Confesso che sono stanca

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“È una vita che combatto, che cerco di guadagnarmi quello che mi piace e di stare alla larga da ciò che mi fa schifo. Da ragazzina mi sentivo protetta e al sicuro. Anni bellissimi. Poi, quando ero grandicella, fui sorpresa da tutto quel sangue che si presentava ogni 28 giorni. Ma alla fine mi ci abituai anche perché tutti mi dicevano che era grande e potevo togliermi tutti gli sfizi che volevo. Poi lo sfondamento. Per me fu uno choc. Tanto dolore e l’arrivo qui dentro di quell’affare. Sembrava una lingua di Menelik. Uno di quei fischietti di carnevale che soffiando si gonfiano e si sgonfiano. Aveva una faccia buffa. Però mi piacque. Si dice che io abbia circa 30.000 sensori un po’ lenti a mettersi in moto ma, poi, sensibilissimi. Altro che. Menelik invece ne ha invece solo 7/8.000 certo sensibilissimi ma anche incontrollabili. Menelik ride sempre. Entra, va su e giù, poi diventa rosso ed infine sputa una massa bianca gelatinosa. Quindi si accartoccia. Quella gelatina è come una ondata di piena, sbatte contro le mie pareti, le sciacqua e le rinfresca. Poi si disperde in fondo. Bellissimo.

Con gli anni decine di altri Menelik mi sono venuti a trovare. Puliti, sporchi, frettolosi, lentissimi, noiosi, divertenti, ubriachi e sobri, duri e mosci, di tutti i tipi misure e diametri. Io facevo entrare tutti, se ci riuscivano. Eccome. Diverse volte mi è capitato di sentire anche – origliando alle pareti – che Menelik andava su e giù dall’altra parte. Si sentivano urla di dolore e, stranamente, poi degli inviti a fare ancora più male, infine arrivava lo sbotto di quella massa gelatinosa.
Devo dire che a volte capivo quando Menelik stava per arrivare da me quando sentivo cadere dall’alto – come in un condominio – la massa gelatinosa. Sentivo prima minacciare, poi percepivo ostilità e rifiuti, poi succhiare, poi – era senz’altro Menelik ¬¬¬– fare lo sbotto ed infine cadere da su la massa bianca. Di lì a poco Menelik si sarebbe presentato anche alla mia porta strusciandosi. Di solito entrava con forza, facendomi anche male, e la festa per lui e per me cominciava.

Francamente ora ho un po’ di nostalgia per la dolcezza delle lingue delle donne che a volta si presentavano alla mia porta. Prima bacini e leccatine, poi slinguamenti più profondi. Quelle labbra morbide mi succhiavano e bevevano il mio umore. Poi, quelle dita smaltate mi penetravano e facevano le matte. Qualche volta arrivavano anche dei Menelik gommosi, colorati, molti più grossi, in continuo movimento. Insomma, dei professionisti.

Oggi sono finalmente libera da quel sangue ogni 28 giorni. Mi visita molta meno gente. Ma quando mi gira sono sempre a disposizione di chiunque. Basta che me lo chieda gentilmente”

scritto il
2025-03-03
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