3° - Hotel Smeraldo - Camera 302 [seconda parte]

di
genere
saffico

3° - DESIDERI INCONFESSATI (modalità gratitudine)

- Marina?
- Uhm...sì tesoro...-
- Sei viva? -
- Ahhhhhhh - rispose Marina stirando braccia e gambe con soddisfazione- sì, sono viva, anche se mi hai quasi massacrato una tetta -
- Uh mamy, scusa scusa scusa - disse Simona voltandosi verso Marina. Appoggiò un gomito sul letto e si sollevò quel tanto che le permetteva di vedere il seno di Marina. Lo accarezzò tutto nella sua pienezza, prese tra pollice e indice un capezzolo, ruotandolo un po’ e poi fece lo stesso con l’altro. In effetti una tetta era un po’ più colorata dell’altra, e si vedeva qualche striatura. Di norma Marina aveva un seno bianchissimo e i due capezzoli rosso scuro regalavano un contrasto bellissimo da vedere.
- Scuse accettate, solo se mi baci - disse Marina
...........
- Ohhh Marina, che bello... -
- Lo immagino, anzi, ne sono certa, ho assistito all’orgasmo che hai avuto, io c’ero! -
- Ahahaha...sì sì, lo so che c’eri, mamy. Ho fatto un uso impoprio di una tua mammella da latte, ma che bello, Marina! Mi spiace solo di non avere anch’io delle tette come le tue, ti farei provare! -
- Ma come ti è venuto in mente? - domandò Marina.
- Giuro che non lo so. Forse per il fatto che qualche volta mi piace strusciarmi un cuscino tra le gambe.-
- Può darsi, lo facevo anch'io. -
- Quando ho sentito la morbidezza della tua tetta tra le cosce non ho resistito. Ti ho fatto molto male? -
- Ma no, adesso più niente. Ma quando stavi godendo me l’hai stretta davvero tanto, cattivona...ho sentito anche le unghie!-
- No no mamy, perdonami...ti do mille bacetti sulla tetta, se mi perdoni! - disse Simona, strofinandosi sul corpo di Marina e ricoprendo il suo seno con piccoli baci.
- Non so se perdonarti - disse Marina. Ma, in realtà, come le piaceva quel momento! Simona le ispirava tanta tenerezza ed allo stesso tempo quanto la eccitava...
- Marina, ok, sono in Modalità Gratitudine- esclamò Simona sollevandosi di colpo sulle ginocchia. - Farò tutto quello che vuoi. -
- Uhm....proprio tutto?-
- Tutto tutto, giuro!
- Interessante...uhm...fammi pensare...-
- Marina, tutto! vuoi farmi la pipì addosso? - domandò Simona.
- Oh mio dio, no! - esclamò Marina - Ma come t’è venuta in mente questa orribile cosa? -
- Vuoi picchiarmi sulle chiappe? Se vuoi ti presto la mia cintura! -
- Ma noo! figurati se ti prendo a cinghiate! - esclamò Marina, stupita dalle richieste di Simona.
- Però ti piacerebbe eh? - chiese Simona ridendo. Si avvicinò al viso di Marina, le lasciò un bacino sulla bocca - Dai, dimmi cosa devo fare per farti godere...sono disposta a tutto! - disse mentre solleticava Marina sotto le ascelle, sui fianchi e in diversi altri punti sensibili che scopriva man mano che vedeva Marina contorcersi e ridere a crepapelle.
- Ho capito, maialina - disse Marina - hai di nuovo guardato i film porno! -
- In realtà sono diverse settimane che non ne vedo.-
- Uhm...non posso credere che una mente giovane e pulita come la tua abbia certi pensieri senza aver avuto qualche suggerimento. -
- Però ho visto tempo fa uno che faceva la pipì in bocca ad una donna - confessò Simona ridendo.
- Ma che schifo, Simona! Ma la smetti ? - protestò Marina. Ma si vedeva che era fintamente scandalizzata. - Credevo proprio di aver a che fare con una brava ragazza! - continuò.
- Uhm...mamy, mi sopravvaluti. In realtà io sono una porcellona piena di perversioni! -
- Non ci posso credere!-
- Giuro! -
- Dai, dimmene una! -
- Ops...mi prendi alla sprovvista! Una l’hai già scoperta, guardo i video porno! -
- Ma quella non è una perversione, lo fanno tutti! -
- Anche tu li guardi? -
- Può capitare, ma succede molto raramente, ma solo perchè mi manca sempre il tempo - disse Marina distendendo le gambe. Sistemò meglio il cuscino sotto la testa, poi chiuse gli occhi.
- Continua ad accarezzarmi, tesoro - disse.
- Così ti piace? - domandò Simona passando le mani leggere sul ventre e sui peli del pube, ma senza toccare il clitoride.
- Mmmm...sì sì....brava...-
Simona disegnò arabeschi con le dita sui fianchi e sulla pancia di Marina poi avvicinò la bocca per succhiarle un capezzolo. Marina appoggiò una mano tra i suoi capelli e le massaggiò la nuca mentre le tratteneva la testa sulla mammella. Nel silenzio della camera si poteva udire chiaramente il risucchio della poppata di Simona. Poi diede a Marina uno schiaffetto su una coscia esortandola a voltarsi.
- Su mamy, voltati - disse.
- Mmmm...piacevolissimo....tesoro, massaggiami la schiena adesso... - disse Marina mentre si disponeva a pancia sotto con la faccia affondata sul cuscino.
Simona si mise a cavalcioni sul corpo di Marina e iniziò una manipolazione vigorosa sulle sue spalle e sul collo. Durante il massaggio sollevò un po’ i capelli di Marina e si chinò a baciarle la nuca.
Marina non potè fare a meno di sorridere. Era la zona in cui Alberto l'aveva morsa mentre la sodomizzava ed entrambe ricordavano molto bene quel momento, seppur con diversi punti di vista: quella volta Marina era in uno stato di sottomissione totale, posseduta contronatura e azzannata da un uomo in preda ad un istinto animalesco, ma come dimenticare il piacere particolare e assoluto che ogni volta l'aggrediva?...e per quanto riguardava Simona, nella sua giovane età lei non aveva mai assistito ad un assalto del genere, e avrebbe senz’altro ricordato tutta la vita quella scena e soprattutto quella formidabile eccitazione che l’aveva pervasa.
Continuò a massaggiare la schiena di Marina, scese a pizzicottare i fianchi e poi proseguì con carezze a piene mani sulla carne candida delle natiche. Le sue dita non tralasciarono un centimentro di pelle, e ad ogni carezza faceva seguire un bacino schioccante. Le piaceva così tanto posare le labbra su quella carne così abbondante e disponibile.
Le fu impossibile non allargare le chiappe quel tanto da poter osservare da vicino l'orifizio segreto di Marina. Ci strofinò sopra un dito, indugiò tutt’intorno vellicando i piccoli raggi scuri che facevano da corona a quell’apertura così stretta.
Simona non seppe, e non volle, resistere al desiderio prepotente che sentiva salire dalle viscere. Aprì per bene le natiche di Marina e posò le labbra sull’ano, limitandosi dapprima a due baci leggeri. Poi spinse con forza la lingua sullo sfintere. Come avrebbe voluto che si aprisse, quella porta così serrata! Si staccò per prendere fiato, poi affondò di nuovo il viso tra le chiappe e inondò il buco di saliva, leccandolo e baciandolo ancora e ancora.
Simona avvertì i mugolii attutiti di Marina, sorrise e avvolse tutto il suo grosso sedere in un abbraccio strettissimo, ridendo e dichiarando ad alta voce “culo di Marina, ti voglio bene!”.
Anche Marina si mise a ridere e dimenò il sedere un paio di volte, ma non si mosse dalla posizione a pancia in giù. Divaricò un po’ di più le gambe e così Simona potè notare che Marina si stava masturbando.
”Marina...è qui che quel cattivone di Alberto ti ha fatto tanto male?” disse premendo sull’ano. Marina mugolò nel cuscino. ”Ti do mille bacetti così ti passa la bua”. Marina gemette più volte e Simona riprese a baciare e a strusciare l’indice sull’ano.
Poi fece come le aveva insegnato Alberto, puntò il dito sul buco e spinse finchè non lo vide sparire, quindi lo mosse su e giù lentamente. Dai lamenti di Marina, Simona parve intuire un apprezzamento, allora accavallò il medio sull’indice e le penetrò il culo con le due dita unite che scivolarono agevolmente nella saliva. La mamy era molto morbida anche all’interno del suo corpo.
Intanto Simona stava maturando un suo pensiero, una di quelle cose inconfessabili che solo in questa occasione avrebbe potuto realizzare. O adesso o mai più, chissà quando avrebbe osato chiedere di nuovo!
Sfilò le dita, lasciò un ultimo bacio sulla piccola apertura che si stava richiudendo e risalì il corpo di Marina fino a raggiungere il suo volto seminascosto nel cuscino. Avvicinò la bocca all’orecchio e sussurrò il suo nome. Marina smise di toccarsi, e riuscì a biascicare un “tesoro...”
- Marina.- ripetè Simona - Voglio chiederti una cosa.-
Marina si voltò e si distese supina. - Dimmi...- sussurrò accarezzandosi il pube.
- Niente. Voglio solo guardarti...-
- Ma certo tesoro, lo sai che adoro essere guardata.-
Simona si sollevò quel poco che le permise di osservare meglio. Un rossore diffuso le ricopriva le guance e il collo e Marina non potè fare a meno di sorridere. Le disse che doveva essere una grossa richiesta se si vergognava così tanto.
- Sssttt...continua a masturbarti, come prima...- continuò Simona.
Marina non rispose e sfregò il clitoride con più vigore.
- Non fermarti...- mormorò Simona. Dopo un attimo di esitazione nascose il viso tra i capelli di Marina e riprese a sussurrare -...voglio vedere come ti masturbi...- fece un'altra pausa - ...cioè...voglio vedere come si masturba...- altra pausa - voglio vedere come si masturba una mamma...- disse poi di getto.
Rialzò il capo per sbirciare la reazione di Marina. La quale ebbe un sussulto, arrestò la mano e fissò Simona negli occhi per un tempo che parve lunghissimo e poi bisbigliò:
- Stai zitta, non ti rendi conto che cosa stai dicendo.-
Non parlò più, stette a fissare un punto indefinito per un minuto, poi sussurrò in un soffio.
- Muoviti, mettiti davanti...prima che cambi idea...-.
Simona, che aveva il terrore di aver sbagliato tutto, ubbidì immediatamente e si spostò veloce sulle ginocchia davanti a Marina. Quando la vide in posizione, Marina divaricò di più le cosce in modo che fosse ben visibile tutto il suo tesoro e ricominciò a masturbarsi, chiudendo gli occhi e voltandosi verso la parete, zitta, con il volto in fiamme.

Proseguì così per qualche minuto aumentando sempre di più la velocità e l’energia con cui martoriava il clitoride, alternando mugolii e gemiti a momenti di silenzio, in pura apnea.
Per tutto quel tempo Simona restò immobile ad osservare l'esibizione di quel corpo maturo con curiosità, perfino con tenerezza. Non aveva mai avuto la possibilità di guardare bene Marina, pur avendo fatto con lei cosacce indicibili. Mai aveva potuto osservare con calma i solchi che si accentuavano sulla sua pancia quando sollevava verso di sè le sue cosce carnose, e mai aveva guardato in quel modo le sue tette, quelle due mammelle da latte così rigonfie e prosperose, che in quel momento danzavano senza tregua costrette dal movimento sempre più deciso del braccio.
Simona fu presa da un’improvvisa frenesia, si mosse a quattro zampe per guardare Marina in faccia, per parlarle.
La implorò - Mamy, ti prego...dimmi cosa vuoi che faccia...-
Marina le sussurrò delle parole smozzicate - Nulla, non devi fare nulla...devi solo guardarmi...e stare zitta.-
Simona ricordò che quello era uno dei desideri nascosti di Marina, che probabilmente solo Alberto conosceva. Ora anche lei, sapendolo, poteva assecondare la voglia di Marina di esibire il suo corpo, la sua femminilità, in un momento così intimo come una masturbazione solitaria, senza timore di un giudizio sul suo comportamento. Simona in quel momento era il suo pubblico.
Allora Simona si accovacciò di nuovo tra le gambe spalancate di Marina, a contemplare la sua mano che si agitava nervosa e che si arrestava di tanto in tanto per lubrificare un dito nella vagina. Poi Marina riprendeva lo sfregamento con più impeto.
Simona era affascinata dal volto di Marina, così teso nell'attesa spasmodica dell'orgasmo.
- Mamy, sei bellissima... - le disse - Mi piace tanto vederti così...lo senti il mio sguardo? -
Marina trasalì, voltò il capo verso Simona, la fissò negli occhi senza parlare. Inserì di nuovo l'indice nella fica per raccogliere il suo umore, per inumidire il clitoride e riprendere poi la masturbazione con maggior energia.
Simona si sentiva impotente, avrebbe tanto voluto regalare a Marina un orgasmo fantastico, ma non sapeva se sarebbe stato sufficiente il suo sguardo. Decise di vellicare l'interno delle cosce di Marina con tocchi leggerissimi, bisbigliando:
- Che bello guardare il tuo corpo, mamy...qui, le senti le mie dita?...qui...e anche qui...quanto sei morbida, mamy mia...-
Fu dopo quelle parole che Marina iniziò a grugnire, a gemere di gola con i denti stretti. Il movimento della sua mano divenne rapidissimo, e fu trascinata in un orgasmo formidabile, durante il quale le cosce si serrarono improvvisamente, con i muscoli rigidi per la tensione, imprigionando tra di esse la mano di Simona.
Simona aspettò l’epilogo di quel piacere così acuto. Seguirono minuti di silenzio che Simona non osò interrompere, poi Marina rilasciò le gambe continuando però ad accarezzare la fica con delicatezza con sul viso un'espressione di totale appagamento.
Simona strinse Marina in un abbraccio, appoggiando la testa sulle mammelle. Con il capo così vicino al cuore poteva sentirne chiaramente i battiti ancora affannosi.
Le baciò il collo e tutto il viso, poi disse in un sussurro appena percettibile - Sei così bella, mamy...-

[SECONDA PARTE] continua...

metr0pol@libero.it
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2024-10-05
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