msg: “Camera 302, tutto bene. Baci”. Seguiva faccina sorridente.
Il quale rispose immediatamente: “Sono in riunione, una noia mortale. Questa immagine è la cosa migliore della mia giornata, vi amo!”. Seguiva faccina sorridente.
“Ti amiamo anche noi. Però adesso cancella tutto subito” rispose Marina.

FINE SECONDA PARTE

metr0pol@libero.it
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2024-10-10
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