Il mese che ha cambiato la mia vita
di
Amico segreto
genere
tradimenti
Mi chiamo Giorgia ho 37 anni, sono sposata da 5 anni con un meraviglioso pargolo che inizia questo settembre le elementari.
Sono impiegata amministrativa presso un’azienda di software, vi voglio raccontare il mese che ha cambiato la mia vita: Dicembre 2023.
Fino a tale data non avevo mai tradito mio marito, non avevo mai barattato sesso per un’opportunità lavorativa o peggio ancora, per soldi, non ero mai stata l’amante di nessuno, non mi ero mai vestita in maniera audace, non ero mai stata sottomessa, ho sempre avuto un carattere forte e ribelle, ho sempre comandato io sia a casa mia sia nelle precedenti relazioni.
Tutto è iniziato quando l’azienda per cui lavoro è stata venduta ad una grossa società, per alcuni mesi abbiamo avuto una squadra di commercialisti a cui dovevamo fornire tutta la documentazione per la valutazione corretta del valore della società.
Fino a fine Novembre 2023, da mercoledì 06 Dicembre si sarebbe insediato il nostro nuovo capo affiancato dal vecchio proprietario per solo tre mesi, dal 01 gennaio 2024 ufficialmente l’azienda sarebbe passata di mano.
Eramo 12 dipendenti e 15 collaboratori a partita iva, il nuovo responsabile alla prima presentazione ci fece immediatamente capire che ci sarebbero stati molti cambiamenti, soprattutto in peggio, e qualche sostituzione.
In azienda il clima il 07 dicembre era tesissimo, nonostante il ponte lungo e l’avvicinarsi della festività natalizie nessuno aveva voglia di festeggiare, l’unico contento era il vecchio proprietario che incassava qualche milione di euro ed andava in pensione.
Durante Sant’Ambrogio, ne parlai con mio marito Paolo, rischiavo di perdere il lavoro? In amministrazione eravamo in tre, il mio superiore il Rag. Morelli, a tre anni dalla pensione, io ed una stagista neolaureata.
Economicamente non volavamo, un mutuo trentennale sulle spalle, ma soprattutto Paolo, aveva fatto un investimento sbagliato alcuni anni fa e ne pagavamo ancora le conseguenze, perdere il lavoro avrebbe comportato non pochi sacrifici.
Con questi pensieri in testa, mi ritrovai lunedì 11 dicembre a colloquio privato con il nostro nuovo capo, Umberto quarantottenne alto 1,90 di almeno 110 kg con un po’ di pancetta, ed una calvizie precoce, non era certo Raul Bova.
Ma devo riconoscergli un certo fascino, quello del gran figlio di buona donna, sicuramente molto intelligente, capace, brillante, autorevole, decisamente un leader.
Non usò molti giri di parole, uno tra me ed il Rag. Morelli saremmo stati trasferiti in direzione in Lombardia, mentre Laura la stagista sarebbe rimasta.
Nel pomeriggio parlando con Laura, mi disse che il nuovo boss, gli aveva fatto il terzo grado sia su me che sul rag. Morelli, cose anche molto personali: “pensa mi ha chiesto se avevi un’amante”, è un porco te lo dico subito a me ha chiesto “sotto quante scrivanie ero stata?”
io: “non ci credo, e tu che gli hai detto?”
Laura: “sul momento sono rimasta a bocca aperta come una stupida, poi ho detto: nessuna e se qualcuno me l’avesse chiesto lo avrei denunciato”
Io: “cazzo brava, come ha reagito l’orso? (incominciava a girare quel soprannome vista la mole)”
Laura: “mi ha fatto una filippica sulla fiducia, che vuol lavorare solo con chi si fida, non c’entrava un bel niente con le molestie”
La sera litigai con mio marito Paolo, che si dimostrava sempre più egoista, gli dissi che rischiavo di essere mandata a Bergamo a 500 km da casa nostra, la sua risposta fu deprimente: “fagli vertenza”.
Io: “certo che gli farei vertenza, se tu portassi a casa uno stipendio degno di tale nome” piansi tutta la sera.
Il mattino dopo avevo due occhiaie, ma aperto l’armadio, mi dissi che avrei lottato per rimanere, sfruttando le armi che il rag. Morelli non avrebbe potuto avere.
Venni accolta dai colleghi uomini e donne con sguardi di sorpresa e qualche sorrisetto sotto i baffi, la gonna era piuttosto corta, mi fasciava alla perfezione, per un attimo ebbi paura di aver esagerato.
L’orso apprezzò parecchio il mio look, mi fece andare nel suo ufficio e disse queste testuali parole:
“Brava Giorgia, mi stai dimostrando che al lavoro qui da noi ci tieni, se ti dico che hai un bel culo, e fai bene a metterlo in evidenza, ti offendi come quella cretina della stagista?”
Io ridendo sotto i baffi che non ho mai avuto: “non mi offendo, grazie”
Umberto: “Come vanno le cose con tuo marito? È d’accordo con la strategia per rimanere?”
Io: “non mi capisce, sono arrabbiata con lui”
Umberto: “andare in sede sarebbe complicato per voi? Hai un bimbo di non va ancora a scuola giusto? Potrebbe iniziare le elementari li”
Io: “qui ho tutto, i genitori, gli amici, non ci andrei se fossi la prescelta, mi dovrei licenziare, ma vi farei vertenza”
Umberto: “Pensi che Morelli ci andrebbe volentieri? Gli mancano tre anni alla pensione”
Io: “Morelli è un uomo, è benestante, ha libertà di scelta”
Umberto: “Ho capito lo vorresti mettere in quel posto a Morelli, è giusto, potrei anche aiutarti, in fondo anch’io................”
Mi aveva lasciato la frase a metà, quindi ripetei: “anch’io???”
Avvicinandomi all’orecchio mi dice: “anch’io desidero mettertelo in quel posto, ma non in senso figurato”
Avevo capito bene, ero diventata rossa paonazza.
Umberto rincarò pure la dose: “Hai quasi 40 anni se non lo fai adesso qualche cornino a tuo marito, la fedeltà è una pia illusione, ma tranquilla io non ho mai obbligato nessuna, pensaci durante le feste, parlane con lo sfigato, in fondo se non riesce a darti solidità economica la responsabilità è pure sua”
Avrei voluto prenderlo a schiaffi, ma tra le cose dette, in fondo qualche parola condivisibile c’era eccome, che mio marito mi avesse fatto le corna ne ero sicurissima, che non mi dava quello di cui avevo bisogno pure, passai giorni a dirmi no Giorgia non puoi nemmeno pensarlo, e poi invece riflettevo su tutti i punti favorevoli.
Molto prima della scadenza scrissi il messaggio che mi cambiava la vita, era sabato 16/12/23 alle ore 16:45: “Manda Morelli a Bergamo”
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