La belladonna
di
tilde
genere
tradimenti
Un radioso mattino inondava le strade di Firenze in una domenica di maggio. Le campane risuonavano festanti fra i canti d'uccelli nei giardini segreti dei palazzi nobiliari. Sotto una pergola, invasa dal lilla profumato di un glicine, una giovane ragazza discuteva sommessa con un uomo, seduto accanto a lei su di una panchina in marmo.
- Nicia, nobile marito, sono disperata quanto voi. Dio solo sa quanto desideri donarvi un figlio -
- Amata Lucrezia, non vi faccio colpa, ma sapete bene che le lune che mi restano da vivere non sono poi così numerose -
- Suvvia, non dite sciocchezze -
- Purtroppo, invecchio ed ogni mese che passa mi rende meno adatto ad essere un buon padre... E poi... ho il cruccio di saper dispersi i poderi e gli averi sudati -
- È l'ora della messa, andiamo. Dio ci aiuterà come con Sara ed Abramo -
I due raggiunsero la vicina santa Croce, scantonarono da via de'Benci e percorsero tutta la piazza sotto gli occhi attenti di due giovani, seduti fuori dell'osteria e poco propensi ai santi uffici.
- Per la barba di Noe! Ligurio, amico mio, ma la vedi? Non riesco a togliermela dalla testa tanto è bellissima! -
- Callimaco, chi? La bionda Peruzzi? ...bella, sì -
- Non fare come i bischeri! Che Peruzzi e Bardi!! Lei, guarda là... Darei un braccio ad un monco per stare con lei -
- Ahnn... Eh bè, hai ragione l'Alberti è proprio bella, così morbida e con quei ricci... Pare che abbia a che fare con Botticelli -
- Tu guarda Sandrone... Ficajolo... non lo sapevo. Ma non dico lei... -
- Callimaco, tu sarai miha buo? L'è una delle meglio tope di' contado! -
- Oh, oh, oh! Modera, dillo a tu sorella se son buo! Eh, dico di Lucrezia, quella rossa laggiù a i'portone; i'male l'è che è sposata con quel vecchio grullo di Nicia! -
- Oh, oh, oh! Morellino, la mi' sorella tu la lasci fare, che t'ha 'nteso nini? -
- Uuh! Capirai... Ligurio, cazzo, ma la vedi? Nun ce la fò, devo trova' il modo di goderla -
- Forse una strada c'è. Tu sai che Nicia è così disperato di avere un figlio che farebbe qualunque cosa? È proprio grazie a lui che potrai riuscirci -
- Sì, ma come? -
- Ascoltami bene: gli facciamo credere che una pozione di belladonna renderà fertile Lucrezia; con, però, un piccolo inconveniente… la prima persona che giacerà con lei dopo aver preso la pozione rischierà di morire -
- Faina... Ma come pensi di convincerlo? -
- Non ti preoccupare, amico mio. Con lui basta insistere. Alla fine lo convinceremo a lasciarti prendere il suo posto per 'proteggere' la sua vita -
- Passerò da martire, ahahah!! -
L'idea era improntata, ma c'era da agganciare il futuro becco.
La fortuna arrise ai due la mattina dopo, quando lo scaltro Ligurio vide il buon Nicia entrare da Neri, lo speziale di borgo de'greci, suo caro amico; così si fiondò lesto appresso a lui, dicendo a Callimaco di seguirlo poco dopo in abito da medico.
- Messer Nicia, buongiorno, qual buon vento? -
- Oh, buongiorno boia messer Neri, cercavo qualcosa per alleviare il mal di testa -
- Pensate troppo, messere... Un salasso può bastare, che v'angustia? -
- Buon Neri, la mia età e l'erede che la mia giovane moglie tarda a donarmi -
- Ah, quello sì che è un grattacapo! ho semi di scutellaria adatti all'uopo, un bell'infuso e un decotto sulle tempie, vedrete... -
- Scusate se m'intrometto messeri, ma un rimedio migliore... - ruppe gli indugi Ligurio
Nicia si fece subito interessato e lo speziale, vispo, mangiò la foglia pronto a sostenere l'amico.
- Messer Nicia, chiedo venia ma ho origliato il vostro problema e si dà il caso che conosca una cura a base di un'erba speciale -
- Non mi menerete per il naso? -
- Giammai, pure Neri, sa di quale parlo -
Lo speziale annuì e rammentò la prima erba che gli venne in mente: la belladonna. Nel mentre entrò Callimaco chiedendo del succo di millepiedi e foglie di virginiana.
- Messer medico potrà confermare le proprietà della belladonna... - disse Ligurio
- Mi par d'intendere che parliate della pozione della fertilità, ma dovrete stare attenti... -
A quelle parole misteriose del medico, un silenzio gravido di timore calò nella stanza, poi Callimaco riprese
- La pozione è tanto efficace per la donna quanto mortale per l'uomo che per primo giace con lei -
- Ma, messer medico, mi state dicendo che rischia di morire chi gode con lei? Non posso mica mettere in pericolo la mia vita! -
Il medico annuì e Ligurio prese la parola
- Non siate sciocco. Non si tratta di voi. Troviamo un uomo qualunque che faccia da… come dire… vittima sacrificale. Ecco, uno sconosciuto! E così il problema è risolto -
- Ah, capisco. -rimase perplesso Nicia- ma non saprei… è una faccenda delicata -
- Ascoltate, messere, se davvero volete un erede, a volte bisogna essere… flessibili. Voi non correrete alcun rischio, ve lo prometto. Anche il medico annuisce. Anzi, ho in mente proprio la persona giusta che potrebbe aiutarci -
- Ma davvero pensate che questa belladonna funzioni? -
- Non temete, messere -risprese Callimaco- Funzionerà e, per evitare il pericolo, basterà trovare un uomo qualsiasi che possa giacere con vostra moglie dopo aver preso la pozione. Lui assorbirà il veleno e voi sarete al sicuro -
- Ecco, questo sì che mi sembra un buon piano! E mi sta già passando il mal di testa! Sarà solo da convincere la mia onestissima moglie -
Poche tempo dopo, nelle stanze illuminate dal sole delle ore più calde, il marito accennò esitante a Lucrezia della scoperta fatta; ella rimase dubbiosa ed angosciata dall'idea e chiese di parlare, per la purezza della propria anima, col proprio confessore. Callimaco, già sapendo, aveva prontamente scoperto chi fosse il fraticello e lo aveva istruito e ben questuato
- Padre Timoteo, mi sembra assurdo! Come posso accettare una cosa del genere? Andare con un uomo sconosciuto? È contro ogni morale! -
- Figlia mia, non devi preoccuparti. A volte Dio ci chiede sacrifici per un bene più grande. Il tuo compito è obbedire e dare un figlio a tuo marito -
- Ma io… io non me la sento; dopo, come potrei specchiarmi e non detestarmi? -
- Voi avete, quanto a coscienza, questa generalità che, dove è un bene certo ed un male incerto, non si debba mai lasciare quel bene per paura di quel male. Figliola, ti assicuro che non è peccato. Fa' ciò che tuo marito ti chiede e la tua anima sarà pulita -
La notte si stava ormai avvicinando, propizia per i piaceri che Callimaco stava accarezzando, proficua per l'erede a cui Nicia stava pensando. Solo Lucrezia era ancora dibattuta, ma le parole della madre Sostrata fugarono le ultime remore.
Intanto Ligurio si presentò al portone del palazzetto di Nicia con la pozione ed un forestiero; a suo dire.
- Allora, messere, è tutto pronto? - chiese ansioso il padrone di casa
- Sì, messere. Ora basta che voi saliate ai piani, prepariate Lucrezia e le facciate bere questa pozione -
- E voi siete sicuro che questo giovane forestiero non si tirerà indietro? -
- Sono pronto a fare il mio dovere, messere. Sarò io a sacrificarmi, per il bene della vostra famiglia! -
- Che Dio vi abbia in gloria, siete un uomo così generoso! Mi sento già sicuro di riuscire ad avere un erede -
Passarono pochi minuti e Callimaco, barbuto e raffazzonato da forestiero, venne invitato a salire dal marito ignaro. Ligurio non resistette e, strozzando le risa in gola, disse di doversi allontanare qualche tempo, ma promise che sarebbe tornato per portar via il ragazzotto; per poi abbandonarlo al suo destino fuori di porta romana.
Tutto stava per compiersi, il cuore del giovane rimbalzava impazzito sotto le costole mentre saliva i gradini di pietra serena quasi tremando, arreggendosi al corrimano di corda rossa. Nicia lo guardava riconoscente e pietoso vedendone non un amante prossimo a coronare un desiderio, ma un condannato al patibolo. Il finto straniero se ne accorse e calcò la sofferenza.
Al fine raggiunse ed aprì la porta della stanza di Lucrezia, il marito si allontanò per rispetto all'intimità che là dentro si sarebbe consumata.
La stanza era buia per volere della ragazza, solo una lama di luce penetrò nella camera appena fu aperta la porta, tanto bastò a Callimaco per capire dove fosse il letto da raggiungere e la cassapanca da evitare. Sentì il respiro di lei misto fra l'angoscia e la brama e ne fu eccitato. Si spogliò degli abiti velocemente e gettò i calzari non pensando che a lei.
Mille cose avrebbe voluto dirle, parole d'amore e frasi dolci da innamorato, ma gli si arenò tutto in gola, flebile gli uscì solo il nome e se potesse avvicinarsi; lei, di colpo sicura, disse di sì.
Il ragazzo si sedette sul letto e cercò il corpo di lei con una mano, sotto le lenzuola; Lucrezia si mosse docile nel piacere di quelle carezze, poi si sollevò seduta e, con le stoffe che scivolarono dal suo seno lasciandolo nudo, il profumo della propria pelle inebriò Callimaco.
Questi si protese verso di lei, bocca a bocca; esitò, sfiorando col battito nelle labbra le morbide e piene labbra di lei.
Lucrezia affondò una mano nei ricci di Callimaco e premette la sua testa verso di sé lasciando che la sua lingua la invadesse.
Il rapporto era iniziato e culminò in sospiri e grida di orgasmi come ancora quelle mura non avevano udito.
I cigolii delle assi del letto risuonavano giù dalle scale fin nel cortile, intervallati da piccoli momenti di silenzio ed urla di piacere.
Un dubbio iniziava a serpeggiare nella mente di Nicia, nel mentre entrò Ligurio che parlottava fra sé di come portare il
moribondo se non fosse stato in grado di camminare, il padrone di casa si sentì subito rincuorato ed offrì, all'uopo, il carretto ed il mulo che aveva.
La notte volgeva al suo termine e, nella stanza adesso illuminata da una candela, i due amanti abbracciati sul letto sfatto si stavano regalando delicatezze da innamorati, accarezzandosi e baciandosi fra parole e confessioni più o meno vere. Poi la luce dell'alba, rischiarando la camera, ricordava che doveva essere completato l'inganno e, prontamente, il forestiero inscenò rantoli e convulsioni che impaurirono tanto da fare urlare Lucrezia.
Tutto fu compiuto e, qualche giorno dopo, il "medico" fu chiamato da Ligurio, per conto di un'impaziente Nicia, al fine di verificare lo stato interessante.
Questi si presentò ben pulito e sbarbato, su invito del padrone di casa entrò nella camera di Lucrezia, finalmente potè essere sé stesso e si gettò in ginocchio di fronte all'amata, implorando perdono confessò. Lei gli posò la mano sul capo e poi l'aiutò ad alzarsi, poscia iniziò a baciarlo dicendo
- Dolce Callimaco, non posso negarlo… sono stata ingannata, ma alla fine mi sono resa conto che non è stata solo una menzogna. Forse il destino ha voluto così -
- Lucrezia, non potevo più vivere senza di te. Ed ora che ho trovato il modo di starti accanto, non me ne andrò, lo giuro -
- Oramai non posso più oppormi, amore. Resterai parte della mia vita e non sarà più solo mio marito a decidere -
Improvviso irruppe Nicia raggiante e, preso per mano il giovanotto, domandò
- Ah! ecco qui la mia bella moglie e il nostro caro medico! Confermate, messere, che tutto è andato come previsto ed è solo questione di mesi? -
- Messer Nicia, opinione mia è che potete ben credere che il lieto evento avverrà, vi chiedo solo il permesso di poter seguire madonna Lucrezia: è pur sempre una gestazione a rischio, capirete bene -
- Certo, certo, messere, potrete accedere alla casa all'ora che riterrete più opportuna; siete d'accordo Lucrezia amata? -
- Sì, marito, come voi desiderate -
liberamente trasposto da "la mandragola" di Niccolò Machiavelli
- Nicia, nobile marito, sono disperata quanto voi. Dio solo sa quanto desideri donarvi un figlio -
- Amata Lucrezia, non vi faccio colpa, ma sapete bene che le lune che mi restano da vivere non sono poi così numerose -
- Suvvia, non dite sciocchezze -
- Purtroppo, invecchio ed ogni mese che passa mi rende meno adatto ad essere un buon padre... E poi... ho il cruccio di saper dispersi i poderi e gli averi sudati -
- È l'ora della messa, andiamo. Dio ci aiuterà come con Sara ed Abramo -
I due raggiunsero la vicina santa Croce, scantonarono da via de'Benci e percorsero tutta la piazza sotto gli occhi attenti di due giovani, seduti fuori dell'osteria e poco propensi ai santi uffici.
- Per la barba di Noe! Ligurio, amico mio, ma la vedi? Non riesco a togliermela dalla testa tanto è bellissima! -
- Callimaco, chi? La bionda Peruzzi? ...bella, sì -
- Non fare come i bischeri! Che Peruzzi e Bardi!! Lei, guarda là... Darei un braccio ad un monco per stare con lei -
- Ahnn... Eh bè, hai ragione l'Alberti è proprio bella, così morbida e con quei ricci... Pare che abbia a che fare con Botticelli -
- Tu guarda Sandrone... Ficajolo... non lo sapevo. Ma non dico lei... -
- Callimaco, tu sarai miha buo? L'è una delle meglio tope di' contado! -
- Oh, oh, oh! Modera, dillo a tu sorella se son buo! Eh, dico di Lucrezia, quella rossa laggiù a i'portone; i'male l'è che è sposata con quel vecchio grullo di Nicia! -
- Oh, oh, oh! Morellino, la mi' sorella tu la lasci fare, che t'ha 'nteso nini? -
- Uuh! Capirai... Ligurio, cazzo, ma la vedi? Nun ce la fò, devo trova' il modo di goderla -
- Forse una strada c'è. Tu sai che Nicia è così disperato di avere un figlio che farebbe qualunque cosa? È proprio grazie a lui che potrai riuscirci -
- Sì, ma come? -
- Ascoltami bene: gli facciamo credere che una pozione di belladonna renderà fertile Lucrezia; con, però, un piccolo inconveniente… la prima persona che giacerà con lei dopo aver preso la pozione rischierà di morire -
- Faina... Ma come pensi di convincerlo? -
- Non ti preoccupare, amico mio. Con lui basta insistere. Alla fine lo convinceremo a lasciarti prendere il suo posto per 'proteggere' la sua vita -
- Passerò da martire, ahahah!! -
L'idea era improntata, ma c'era da agganciare il futuro becco.
La fortuna arrise ai due la mattina dopo, quando lo scaltro Ligurio vide il buon Nicia entrare da Neri, lo speziale di borgo de'greci, suo caro amico; così si fiondò lesto appresso a lui, dicendo a Callimaco di seguirlo poco dopo in abito da medico.
- Messer Nicia, buongiorno, qual buon vento? -
- Oh, buongiorno boia messer Neri, cercavo qualcosa per alleviare il mal di testa -
- Pensate troppo, messere... Un salasso può bastare, che v'angustia? -
- Buon Neri, la mia età e l'erede che la mia giovane moglie tarda a donarmi -
- Ah, quello sì che è un grattacapo! ho semi di scutellaria adatti all'uopo, un bell'infuso e un decotto sulle tempie, vedrete... -
- Scusate se m'intrometto messeri, ma un rimedio migliore... - ruppe gli indugi Ligurio
Nicia si fece subito interessato e lo speziale, vispo, mangiò la foglia pronto a sostenere l'amico.
- Messer Nicia, chiedo venia ma ho origliato il vostro problema e si dà il caso che conosca una cura a base di un'erba speciale -
- Non mi menerete per il naso? -
- Giammai, pure Neri, sa di quale parlo -
Lo speziale annuì e rammentò la prima erba che gli venne in mente: la belladonna. Nel mentre entrò Callimaco chiedendo del succo di millepiedi e foglie di virginiana.
- Messer medico potrà confermare le proprietà della belladonna... - disse Ligurio
- Mi par d'intendere che parliate della pozione della fertilità, ma dovrete stare attenti... -
A quelle parole misteriose del medico, un silenzio gravido di timore calò nella stanza, poi Callimaco riprese
- La pozione è tanto efficace per la donna quanto mortale per l'uomo che per primo giace con lei -
- Ma, messer medico, mi state dicendo che rischia di morire chi gode con lei? Non posso mica mettere in pericolo la mia vita! -
Il medico annuì e Ligurio prese la parola
- Non siate sciocco. Non si tratta di voi. Troviamo un uomo qualunque che faccia da… come dire… vittima sacrificale. Ecco, uno sconosciuto! E così il problema è risolto -
- Ah, capisco. -rimase perplesso Nicia- ma non saprei… è una faccenda delicata -
- Ascoltate, messere, se davvero volete un erede, a volte bisogna essere… flessibili. Voi non correrete alcun rischio, ve lo prometto. Anche il medico annuisce. Anzi, ho in mente proprio la persona giusta che potrebbe aiutarci -
- Ma davvero pensate che questa belladonna funzioni? -
- Non temete, messere -risprese Callimaco- Funzionerà e, per evitare il pericolo, basterà trovare un uomo qualsiasi che possa giacere con vostra moglie dopo aver preso la pozione. Lui assorbirà il veleno e voi sarete al sicuro -
- Ecco, questo sì che mi sembra un buon piano! E mi sta già passando il mal di testa! Sarà solo da convincere la mia onestissima moglie -
Poche tempo dopo, nelle stanze illuminate dal sole delle ore più calde, il marito accennò esitante a Lucrezia della scoperta fatta; ella rimase dubbiosa ed angosciata dall'idea e chiese di parlare, per la purezza della propria anima, col proprio confessore. Callimaco, già sapendo, aveva prontamente scoperto chi fosse il fraticello e lo aveva istruito e ben questuato
- Padre Timoteo, mi sembra assurdo! Come posso accettare una cosa del genere? Andare con un uomo sconosciuto? È contro ogni morale! -
- Figlia mia, non devi preoccuparti. A volte Dio ci chiede sacrifici per un bene più grande. Il tuo compito è obbedire e dare un figlio a tuo marito -
- Ma io… io non me la sento; dopo, come potrei specchiarmi e non detestarmi? -
- Voi avete, quanto a coscienza, questa generalità che, dove è un bene certo ed un male incerto, non si debba mai lasciare quel bene per paura di quel male. Figliola, ti assicuro che non è peccato. Fa' ciò che tuo marito ti chiede e la tua anima sarà pulita -
La notte si stava ormai avvicinando, propizia per i piaceri che Callimaco stava accarezzando, proficua per l'erede a cui Nicia stava pensando. Solo Lucrezia era ancora dibattuta, ma le parole della madre Sostrata fugarono le ultime remore.
Intanto Ligurio si presentò al portone del palazzetto di Nicia con la pozione ed un forestiero; a suo dire.
- Allora, messere, è tutto pronto? - chiese ansioso il padrone di casa
- Sì, messere. Ora basta che voi saliate ai piani, prepariate Lucrezia e le facciate bere questa pozione -
- E voi siete sicuro che questo giovane forestiero non si tirerà indietro? -
- Sono pronto a fare il mio dovere, messere. Sarò io a sacrificarmi, per il bene della vostra famiglia! -
- Che Dio vi abbia in gloria, siete un uomo così generoso! Mi sento già sicuro di riuscire ad avere un erede -
Passarono pochi minuti e Callimaco, barbuto e raffazzonato da forestiero, venne invitato a salire dal marito ignaro. Ligurio non resistette e, strozzando le risa in gola, disse di doversi allontanare qualche tempo, ma promise che sarebbe tornato per portar via il ragazzotto; per poi abbandonarlo al suo destino fuori di porta romana.
Tutto stava per compiersi, il cuore del giovane rimbalzava impazzito sotto le costole mentre saliva i gradini di pietra serena quasi tremando, arreggendosi al corrimano di corda rossa. Nicia lo guardava riconoscente e pietoso vedendone non un amante prossimo a coronare un desiderio, ma un condannato al patibolo. Il finto straniero se ne accorse e calcò la sofferenza.
Al fine raggiunse ed aprì la porta della stanza di Lucrezia, il marito si allontanò per rispetto all'intimità che là dentro si sarebbe consumata.
La stanza era buia per volere della ragazza, solo una lama di luce penetrò nella camera appena fu aperta la porta, tanto bastò a Callimaco per capire dove fosse il letto da raggiungere e la cassapanca da evitare. Sentì il respiro di lei misto fra l'angoscia e la brama e ne fu eccitato. Si spogliò degli abiti velocemente e gettò i calzari non pensando che a lei.
Mille cose avrebbe voluto dirle, parole d'amore e frasi dolci da innamorato, ma gli si arenò tutto in gola, flebile gli uscì solo il nome e se potesse avvicinarsi; lei, di colpo sicura, disse di sì.
Il ragazzo si sedette sul letto e cercò il corpo di lei con una mano, sotto le lenzuola; Lucrezia si mosse docile nel piacere di quelle carezze, poi si sollevò seduta e, con le stoffe che scivolarono dal suo seno lasciandolo nudo, il profumo della propria pelle inebriò Callimaco.
Questi si protese verso di lei, bocca a bocca; esitò, sfiorando col battito nelle labbra le morbide e piene labbra di lei.
Lucrezia affondò una mano nei ricci di Callimaco e premette la sua testa verso di sé lasciando che la sua lingua la invadesse.
Il rapporto era iniziato e culminò in sospiri e grida di orgasmi come ancora quelle mura non avevano udito.
I cigolii delle assi del letto risuonavano giù dalle scale fin nel cortile, intervallati da piccoli momenti di silenzio ed urla di piacere.
Un dubbio iniziava a serpeggiare nella mente di Nicia, nel mentre entrò Ligurio che parlottava fra sé di come portare il
moribondo se non fosse stato in grado di camminare, il padrone di casa si sentì subito rincuorato ed offrì, all'uopo, il carretto ed il mulo che aveva.
La notte volgeva al suo termine e, nella stanza adesso illuminata da una candela, i due amanti abbracciati sul letto sfatto si stavano regalando delicatezze da innamorati, accarezzandosi e baciandosi fra parole e confessioni più o meno vere. Poi la luce dell'alba, rischiarando la camera, ricordava che doveva essere completato l'inganno e, prontamente, il forestiero inscenò rantoli e convulsioni che impaurirono tanto da fare urlare Lucrezia.
Tutto fu compiuto e, qualche giorno dopo, il "medico" fu chiamato da Ligurio, per conto di un'impaziente Nicia, al fine di verificare lo stato interessante.
Questi si presentò ben pulito e sbarbato, su invito del padrone di casa entrò nella camera di Lucrezia, finalmente potè essere sé stesso e si gettò in ginocchio di fronte all'amata, implorando perdono confessò. Lei gli posò la mano sul capo e poi l'aiutò ad alzarsi, poscia iniziò a baciarlo dicendo
- Dolce Callimaco, non posso negarlo… sono stata ingannata, ma alla fine mi sono resa conto che non è stata solo una menzogna. Forse il destino ha voluto così -
- Lucrezia, non potevo più vivere senza di te. Ed ora che ho trovato il modo di starti accanto, non me ne andrò, lo giuro -
- Oramai non posso più oppormi, amore. Resterai parte della mia vita e non sarà più solo mio marito a decidere -
Improvviso irruppe Nicia raggiante e, preso per mano il giovanotto, domandò
- Ah! ecco qui la mia bella moglie e il nostro caro medico! Confermate, messere, che tutto è andato come previsto ed è solo questione di mesi? -
- Messer Nicia, opinione mia è che potete ben credere che il lieto evento avverrà, vi chiedo solo il permesso di poter seguire madonna Lucrezia: è pur sempre una gestazione a rischio, capirete bene -
- Certo, certo, messere, potrete accedere alla casa all'ora che riterrete più opportuna; siete d'accordo Lucrezia amata? -
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