24 ore.....per una crociera ai caraibi-cap. 3 le prime due ore

di
genere
etero

Per commenti e suggerimenti: amicosegreto@tutanota.com
Mi presento mi chiamo Monica ho 34 anni convivo con il mio compagno Luca, per alcuni anni ho fatto la hostess nelle fiere, adesso sono impiegata in un’azienda nel mondo delle energie rinnovabili.
Dopo l’esperienza in videochiamata arrivarono le prime due ore dal vivo.
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E arrivammo al primo lunedì, al lavoro presi tutto il pomeriggio libero, ma sarei stata di Matteo dalle 15:00 alle 17:00, le prime due ore delle 24 concordate.
Aveva pensato a tutto, avevo a mia disposizione la sua camera in hotel, mi ero portata il cambio da lui scelto la sera prima, mi fece trovare le istruzioni, gli asciugamani puliti e profumati, un clistere, la vasellina ed un plug, sarei scesa da lui in una sala prenotata dalla sua azienda bella pronta.
Prepararmi per essere usata la prima volta fu sconvolgente, nemmeno quando persi la verginità ero così..... come dire, presa, così diverso, farsi bella e entrare nel ruolo dell’amante porca, mai recitato fino adesso nella mia vita.
Era così umiliante camminare con quel coso nel culo, ma la mia fica era così affamata, quasi gelosa, che Matteo prestasse troppe attenzioni al buco meno nobile.
Il primo giorno godetti tantissimo, anche a livello fisico ma soprattutto a livello celebrare, la preparazione, l’essere consapevolmente a disposizione di un’uomo quasi sconosciuto, maturo, fisicamente enorme, così diverso dal mio compagno, così sicuro, così porco.
Scendere preparata, unta e piena, dover essere normale fuori, parlare con persone, la prima fu un’esperienza che ricordo vivamente ancora oggi, forse la più eccitante di tutte, il primo grosso scalino verso la mia depravazione.
Non era la primissima volta che facevo sesso anale, ma fu come essere la prima volta che facevo sesso vero, a differenza dei rapporti con i ragazzi qui ero a sua disposizione, ero questo obbligo seppur scelto intenzionalmente da me, che mi mandava fuori di testa.
Il plug portato una buona mezz’ora non mi fece sentire nessun dolore, nonostante le dimensioni del suo pene fossero proporzionate alla struttura fisica, quindi medio grandi.
Mentre venivo sodomizzata, pregavo che mi toccasse la clito, sentivo l’orgasmo in sospeso, che mi sarebbe bastato poco, stavo quasi decidendo di farlo io, che come leggendomi nel pensiero mi chiese di allargarmi le chiappe, di rendermi tutta aperta e disponibile, quasi riuscissi a farlo più di quanto ero già.
Mi stava inculando e scopando al tempo stesso, con il cazzo la prima, e la testa con le parole la seconda: “Ma guarda guarda che voglia di godere ha la nostra porcellina, te lo dicevo che ti si leggeva in faccia, che ti mancava, ci devo parlare con questo Luca, non si lascia le donne con questa voglia, poi ti ritrovi un paio di corna”.
Matteo: “Ti è piaciuto farti vedere la fica da Armando?”
Io: ”sei un porco”
Matteo: ”Vedrai quanto......... adesso dimostrami quanto sei porca te, chiama Luca mentre ti faccio godere”
A quella richiesta sono come andata in tilt, solo l’idea di fare una porcata del genere al mio ragazzo, ho iniziato a tremare tutta ed ho avuto l’orgasmo più intenso della mia vita.
Almeno fino a quel giorno.
Avevo il cuore che andava all’impazzata, se non mi avesse retto lui sarei stramazzata al suolo nonostante avessi tutto il busto poggiato su uno scrittoio, con davanti a me uno specchio che ci permetteva di guardarci negli occhi.
Mi ha lasciato riprendere fiato, ma la sua erezione stava li a ricordarmi che non era finita, anzi.
“Te la senti ora di chiamare il tuo ragazzo?” pensai veloce che meglio di adesso non mi sarebbe ricapitato, prima ero così eccitata che si sarebbe capito alla prima frase.
Facendo si con la testa presi gli auricolari, mentre lui mi rimpiazzava piegata a novanta sullo scrittoio, inginocchiandosi dietro inizio a leccarmi la fica, giocava pesante.
Parlai per qualche minuto con Luca, il tempo di sentire Matteo che mi puntava nuovamente la cappella sull’ano, penetrandolo senza difficoltà, emisi una sorta di urlo silenzioso, fu tremendamente eccitante dover mascherare il battito accelerato e il piacere che montava.
Chiesi a cenni se potevo chiudere la telefonata, acconsentì, non passò molto che sentii il ritmo aumentare, la cappella gonfiarsi e pulsare in profondità nelle mie viscere, e cinque grossi schizzi accompagnati da un urlo quasi di sofferenza da parte sua.
Me lo lasciò ammosciare dentro, mi venne da sorridere, io lo prendevo nel culo e lui soffriva, la gallina fa l’uovo e al gallo gli brucia il culo?
Poi ci facemmo la doccia insieme, volle essere lavato, accarezzato e poi ci mettemmo sul letto con l’accappatoio mi fece una sorta di terzo grado su cosa avevo provato, cosa mi piaceva, cosa non mi aveva eccitato più di tanto.
Nel ultimi 15 minuti Matteo mi disse: “adesso voglio il miglior pompino che sai fare” mi ci misi d’impegno, quando arrivare al limite mi fermava, avevo già deciso di farlo venire in bocca, avrei preferito mettermelo sotto la lingua ed andare a sputare in bagno, ma in fondo avevo deciso io di fare la porca, alle 16:59 non mi fermò e mi venne in bocca, senta tanti tentennamenti la raccolsi con la lingua e buttai giù l’ostrica di sperma che mi regalò.
Mentre tornavo a casa rielaborato tutto quanto successo e fui molto felice di aver accettato la crociera, mi sarei divertita prima e dopo.
Continua.................
scritto il
2024-07-23
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