Miriam universitaria: miss pompino
di
Amico segreto
genere
confessioni
Miriam universitaria: miss pompino.
Continuo di Miriam universitaria: miss culetto
Mi chiamo Miriam, non ho mai raccontato a nessuno quello che vi confesserò in questa specie di diario, delle mie esperienze e delle mie emozioni, partendo dai miei 21 anni.
Dopo il trasferimento nella casa di Daniele, con Gelo e Giusy si instaurò un rapporto di amicizia e complicità, le serate affitto erano simpatiche, strip poker, verità o penitenza, fino a che un giorno Gelo ci confessò che per avere voluto uno sconto extra, aveva scopato con Daniele, dicendoci letteralmente:
“ragazze mi ha dato una ripassata da urlo, il giorno dopo camminavo a gambe larghe e mi sedevo con difficoltà, è stato una macchina da sesso” “con i nostri coetanei spesso mi tocca fingere di godere, io sono piuttosto lenta a carburare, se non ricordo male con lui ho avuto tre orgasmi, uno di fila all’altro”.
Non eravamo scandalizzate, ma Gelo era la più riservata delle tre, mi sarei aspettata la procace Giusy che appena stava venti, trenta giorni senza ragazzo, confessava: “ho una voglia di cazzo, che mi farei scopare anche dal Moretti” (il Moretti era lo sfigato dell’università di Architettura, il classico fica repellente).
Io a quel tempo ero single e non avevo mai avuto rapporti con amiche così aperti e franchi, e tutti questi discorsi mi mandavano un po’ su di giri, ma la botta e via non mi è mai piaciuta.
Fatto sta che Daniele ci chiese se ce la sentivamo di fare miss pompino, Gelo e Giusy aspettavano la mia risposta, ero rimasta un po’ titubante, una cosa sono giochini innocenti un altra fare un pompino al padrone di casa.
Giusy mi convinse dicendo: “Io, Gelo e l’arpia (la loro precedente inquilina prima di me) lo abbiamo già fatto e la miss pompino in carica sono io, se non te la senti giochiamo solo noi due, ma non hai nemmeno il ragazzo, fare la santa non paga (era una sua massima, poi è diventata anche la mia).
Credo che gli dissi si e no tre o quattro volte, ma dopo un furioso ditalino in doccia gli dissi definitamente si.
La prossima serata affitto per 200€ di sconto (credevo perchè poi diventarono €300) avrei leccato e ciucciato il pisello del nostro padrone di casa, insieme a due mie amiche, e soprattutto davanti a loro.
In quei giorni ero in stato di eccitazione perenne, sotto sotto mi resi conto che mi eccitava tanto l’idea di avere una ricompensa economica, come mi sempre eccitato czech street o money talk, dei video su internet dove nel primo a Praga un uomo si compra delle prestazioni sessuali, e nel secondo una trasmissione USA dove i passanti giocano sessualmente sotto pagamento di una ricompensa.
Scoprire che fare la puttanella all’università, lontano da occhi indiscreti della famiglia o dei conoscenti, mi piaceva e mi eccitava tantissimo, fu abbastanza sconvolgente, una parte di me che oggi ho imparato a controllare ed a gestire.
La serata affitto miss pompino fu sicuramente la più audace dei due anni e mezzo di permanenza in quella casa.
Per la cronaca arrivai terza, vinse ancora una volta Giusy, con i suoi labbroni, usava pochissimo le mani e quando lo faceva non impugnava il cazzo, ma faceva una sorta di vassoio per i testicoli, mettendoci più passione di tutte noi.
Gelo aveva la lingua più lunga di noi tre, ma la sua tecnica era meno passionale, avrei detto di essere la seconda in bravura, invece miss pompino arrivai miseramente ultima.
Mentre eravamo tutte intorno al cazzo di Daniele, in tavola avevamo i flute e un ferrari, lo spumante preferito e offerto dal padrone di casa ogni serata affitto, ancora da aprire.
Mentre ci alternavamo a succhiare, la mente porca di Giusy escogitò: “L’ultima ingoia” e Daniele rincarò la dose: “Chi si prende il seme in bocca, lo sputa in un flute e poi vi do la classifica e facciamo il brindisi”.
Daniele ci dava il cambio, sempre più veloce, era chiaramente in difficoltà, si voleva godere fino all’ultimo le nostre lingue, ma l’orgasmo lo pressava da svariati minuti.
Fosse stato il mio ex avrebbe durato un decimo, poi Giusy con sguardo famelico, voleva vincere, voleva farlo godere nella sua bocca, sembrava quei campioni di sport che non accettano nemmeno il secondo posto, conoscono solo la vittoria.
Rimasi impressionata dall’urlo sofferto e profondo del nostro padrone di casa, che seppi poi praticava tantra, quindi sapeva gestirsi molto bene, un orgasmo che durò più di un minuto, Giusy a mungere e lui a venire.
Rimasi sconvolta anche della quantità, quando Giusy la sputò nel flute, erano almeno due dita di sperma, mi sarei aspettata poche gocce, invece sembrava una goduta da film porno, pensavo a Gelo che avrebbe dovuto brindare con lo spumante allo sperma.
Quando dette la classifica, le mie due compagne iniziarono a ridere perchè la schifezza l’avrei dovuta buttare giù io, non era la primissima volta, il sapore lo conoscevo, ma solitamente nei pompini o lo facevo venire con le mani o se gli concedevo la bocca, sputavo tutto.
La fica mi spruzzava liquidi, in quel momento l’avrei data a chiunque, non vedevo l’ora di andarmi a masturbare in camera o in bagno dotto la doccia.
Infatti dopo il brindisi porco, le mie due amiche mi avrebbero presero per il culo, per giorni, ma che dico, per mesi.
A serata finita, mi feci una doccia, iniziando a spruzzarmi immediatamente tra le gambe, una suonatina di chitarra sul clitoride è l’orgasmo represso tutta la sera esplose in pochi secondi.
Da quando vivevo li, ero diventata sicuramente molto più calda, più sicura di me stessa, più appagata, più solare, forse anche un po’ più porcellina, ma tutti i compagni che poi ho avuto, non si mai lamentati del questo mio nuovo lato, anzi, credo come donna sono riuscita a fare un paio di livelli in una ipotetica scala di attrazione.
L’università mi ha dato la formazione per poter affrontare il lavoro, Daniele e le mie due amiche, quella per poter affrontare la vita di coppia, anzi così risulta riduttivo, direi proprio la vita in generale.
Continuo di Miriam universitaria: miss culetto
Mi chiamo Miriam, non ho mai raccontato a nessuno quello che vi confesserò in questa specie di diario, delle mie esperienze e delle mie emozioni, partendo dai miei 21 anni.
Dopo il trasferimento nella casa di Daniele, con Gelo e Giusy si instaurò un rapporto di amicizia e complicità, le serate affitto erano simpatiche, strip poker, verità o penitenza, fino a che un giorno Gelo ci confessò che per avere voluto uno sconto extra, aveva scopato con Daniele, dicendoci letteralmente:
“ragazze mi ha dato una ripassata da urlo, il giorno dopo camminavo a gambe larghe e mi sedevo con difficoltà, è stato una macchina da sesso” “con i nostri coetanei spesso mi tocca fingere di godere, io sono piuttosto lenta a carburare, se non ricordo male con lui ho avuto tre orgasmi, uno di fila all’altro”.
Non eravamo scandalizzate, ma Gelo era la più riservata delle tre, mi sarei aspettata la procace Giusy che appena stava venti, trenta giorni senza ragazzo, confessava: “ho una voglia di cazzo, che mi farei scopare anche dal Moretti” (il Moretti era lo sfigato dell’università di Architettura, il classico fica repellente).
Io a quel tempo ero single e non avevo mai avuto rapporti con amiche così aperti e franchi, e tutti questi discorsi mi mandavano un po’ su di giri, ma la botta e via non mi è mai piaciuta.
Fatto sta che Daniele ci chiese se ce la sentivamo di fare miss pompino, Gelo e Giusy aspettavano la mia risposta, ero rimasta un po’ titubante, una cosa sono giochini innocenti un altra fare un pompino al padrone di casa.
Giusy mi convinse dicendo: “Io, Gelo e l’arpia (la loro precedente inquilina prima di me) lo abbiamo già fatto e la miss pompino in carica sono io, se non te la senti giochiamo solo noi due, ma non hai nemmeno il ragazzo, fare la santa non paga (era una sua massima, poi è diventata anche la mia).
Credo che gli dissi si e no tre o quattro volte, ma dopo un furioso ditalino in doccia gli dissi definitamente si.
La prossima serata affitto per 200€ di sconto (credevo perchè poi diventarono €300) avrei leccato e ciucciato il pisello del nostro padrone di casa, insieme a due mie amiche, e soprattutto davanti a loro.
In quei giorni ero in stato di eccitazione perenne, sotto sotto mi resi conto che mi eccitava tanto l’idea di avere una ricompensa economica, come mi sempre eccitato czech street o money talk, dei video su internet dove nel primo a Praga un uomo si compra delle prestazioni sessuali, e nel secondo una trasmissione USA dove i passanti giocano sessualmente sotto pagamento di una ricompensa.
Scoprire che fare la puttanella all’università, lontano da occhi indiscreti della famiglia o dei conoscenti, mi piaceva e mi eccitava tantissimo, fu abbastanza sconvolgente, una parte di me che oggi ho imparato a controllare ed a gestire.
La serata affitto miss pompino fu sicuramente la più audace dei due anni e mezzo di permanenza in quella casa.
Per la cronaca arrivai terza, vinse ancora una volta Giusy, con i suoi labbroni, usava pochissimo le mani e quando lo faceva non impugnava il cazzo, ma faceva una sorta di vassoio per i testicoli, mettendoci più passione di tutte noi.
Gelo aveva la lingua più lunga di noi tre, ma la sua tecnica era meno passionale, avrei detto di essere la seconda in bravura, invece miss pompino arrivai miseramente ultima.
Mentre eravamo tutte intorno al cazzo di Daniele, in tavola avevamo i flute e un ferrari, lo spumante preferito e offerto dal padrone di casa ogni serata affitto, ancora da aprire.
Mentre ci alternavamo a succhiare, la mente porca di Giusy escogitò: “L’ultima ingoia” e Daniele rincarò la dose: “Chi si prende il seme in bocca, lo sputa in un flute e poi vi do la classifica e facciamo il brindisi”.
Daniele ci dava il cambio, sempre più veloce, era chiaramente in difficoltà, si voleva godere fino all’ultimo le nostre lingue, ma l’orgasmo lo pressava da svariati minuti.
Fosse stato il mio ex avrebbe durato un decimo, poi Giusy con sguardo famelico, voleva vincere, voleva farlo godere nella sua bocca, sembrava quei campioni di sport che non accettano nemmeno il secondo posto, conoscono solo la vittoria.
Rimasi impressionata dall’urlo sofferto e profondo del nostro padrone di casa, che seppi poi praticava tantra, quindi sapeva gestirsi molto bene, un orgasmo che durò più di un minuto, Giusy a mungere e lui a venire.
Rimasi sconvolta anche della quantità, quando Giusy la sputò nel flute, erano almeno due dita di sperma, mi sarei aspettata poche gocce, invece sembrava una goduta da film porno, pensavo a Gelo che avrebbe dovuto brindare con lo spumante allo sperma.
Quando dette la classifica, le mie due compagne iniziarono a ridere perchè la schifezza l’avrei dovuta buttare giù io, non era la primissima volta, il sapore lo conoscevo, ma solitamente nei pompini o lo facevo venire con le mani o se gli concedevo la bocca, sputavo tutto.
La fica mi spruzzava liquidi, in quel momento l’avrei data a chiunque, non vedevo l’ora di andarmi a masturbare in camera o in bagno dotto la doccia.
Infatti dopo il brindisi porco, le mie due amiche mi avrebbero presero per il culo, per giorni, ma che dico, per mesi.
A serata finita, mi feci una doccia, iniziando a spruzzarmi immediatamente tra le gambe, una suonatina di chitarra sul clitoride è l’orgasmo represso tutta la sera esplose in pochi secondi.
Da quando vivevo li, ero diventata sicuramente molto più calda, più sicura di me stessa, più appagata, più solare, forse anche un po’ più porcellina, ma tutti i compagni che poi ho avuto, non si mai lamentati del questo mio nuovo lato, anzi, credo come donna sono riuscita a fare un paio di livelli in una ipotetica scala di attrazione.
L’università mi ha dato la formazione per poter affrontare il lavoro, Daniele e le mie due amiche, quella per poter affrontare la vita di coppia, anzi così risulta riduttivo, direi proprio la vita in generale.
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