Ode
di
tilde
genere
confessioni
Sono nel dormiveglia, poco cosciente di ciò che accade intorno.
Dalla finestra vedo, o credo di vedere, il campanile illuminato svettare sulla sommità della collina nel buio circostante; penetra, osceno, una luna gravida di sinistri presagi.
Un alito fresco invade sotto le lenzuola, alzo gli occhi e la sveglia scandisce le due della notte fonda.
Un braccio s'insinua fra il cuscino ed il mio collo. Una mano scosta i capelli e sento labbra sfiorarmi dietro l'orecchio, catturarmi il lobo fra parole che non conosco.
Il suo battito sormonta il mio.
Dalla finestra vedo, o credo di vedere, il campanile illuminato svettare sulla sommità della collina nel buio circostante; penetra, osceno, una luna gravida di sinistri presagi.
Un alito fresco invade sotto le lenzuola, alzo gli occhi e la sveglia scandisce le due della notte fonda.
Un braccio s'insinua fra il cuscino ed il mio collo. Una mano scosta i capelli e sento labbra sfiorarmi dietro l'orecchio, catturarmi il lobo fra parole che non conosco.
Il suo battito sormonta il mio.
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