Cercare il seme per fecondarmi e trovare un bull cap. 5

di
genere
dominazione

Mi chiamo Manuela, tra pochi giorni compio 40 anni, ma la storia che vi voglio raccontare è del 2016, con Andrea mio marito ci siamo sposati nel 2012, 29 anni io, e 34 lui, eravamo e siamo molto innamorati.
Al mattino facemmo tutto come ci era stato indicato, io ero in una sorta di limbo, avevo paura di sentire dolore, però mi eccitava l’idea che fosse Alfredo a farlo, che fosse davanti a mio marito, consapevole, partecipe e non geloso.
Eravamo partiti da voler essere inseminata, ci ritrovavamo a scopare come ricci e godere come non mai, quasi l’inseminazione fosse passata in secondo piano.
Andrea vedendomi dubbiosa mi rassicurò dicendomi che se avesse saputo prima quanto bello poteva essere, me l’avrebbe chiesto anni fa: “vedi Manuela, non mi riconosco, la gelosia forse è insicurezza, io ti amo dal primo giorno che ti ho vista e mi sono sempre sentito molto fortunato che tu mi abbia scelto, la paura di perderti mi ha fatto essere egoista in passato, il mio seme debole mi ha tolto autostima, invece quando hai goduto ieri sera, hai urlato che mi amavi”.
Mi stava preparando per l’atto sessuale più intimo ed umiliante e mi dimostrava a parole e con i fatti, che Uomo meraviglioso avevo sposato, in cuor suo sapeva che avevo bisogno di piacere oltre che di diventare mamma, mio marito mi conosceva meglio di me stessa, o per lo meno era più sincero di quanto lo fossi io.
Andrea: “Prenditi tutto il piacere che Alfonso riesce a darti, stanotte mentre ti montava avrei dato dieci anni di vita per essere al suo posto, per farti godere come ha fatto lui, ma essere li con te, sapere che tu ami me, ti ho ancora negli occhi mentre godevi e mi ringraziavi mentalmente di averti fatto provare quelle sensazioni.
Io: “Andrea è vero, mentre eri in camerina abbiamo solo parlato, ma averti li a guardarmi è come se avessi la sicurezza della tua approvazione, senza di te mi sentivo sporca, quasi ti tradissi”.
Mentre ci baciavamo ho accarezzato la sua eccitazione, ma ancora una volta è stato più lucido di me: “Amore abbiamo voglia di farci una marea di coccole, ma fino a domani, tu sei la sua donna, abbiamo tutta la vita davanti”
Con un sorrisetto marpione aggiunge anche: “Dal medico mi sono fatto prescrivere il viagra, stamani in farmacia, ho preso clistere, vasellina e viagra, la dottoressa mora mi ha guardato in un modo, mi è sembrato che ti invidiasse” e siamo scoppiati a ridere.
Io ripensandoci: “Cazzo Andrea sei andato nella farmacia qui sotto? Ma ci conoscono tutti, che figura di merda”
Mentre mi infilavo il plug, come da indicazioni, ero ritornata in modalità “servizievole”, ma le sensazioni erano contrastanti, ero felice delle due scopate di ieri sera, del piacere provato, di essere stata fecondata con molte probabilità, della nuova sintonia ritrovata con Andrea, forse anche di togliermi il dente del culetto vergine.
Mentre, forse avrei voluto farlo una volta sola o forse volevo darlo a vedere ad Andrea. Maneggiare l’uccello di Alfredo mi era piaciuto, l’idea di leccarlo sporco di pipi sicuramente mi faceva schifo, il sapore dello sperma non mi piaceva più di tanto, ma il farlo si, mi ero sentita molto donna.
La mia sorpresa più grande era quella, mi piaceva ricevere indicazioni, compiti, ordini, praticamente provare nuove sensazioni, superare i miei limiti, mi sentivo al sicuro farlo insieme a mio marito.
“ahh che male” mi ero finalmente seduta sul bordo della vasca inserendomi il plug, Andrea mi aveva suggerito di rimettermi autoreggenti e reggicalze, con le scarpe col tacco, secondo lui così ero da infarto, Alfredo mi aveva chiesto di essere completamente nuda, ma così ero molto peggio che nuda, anche secondo me avrebbe apprezzato e non poco.
Andrea aveva il cellulare in mano riprendeva la mia preparazione, come da richiesta, anche su questa cosa da parte mia c’è la vergogna e l’eccitazione di essere protagosta, per mio marito invece era eccitazione allo stato puro, mi preferiva sicuramente disinibita, che strani gli uomini, iniziavo a pensare che le riprese chieste da Alfonso fossero soprattutto per la parte maschile della coppia.
Quando arrivammo da Alfonso mi sentivo carne da macello, come se andassi dal dentista con più paura del dolore, con più vergogna perchè non mi avrebbe lavorato la bocca.
Mi fece prendere anche il mio di cellulare, io mi dovevo riprendere in faccia, Andrea la penetrazione, oltre a prenderlo in quel posto avrei dovuto subire l’umiliazione di essere ripresa in quel momento così intimo.
Mi fece posizionare da Andrea con il bacino sul bordo letto, a gambe aperte, le ginocchia stavano nel vuoto e con le scarpe con il tacco toccavo il pavimento con solo la punta, per mettermi a misura mi mise sotto la pancia prima un cuscino e poi due.
Fino adesso Andrea non mi aveva mai toccato il plug, su chiare indicazioni di Alfonso, adesso me lo tirava fuori fino alla parte più larga e poi lasciava e rientrasse da solo, controllava il mio stato di eccitazione, avevo la certezza che sarebbe stata una mattinata molto lunga per me.
Quando vidi il plug accanto al pisello eretto di Alfonso ebbi paura, era largo come due mie dita e lungo meno della metà di quello che adesso mi avrebbe sverginato.
Per fortuna ero bella unta di vasellina, l’inserimento della cappella mi fece rizzare il collo e respirare a bocca aperta, ma sentirmi entrare dentro non fu così doloroso come mi immaginavo.
Alfredo: “Manuela ti puoi toccare se ti fa piacere, ma stamani è il mio regalo, entrerò piano piano e ti farò abituare, sarò delicato ieri sei stata molto brava, sarai tu che, se ti rendi conto che preferisci essere presa con maggiore vigore me lo chiederai, ok?”
Io: “grazie per la delicatezza, non credo proprio che ti chiederò di farmi male”.
Alfredo: “Andrea tu che provi a vedere Manuela che si fa inculare?” era una domanda retorica perchè dal pantaloncino aveva un’erezione che gli avevo visto poche volte”
Intanto procedeva a profanarmi pochi millimetri alla volta, mi sentivo aprire adesso, la circonferenza aumentava.
Alfredo: “Andrea è stata tua l’idea del reggicalze e dei tacchi, vero?”
Alfredo: “Bravi, stamani per ringraziarti di essere così altruista Manuela mentre si abitua alla mia intrusione, si farà scopare in bocca e per la prima volta, ti regalerà un magnifico.........? Manuela continua tu”
Io: “pompino, ahhh?” era retrocesso per rimetterlo poi al posto conquistato, se sbagliavo me lo faceva sentire.
Io: “ahh piano ti prego, non lo so, cosa devo dire, tutto quello che vuoi”
Fu Andrea che mi fece capire che la risposta giusta era: “ingoio, ahhh, butto giù tutto, maiali”
Dopo detto mi concesse un po’ di riposo ed ebbi il tempo di pensare a quello che avrei dovuto fare, un’altra porcata da pornostar.
Alfonso: “fatti una sega, e quando ti manca poco siediti sul letto davanti a lei, deve concentrarsi sul dietro”
Mi sono ritrovata a chiedere: “Andrea quanto ne manca?”
Andrea: “un terzo, ci sei quasi amore” quasi balbettando: “Manuela se vuoi che venga sulla mia pancia...........”
Al limite della sopportazione, con il culo in fiamme nonostante fosse fermo, lo sgrido: “Non capisci che vuole che tu mi usi per godere, così sopporti meglio vedermi presa da lui in tutti i modi”
Essere tra due fuochi mi ha acceso la passerotta, che durante la penetrazione anale era diventata secca come il sahara, fosse stato nella fica invece che nel culo, mi sarebbe piaciuto tantissimo, averne due a mia disposizione.
Il ritmo lo dettava Alfredo, tanto per cambiare, l’ultima parte era stata dolorosa, ogni piccola spinta il pisello di Andrea mi entrava ancora di più in bocca, a ruoli invertiti avrei avuto difficoltà a respirare, buttarlo giù è stato come mangiare un’ostrica, niente di che, avevo superato un altro scalino della mia troiaggine.
Alfredo: “brava la nostra mogliettina, ringrazia Andrea di averti donato il suo seme e me per averti rotto il culo”
A ripetete queste frasi ero umiliatissima, per lo più avevo un cazzo extralarge piantato fino in fondo nel mio culetto vergine, avevo davanti la radiosveglia, ci aveva messo 14 minuti per entrami tutto dentro, mi ritrovai a pensare che se fosse stato meno esperto avrei sentito molto più dolore.
Mentre Alfredo iniziava a fare avanti e dietro ed io a urlare, Andrea ripresosi era ritornato a fare in cine operatore di conseguenza io la pornostar.
Ero arrivata al limite della sopportazione, la fica come mi si bagnava poi si seccava, dietro ero tutto un fuoco, se prima il dolore era per la dilatazione, adesso era per lo sfregamento, non cercavo neppure di stringere le chiappe per contrastare la penetrazione perchè era maggiormente doloroso.
Mi sono ritrovata a spingere anch’io verso il suo bacino, solo per attenuare il bruciore, sudavo, urlavo, ero stravolta, pregavo Alfredo di finire, stavo pensando che non avrei mai più ripetuto questa esperienza, che mi sono ritrovata con il cazzo che usciva dietro ed entrava molto facilmente davanti, evidentemente non ero così secca come credessi.
Mentre Alfredo grugniva il suo piacere, avevo le pulsazioni dietro, quasi a volersi richiudere dopo essere stato fin troppo dilatato, il piacere mi ha invaso, se avesse durato qualche secondo in più sarei venuta anche io, c’era un po’ di frustrazione, un po’ di piacere, un po’ di dolore rimasto, tanto bruciore, tanta fatica, tanta tenzione, ero distrutta.
Mi hanno messa due cuscini sotto il sedere, con le gambe in alto, impedendo allo sperma di fuoriuscirmi, Andrea mi guardava con amore, voglia e mi è sembrato anche un po’ di invidia.
Per commenti e suggerimenti: amicosegreto@tutanota.com
scritto il
2023-09-30
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