Grugnito 2
di
852202UK
genere
confessioni
La mattina dopo la signora Giuseppina mi dice “mi devi scusare per ieri sera, mi sono addormentata di sasso. Non volevo toccarti in quel modo. Scusami proprio, non …”. Le misi due dita sulle labbra facendole “Sssssss. Stai zitta. Non ti devi scusare”. Ero passato al tu senza accorgermene. Mi era venuto naturale. Lei sorrise e posò il viso sul mio petto. Inspirò e mi disse “sai di maschio”. Prima di andare all’università per le lezioni le dissi “stasera a cena mettiti il maglione a V. E senza reggiseno”. Lei mi guardò seria e in maniera interrogativa. Per tutto il giorno pensai di avere esagerato.
A cena aveva il maglione a V. E non indossava reggiseno. Le sue tette erano deliziosamente cascanti e larghe. Non le feci alcun complimento. A fine cena si mise a lavare i piatti. La presi per mano e la tirai verso la sua stanza. Faceva resistenza. “Non dobbiamo, non è giusto, posso essere tua madre, tu devi cercare le tue coetanee” risposi “Da te voglio solo che mi allatti e che ti faccia penetrare”. Mi affondò le unghie sul braccio. Mi stesi sul letto vestito e le ordinai di spogliarsi. “No, mi vergogno, c’è troppa luce, io sono vecchia”. Spensi la luce centrale della stanza e orientai una lampada del comodino contro il muro. Lei iniziò a spogliarsi. Non come avrebbe fatto una spogliarellista ma come una femmina che sapeva che stava per essere chiavata. Salì sul letto, io mi tolsi i vestiti e incominciai a baciarla. Ci baciammo a lungo. La leccai lungo tutto il corpo e tra le gambe. Lì era curata. “Sono andata dall’estetista” mi confessò a bassa voce. Poi, poiché insistevo a stimolarle la fica mi sussurrò ancora “devi essere delicato con me, sono chiusa da quattro anni e ho paura come una vergine”. L’abbracciai e ci mettemmo sotto le coperte. Si accucciò contro di me e mormorò “sei un predatore”.
Continuammo a lungo a baciarci, leccarci ed accarezzarci. Ad un certo punto mi disse “sono pronta”. Risposi “vuoi venirmi sopra?”, “non sono abituata, mio marito mi voleva carponi sempre sotto, mi diceva ‘sei una cagna da montare”, “allora guidami tu Giuseppina”. Mi riprese il cazzo in mano e lo indirizzò davanti alla fica “ora puoi entrare, ma fallo piano piano”. Così feci, dopo un po’ incominciò a godere con piccolissimi gridolini. Da impazzire. Andai su e giù per un po’ di tempo, poi mi sciolsi in lei. “Come sei caldo” mi disse e poi “non ti staccare, fammelo sentire ancora”. Ci addormentammo.
Verso mezzanotte mi svegliai. Dormiva al mio fianco come un angelo. Aveva solo le mutandine indosso. Gliele sfilai. Le spalancai le gambe, controllai che fosse ancora bagnata e la penetrai. Si svegliò subito dicendomi “che fai? non ti ho saziato, ma se proprio lo vuoi fotti piccolo mio, fotti la tua seconda mamma”. Inutile dire che a queste parole venni subito. Lei si alzò tenendo la camicia da notte sopra la pancia e mostrandomi tutto il culo “mi faccio un bidet”. La mattina dopo mi svegliai con l’alzabandiera. Avevo voglia. Lei era ancora accovacciata contro di me. Le toccai il culo. Non aveva mutandine. Allora l’acchiappai per i fianchi mettendola a pecorina. Le infilai il cazzo nella figa e la montai.Venni con un grugnito. Era ovviamente sveglia e mi disse “sei proprio un predatore”.
A cena aveva il maglione a V. E non indossava reggiseno. Le sue tette erano deliziosamente cascanti e larghe. Non le feci alcun complimento. A fine cena si mise a lavare i piatti. La presi per mano e la tirai verso la sua stanza. Faceva resistenza. “Non dobbiamo, non è giusto, posso essere tua madre, tu devi cercare le tue coetanee” risposi “Da te voglio solo che mi allatti e che ti faccia penetrare”. Mi affondò le unghie sul braccio. Mi stesi sul letto vestito e le ordinai di spogliarsi. “No, mi vergogno, c’è troppa luce, io sono vecchia”. Spensi la luce centrale della stanza e orientai una lampada del comodino contro il muro. Lei iniziò a spogliarsi. Non come avrebbe fatto una spogliarellista ma come una femmina che sapeva che stava per essere chiavata. Salì sul letto, io mi tolsi i vestiti e incominciai a baciarla. Ci baciammo a lungo. La leccai lungo tutto il corpo e tra le gambe. Lì era curata. “Sono andata dall’estetista” mi confessò a bassa voce. Poi, poiché insistevo a stimolarle la fica mi sussurrò ancora “devi essere delicato con me, sono chiusa da quattro anni e ho paura come una vergine”. L’abbracciai e ci mettemmo sotto le coperte. Si accucciò contro di me e mormorò “sei un predatore”.
Continuammo a lungo a baciarci, leccarci ed accarezzarci. Ad un certo punto mi disse “sono pronta”. Risposi “vuoi venirmi sopra?”, “non sono abituata, mio marito mi voleva carponi sempre sotto, mi diceva ‘sei una cagna da montare”, “allora guidami tu Giuseppina”. Mi riprese il cazzo in mano e lo indirizzò davanti alla fica “ora puoi entrare, ma fallo piano piano”. Così feci, dopo un po’ incominciò a godere con piccolissimi gridolini. Da impazzire. Andai su e giù per un po’ di tempo, poi mi sciolsi in lei. “Come sei caldo” mi disse e poi “non ti staccare, fammelo sentire ancora”. Ci addormentammo.
Verso mezzanotte mi svegliai. Dormiva al mio fianco come un angelo. Aveva solo le mutandine indosso. Gliele sfilai. Le spalancai le gambe, controllai che fosse ancora bagnata e la penetrai. Si svegliò subito dicendomi “che fai? non ti ho saziato, ma se proprio lo vuoi fotti piccolo mio, fotti la tua seconda mamma”. Inutile dire che a queste parole venni subito. Lei si alzò tenendo la camicia da notte sopra la pancia e mostrandomi tutto il culo “mi faccio un bidet”. La mattina dopo mi svegliai con l’alzabandiera. Avevo voglia. Lei era ancora accovacciata contro di me. Le toccai il culo. Non aveva mutandine. Allora l’acchiappai per i fianchi mettendola a pecorina. Le infilai il cazzo nella figa e la montai.Venni con un grugnito. Era ovviamente sveglia e mi disse “sei proprio un predatore”.
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