Beatrice cambia scuola

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Ciao sono Beatrice, insegno matematica in un istituto statale per geometri, lo scorso anno ho fatto anche da tutor a tre studenti di una scuola privata che hanno sostenuto e superato la maturità, dopo aver ricevuti i risultati mi sono arrivate a casa tre dozzine di rose rosse, adoro quei ragazzi, mi hanno proposto un trasferimento in una scuola superiore, un liceo, a Brescia, non disdegno i cambiamenti e poi sono stata contenta di cambiare “orizzonte” il fatto che a Milano fossi in affitto e il proprietario aveva già ventilato un possibile aumento mi aveva aiutato a decidere.
L’esperienza dello scorso anno (vedi gli studenti di Beatrice) mi hanno portato a rivalutarmi, i miei ormai 34 anni non mi precludevano, come dimostrato, alcun tipo di rapporto, ero in grado di competere con ragazze più giovani grazie al mio aspetto, cambiai però qualcosa, usai trucchi più giovanili e svecchiai anche il mio guardaroba, iniziai a fare spesso la treccia che, unica e lunga grazie ai miei capelli biondi mi ringiovaniva senz’altro e poi mi arrivava quasi alla fine della schiena.
L’esperienza precedente mi aveva anche reso più disinibita e la voglia di un rapporto fisso e regolare come quello che avevo avuto con il mio ex mi era passata, cominciai a cercare una casa che era la prima cosa importante, dovetti spostarmi leggermente fuori Brescia per trovare qualcosa che facesse al caso mio, un piccolo loft nella zona di Castegnato già arredato ed anche bene oltre che un po’ strano, solo cinquanta metri al piano terra e venti di soppalco con la camera da letto, il proprietario richiedeva 600 euro al mese e la cosa avrebbe intaccato non poco il mio stipendio, avrei dovuto trovare qualche supplenza o qualche ripetizione da fare in più ma il lavoro non mi ha mai spaventato; ho detto un po’ strano il mio appartamento perché : primo il letto era rotondo, poi nel soggiorno, tra il camino ed i divani c’era una vasca ad idromassaggio incassata a livello i, devo dire che mi immaginai subito d’inverno nella vasca con il camino acceso ed una coperta soffice e pelosa sul divano che mi aspettava dopo il bagno, che goduria sarebbe stato, inoltre i colori dominanti erano il nero e l’argento, molto cool.
A scuola tutto bene, venni accolta bene dal preside e dai colleghi, i ragazzi, che erano del primo e secondo anno, quindi quattordici/quindici anni non destavano in me alcuna preoccupazione, i problemi nacquero quando dopo i primi mesi mi trovai in rosso sul conto, quello che guadagnavo non bastava a coprire tutti i miei costi, avevo anche la macchina che a Milano non usavo che era un costo in più, navigavo su internet per cercare idee e qualche spunto ma nulla di valido, cercavo anche posti a Brescia economici che mi potessero consentire qualche uscita serale, e trovai un locale che mi intrigò, avevo proprio bisogno di qualcosa che mi desse una scossa, un club privè a Brescia città, un sabato sera decisi di andarci, secondo le indicazioni il dress code prevedeva per le donne abbigliamento sexy ed elegante, scelsi un miniabito in maglia di lamè allacciato dietro al collo che mi lasciava la schiena nuda e aveva anche due spacchi laterali, con un perizoma sempre dorato e dei sandali tipo schiava dello stesso colore mi guardai allo specchio e quello che vidi mi piacque parecchio, però era inverno, allora avevo preso per l’Halloween dell’anno prima un mantello nero lungo con cappuccio con l’interno rosso e misi quello, posso dire che trovai un locale elegante e discreto, con persone educate e non insistenti e fu una serata divertente e trasgressiva, accettai anche le avances di una coppia e andammo in una stanza privata, fu tutto molto soft, durante la serata conobbi la proprietaria che, scambiando quattro chiacchere, mi disse che pensava io fossi una escort andata lì con qualcuno, quella cosa, a fine serata, quando tornai nel mio appartamento, mi dette da pensare e, chiaramente, andai al computer, santo internet.
Digitando “escort” trovai vari siti sull’argomento, anche diversi con le foto, i servizi, i prezzi, insomma fui talmente presa che si fece mattina prima che decidessi di andare a dormire.
Analizzando la cosa mi resi conto che con quei prezzi mi sarebbe bastato lavorare due o tre giorni al mese per mettere a posto il mio bilancio, oltre tutto la cosa mi stuzzicava, avevo letto dei servizi, del discorso incall ed outcall e decisi che io avrei solo ricevuto, avrei potuto scegliere con chi andare anche perché con il lavoro che facevo non potevo permettermi si spargesse la voce, vidi anche che molte ragazze oscuravano il viso e la cosa mi tranquillizzò, avrei solo dovuto essere un po’ come dire, più disinibita e mi sarei anche dovuta organizzare con articoli che sarebbero serviti per il “lavoro” ma non avevo ancora preso una decisione definitiva, la presi il sabato successivo quando il padrone di casa si presentò alla mia porta dicendo che non aveva ancora ricevuto il bonifico dell’affitto, raccontai di un problema con il pagamento dello stipendio ma non era scemo, sapeva che noi statali prendiamo poco ma con precisione, allor si fece un po’ insistente dicendo che mi dava solo la settimana per risolvere il problema, di solito era un uomo simpatico, sulla sessantina, ma in quel momento mi risultò odioso, comunque servì a prendere la mia decisione.
Un pomeriggio della settimana andai a Milano da un amica che faceva la fotografa e le dissi cosa volevo, non si scandalizzò, anzi mi disse che anche lei , in passato, per sbarcare il lunario aveva dovuto, come dire “prestarsi” ad uno scambio di favori e m augurò buona fortuna.
Avute le foto, opportunamente mascherate mi iscrissi ad un sito di quelli che avevo visto, dopo tre giorni mi confermarono l’iscrizione e fui online, avevo, chiaramente, comprato un altro telefonino con un novo numero che avrei usato solo per quel lavoro, però arrivò il sabato e vidi il padrone di casa entrare nel mio cortiletto, velocemente tolsi il reggiseno, feci un nodo alla canottiera mostrando la pancia e misi una microgonna che a malapena copriva le mie mutandine, quando suonò il campanello andai ad aprire, lo accolsi con un sorriso e gli offrii un caffè facendolo sedere sul divano, presi tempo e mi mossi in modo che vedesse le mie mutandine mentre mi occupavo del caffè, poi gli dissi che non ero ancora riuscita a risolvere che però se mi avesse dato un po’ di tempo avrei senz’altro sistemato la cosa, lo dosso mentre beveva il caffè seduta al suo fianco sul divano con una mano, casualmente, sulla sua coscia, appoggiò la tazzina sul tavolino di fianco e poi
- Certo, potrei darle del tempo, potremmo metterci d’accordo
Così dicendo prese la mia mano e dalla coscia al spostò sulla cerniera dei pantaloni
- Si, possiamo metterci d’accordo
Gli tirai giù la cerniera ed infilai la mano nell’apertura, ne estrassi il suo cazze che cominciava a diventare un po’ più rigido, notai che anche flaccido era comunque degno di rispetto, liberai i miei seni dalla canottiera e le sue mani se ne impadronirono iniziando a stropicciarli, intanto, tra le mie labbra il suo uccello cresceva e si induriva aiutato anche dalla mia lingua, che lo percorreva per tutta la sua lunghezza, ad un certo punto si sollevò dal divano e tenendomi così chinata mi andò dietro, sentii la sua mano tra le mie cosce e poi la punta della sua cappella premere per entrare nella mia fighetta, lo fece con un movimento fluido e vi rimase fermo per un attimo, poi, cominciò a muoversi con un vigore che non mi sarei mai aspettata da un sessantenne, i cuoi colpi erano lenti, lunghi e profondi all’inizio, poi prese il ritmo aiutato anche dai miei umori che avevano lubrificato la mia vagina, le sue mani sulle mie chiappe e disse
- Faccio il macellaio ma questa è carne di qualità
Continuò a spingere sempre più velocemente provocandomi un orgasmo, quando finalmente venne inondò la mia schiena, poi si sedette sul divano a gambe larghe ed io gli appoggiai la testa in grembo, respiravamo forte ed una sua mano indugiava sui miei seni, la mia faccia appoggiata sul suo cazzo mentre con una mano gli accarezzavo lo scroto
- Sai penso che potremmo trovare un accordo definitivo
- Del tipo?
- Del tipo che io, una volta la settimana ti vengo a trovare e ti dimezzo l’affitto
- Una volta ogni 15 giorni
- D’accordo ma ti faccio anche il culo
- Va bene
E lo fece quella stessa mattina, il suo bastone nel mio culetto mi fece godere come una matta, quello che si era profilato come una necessità scomoda si era rivelata una piacevolissima sorpresa.
Ci mettemmo d’accordo che sarebbe passato la domenica mattina invece di andare a messa, ogni due settimane, era il mio primo guadagno extra.
Per qualche giorno non successe nulla, poi il primo sms, una presentazione e primo approccio, telefonai e parlai con quell’uomo chiedendogli anche cosa si aspettasse da me, mi rispose in maniera appropriata seguendo quelle che erano state le mie indicazioni nella mia presentazione sul sito dove avevo anche elencato i servizi offerti, compresi nel prezzo ed esclusi ma a pagamento, le mie tariffe erano 150 euro l’ora e 1500 per la notte intera, i miei servizi compresi : sesso in diverse posizioni, pompino coperto, pompino scoperto, body massage, massaggio prostatico, doccia insieme, giochi di ruolo, sculacciate dare e ricevere, pioggia dorata dare, sesso anale con supplemento, uso strap-on, posizione 69, eiaculazione sul corpo, sul viso ed in bocca, l’ultima con supplemento.
Fissai l’appuntamento e mi preparai con cura, quando aprii la porta per farlo entrare mi trovai un uomo sui cinquanta, corporatura normale, elegante, l’auto parcheggiata nel mio cortiletto era un’Audi, in mano una rosa rossa ed una busta che mi diede baciandomi sulla guancia, io lo accolsi in neglige bianco con solo i mini slip sotto, mi disse di essere contento che le foto sul sito corrispondessero alla realtà e che non sempre era così, gli offrii un caffè girandogli intorno in modo che potesse apprezzare quello che vedeva e parlammo per una quindicina di minuti in odo da entrare in una qualche confidenza, io, chiaramente, non mi facevo chiamare con il mio vero nome, ne usavo un altro, per il lavoro ero Katya, lo spogliai e la prima cosa che notai fu il problema di cui mi aveva parlato, era grosso, almeno 25 cm e con un diametro di almeno 6, sarebbe stato impegnativo, andammo di sopra e lui fece una doccia, poi mi raggiunse sul letto dove cominciai a baciarlo in varie parti del corpo fino ad arrivare al suo uccellone, averla in mano e poi in bocca era una bella sensazione ed aveva anche un buon sapore sulla lingua, però non riuscivo ad imboccarlo completamente, quando vidi quell’obelisco svettante verso l’alto, rigido che aspettava solo me, sperai di averlo ben lubrificato perché mi ci calai sopra lentamente, con attenzione e godendomi ogni secondo, fu una cavalcata memorabile, lui era estremamente calmo e le sue mani percorrevano il mio corpo mentre mi scopava, per fortuna i preservativi li aveva portati lui, non ne avevo di quelle dimensioni era anche particolarmente resistente perché mi pompò per almeno venti minuti prima di riempire il serbatoio del preservativo, sdraiati sul letto parlammo ancora per un po’, intanto lo accarezzavo e con la lingua gli ripulivo il pene, poi mi disse che la moglie non voleva dargli il culetto che per lui sarebbe stato il massimo, mi alzai dal letto prendendo da un armadietto una serie di plug in di diversa misura e del lubrificante anale. Gli dissi cosa volevo che facesse e, seguendo le mie istruzioni preparò il mio culetto, i plug in venivano lubrificati ed usati avanti e indietro, ci volle più di un’ora perché arrivasse alla misura più grande, e mi preparai, appoggiai la schiena al materasso mettendoci sotto un cuscino ed allargai le gambe tenendole un po’ indietro, lui si mise di fronte a me, appoggiò il suo uccello all’ingresso del mio culetto e cominciò a spingere, probabilmente, quando ti squartano è quella la sensazione, cercavo di allargarmi più che potevo, lui entrava un centimetro per volta aspettando che io mi abituassi all’ospite, quando fu dentro, valutai, per un terzo, cominciò, lentamente e con attenzione a muoversi era doloroso ma dopo una decina di minuti il piacere cominciò a montare, il movimento di quella sbarra d’acciaio dentro di me più fluido e più rapido, ebbi almeno un paio di orgasmi mentre mi inculava così, un terzo quando uscì da me e mi riempì la pancia di sborra, ansimanti ci lasciammo andare tutti e due su letto, ci volle un quarto d’ora prima che ci alzassimo, andammo a fare la doccia insieme e mi scopò ancora, velocemente, in piedi sotto la doccia, sentivo le piastrelline del mosaico di Bisazza grattarmi la schiena, erano passate 4 ore, mi salutò con un bacio sulla guancia e mi lasciai andare sfinita sul divano, presi la busta che mi aveva portato e che avevo infilato tra i cuscini e contai i 700 euro che conteneva, per essere la prima volta non era andata male, mi addormentai sul divano con un cuscino sulla pancia nuda ed un sorriso in faccia.
scritto il
2024-10-31
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