La sala d'attesa
di
Hasek
genere
esibizionismo
Era già da qualche giorno che soffrivo di un dolore al deltoide destro. Volevo approfondire così ho prenotato una visita medica. Non conoscevo il medico, che mia moglie Paola aveva scovato su quei siti internet specializzati. Giunti presso lo studio medico, ci accoglie la segretaria. Doveva avere circa trent'anni, altezza media, fisico asciutto, per quanto avevo potuto constatare, visto che indossava il camice. "Il dottore è impegnato in una videoconferenza, ma questo lo sapevate già dal momento della prenotazione. Non appena avrà finito, vi riceverà. Vi potete accomodare in sala d'attesa, in fondo a sinistra". La sala d'attesa si trovava in fondo al corridoio, abbastanza nascosta rispetto alla reception. C'erano poltrone singole, una tv a parete e una di quelle riviste, ormai obsolete. Mia moglie Paola sembrava visibilmente annoiata. "Posso confessarti una cosa?", mi disse. "Mi è venuta voglia". "Ma Paola, siamo in uno studio medico. E poi, di là c'è la segreteria". "Ma hai visto dov'è la sala d'attesa? Dalla reception non si sente nulla", ribattè. "No Paola, no", la stavo contraddicendo. Ma lei, come se non le avessi detto nulla, si è avvicinata, si è inginocchiata e mi ha aperto la patta. Lo ha tirato fuori. "Paola, fermati". Non mi dava ascolto. Ha cominciato a segnarmelo, lentamente, lanciadomi occhiate da gran porca. Il mio cazzo si è ben presto indurito e Paola ha iniziato a leccarmelo, come solo lei sa fare. Alternava leccare, succhiotti e baci alla cappella, all'asta e alle palle. Mi scopava il cazzo con la bocca e, presi dal momento, non ci eravamo accorti che la segretaria si stava avvicinando alla sala d'attesa. Si è soffermata sulla porta e osservava mia moglie Paola che mi spompinava. Girai lo sgudo verso la porta e vidi la segretaria. Ero in preda al godimento e non dissi nulla. Riuscì a fare un cenno alla segreteria, come a dirle "Accomodati". Lei non se lo fece ripetere. Entrò nella sala d'attesa, sbottonadosi il camice e aprendo la camicetta all'altezza dei seni. Si aprì la camicia e, tirandole fuori dalla coppe del reggiseno, uscì le tette. Aveva una terza scarsa ma, erano sode capezzoli rosa. Cominciò a massaggiarsi le tette, finché non si avvicinò e mi invitò a leccargliele. Mentre leccavo e succhiavo i capezzoli, mia moglie Paola continuava a spompinarmi. La segretaria si allontanò per togliersi il camice, sfilarsi la gonna e le mutandine. La sua fica era completamente depilata e lei, con due dita, se la aprì, spingendo le dita dentro e ansimando. Mia moglie Paola si alzò, accarezzò le tette della segretaria e la invitò a prenderlo in bocca. La segretaria si inginocchiò e cominciò a succhiarmelo. Era piuttosto brava. Alternava bocca e su e giù con la mano. Paola, salendo sui braccioli della poltrona e divaricando le gambe, portò la sua fica all'altezza della mia faccia. "Leccami la fica", mi ordinò. Cominciai la leccare la fica, torturandola con le dita. Paola ansimava, stava per godere. "Si, così. Continua, mi fai impazzire". La segretaria era sempre più intenta a succhiarmelo. Paola voleva che le venissi nella fica. Così, scese dalla poltrona, chiese alla segretaria di staccarsi dal mio cazzo, e si sedette sopra, dandomi le spalle. Mentre Paola si muoveva, strofinava, sul mio cazzo, la segretaria le porse la sua fica da leccare. Paola succhiava avidamente il clitoride della segretaria che, faticava a non urlare di piacere per non farsi sentire dal dottore. Paola era esperta con la lingua e, in poco tempo fece venire la segretaria. Paola accelerava i suoi movimenti sul mio cazzo e mi fece venire. Le riempì la fica e lo tirai fuori. La segretaria finì di pulirmelo, leccando ciò che rimaneva della mia sborra. Le due si ricomposero ed entrammo nello studio del medico.
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