Arte e Arte

di
genere
etero

Roma, agosto

Il tramonto aveva già abbandonato il cielo, lasciando la capitale nell'oscurità, mentre il ponentino accarezzava, con un leggero alito di mare, le candele e le luci soffuse del rooftop bar con vista sulle vestigia imperiali; fra quei tavoli e quelle lanterne aveva luogo un ricevimento esclusivo di facoltose personalità, non solo romane, per un'asta d'arte.

Una lei stava seduta a un tavolo appartato, leggeva un opuscolo ed appariva in attesa, quasi a disagio. Aveva i capelli castani, ricci, su di un carnato caldo; il suo ampio abito di lamè pervinca, drappeggiato sul petto, ne conteneva la figura morbida e, alzati i suoi occhi, dolci e scuri, osservò ansiosa la folla in cerca di un qualcuno che, forse, avrebbe dovuto occupare la sedia vuota accanto a lei. Sorrise e cercò il cellulare nella borsa.

Due tavoli oltre, al bancone, un uomo in elegante gessato di lino ardesia, con una coscia seduta sullo sgabello, parlava amichevolmente al bartender roteando il ghiaccio nel bicchiere. Un cenno di lui fece voltare l'uomo, la vide, si rivoltò ed ammiccò; poi si aggiustò il nodo alla cravatta e gli dette un colpetto al mento.

L'uomo si avvicinò al tavolo di lei sfoggiando un sorriso intrigante

- Questi party sono di una noia mortale... Marco. Posso offrirle un drink? - chiese, inclinando leggermente la testa
- Isabella - rispose senza guardarlo
- Sei sempre di poche parole? -
- Non sempre -poi sollevò lo sguardo e ricambiò il sorriso- ...un daiquiri, grazie -

Marco rise, con un tono caldo e accattivante, nel mentre lei accavallò le gambe ed un lembo della veste scivolò, mostrando uno spacco vertiginoso che lambiva il pizzo nero dell'intimo; con un misto di malizia e pudore, lei si ricoprì.

- Spero che tu non pensi ch'io sia così scontato. Ma... devo ammettere che il tuo abito è molto... seducente -

- Grazie -rispose mantenendo gli occhi nei suoi quasi neri- penso che anche tu abbia il tuo fascino, Marco; siedi se ti va -

Si sedette accanto a lei, il corpo quasi a contatto con il suo. In una tensione attrattiva crescente, parlarono di arte e della collezione

- Ti ho vista osservare attentamente la mia collezione. C'è qualche pezzo che ti ha colpita? -

- Molto bella, specie il Carrà -rispose, poi avvicinandosi leggermente- ma non è solo l'arte che mi interessa -

Marco le sfiorò il braccio col dorso delle dita in un gesto lieve - Che altro potrebbe interessarti? -

Lei lo guardò intensamente, avvertendo una complicità tra loro - Dipende. Sei qui solo per affari o per… -

- Entrambi, forse -rispose Marco con lo sguardo che si faceva più penetrante- ma il divertimento può essere una parte molto importante degli affari -

Isabella gli regalò uno dei suoi sorrisi più seducenti, mentre sentiva il battito crescere sotto la pelle.
In quel mentre un consierge si avvicinò discreto ed avvertì dell'inizio dell'asta, Marco ringraziò.

In quell'angolo appartato del roof, Marco le prese la mano, le baciò le dita con delicatezza e sussurrò - Ti Ritroverò dopo? Il Carrà non sarà battuto -

- Non saprei -rispose Isabella- non mi fare attendere troppo... -

- Sei esigente... -disse avvicinandosi ad un palmo da lei- non farò tardi te lo prometto, suite 303, se ti annoi -

Lei lo prese per la cravatta e gli stampò sulla bocca il 403 delle sue labbra poi, ridendo divertita, chiese scusa e gli sfilò il fazzoletto bianco dal taschino, con cui tamponò quella traccia poco seria.
Marco si allontanò mescolandosi con gli invitati, ma si voltò più volte a guardarla.

Isabella prese il cellulare e scrisse un messaggio:
- Capo, bersaglio agganciato, attendo istruzioni -

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2024-09-16
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