Neve rosso sangue 2
di
tilde
genere
saffico
Epilogo
Era mattina inoltrata quando Elena si riprese dallo strano sonno in cui era piombata.
Si stiracchiò, ad occhi chiusi, sollevandosi sul letto; i suoi capezzoli svettavano sotto la canotta di seta, morbido e lucido drappeggio sulle sue forme. I capelli lisci e neri arruffati le sfioravano le spalle, mentre si voltava di lato a cercare il volto di chi divideva quelle lenzuola con lei. La vide.
Lei le offriva la schiena, nuda, con un sottile tatuaggio che correva lungo tutta la spina dorsale; Elena ne seguì le raffinate geometrie risalendo lentamente con un dito fino a giungere al loto che lo coronava, poco sotto le spalle; delicata ne accarezzò i dettagli e ne baciò i petali, scostando le sue ciocche brune.
Solo allora si rese conto che si trattava di Camilla che, in un mugolio di piacere, si destò e voltò.
- Elena! risveglio più... -
- Sst! Non ricordo nulla, come ci sono finita qui? - interruppe con voce dolce massaggiandosi le tempie
- Ieri sera eri talmente stanca che sei crollata su di me ed ho pensato di ospitarti, Peter ti ha portata qui. È molto che sei sveglia? -
Camilla si stiracchiò mettendosi seduta sul letto, alzò le ginocchia ed il lenzuolo scivolò, impertinente, scoprendo una coscia fin quasi all'inguine. Elena non si trattenne dal guardare il corpo statuario che le stava accanto, sospirò e rispose
- Poco, giusto il tempo di guardare il tuo tatuaggio, è molto bello: purezza e rinascita -
- Oblio, come in greco; un amore che mi ha fatto male e che ho voluto dimenticare, il che non è molto diverso -
- Uomo o donna? - chiese con un velo d'ansia
- Perché questa domanda? -
- Se è stata una donna non avrò possibilità -
- Elena, così mi emozioni - con queste parole le accarezzò il volto
- Tu lo fai a me, non ricordo quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ho provato questo. Cami, dimmi che fu un uomo -
- Sì, anni fa, ma adesso è tutto finito -
Camilla si protese verso di lei e la spinse spalle sul materasso, il seno a sfiorare le braccia di Elena che sorrise, fissandola negli occhi; occhi innamorati, occhi che guardavano la bocca rosea dell'amante ed imploravano che la posasse sulla propria. Giocò ancora qualche istante con il desiderio dell'ispettrice in brevi tocchi di labbra e pelle, poi le accarezzò una guancia e la baciò, scendendo lentamente con le dita delicate dal collo al seno, più giù il ventre atletico e quell'area infame poco sopra il pube.
Elena ebbe un sussulto con un leggero mugolio, quando Camilla raggiunse i peletti neri ed il tocco sfiorò la piccola perla più intima. Scivolò sotto di lei ed aprì le ginocchia, accogliendo la nudità dell'amata fra le proprie gambe.
--- ed ora la soluzione ---
In realtà dovrebbe essere un delitto perfetto.
In ogni caso, è avvenuto questo:
L'assassino è Klaus Baumgartner,
Ha le prove della frode architettata da Carlo, ma ha anche scoperto di esserne il beneficiario, quindi ha interesse a togliere di mezzo l'avvocato a cui aveva dato mandato; in oltre avrebbe potuto fare ricadere la colpa sia su Carlo Manetti, con il mozzicone, che sul suo tirapiedi Peter Senfter, che ha la forza per trascinarlo, liberandosi così di due scomode figure.
L'arma è il bastone,
È un attore e recita la parte del claudicante alla perfezione.
Come dicono le spie: nascondersi in bella vista.
Il luogo è la camera di Heinz Ladstätter,
Aveva calzoni e scarpe slacciate, in oltre Camilla Russo conferma di essere stata in stanza con lui fino a poco prima della presentazione. Magari per un piccolo regalo d'addio.
Il ruolo di Camilla
Lei è l'artefice di tutto e niente la collega all'omicidio. Con le sue arti tiene i fili di tutti, lo sguardo d'intesa con Peter e le parole di Carlo allo stesso Senfter lo confermano.
Confessa di essere stanca di Carlo e di aver partecipato ai raggiri.
Conosce Klaus per l'ambiente pubblicitario e lo ha convinto a firmare carte che lo legano all'affare.
Odia Heinz ed è già tutto stabilito, ma, di fronte all'amore dichiarato dall'avvocato nell'ultimo incontro, gli regala una via di fuga.
Era mattina inoltrata quando Elena si riprese dallo strano sonno in cui era piombata.
Si stiracchiò, ad occhi chiusi, sollevandosi sul letto; i suoi capezzoli svettavano sotto la canotta di seta, morbido e lucido drappeggio sulle sue forme. I capelli lisci e neri arruffati le sfioravano le spalle, mentre si voltava di lato a cercare il volto di chi divideva quelle lenzuola con lei. La vide.
Lei le offriva la schiena, nuda, con un sottile tatuaggio che correva lungo tutta la spina dorsale; Elena ne seguì le raffinate geometrie risalendo lentamente con un dito fino a giungere al loto che lo coronava, poco sotto le spalle; delicata ne accarezzò i dettagli e ne baciò i petali, scostando le sue ciocche brune.
Solo allora si rese conto che si trattava di Camilla che, in un mugolio di piacere, si destò e voltò.
- Elena! risveglio più... -
- Sst! Non ricordo nulla, come ci sono finita qui? - interruppe con voce dolce massaggiandosi le tempie
- Ieri sera eri talmente stanca che sei crollata su di me ed ho pensato di ospitarti, Peter ti ha portata qui. È molto che sei sveglia? -
Camilla si stiracchiò mettendosi seduta sul letto, alzò le ginocchia ed il lenzuolo scivolò, impertinente, scoprendo una coscia fin quasi all'inguine. Elena non si trattenne dal guardare il corpo statuario che le stava accanto, sospirò e rispose
- Poco, giusto il tempo di guardare il tuo tatuaggio, è molto bello: purezza e rinascita -
- Oblio, come in greco; un amore che mi ha fatto male e che ho voluto dimenticare, il che non è molto diverso -
- Uomo o donna? - chiese con un velo d'ansia
- Perché questa domanda? -
- Se è stata una donna non avrò possibilità -
- Elena, così mi emozioni - con queste parole le accarezzò il volto
- Tu lo fai a me, non ricordo quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ho provato questo. Cami, dimmi che fu un uomo -
- Sì, anni fa, ma adesso è tutto finito -
Camilla si protese verso di lei e la spinse spalle sul materasso, il seno a sfiorare le braccia di Elena che sorrise, fissandola negli occhi; occhi innamorati, occhi che guardavano la bocca rosea dell'amante ed imploravano che la posasse sulla propria. Giocò ancora qualche istante con il desiderio dell'ispettrice in brevi tocchi di labbra e pelle, poi le accarezzò una guancia e la baciò, scendendo lentamente con le dita delicate dal collo al seno, più giù il ventre atletico e quell'area infame poco sopra il pube.
Elena ebbe un sussulto con un leggero mugolio, quando Camilla raggiunse i peletti neri ed il tocco sfiorò la piccola perla più intima. Scivolò sotto di lei ed aprì le ginocchia, accogliendo la nudità dell'amata fra le proprie gambe.
--- ed ora la soluzione ---
In realtà dovrebbe essere un delitto perfetto.
In ogni caso, è avvenuto questo:
L'assassino è Klaus Baumgartner,
Ha le prove della frode architettata da Carlo, ma ha anche scoperto di esserne il beneficiario, quindi ha interesse a togliere di mezzo l'avvocato a cui aveva dato mandato; in oltre avrebbe potuto fare ricadere la colpa sia su Carlo Manetti, con il mozzicone, che sul suo tirapiedi Peter Senfter, che ha la forza per trascinarlo, liberandosi così di due scomode figure.
L'arma è il bastone,
È un attore e recita la parte del claudicante alla perfezione.
Come dicono le spie: nascondersi in bella vista.
Il luogo è la camera di Heinz Ladstätter,
Aveva calzoni e scarpe slacciate, in oltre Camilla Russo conferma di essere stata in stanza con lui fino a poco prima della presentazione. Magari per un piccolo regalo d'addio.
Il ruolo di Camilla
Lei è l'artefice di tutto e niente la collega all'omicidio. Con le sue arti tiene i fili di tutti, lo sguardo d'intesa con Peter e le parole di Carlo allo stesso Senfter lo confermano.
Confessa di essere stanca di Carlo e di aver partecipato ai raggiri.
Conosce Klaus per l'ambiente pubblicitario e lo ha convinto a firmare carte che lo legano all'affare.
Odia Heinz ed è già tutto stabilito, ma, di fronte all'amore dichiarato dall'avvocato nell'ultimo incontro, gli regala una via di fuga.
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