Infermiera personale

di
genere
etero

Avevo preso una brutta influenza, di quelle che con febbre alta, raffreddore e mal di gola, metterebbe ko anche un elefante. Durava da 10 giorni ormai è, tra antibiotico, paracetamolo, aerosol mi sentivo uno straccio.
Fortunatamente, dall'undicesimo giorno ero sfebbrato, niente raffreddore e addio mal di gola.
Qualche altro giorno, a casa, lontano dal lavoro sarebbe servito a farmi riprendere completamente.
In quei giorni di malattia, ovvio, niente sesso.
Paola, mia moglie, si era anche dimostrata, all'occorrenza, una bravissima infermiera. Mi ricordava le medicine da prendere, agli orari prescritti dal medico. Mi coccolava con cioccolata calda, minestre, premute d'arancia. Quando ormai il picco influenzale era passato, era ora di darmi una sistemata: barba, doccia, dopo dieci giorni era obbligatorio.
Tirato a lucido, mi infilo il pigiama pulito e mi appoggio sul letto, un po' di mal di schiena era il residuo dell'influenza.
Paola, anche lei in pigiama, entra in stanza "Come va?", "Molto meglio. Un po' di mal di schiena". Paola si avvicina al letto "Per una pronta guarigione, devo toccarti l'uccello". E mentre lo dice, mi sfila il pantalone, le mutande e comincia a massaggiarlo, prendendo il mio cazzo in meno. Con movimenti lenti, va su e giù con la mano. "Una brava infermiera si deve assicurare che il paziente sia guarito". Mi dice, mentre continua a segarmi dolcemente. Il mio cazzo comincia ad indurirsi e Paola si china. Tira fuori la lingua e, piano, comincia a leccarmi la cappella. Due tre colpi di lingua, avvolge la punta del mio cazzo con le sue labbra. Su e giù con la testa. Inizia un pompino da urlo. Si ferma, mi guarda e "Come è la tua infermiera personale?". "Bravissima", le rispondo. "Continua". Le si china nuovamente. Con lingua mi ripassa l'asta. Arriva alle palle. Le lecca per bene. Le bacia. Le massaggia. Mentre mi lecca le palle, con la mano mi sega. Il mio cazzo è duro e lucido per via della saliva di Paola. "Se continui così, vengo", le dico. Allora Paola si alza, si abbassa il pantalone del suo pigiama, si sposta lo slip. La sua fica, completamente liscia. Paola si passa le dita in bocca, le lubrifica e si massaggia la fica. Si siede sul mio cazzo e lo infila nella fica. Comincia a muoversi con movimenti lenti, ondulatori. "Ah, ah, ah", ansima. "Mi è mancato il tuo cazzo", mi dice. La afferro dai fianchi, mentre lei continua a muoversi. Mi tiro su, mi appoggio allo schienale del letto. Paola scende. Si volta, dandomi le spalle e si risiede sul mio cazzo, infilandolo nella fica. Riprende a muoversi, avanti e dietro. "Sei fantastica", gli dico. Lei continua ad ansimare. Ancora qualche movimento e vengo. Schizzo nella sua fica. Anche lei viene. Si volta, ci baciamo. Possiamo metterci a dormire
di
scritto il
2025-02-09
4 . 7 K
visite
4 9
voti
valutazione
5.2
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

La commessa

racconto sucessivo

L'amico Edo
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.