Grugnito 1
di
852202UK
genere
confessioni
Per il nuovo anno accademico presi una stanza dalla signora Giuseppina, Era una vedeva di 55 0 60 anni, piccolina, con i capelli lunghi e soprattutto un seno florido. Mi ricordò quello di mia madre. Quando andai a vedere la stanza portava un maglioncino a V con i seni liberi, grossi e cadenti. Concordammo una cifra per stanza, prima colazione e cena. Ad ottobre mi trasferii da lei. “Voi ragazzi siete come dei figli per me”.
Pensando a lei e alla somiglianza con mia madre mi ricordai di quando ero più piccolo e dormivo in stanza con i miei. Una domenica mattina, all’alba, sentii i miei genitori scherzare tra loro. Avevo la testa un po’ sotto il lenzuolo con gli occhi semiaperti. Abbastanza da vedere mia madre sollevare e aprire le ginocchia sotto le lenzuola. Mio padre le andò sopra e incominciò ritmicamente a muoversi. Lo capivo dal lenzuolo che andava su e giù. Poi aumentò il ritmo. E poi si afflosciò su mia madre con un grugnito. Lei gli teneva la testa con una mano. Dopo un po’ lui se ne andò dalla sua parte del letto. Mia madre si tirò su e cercò di rimettere le mammelle dentro la camicia da notte che le era scivolata all’altezza dell’ombelico. Ero eccitato. Mi tirai una lunga sega e poi eiaculai tra le lenzuola. Mia mamma si alzò, venne vicino, si chinò, mi baciò sulla fronte e disse “Non ti preoccupare, dopo ti metto le lenzuola pulite”. Penso che, come femmina, fosse orgogliosa di aver fatto venire nel giro di pochi minuti tutti e due i suoi uomini. Misi a fuoco queste cose solo dopo anni.
Una sera, dopo cena, la signora Giuseppina mi invitò a vedere con lei un film in televisione. Eravamo sul divano del suo salotto. Lei dopo un’ora di film si addormentò. Poco alla volta la sua testa scivolò sulla mia spalla. Aveva anche la camicetta sbottonata che mostrava il reggiseno gonfio di tette. Muovendosi mi mise una mano sulla coscia. Mi venne una idea. Incominciai a grattarmi con l’unghia dell’indice il cazzo afflosciato sotto la tuta. Funzionò. Si indurì un pochino. Poi alzai la coscia e la mano della signora scivolò sul mio cazzo. Lei si sveglio e istintivamente me lo strinse e poi lo mollò subito. “Scusa, scusa, sono assonnata” e se ne andò a letto.
Pensando a lei e alla somiglianza con mia madre mi ricordai di quando ero più piccolo e dormivo in stanza con i miei. Una domenica mattina, all’alba, sentii i miei genitori scherzare tra loro. Avevo la testa un po’ sotto il lenzuolo con gli occhi semiaperti. Abbastanza da vedere mia madre sollevare e aprire le ginocchia sotto le lenzuola. Mio padre le andò sopra e incominciò ritmicamente a muoversi. Lo capivo dal lenzuolo che andava su e giù. Poi aumentò il ritmo. E poi si afflosciò su mia madre con un grugnito. Lei gli teneva la testa con una mano. Dopo un po’ lui se ne andò dalla sua parte del letto. Mia madre si tirò su e cercò di rimettere le mammelle dentro la camicia da notte che le era scivolata all’altezza dell’ombelico. Ero eccitato. Mi tirai una lunga sega e poi eiaculai tra le lenzuola. Mia mamma si alzò, venne vicino, si chinò, mi baciò sulla fronte e disse “Non ti preoccupare, dopo ti metto le lenzuola pulite”. Penso che, come femmina, fosse orgogliosa di aver fatto venire nel giro di pochi minuti tutti e due i suoi uomini. Misi a fuoco queste cose solo dopo anni.
Una sera, dopo cena, la signora Giuseppina mi invitò a vedere con lei un film in televisione. Eravamo sul divano del suo salotto. Lei dopo un’ora di film si addormentò. Poco alla volta la sua testa scivolò sulla mia spalla. Aveva anche la camicetta sbottonata che mostrava il reggiseno gonfio di tette. Muovendosi mi mise una mano sulla coscia. Mi venne una idea. Incominciai a grattarmi con l’unghia dell’indice il cazzo afflosciato sotto la tuta. Funzionò. Si indurì un pochino. Poi alzai la coscia e la mano della signora scivolò sul mio cazzo. Lei si sveglio e istintivamente me lo strinse e poi lo mollò subito. “Scusa, scusa, sono assonnata” e se ne andò a letto.
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